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Autore: _Kiiko Kyah    22/02/2013    5 recensioni
Quando Anna decide di dar vita a pazze crack pairing che non avranno mai un futuro. Pillole di crack love, sotto i titoli recanti personale responso. Chu ~
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1. When strawberries make the difference. [Terumi/Akio]
2. When there is too much chocolate. [Gazel/Reize]
3. When you’re innocence make me giggle. [Atsuya/Yuuka]
4. When you’re such an idiot. [Kinako/Beta]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'OTP— the phantom and the cutie.'
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Autore: Kya_
Titolo: Mi state prendendo in giro. ...vero?  
Mini-shots: quattro.  
Note: Ero annoiata, che altro vi devo dire?
– Mai scritto di shoujo-ai, quindi l’ultima di queste mini shots sarà la prima. Glom. Ma sapete, quando sono annoiata, io.. *viene soppressa.



?..
When strawberries make the difference. – fudoafuro.

C’era solo una cosa che accomunava Afuro con il ragazzo che in quel momento lo stava fissando negli occhi.
– E così, Kageyama aveva gabbato anche te. – sputò d’un tratto il moro, ghignando come se avesse detto qualcosa di molto divertente. Il biondo lisciò i capelli dorati con un gesto svolazzante e noncurante della mano.
– Capirai che scoperta. – si limitò a fare spallucce, ostentando disinteresse. – Perché non sei tornato con i tuoi amici? Dovreste allenarvi. – aggiunse in un sibilo, già stanco di quella conversazione.
– Non mi andava. – replicò quello con sufficienza. Incrociò le braccia dietro la testa e puntò di nuovo il suo sguardo glaciale in quello vermiglio di Terumi. – È dalla partita contro di voi che te lo volevo dire.. sai che sembri una ragazza?
Il biondo emise un grugnito di disapprovazione e rispose, sarcastico:
– Almeno io non sono mezzo pelato.
Passarono una manciata di attimi in silenzio. Al centro del tavolino del bar, una ciotolina piena di frutti rossi. Il moro ne prese uno fra le dita e lo rimirò per qualche secondo, dopodiché lo porse al biondo che aveva davanti, ghignando.
– Le va una fragola, principessa? – propose sornione. Il coreano accettò quel dono insignificante e si lasciò sfuggire un sorriso mentre l’altro se ne cacciava un’altra in bocca con scarsa eleganza.
– Non sapevo che ai teppisti piacessero le fragole. – non si impedì di commentare.
Ecco. Le cose che avevano in comune era appena divenute due.




When there is too much chocolate. – gazelreize.

Gazel detestava la cioccolata. Con tutto il suo cuore, assolutamente. Peccato che a San Valentino ne ricevesse una quantità insopportabile. La odiava, non riusciva davvero a mettersela in bocca senza avere l’impulso di vomitare.
Era troppo dolce, piena di zucchero, era fastidioso solo il pensiero. Un brivido lo percorreva ogni volta che il 14 febbraio arrivava, tanto che spesso di nascondeva in quello stupido parchetto del Sun Garden per non essere trovato da nessuna ragazza. Ragazza, appunto.
Il capitano della Diamond Dust all’epoca aveva tredici anni, e si era rifugiato preso, verso le cinque di mattina, per evitare Clara e Ai, che erano le prime a cercarlo di solito. Raggomitolato nell’incavo dello scivolo, contava il numero di volte che sentiva qualcuno gridare il suo nome.
Poi, era successo. Un colpo sordo sopra la sua testa, il cuore che aveva accelerato nel timore di essere scoperto. Reize era apparso davanti all’albino, facendolo sussultare.
– Che stai facendo, Gazel-sama? – aveva mormorato cauto.
– Affari miei. – aveva replicato.
– Capisco. – era stato il mesto commento, poi l’albino si era accorto di quel qualcosa che l’altro stringeva fra la mani.
– Reize, cos’è quello? – aveva chiesto sfiorando con la mano il pacchetto, mentre Ryuuji era arrossito debolmente.
– Gazel-sama odia la cioccolata.. – aveva cominciato facendo vagare lo sguardo – Così ho preparato dei biscotti per lui.
Fuusuke si era morso un labbro. Forse, se preparata dal verde.. la cioccolata sarebbe potuta anche piacergli.




When your innocence make me giggle. – atsuyayuuka.

– Certo che sei spensierata. – sussurrò appena, mostrando un sorriso divertito alla ragazzina che addentava in quel momento un pezzo di carne.
Quella inarcò un sopracciglio con un’espressione stranita sul viso.
– Una volta che non mi devo preoccupare per nii-san.. – replicò tornando poi al suo pranzo e ad ignorare Atsuya, che sospirò.
– Sai, è strano.. ha nove anni più di te e sei tu a doverti preoccupare per lui. – rifletté ad alta voce, roteando le bacchette fra le dita candide.
Yuuka si limitò a mandare un verso inarticolato che il rosa non riuscì ad interpretare; inclinò la testa da un lato e osservò la quindicenne mentre mangiava. Era bella e quando serviva sapeva essere lievemente tagliente, ciò nonostante la sua prorompente innocenza e quel suo sorriso gentile, in netto contrasto con la profondità penetrante dei suoi occhi neri, la facevano apparire come un piccolo angelo. Senza contare che era anche una tipa veramente strana.
Sì che suo fratello era un vero mistero, in quel periodo, però la ragazza sembrava dedicarsi più a Shuuya—no, “Shuuji”, che a sé stessa. Forse era per questo che l’aveva cercato, quel giorno.. per staccare un po’. Anche se sentiva di essere ignorato. Era un vizio di famiglia, essere silenziosi e misteriosi? Che fastidio..
– Nii-san è.. – Fubuki sussultò quando sentì la debole voce della Gouenji arrivargli alle orecchie – sicuro di quello che fa. – gli rivolse quel sorriso che distoglieva l’attenzione da qualunque cosa stesse dicendo – Mi preoccupo perché non vorrei che questo lo ferisse.
Atsuya socchiuse dolcemente gli occhi.
E si mise a ridacchiare, senza smettere quando lei si mostrò sorpresa.
Troppo innocente, per essere vera...



*§*
When you’re such an idiot. – kinakobeta.

Il capitano della Protocol Omega 2.0 roteò gli occhi viola quando davanti a sé vide presentarsi quella specie di nanetta dalle iridi color miele, sorridente, con le mani unite dietro la schiena. Che voleva, adesso? Era sicura di non averci mai parlato. Mai. E allora perché era andata da lei? Già dall’espressione che aveva in viso, si capiva che era una sprovveduta e che avrebbe detto una stupidaggine.
...
Però era carina.
Il colore della sua pelle era in contrasto con quella pallida di Beta, i capelli plastici e verdemare di quest’ultima stonavano con quelli castani e visibilmente morbidi del numero 78 della Raimon. Anche i loro occhi erano ai poli opposti, quelli di una viola e adulti, quelli dell’altra infantili e mielati, pieni di allegria.
La più bassa era carina come una bambola di pezza.
La più alta era bella come una bambola di porcellana.
Kinako guardava divertita l’espressione pensierosa della ragazza che sorgeva davanti a lei, vestita con quella solita divisa bianca e blu, quella specie di microfono appoggiato sulla guancia candida.. bella, era proprio bella.
– Che c’è? – domandò, decisa ma cauta, la verde, con la sua dolce voce sottile.
– Beta-chan, a te piace Gamma? – chiese a bruciapelo, lasciando interdetta la più alta. Erano domande da fare, così all’improvviso? E poi, a lei cosa interessava?
– Che sciocchezza, certo che no! – sbottò.
Nanobana tirò un sospiro di sollievo, stupendola di nuovo.
– Bene, allora io vado! – sorrise come una bambina, per poi correre via.
Beta chiuse le palpebre per un secondo, poi le dischiuse lentamente.
Quella.. era proprio una stupida.



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Ughuuu ~
Non linciatemi.
Io sono così, e così mi tenete.
Chu ~
  
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