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Autore: shesunbroken    23/02/2013    7 recensioni
"Non l'ho mai calcolato. Non gli mai rivolto la parola fino ad un paio di mesi fa. E non avrei mai creduto che potessi mai piangere per lui, per un fottuto messaggio, per un destino che non si incrocerà mai più al mio."
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Ho deciso di raccontarvi una mia esperienza. Ci tengo particolarmente, è tutto successo davvero. Ho scritto questa oneshot un paio di settimane fa, quando credevo che tutto fosse perduto, adesso invece mi sto ricredendo.
Buona lettura (:
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non l'ho mai calcolato. Non gli mai rivolto la parola fino ad un paio di mesi fa. E non avrei mai creduto che potessi mai piangere per lui, per un fottuto messaggio, per un destino che non si incrocerà mai più al mio.

Mi ricordo esattamente di tre anni fa, quando non conoscevo quasi nessuno in quella classe...mi guardavo intorno, osservavo ogni singola persona per conoscerla anche solo un po', così mi sarei rapportata con chi mi stava più simpatico. E cavolo, ho fatto l'errore più grande della mia vita. Come si fa a conoscere una persona osservandola per un paio di settimane? Se solo ci fossimo conosciuti prima, a quest'ora le nostre vite sarebbero senz'altro state diverse.

Poi c'è stato il periodo in cui è passato dal ragazzo normale al figo di turno, e più si trasformava e meno me ne fregava di lui.

Solo una cosa non è cambiata in tre anni: il suo amore per una ragazza della nostra classe. Un amore che lo ha dapprima aiutato, confortato, successivamente trasformato in uno stronzo colossale per poi ridurlo in una poltiglia di lacrime e sofferenza.

Ed è stata proprio nell'ultima fase che sono entrata in gioco io. Anzi, un po' prima. Qualche mese indietro, prima di Natale, mi ricordo che avevamo parlato per più o meno una mezz'oretta, solo noi due. Da lì ho iniziato a guardato sotto una luce diversa: mi ha parlato di discorsi filosofici, mi ha raccontato dei suoi piani, di cosa voleva fare della sua vita. Ho visto un ragazzo normale, innamorato, con dei sogni nel cassetto. Ed è stato in quei pochi minuti che ho capito che forse avrei iniziato ad ammirare lui ed il suo coraggio, le sue idee, il suo modo di pensare. Non mi ha raccontato nulla della sua famiglia, dei suoi amici o le cose stupide di cui spesso si parla: l'ho conosciuto internamente.

Poi i due o tre mesi della sua rovina. Mesi in cui l'ho visto crollare, senza reagire. Sembrava che la solitudine fosse la sua unica compagna di vita e per quanto mi dispiacesse, per quanto volessi fare qualcosa, compresi che era meglio così: non si sarebbe mai aperto con me in un momento del genere, non sarei mai stata capace di aiutarlo.

Ma un bel giorno, ecco che un bel giorno di gennaio finimmo in banco insieme. Quanto avrei voluto che questo momento fosse accaduto prima: avremmo cambiato il mio ed il suo destino.

Sapete quando due persone sono legate da uno strano sentimento? Non si tratta di amicizia, né di amore. Non so definirlo. So solo che in lui mi ritrovavo.

Mi raccontava di lui, di quello che faceva ogni santo giorno ed io lo ascoltavo ammirata. E ogni tanto ci scambiavamo i turni. Quante sgridate ci siamo presi. Ogni singola parola detta da lui, ogni singola situazione descritta rappresentava esattamente ciò che avrei detto o fatto io se mai fossi stata al suo posto. E da una parte eravamo nella stessa situazione, chi per un motivo e chi per un altro. Entrambi con l'odio verso sé stessi, con la scarsa fiducia negli altri, entrambi ci rifugiamo nella scrittura, desideriamo cambiare il mondo e questa società di merda che ha rovinato la nostra generazione. Mi ha fatto capire perché risultasse completamente un'altra persona con gli altri: un guscio protettivo. Un guscio su cui rimbalzavano le chiacchiere degli altri senza nemmeno entrare. Se n'è fregato fin da subito dell'opinione altrui. Ed è stata una scelta saggia, finché non ha fatto entrare la voce della ragazza che lo ha rovinato. Sacrifici inutili dovuti a capricci che lo hanno cambiato in peggio. Da lì ha deciso di usare un altro scudo protettivo, uno scudo che però gli provocava male, ferite, dispiacere ma...benessere. Uno scudo che ho usato anche io tempo fa.

Poco alla volta mi sono trasformata nella sua unica speranza di avere contatti con la realtà: mi diceva cose che non osava dire a nessun altro, perché sapeva che solo io avrei compreso.

Poi decise di abbandonare tutto: la scuola, l'amore, gli amici.

Ed ecco che mi ritrovo a piangere su uno stupido messaggio:

Grazie, ultimamente mi sei stata molto vicino nei momenti del bisogno, non avevamo legato molto in tre anni, ma già da quando avevamo parlato in bagno mi sei sembrata una gran persona che semplicemente non conoscevo a causa di quella suddivisione in categorie di cui ti parlavo. Sei una persona speciale, difficile da capire ma mi sono trovato bene con te. Ci sentiamo ogni tanto, che altrimenti poi mi manchi...però ecco...non dirlo. Buona serata, un bacio grande grande. Grazie, a presto, il tuo compagno di banco.”

 

A presto, mi mancherai.


 



Come ho già anticipato nell'introduzione questa è un'esperienza personale.
Ho scritto tutto questo un paio di settimane fa, quando credevo che fosse tutto perduto: finalmente avevo trovato una persona come me.
La vera fine quindi non è riportata e non voglio scriverla, perché credo che l'essenziale di questo rapporto sia semplicemente tutto ciò che ho scritto.
E' breve, è difficile raccontare un rapporto così speciale in così poche righe, soprattutto perché come avete visto non ho fatto riferimenti alla realtà: nè nomi, nè eventi particolari. Solo i nostri sentimenti e credo che questo basti. 
Ci tengo alla vostra opinione, spero che sia stato di vostro gradimento.
Un bacio,
Noemi (:
   
 
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