Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Alexiel Mihawk    09/09/2007    6 recensioni
-Forse adesso starei con Potter- -Eh no!! Potter no!!- -Ma allora sei geloso!!- Esclamò lei esultando in silenzio e sedendosi di fianco a lui contro la spalliera del letto. -Mmm…. Forse un po’. Ma tu…- sbottò burbero stringendola a sé –Sei solo mia!-
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Harry fic
Addio & Abbi Fede

 

 

-Severus, ti odio- sbuffò scherzosamente la rossa distesa tra le soffici lenzuola di lino del letto nella stanza delle necessità. Il moro le sorrise e, senza aprire gli occhi, la tirò verso di sé.

-Anche io ti amo Lily-

La bella grifoncina scoppiò a ridere dando una leggero bacio sul naso al ragazzo per poi appoggiare la testa sul suo petto.

-Ammettilo Severus, mi hai fatto bere un filtro d’amore e mi hai presa con l’inganno!!-

Snape scosse la testa ridacchiando dell’idea, le passò le mani ossute tra i capelli sottili e la fissò negli occhi sorridendo.

-Se ti fossi avvicinata troppo a Potter… forse in quel caso l’avrei fatto-

La rossa alzò il capo interessata.

-Mi stai dicendo che sei geloso?-

-Io essere geloso? Pfui per una mezzosangue così dannatamente innamorata di me?-

Lily scoppiò a ridere, sapeva che non c’era malignità nelle parole di Severus ma solo un malcelato affetto misto a orgoglio. All’inizio aveva pensato che lui la odiasse, dopo che l’aveva chiamata sanguesporco, dopo che Potter era entrato prepotentemente nella sua vita, dopo essere diventata un Gryffindor aveva temuto che le cose tra lei e Severus non sarebbero mai più tornate come prima. Eppure lei era riuscita a perdonare, nonostante la sua infinita testardaggine e il suo orgoglio era riuscita a riappacificarsi con il moretto che, da parte sua, si era seriamente impegnato per farsi perdonare. Lunghe e infinite lettere di scuse in cui lo Slytherin le ricordava il passato, dal momento in cui si erano conosciuti fino all’entrata ad Hogwarts, riportava a galla tutti i bei momenti che avevano condiviso e le parole che si erano scambiati. E alla fine lei, la sciocca mezzosangue Gryffindor l’aveva perdonato. Non che se ne pentisse, no probabilmente non l’avrebbe mai fatto.

-A cosa pensi?- le chiese gentilmente mentre si metteva a sedere appoggiato contro la spalliera di mogano dell’alto letto.

-Mmm- mugolò la rossa –Cosa sarebbe successo se l’anno scorso non ti avessi perdonato?-

Severus emise un ringhio sommesso cercando di non pensarci.

-Forse non ci saremmo più parlati o peggio nemmeno guardati in faccia. Saresti diventato un seguace di Tu-sai-chi se non ti fossi messo con me Sev?-

Questa volta il ragazzo la guardo scocciato quindi alzò le spalle senza prestare troppa attenzione alle elucubrazioni mentali della giovane stretta a lui.

-Forse adesso starei con Potter-

-Eh no!! Potter no!!-

-Ma allora sei geloso!!- Esclamò lei esultando in silenzio e sedendosi di fianco a lui contro la spalliera del letto.

-Mmm…. Forse un po’. Ma tu…- sbottò burbero stringendola a sé –Sei solo mia!-

Lily cacciò un gridolino divertita mentre Snape le baciava il collo. E da li il passo a fare l’amore fu breve, i loro corpi si unirono e si fusero come spesso era accaduto in quel periodo, diventarono una cosa per poi raggiungere l’apice del piacere insieme.

 

Come sarebbe stato bello se quel piacere fosse durato per sempre, se loro avessero potuto restare insieme ancora e ancora, fino alla morte. Ma non era stato così, durante le vacanze del sesto anno Severus e Lily avevano avuto un’orribile litigio, la cui causa principale era quel dannato Potter. E adesso a Snape non restava niente altro che una bianca lastra di marmo. Lily Evans non avrebbe più riso, né pianto, ne mai più si sarebbe arrabbiata, dove dunque era finito tutto il suo amore? A cosa erano serviti i suoi sforzi?In fondo lo sapeva, il signore oscuro era implacabile, non perdonava mai, e dove passava cancellava ogni cosa e quella donna non aveva fatto eccezione. Aveva fatto così tanta fatica a conquistarla ma perderla, ah come era stato facile perderla, non aveva dovuto fare altro che dire il contrario della verità, era l’unico modo che conosceva per metterla al sicuro da colui che non deve essere nominato ma…. Ma non era servito a niente, Lily era perduta, perduta per sempre. Severus cadde sulle ginocchia e si appoggiò alla lastra bianca come in passato si era appoggiato alla spalliera del letto. La sensazione di essere venuto sulla terra per qualcosa di speciale, che provava da piccolo, non era ancora completamente svanita. Ma si stava dissipando e diventava trasparente nelle vene. Non gli pulsava più nel corpo. Non si sentiva più animato da quell'idea di finalità che l'aveva accompagnato in passato. Ora provava un senso di disperazione.
”La mia infanzia è stata bella” pensò. E l'adolescenza... avrei potuto superarla. Avrei potuto affrontarla se solo avessi continuato a credere che dopo l'infanzia, dopo l'adolescenza, ci sarebbe stato qualcos'altro di mio nella vita, qualcosa che avrei potuto fare con le stesse mani, e alla fine avrei potuto dire: ecco cosa ho fatto della mia vita. L'ho plasmata in questo modo. Speranza.
In quella fredda domenica di sole Severus sentiva di non avere più alcuno scopo. La sensazione che provava un tempo era svanita, sconfitta.[1] Non era riuscito a salvarla, per quanto si fosse impegnato, per quanto avesse lottato contro tutto e contro tutti, nonostante gli sforzi e i sacrifici non era riuscito a salvarla, a modificarne il destino.

-Scema- sussurrò rivolto al vento –Non avrei mai dovuto lasciarti andare, eri mia, avresti potuto esserlo per sempre, ma da sciocco che ero pensai che allontanandoti da me ti avrei allontanata anche da Lui, da Voldemort. Che stupido fui, come se non ti avessi conosciuta abbastanza a fondo per sapere che non ti saresti arresa, che avresti lottato comunque. E poi hai sposato quel Potter, che nemmeno ha saputo proteggerti, dimmi Lily l’hai amato? L’hai amato come hai amato me? E lui ti amato come ti amavo io?- Snape scosse la testa tirando fuori dalla tasca del soprabito una vecchia foto di lui e Lily sotto i ciliegi in fiore quando avevano 17 anni. E poi capì.

C'è un momento, nell'eternità, che precede la scoperta delle reciproche verità. Quel semplice momento è quello che ci spinge a vivere, quello in cui ci sentiamo sull'orlo del futuro, sull'abisso dei sentimenti proibiti, prima di sapere con certezza che abbiamo amato.
Prima di sapere con certezza che abbiamo amato per sempre.[2]

Passò una mano sul volto di Lily che gli sorrideva felice dalla foto.

-Scema, te ne sei andata lasciandomi solo. Senza curarti di quello che avrebbero provato gli altri, di quanto avrebbero sofferto. Lily Evans se solo avessi potuto fare di te la mia sposa, se solo avessi avuto il coraggio di lasciarti essere quella che eri, forse ora saresti viva.- poi la sua voce divenne solo un flebile sussurro, appena percettibile – Ti amo, ti ho amata dalla prima volta che ti ho vista e ti amerò sempre, ma non sono stato capace di fartelo capire e ora non posso più dirtelo anche se vorrei urlarlo. Perdonami! E' tutta colpa mia. Questo mio cuore non ha ascoltato la voce del tuo.[3]-

Ora piangeva, le lacrime, calde e brucianti come fiumi di lava, scorrevano implacabili lungo il suo viso. Ed erano più dolorose di qualsiasi punizione, di qualsiasi maledizione o incantesimo, erano le lacrime del rimorso e del rimpianto, di tutto ciò che avrebbe potuto esserci ma che non c’era stato, di ciò che sarebbe potuto accadere ma che non era accaduto. E Severus che in fondo era solo un uomo non poteva non pensare che la morte dell’unica donna che aveva mai amato, e che avrebbe mai amato, era stata solo colpa sua, colpa di un vigliacco che non aveva voluto ascoltarla, colpa di un ragazzino che aveva avuto paura di perderla e per colpa di questa sua paura l’aveva perduta sul serio, per sempre. Mentre piangeva silenziosamente accanto alla lastra fredda senti qualcosa di caldo saltargli in grembo, come per consolarlo, per fargli capire che forse non era poi così solo. Alzò lo sguardo e vive una piccola micia bianca, Minou, il famiglio di Lily, e la gatta portava al collo una lettera, le ultime parole che Lily prima di morire gli aveva lasciato.

Addio mia canzone sotto la luna e mio respiro, mie notti bianche e sogni d'oro,mia acqua fresca e mia fuoco Addio che tu possa trovare conforto e una vita migliore e, quando l'alba occidentale illuminerà ancora una volta il tuo viso dorato sii certo che quello che ho sentito per te non è stato invano. Addio e abbi fede,mio dolce Severus[4]

Perché neanche Lily Evans aveva dimenticato, perché lei a differenza di lui era riuscita a capirlo, sempre e per sempre e queste sue ultime parole non erano che un invito a non dimenticare mai, ad andare avanti nonostante tutte le disgrazie che erano accadute perché anche se lei era morta qualcuno era sopravvissuto. Un raggio di luna in una notte buia. E Severus accettò quello che il messaggio gli chiedeva implicitamente. “Non dimenticarmi, prenditi cura di mio figlio.”

Volse il viso verso la tomba sorridendo appena.

-Sempre-

 



[1] Tratto da “Tatiana e Alexander” di Paullina Simons

[2] Tratto da “Il cavaliere d’inverno” di Paullina Simons

[3] Saiyuki, Homura, dalla serie animata

[4] Tratto da “Il cavaliere d’inverno” di Paullina Simons

 

 

 

 

 

 

word to html converter html help workshop This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder  chm editor perl editor ide

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Alexiel Mihawk