Tennessee Williams scrisse: "Viviamo tutti in una casa che brucia. Nessun vigile del fuoco da chiamare. Nessuna via d'uscita. Solo la finestra del piano di sopra da cui guardare fuori, mentre il fuoco divora la casa con noi intrappolati, chiusi dentro."
 
Prendi un fiammifero, è acceso, brucia, continua a farlo, hai paura che lei si possa bruciare, infatti è quello che accade, lo lascia dalla proprie mani e in un attimo, avendo intuito tutto, tu lo prendi prima che possa cadere a terra e terminare il suo compito.
Lei crolla a terra, devastata da quel dolore che tu sai benissimo non andrà via mai, vorresti aiutarla, fare qualsiasi cosa, eppure la fissi, lì ad un passo da te.
Tutto sta andando in pezzi, lei sta andando in pezzi, tu con lei.
Una voce ti riporta indietro, “Damon Aiutala”  dopo aver ricevuto quel permesso, ti butti ai suoi piedi, gli offri il tuo petto e lei lo accetta, ma continua a piangere, “Fa Male”, tu sai bene quanto lei stia soffrendo, vorresti prendere il suo dolore e farlo tuo, ma non puoi.
Quanto vorresti bastarle ed lì, mentre tutti ti fissano, che capisci, che non è abbastanza, che non sei abbastanza.
Ma la ami e decidi per lei …”Spegnilo, è quello che io voglio che tu faccia”.
Con quelle parole, hai spento tutte le sue emozioni, tutti i sentimenti, i dolori, ma hai spento anche tutto ciò che lei provava per te, fa niente, ti dici, perché l’importante è che lei non soffra più.
I suoi occhi, scavati dal pianto, li fissi, aspettando risposta, ed è un momento, un lampo e capisci che tutto quello per il quale hai combattuto, è andato via con la sua umanità.
 
Ormai hai deciso, l’unico modo è bruciare quella casa, non importa cosa dicano Damon o Stefan, tu non ci tornerai più.
Questa volta niente lacrime, non ne senti la necessità; prendi il fiammifero e lo fai cadere.
Mentre le fiamme mangiano la casa, in cui hai costruito i tuoi ricordi, tu esci decisa e risoluta, al tuo fianco Damon, un passo più indietro Stefan.
Lo senti fermarsi, forse starà guardando per l’ultima volta quella casa che da domani non esisterà più, come non esistono più i sentimenti che hai provato lì dentro.
 
E’ l’alba.
Sei uscito di casa senza farti vedere, Elena dormiva, Stefan forse no, ma ha fatto finta di niente. Sapeva che avevi bisogno di startene da solo, come lui d’altronde.
Il silenzio si posa sulle macerie, è straziante, il fuoco ha distrutto tutto, ha cancellato tutto, non rimane più nient’altro che polvere e macigni.
La gente è andata via da un pezzo, si è dispersa subito dopo che lo sceriffo ha trovato il corpo del ragazzo. Dormiva, hanno detto, non si è accorto di nulla.
Il dolore che da tempo non provavi, si è ripresentato, vorresti spegnerlo anche tu, ma non puoi, devi prenderti cura di lei, di tuo fratello.
Ti chini per terra, prendi un mucchio di polvere e lo stringi, un misto di rabbia e vendetta ti si forma in gola, ma lo rimandi giù e ti alzi, lasciando cadere la polvere dalle mani, sparendo tra i primi raggi del sole, l’eco del tuo cuore, quasi inesistente, saluta un altro amico.
                                                                                                                      Addio Jer