VIAGGIO
NELLA III DIMENSIONE
Nota dell’Autrice
Salve a tutti! Questa ff che ho intenzione di
ripubblicare è la mia prima storia in assoluto su Inuyasha.
Pur pubblicandola a puntate, in realtà, questa storia l’o terminata da un
parecchio (più di due anni), anzi, ho scritto anche un seguito, che tuttavia ho intenzione di pubblicare solo se qualcuno vorrà leggerlo.
Ho più volte postato e poi cancellato
questa storia, perché non ho mai visto un solo commento ad essa.
Allora, mi chiedo, è così brutta? E’ vero che quando scrissi questa ff e la sua prosecuzione, non avevo
ancora letto il manga e mi basavo solo sull’anime, allora visto solo
fino alla prima serie. Ed è anche vero che molti personaggi, ora che sto
leggendo il manga e che ho visto altri episodi dell’anime,
hanno subito vari cambiamenti, e molti altri protagonisti si sono aggiunti,
sconvolgendo tutto. Ma questa storia, oltre a essere
un AU (e quindi non essenzialmente legata a questi cambiamenti), è anche una ff a cui tengo molto, perché i personaggi sono entrati
completamente in me, sono parte di me. Ed è per questo che, nonostante tutto ho
deciso di pubblicarla.
Ripeto, se qualcuno volesse un giorno
leggerne il seguito, io sono pronta a postarlo, con immensa felicità. Ma per
ora, spero vorrete leggere questa umile ff, che non ha nulla delle grandi opere, ma che comunque, è
scritta con il cuore di una ragazzina allora diciassettenne, che amò questo
anime e provò semplicemente a scrivere una storia.
I
UNO STRANO RAGAZZO
Quel
giorno Milena era furiosa e sapeva che qualsiasi cosa le avrebbe fatto perdere la pazienza. Non solo quella mattina era arrivata tardi a scuola e aveva dovuto sorbirsi una
ramanzina da quella di matematica che "non ammetteva ritardi", ma
aveva avuto anche un bel cinque al compito di latino, cosa che non si sarebbe
mai aspettata visto che al precedente aveva preso
sette. A farle perdere quel poco di pazienza che ancora aveva ci aveva pensato quell’idiota di Alessio, che
l’aveva presa in giro per tutto il resto della giornata, perché "da lei
non si sarebbe mai aspettato un voto del genere".
"Brutto
idiota senza cervello! E lui chi crede di
essere?" stava blaterando fra sé e sé pregando che quella giornata
migliorasse e non peggiorasse, come invece temeva.
Così,
persa nei suoi pensieri, le venne un colpo quando sentì una mano toccarle la
spalla. Si voltò e si trovò faccia a faccia con un ragazzo più o meno della sua
età, dai lunghi capelli neri, mai visto prima.
"Devi
venire con me!" disse senza troppi complimenti.
Milena
era talmente nervosa che non ebbe neanche paura che lui potesse avere brutte
intenzioni, ma aveva solo voglia di liberarsi da quello scocciatore.
"E tu che diavolo vuoi?"
"Ho
detto che devi venire con me! Ho bisogno del tuo aiuto!"
disse prendendola per il polso.
"Ehi,
ma chi diavolo credi di essere!" gli urlò contro
dandogli uno schiaffo sulla mano.
"Ma come ti permetti! Tu non puoi trattarmi così!"
"Ah
si? E chi ti credi di essere?" I suoi occhi brillavano
dalla rabbia: ma chi diavolo era quel ragazzo e cosa diavolo voleva da lei?
"Io
sono…"
Fu
allora che si accorsero che i passanti li stavano fissando curiosi.
"Al
diavolo!" fece allora lui e prendendole la mano, la trascinò lontano da
lì.
"Ehi
tu!! Mi vuoi lasciare? Ma chi diavolo sei? Ehi, mi
ascolti?" gli urlò dietro, ma lui non l’ascoltò.
Fu allora che per la prima volta ebbe paura di quel ragazzo così strano, constatando che si stavano dirigendo verso la periferia
della città.
Dopo
dieci minuti di corsa finalmente si fermarono: "Ecco, qui credo che
nessuno ci disturberà".
"Insomma…
si può sapere che cavolo vuoi da me?" urlò allora Milena prendendolo per
il colletto della maglia e scuotendolo con quella poca forza che le restava
dopo quell’assurda corsa.
"Calmati"
fece lui con la calma più assoluta di questo mondo e
Milena potè così costatare che sul suo volto non vi
erano gocce di sudore. "Forse non sono stato molto gentile, ma è una cosa
veramente importante per me" disse, con un tale accento malinconico nella
voce, che Milena non potè fare a meno di credergli.
"Ma… cosa vuoi da me?" chiese lei calmandosi e
lasciandogli la maglia.
"Io
mi chiamo Inuyasha…."
"Demone-cane?" chiese Milena esterrefatta.
Fin
dalle medie le era sempre interessata la cultura e la lingua del Paese del Sol
Levante e aveva comprato molti libri al riguardo, decisa a
imparare quella lingua così diversa dalla sua, ma così affascinante. "Ma chi ha scelto un nome così strano?"
"Beh
non è molto strano… mio padre era un demone…..".
Milena
sgranò gli occhi e iniziò a ridere "Si, si, e io sono Rumiko
Takahashi!" esclamò "Ma fammi
il piacere!".
Pur
amando molto la cultura giapponese, dove le credenze popolari su demoni e mostri erano considerate più che una fantasia, lei era
sempre stata convinta che si trattasse solo di superstizioni.
"Guarda
che ho detto la verità! Io provengo dalla Sengoku jidai…"
"Vorresti
farmi credere che provieni dal passato e per di più
che sei un demone? E aspetti che io ci creda? Mi hai
preso per una stupida?" chiese Milena perdendo la pazienza "Senti,
credevo che dovessi chiedermi una cosa seria e io ho deciso
di seguirti, ma non sono certo qui per sentire stupidaggini!".
"Ascoltami
bene!" esclamò allora lui alzando il tono della voce e guardandola dritto
negli occhi: "Guarda che non ti sto raccontando frottole, ma è tutto vero!
Io non conosco nessuna Rumiko Takahashi
o come diavolo si chiama, ma sono venuto qui per
chiederti di darmi il frammento della shikon no tama e permettimi così di tornare nel mio mondo!"
"La
cosa? E cosa sarebbe?"
"Questa"
esclamò prontamente e dalla maglia uscì una collana con appeso
un ciondolo rosa pallido, che all’epoca avrebbe dovuto essere una
sferetta, ma a cui mancava ancora un frammento. Milena la fissò e
inconsciamente avvicinò una mano per prenderla. La sfera brillò e lei si trovò
avvolta da una luce calda e dolce.
Guardò
il ragazzo di fronte a lei e sgranò gli occhi: i suoi capelli ora erano color
dell’argento, lo scuro dei suoi occhi era di uno splendido color ambra e sulla
testa un paio di orecchie canine.
"Inuyasha…" bisbigliò.
Improvvisamente
"seppe"… tutto. La sfera le aveva regalato i suoi ricordi, la sua
storia… vide gente con kimono e katana appesa al
cinto, demoni di tutte le dimensione, conobbe Kagome, kikyo, Shippo e tutti gli altri.
"Ma
come è possibile?" chiese fissando il mezzo
demone incredula.
"La
sfera ha voluto che tu mi credessi… è per questo che
hai visto quello che hai visto ed è per questo motivo che tu puoi vedermi per
quello che sono veramente. Un mezzo demone"
"Come
sarebbe a dire che la sfera ha voluto che ti credessi? Una sfera che ha
vita?" chiese ancora incredula per quello che le stava
accadendo.
Inuyasha le sorrise per la prima volta e lei notò che era davvero un ragazzo
molto carino "Non chiedermelo, è così e basta. E poi tu SAI. Non hai bisogno di farmi queste domande."
Rispose e Milena costatò che aveva ragione. Le sembrava di conoscere quel
ragazzo da sempre, di provare la sua stessa malinconia per la morte di Kikyo e per il suo ritorno, così diversa ormai dalla
ragazza che aveva amato cinquant’anni prima… . Le sembrava di sentire il dolore di Sango
per la morte della sua gente, l’amore di Kagome per
quel ragazzo così strano…. Eppure qualcosa mancava, un
ricordo importante….
"Ma Inuyasha…. come…
come hai fatto ad arrivare qui?"
Erano
mesi che lui aspettava quel momento. Sapeva che da quella battaglia dipendeva
non solo il suo futuro, ma quello di tutti gli esseri umani. L’ultimo frammento
era nelle sue mani, nelle mani di quel mostro che aveva portato lui e Kikyo ad odiarsi per cinquanta lunghi anni. Nelle mani di Naraku, che sogghignando girava il frammento fra le dita
della sua mostruosa mano.
Lui,
Kagome, Sango e Miroku erano schierati dalla parte
opposta pronti a morire pur di recuperare quel frammento e uccidere Naraku, quel mostro che aveva rovinato le vite di tutti
loro.
La
battaglia ebbe inizio: Inuyasha si fiondò contro il demone, brandendo Tessaiga,
ma il colpo andò a vuoto.
"Dove guardi, sono qui!" lo beffeggiò il demone
spostandosi dalla parte opposta.
"Maledetto!"
esclamò l’hanyou e mirando alla testa di Naraku partì all’attacco, ma ancora una volta il mostro
evitò il fendente.
I
due continuarono così per un po’, mentre gli altri, che pur volevano aiutare il
mezzo demone, si videro costretti a lottare contro mostriciattoli, dono di Naraku, non molto forti, ma abbastanza numerosi da far
perdere loro del tempo.
Inuyasha balzò da un lato e questa volta riuscì a ferire il suo avversario.
"Maledetto!"
sogghignò Naraku e lanciò il frammento che ancora
teneva fra le mani, verso una semplice lepre che passava, ignara di quello che
stava accadendo sulla sua testa. E di colpo il mite
animale si trasformò in un demone di dimensioni colossali. (NdN
Lo so, lo so! Potevo trovare un demone un po’ più intelligente! Ma questo era
l’unico che mi è venuto in mente!)
"Ora
veditela con questo, stupido mezzo uomo! E vediamo se
oserai ferirmi una seconda volta!" rise e svanì tra la boscaglia.
L’hanyou non si perse d’animo e si scagliò verso il demone
volpe, ma l’animale, ancora più veloce per la trasformazione subita, evitò con
un balzo l’attacco della katana e rispose con una
zampata, talmente veloce che il mezzo demone fu scaraventato lontano.
"Inuyasha!" urlò allora Kagome
cercando di raggiungere il ragazzo, ma un’ulteriore
zampata del mostro la scaraventò su Miroku e Sango.
"Kagome!" esclamò il mezzo demone cercando di
raggiungerli, ma un colpo veloce del demone lo scaraventò dalla parte opposta.
Il
mezzo demone non si diede per vinto e continuò a combattere, ma il demone non
si fece sopraffare e in poco tempo Inuyasha si
ritrovò per terra stremato.
"Ma… maledizione!" stava per rialzarsi impugnando Tessaiga quando si accorse di quello che stava accadendo.
"Inuyasha!" l’urlo di Kagome
gli fece comprendere la verità. Si guardò le mani e notò di avere normali
unghie al posto degli artigli. Sempre più pallido si toccò i capelli. Erano
neri, neri come la pece!
"Maledizione!"
alzò gli occhi al cielo e si accorse che era ormai il tramonto. Quella
battaglia era durata più di quanto avesse immaginato.
"AHHHHHHH!"
il demone si era lanciato nuovamente all’attacco.
"Sono
perduto!" esclamò il demone ormai stremato. Istintivamente aveva chiuso
gli occhi, quand’ecco che sentì un vento fortissimo
sollevarlo da terra.
"Ma cosa…?"
"NO!!
MIROKU FERMATI!!" urlò Kagome quando vide il
bonzo togliere il rosario dalla mano.
"NON
ABBIAMO ALTRA SCELTA! PERDONAMI INUYASHA!!!"
esclamò indirizzando contro Inuyasha e il demone il
suo kazana, dono e maledizione ricevuta dallo stesso Naraku.
Kagome si avventò su di lui per fermarlo: "Miroku,
ti prego…. Ferma tutto questo!" implorò lei, ma il ragazzo scosse la
testa.
"Non
posso…."
"INUYASHAAAAAAAAAAAAAAA!"
urlò Kagome, comprendendo che non c’era più nulla da fare.
La
voce della ragazza fu l’ultima cosa che il mezzo demone riuscì a sentire, prima
di perdere completamente i sensi e lasciarsi inghiottire dal nulla.
"E poi?" chiese Milena senza fiato.
"Non
lo so. Mi sono svegliato in aperta campagna, ma del mostro e del frammento non
c’era alcuna traccia, però… strano, ma vero, mi sono ritrovato a stringere tra
le mani la shikon no tama."
"Ma... non l’aveva Kagome?"
"Si,
ed è questo la cosa che più mi ha stupito, neanche il ritrovarmi in questo
mondo così simile a quello di Kagome… non lo so…. All’inizio mi sentivo un po’ fuori luogo e avevo paura
che i miei abiti o il colore dei miei capelli attirassero
l’attenzione. Ma poi ho notato che nessuno mi prestava la benché minima
attenzione… finché non ho capito che loro mi vedevano come uno di loro… un
umano… forse grazie alla shikon no
tama…. Non lo so... quella sfera è sempre stata un
mistero per me… l’unica cosa che so è che devo ritrovare il frammento mancante
e solo allora potrò esprimere il desiderio di ritornare a casa."
"Ma
come fai ad essere certo che ce l’abbia io?"
chiese.
Erano
seduti al tavolino di un bar e chi li avesse visti, avrebbe
potuto benissimo scambiarli per una delle tante coppiette che
affollavano i locali a quell’ora.
"Perché
ti ho osservata per molto tempo.. e ogni volta che tu
ti avvicinavi la sfera brillava… è da parecchio tempo che me ne sono accorto,
però…."
"COSA!!! " Milena balzò in piedi "E’ da parecchio tempo
che mi segui? E si può sapere perché poi sei saltato
fuori dicendo che non c’era tempo da perdere e mi hai trascinato per mezza
città!"
"Perché
non ne ero certo… avevo paura di sbagliare e
soprattutto di non essere creduto, come d’altro canto è successo… e pensare che
se avessi saputo che la sfera mi avrebbe dato una mano, l’avrei fatto prima!
Senza contare che non riuscivo a beccarti da sola, ma eri sempre in compagnia
di qualche tuo amico! E poi…"
"E poi….?"
Inuyasha prese la sfera tra le mani "L’ho notato
l’altro giorno… la sfera sta perdendo lentamente il suo colore… probabilmente
questo è dovuto al fatto che non si trova nel suo mondo… certo è che tra breve
la sfera perderà tutti i suoi poteri e io resterò bloccato qui per
sempre!"
Milena
lo guardava in silenzio: possibile che tutto quello che le stava capitando era
reale? Che era seduta in un bar con un demone venuto
dal passato? E che senza esserci mai stata lei grazie
a quella sferetta SAPEVA che Inuyasha non le aveva
mentito, ma le aveva raccontato la verità? Ma come era
possibile tutto questo? L’unico modo per trovare una risposta alle sue domande
era aiutare quel ragazzo nella ricerca del frammento mancante.
Beh, effettivamente il far
ricordare a Milena tutto in un attimo, è una soluzione non po’ veloce, ma non
potevo certo raccontarle tutto dalla A alla Z,
altrimenti ci sarebbe voluto un’intera ff! E poi, la shikon no tama,
secondo me, è capace anche di questo!
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto! Mi
raccomando, anche se vi fa schifo, fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto!