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Autore: SerMisty    23/02/2013    2 recensioni
[10 flash, 10 momenti, 10 particolari della loro relazione]
01 - Come guidi la mia bici. E "ingrato" è davvero la parola meno offensiva che le venga alla bocca in quel momento.
02 - Il modo in cui mi parli. Dio santo, glielo farebbe ingoiare, quel Caterpie!
03 - Quando mi fissi. Lui sembra semplicemente che non la riconosca.
04 - I tuoi capelli. «Non ho i pidocchi! Guarda che mi lavo!»
05 - Quando menti. «Misty, sbrigati! O darò ad Ash un meraviglioso bacio di sano e salvo!»
06 - Hai sempre ragione. Brock, dovevi proprio ammalarti!?
07 - Leggi la mia mente. Che la sua testa sia davvero di vetro?
08 - Mi fai ridere e mi fai piangere. Tutto qui, semplice semplice, senza chiederle né un’opinione né niente.
09 - Non ci sei e non hai chiamato. E sua sorella deve essere davvero in preda ad una cotta terribile per non accorgersi che è un rituale che si ripete tutte le dannate sere.
10 - Non riesco ad odiarti. Deve essere masochista. Non c’è altra spiegazione.
Genere: Fluff, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Misty | Coppie: Ash/Misty
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Emm... Heilà! E' da un pò che non ci sentiamo, vero? ^^''''
Lo so, lo so... Il mio ritardo con CDL è assolutamente imperdonabile, ma sono stata assorbita da un altro fandom, poi sto avendo dei problemi a scuola, l'ispirazione è andata a farsi una lunga vacanza, e quindi... Insomma, siccome mi sentivo in colpa, ho deciso di postare una delle mie one-shot già complete, anche per dimostrarvi che non ho certo abbandonato questa fantastica coppia! Di questa storia sono molto soddisfatta, anche se come la mia amica mistyemily mi ha fatto notare è leggermente triste, soprattutto verso la fine (infatti l'ho messa nelle note), trovo che sia venuta decentemente, quindi... Spero che vi piaccia e che vi allievi l'attesa per CDL! Buona lettura!


10 COSE CHE ODIO DI TE



1) Il modo in cui guidi la mia macchina (la mia bici).
Quando varca furibonda la soglia del Pokémon Center, vede distintamente il ragazzo sbiancare.
Ansima, cercando di riprendere fiato, perché la bicicletta che si porta sulle spalle, nonostante sia carbonizzata, rimane comunque pesante.
Solo a pensarci le sale la rabbia. La bicicletta nuova fiammante, che aveva comprato dopo anni e anni di risparmi… Distrutta! In un colpo solo!
E tutto per colpa di quel ladruncolo matricolato!
-Hey, che è successo alla tua bici?-
Ringhia. Data la sua totale assenza di neuroni – di cui si è accorta dopo averci parlato per soli due minuti – è già un miracolo che si ricordi di lei.
-Che è successo alla mia bici!? Ma se sei stato tu a ridurla così, razza di ingrato!- e “ingrato” è davvero la parola meno offensiva che le venga alla bocca in questo momento –Questo è quello che rimane della mia bici, dopo che tu l’hai rubata per salvare il tuo pokémon!-
Lui infossa la testa nelle spalle, mentre lei gli indica il corpo carbonizzato della bicicletta: le ruote sgonfie, anch’esse abbrustolite, il telaio carbonizzato, effettivamente si chiede perché se la sia portata appresso.
Si risponde da sola un momento dopo.
Perché vuole tirargliela in testa.
È fortunato che ci sia il bancone del centro medico a dividerli, se no…
-Ora capisco come mai quel poverino si trovi in questa…-
Oh no. Ha mosso un passo in avanti con troppa foga.
Diavolo, la bici è troppo pesante…
La ragazza tenta di mantenere l’equilibrio, ma crolla a terra miseramente.
La bici rimbalza – accidenti, è resistente – e si ferma a pochi passi di distanza. Lei, invece, rimane sul pavimento a massaggiarsi la nuca.
Oltre la beffa, il danno.
Lui, in tutto questo, le è corso vicino con premura, con aria da principe azzurro salvatore.
-Lascia che ti aiuti…-
Ah, no! Lei non è una donzella in pericolo, questo sarà bene che se lo metta in testa!
Gli schiaffeggia la mano che tende verso di lei.
-Non ho bisogno del tuo aiuto! Anzi, dovrai ripagarmi per i danni che hai provocato alla mia bicicletta!-
-Io te la ripagherò, ti prometto che lo farò…- il ragazzo abbassa la testa, cercando di nascondersi dietro al berretto –Ma non posso proprio fare niente per la tua bicicletta, finché…-
Finché!?
Doveva pensare a quel “finché” prima di rubargliela e abbrustolirgliela!
Lei scatta in piedi, furiosa, con il pugno già pronto per assestargli un colpo sul naso.
-Risparmiami le tue sciocche scuse, ragazzino!- le viene in mente in quell’istante che non si sono nemmeno presentati, ma del resto, perché avrebbero dovuto? –Voglio riavere la mia bici, e subito!-
-Sono qui per il mio Pikachu…- lui non sembra averla nemmeno sentita, mentre abbassa ancora di più il capo –Il mio Pikachu non sta molto bene.-
Certo, se n’è accorta anche lei che non stava bene. Anzi, lei stessa gli ha suggerito di correre a un Pokémon Center, perché quel poverino era pieno di ferite. Ma questo non la riguarda, del resto se il suo pokémon è in quelle condizioni è solo colpa sua.
Però…
Il ragazzo volta la testa, guardando con occhi tristi il segnale luminoso sulla porta della sala operatoria.
È ancora rosso.
Solo in quel momento la ragazza si accorge che anche lui è coperto di tagli e di polvere. Probabilmente è corso immediatamente al centro pokémon, nonostante il probabile contrattempo che deve aver coinvolto anche la sua bicicletta.
Improvvisamente si sente in torto. In fondo, la bici non è altro che un oggetto. Lo sguardo angosciato del ragazzo, invece, le ricorda che un Pikachu è molto più importante.
La rabbia si allontana lentamente da lei. Abbassa il pugno, il volto si distende.
-Pensi che sia una cosa grave?-
È solo una tregua, pensa mentre il ragazzo le risponde, lei lo sa e farà in modo che se ne ricordi anche lui. Una tregua momentanea perché non vuole avere pesi sulla coscienza quando lo prenderà a pugni.
Odia il modo in cui ha guidato e ha distrutto la sua bici. E in quel momento giura che sarà la sua ombra finché non gliel’avrà ripagata, dovesse anche seguirlo per anni.
 
[Timeline: 1x02, Emergenza!, quando Misty entra infuriata nel Pokémon Center con la bici carbonizzata sulle spalle.]
 

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2) Il modo in cui mi parli.
Lo conosce solo da due giorni, e già vorrebbe prenderlo a calci nel fondoschiena fino a spararlo in orbita.
È un record. Con le altre persone di giorni ne passano tre.
E non sono solo i contrasti in fatto di pokémon, badate bene! Certo, conta anche il fatto che a quel piromane di biciclette nuove piacciano i pokémon coleottero – ma come, come è possibile anche solo pensare di tenere in squadra un bruco strisciante e bavoso? – e che il concetto di tenerli chiusi in una sfera a distanza di sicurezza gli è totalmente estraneo, ma quello che davvero la sta portando fuori di testa è quell’aria superiore con cui le parla, approfittando della situazione per mostrarsi migliore di lei.
La sta tormentando dal giorno precedente: Caterpie di qua, Caterpie di là, non trattare male Caterpie, Caterpie non le badare, andiamo a dormire Caterpie…
Dio santo, glielo farebbe ingoiare, quel Caterpie!
Sa bene, sa benissimo che con due frasi ben piazzate potrebbe rimetterlo al suo posto – e poco fa, quando gli è venuto in mente di utilizzare proprio Caterpie contro un Pidgeotto selvatico ed è poi venuto da lei come se avesse appena catturato un pokémon leggendario, lo ha dimostrato appieno – ma in questo preciso istante non ci riesce, e tutte le risposte pronte racimolate in anni e anni di esperienza le stanno evaporando ad una ad una dal cervello.
E quello che sa ancora meglio è che non dipende solo dal solito bruco che lui tiene in mano, teso verso di lei. No, dipende dal fatto che le sta parlando come se fosse chissà chi.
-Perché adesso non fai pace con lui, Misty? Fai una carezza a Caterpie e ringrazialo dell’ottimo lavoro svolto!-
Ma per chi l’ha presa, per una bambina?
Oddio, non può vedersi in volto, ma dal modo in cui Pikachu ride forse deve avere un’espressione un po’ infantile.
-A te piacciono i pokémon, quindi mi sembra giusto che ti congratuli con lui per quello che ha fatto, no?-
Parla quello che non conosce né le debolezze dei tipi, né le differenze fra i vari attacchi fisici, né le strategie da adottare, né…
Ma, evidentemente, quel ragazzo che con su quel sorriso soddisfatto è stranamente carino sa meglio di lei il modo in cui i pokémon vanno trattati. E forse quel Caterpie potrebbe volergli così bene da affrontare anche venti Pidgeotto per amor suo.
Sospira.
-Credo che tu abbia ragione…-
Lui sorride, vittorioso, mentre lei allunga la mano.
Odia il modo in cui le parla. Ma, che possa innamorarsi e farsi prendere in giro a vita dalle sue sorelle, non gli permetterà mai più di parlarle così.
 
[Timeline: 1x03, Il primo pokémon catturato, dopo che il Team Rocket è stato sconfitto.]
 

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3) Quando mi fissi.
-Preparati, Acapulco, la tua Misty è arrivata!-
Quando finalmente scende sulla spiaggia, correndo verso la riva e sollevano la sabbia con le scarpette rosa, Misty si sente se stessa.
Sono passati due anni, se non di più, dall’ultima volta che ha convinto le sorelle ad andare a mare.
Ma no, la salsedine fa male ai capelli e la sabbia rovina lo smalto… Meglio prendere il sole sul terrazzo.
Oh, ma a chi importa? Finalmente è lì, a due passi dal suo elemento prediletto. Loro sono stati costretti a comprare un costume, colti impreparati dall’inaspettata vacanza, ma lei, naturalmente, era già organizzata. Nella tasca interna del suo zainetto c’è sempre un pallone da spiaggia sgonfio, le scarpette, e naturalmente il due pezzi rosso che ha sempre difeso dall’invidia delle sue sorelle con le unghie e con i denti. Daisy, la maggiore, ha cercato più volte di convincerla a scambiarlo con un costume intero bianco e blu, ma lei si è sempre categoricamente rifiutata.
È pronta alla meravigliosa giornata che il sole le fa cenno di cominciare. Probabilmente straccerà gli amici a pallanuoto, poi prenderà un po’ di sole, si tufferà di nuovo per fare un po’ di immersione e perché no? Magari accetterà anche il drink che quel bagnino niente male laggiù potrebbe offrirle. Per poi naturalmente mollargli un pugno alla prima mossa che farà, perché lei è completamente diversa dalle sue sorelle.
Misty si accorge in quel momento che i suoi compagni di viaggio, usciti dall’acqua, la stanno fissando a bocca aperta. Brock ha sul volto uno sguardo molto simile a quello che riserva alle infermiere Joy e alle agenti Jenny – e la cosa la preoccupa – mentre lui… Lui sembra semplicemente che non la riconosca.
-Bhe, perché mi guardate così?-
Loro le si avvicinano, insieme a Pikachu che rischia di inciampare nel suo salvagente, tanto è occupato a fissarla.
Anche lui, adesso che le è a pochi passi, la sta guardando. Misty si sente i suoi occhi addosso, che la percorrono dalla testa ai piedi, ma curiosamente non si sente imbarazzata: il suo sguardo è sorpreso, come se stesse cercando di capire perché mai il suo corpo non somigli a quello di lei.
Quello di Brock è tutto un altro tipo di sguardo, deve ricordarsi di mollargli un pugno, dopo.
-Misty, sembri davvero una ragazza.-
È questa la frase che cambia la situazione da così a così.
Lui l’ha detta con una tranquillità e un’ovvietà davvero disarmanti – ma, per sua sfortuna, Misty non abbandona pistole e coltelli da guerra così facilmente.
Lei è una ragazza, per l’amor del cielo! Lo è e lo sembra, insomma… Magari non ha dei modi troppo femminili… E sì, è vero, porta solo la prima, e forse quel top giallo è troppo slabbrato, ma…
Ah! Adesso si farà venire i complessi e si rovinerà il resto della giornata!
Improvvisamente lo sguardo che il ragazzo continua a tenerle addosso non le pare più così innocente. Si sente arrossire, di imbarazzo e di rabbia.
-Che cosa dovrebbe significare questo!?-
Non gli dà nemmeno il tempo di rispondere: la sua mano si muove da sola, mentre afferra il pallone e glielo scaglia con foga dritto in faccia, per far cessare una volta per tutte quello stupido sguardo.
Lui precipita all’indietro, esibendosi in un ridicolo tuffo direttamente in mare.
Misty ringhia, voltandosi per tornare indietro. Scorge lo sguardo sconvolto del bagnino, e sa che le possibilità che le venga ad offrire un drink sono ormai minime.
Lui sta riemergendo adesso dall’acqua, e le dice qualcosa per farla restare, ma lei non lo ascolta nemmeno.
Odia il modo in cui la fissa. Se è la Misty-maschiaccio che vuole, la Misty-maschiaccio avrà.
 
[Timeline: 1x18, Vacanze ad Acapulco! (episodio censurato), quando Misty compare in spiaggia la prima volta.]
 

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4) I tuoi capelli.
A pensarci bene, questa situazione è molto ridicola.
Stanno inseguendo affannosamente da dieci minuti un Mankey in lungo e in largo per la radura polverosa, e questo perché? Perché ha rubato il berretto a Mr. Pokémon Master.
Insomma, da rilassati e satolli seduti nello spiazzo di terra brulla sono diventati stanchi e affamati nel correre dietro ad una scimmia dispettosa per recuperare un inutile cappello.
È ridicolo che un ragazzo tenga tanto ad un indumento! Non può accettare l’idea di starci senza? Magari l’aria fresca potrebbe fargli ripartire gli ingranaggi impolverati del cervello.
Ma no, naturalmente, è una questione di principio: meglio morire asfissiati che arrendersi senza combattere. Ah, se avesse la forza lo prenderebbe a ceffoni…
Lo guarda – in questo momento può farlo, perché Brock lo ha convinto a riposarsi un attimo prima di riprendere l’inseguimento – e lo vede imbronciato, raggomitolato su se stesso mentre cerca di coprirsi la zazzera scura che danza scomposta in balia del vento.
Pare quasi che si senta nudo.
Ma andiamo! Neanche quel pokémon gli avesse fregato i pantaloni!
Arrossisce automaticamente, rendendosi conto dell’immagine che per un istante le è balenata nella testa.
L’ossigeno che le arriva al cervello deve essere proprio poco…
Così poco che senza un buon motivo decide di alzarsi, dirigendosi verso il ragazzo a grandi falcate, e con una botta lo scioglie dalla posizione acciambellata rischiando di farlo precipitare dalla roccia sulla quale è seduto.
-Hey!- si lamenta lui, voltandosi –Misty, che diavolo fai?-
Invece di rispondere, lei affonda le mani fra le sue ciocche scure, e lo fa ammutolire.
-Guarda qua.- commenta con disappunto –Da quant’è che non ti pettini? È un cespuglio, non una testa. Un cespuglio di zucche vuote.-
Lui mugugna mentre Misty tenta di far scorrere le dita fra i suoi capelli, bloccata spesso dagli innumerevoli nodi che vi ci sono.
-Sei tanto spiritosa.- sbuffa, però curiosamente non la spinge via –E comunque non ho bisogno di pettinarmi. Uso il berretto.-
-Questo non ti giustifica. Non è solo un fatto estetico, Ash, scommetto che sei pieno di pidocchi!-
-Non ho i pidocchi! Guarda che mi lavo!-
-Se ti pettinassi correresti meno rischi.-
E, per avvalorare la sua tesi, si mette ad armeggiare con le sue ciocche ribelli, immaginandosi come sarebbe tagliarle, cercando di dargli nella sua mente un aspetto più elegante.
-Hey!-
La prossima cosa che Misty sa è di non star tenendo più niente fra le mani, mentre Ash è scattato in piedi di colpo e si è già lanciato dietro il Mankey burlone che, ricomparso su un ramo, si è messo a sbeffeggiarlo.
-Ridammi subito il berretto!-
Brock – che ha assistito alla scena fra i due con vivido interesse – sospira e lo insegue. Sta per farlo anche lei, quando un improvviso prurito alla testa la frena.
Fantastico. Allora i pidocchi ce li aveva davvero…
Sospira esasperata, afferrando al volo il suo zainetto e correndo dietro gli amici.
Odia i suoi capelli. Non ci affonderebbe il viso per nulla al mondo – e, a dire la verità, non sa nemmeno perché ha pensato ad una cosa del genere.
 
[Timeline: 1x25, Una nuova conquista, missing moment durante una pausa nella radura dopo che Mankey ha rubato il berretto ad Ash.]
 

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5) Quando menti.
-Tu sei un bugiardo!!-
Lo grida talmente forte che è un miracolo che lui non venga scaraventato all’indietro dallo spostamento d’aria.
Cosa che non gli farebbe bene, poiché è così vicino alla riva del mare che precipitare nuovamente nell’acqua appare fin troppo facile.
-Ma Misty, io…-
Lei non lo fa finire, né permette a nessun altro di avvicinarsi o di parlare. Semplicemente si volta di scatto – deve essere più veloce delle lacrime – e quasi scappa via, di corsa, stringendo tanto Togepi al petto che quasi gli fa male.
Corre senza riflettere, senza sapere dove o per quanto, si ferma solo quando sente di non avere più fiato e si accascia dietro una roccia levigata.
Bugiardo…
La scena le torna davanti agli occhi.
-Pikachu!-
-Ash!!!-
Rabbrividisce. Lo ha visto saltare e gettarsi nel vuoto e per un istante è stata sicura che si sarebbe sfracellato. Si sarebbe tuffata dietro di lui – perché, poi? Sarebbe stato tutto inutile – se Tracey non l’avesse bloccata. E aveva dovuto tenerla stretta, strettissima, finché non si era calmata.
Poi dopo lo aveva visto riemergere con Pikachu, ma non subito, affatto, solo molto dopo, quando lei e gli altri erano andati a cercarlo, e l’avevano trovato sulla riva, che fissava il cielo come se ci avesse visto chissà quale pokémon.
Tracey lo ha aiutato a rialzarsi e lui, tranquillamente, le ha sorriso.
Tranquillamente. Le ha sorriso.
Si era quasi ammazzato, perdiana! Come poteva sorriderle tranquillamente come se avesse appena finito di fare il bagno!?
-Bugiardo è una parola grossa.-
Misty sobbalza, portandosi in fretta una mano sulla bocca – deve essere più veloce dei singhiozzi – e si volta alla sua sinistra: apparsa dal nulla, Melody è lì seduta che la fissa, con quel sorriso sornione che ha imparato in fretta a conoscere.
-Co…Come?- e si sente in imbarazzo davanti a lei, perché sta piangendo, perché non è il momento, perché è sembrata isterica, perché Melody non le piace e non è capace di nasconderlo e perché quel sorriso è lo stesso che aveva dopo avergli dato “il bacio di benvenuto” e sente lo stomaco riempirsi di bile.
-Dicevo che bugiardo è una grossa accusa da fare. Su che cosa ha mentito di tanto grave?-
Lei tenta di recuperare un po’ di orgoglio.
-Non mi ero accorta che fossero fatti tuoi.-
Alza la testa, fingendosi sprezzante. Ma quando si azzarda a spiarla con lo sguardo la vede immobile, in attesa, sempre con quel sorriso e diavolo non ce la fa. Non in quel momento.
Sospira.
-Mi aveva promesso…- confessa a bassa voce, accarezza il guscio di Togepi per calmarsi –Mi aveva promesso che non si sarebbe più messo nei guai…-
Melody annuisce, con aria di chi sa.
-Uh… Sì. Ti capisco.- dice –Io non ho assistito alla scena, ma da quanto ho capito il nostro Ash si è buttato da una scogliera.-
Un brivido di disappunto le percorre la schiena nel sentire “nostro”, e Melody lo coglie, perché il sorriso si allarga. Misty fa finta di nulla.
-Ha rischiato di morire.-
-Hai ragione, ma lo ha fatto per salvare Pikachu.-
-Poteva usare i suoi pokémon! Non era necessario gettarsi in mare come un idiota!-
Perché lei non lo ha visto, Melody non ha dovuto vedere quello che ha visto lei.
Era caduto giù come una pietra. Il rumore provocato l’aveva quasi assordata.
-Non ci avrà pensato. Era una situazione di emergenza… Scommetto che tu per Togepi avresti fatto lo stesso!-
Messa su questo piano, Misty si ritrova improvvisamente alle strette.
-Io…- farfuglia, e sente che anche Togepi la sta fissando, interessato –Io… E’ diverso! E poi lui mi aveva promesso di non mettersi nei guai e ha mentito, sono felice che sia sano e salvo perché ho intenzione di fargli pagare cara questa bugia!-
Si sente decisa e sicura mentre lo dice. Ma Melody scoppia a ridere così  forte che lei quasi sobbalza.
-A proposito di bugie…-
-Cosa? Cosa stai insinuando?-
Misty non ha bisogno di uno specchio per sapere di essere arrossita: le basta il sorriso di Melody che ormai tocca entrambe le orecchie.
Poi però la linea della sua bocca ritorna sottile, scuote la testa, agitando i codini.
-Misty, ora seriamente: non puoi pretendere che Ash non rischi la vita in questa situazione. Non è il Prescelto per niente, no? C’è ancora una sfera da recuperare e ti avverto che nell’Isola del Ghiaccio ci sono molte scogliere, quindi faresti meglio a metterti l’anima in pace!- il sorriso è tornato –E poi, andiamo! Accusarlo di essere un bugiardo per una promessa che probabilmente non esiste nemmeno… Non era più facile ammettere che ti è quasi venuto un infarto alla paura di perderlo?-
Ed è una fortuna che l’unica cosa dura alla portata di Misty sia Togepi o Melody si ritroverebbe già con un bernoccolo in fronte. E lo sa benissimo, perché si limita solo a strizzarle l’occhio con aria complice – evidentemente prenderla in giro è il suo passatempo preferito – per poi alzarsi ed allontanarsi rapidamente, lasciandola seduta a terra con il viso più rosso dei suoi capelli.
Togepi, fra le sue braccia, ridacchia divertito.
È… E’ una bugia! Una bugia bella e buona, anche questa! Lei non era preoccupata di perderlo, nossignore… Forse solo un pochino, d’accordo, ma quello che davvero l’ha fatta arrabbiare è stato il tradimento di quella promessa che…
Che…
Che in quel momento non ricorda esattamente quando gliel’ha estorta, ma deve averlo fatto, sicuro, lei non…
O forse…
Ci sono due Misty che si agitano in lei. Una delle due sta dicendo la verità, ma quale? Forse quella che le ricorda tutte le volte in cui tremava nel vederlo gettarsi con incoscienza nel pericolo e che le fa notare che in quei momenti lui non era né un ragazzo che le doveva la bici né il migliore amico ma forse forse qualcos’altro?
Oppure…
-Misty, sbrigati! O darò ad Ash un meraviglioso bacio di sano e salvo!-
E si rende conto di essere balzata in piedi di scatto solo quando sente lo scricchiolio delle pietre sotto le sue scarpe.
Diavolo, deve essere rossa come un pomodoro…
Scuote la testa.
Comunque, Melody si sbaglia. Quella promessa deve avergliela fatta, non ricorda quando né dove né come, ma certamente non è un invenzione della sua mente per giustificare i suoi sentimenti. Nossignore.
Lui è un bugiardo. Così stanno le cose.
E lei odia il modo in cui mente. Dovrebbe capire che lei non potrà certo venire a salvarlo quando starà per annegare nelle acque gelide dell’isola, no?
 
[Timeline: Pokémon 2: La forza di uno, missing moment dopo la scena tagliata del film in cui Ash cerca di salvare Pikachu buttandosi dalla scogliera.]
 

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6) Il modo in cui hai sempre ragione.
Erbe, funghi, sale e burro.
Coraggio, non è così difficile.
E allora perché non ha nemmeno il coraggio di prendere uno degli ingredienti?
Ci deve riuscire. Ne va del suo amor proprio. Lei è una ragazza e le ragazze sono brave in cucina. Punto.
Brock, dovevi proprio ammalarti!?
In realtà, per essere precisi, Brock adesso è guarito. Dalla febbre. Ma ha il naso così otturato che non sentirebbe un Muk a due metri di distanza, figurarsi l’odore delle spezie per cucinare!
Ma non possono mica rimanere a stomaco vuoto. Rabbrividisce solo ad immaginare le scenate che farebbe lui.
Brock è rientrato nella casetta di legno, – dice di avere qualche medicina che potrebbe aiutarlo a sturarsi il naso – non prima però di averle consegnato il libro di ricette e indicato una semplice minestra con i funghi, che lei sicuramente avrebbe saputo cucinare.
Brock non sa quello che è successo il giorno prima…
-Ecco, Ash, buon appetito!-
-Emm… Sembra… Molto buona…-
-Cosa c’è? Non hai fame?-
-Eh… Eh già! Io e Pikachu ci siamo allenati oggi e abbiamo lo stomaco chiuso, già, già, è proprio così!-
-Bha! Non sai cosa ti perdi, Ash Ketchum!-
Brr… La sua lingua non si è ancora ripresa da quella spaventosa accozzaglia di sapori che ha dovuto trangugiare.
Ma adesso sarà tutto diverso! Lui non c’è, deve ancora tornare dall’allenamento nel bosco – oh dio speriamo che non sia finito nei guai – e lei ha tutto il tempo per fargli trovare un bel piatto caldo in tavola.
Scuote la testa, stizzita dalla forma in cui si articolano i suoi pensieri. Manco fossero sposati…
Bene, al tre. Uno, due…
La ragazza afferra il barattolo di spezie e comincia a versarle a una ad una nell’acqua dentro la pentola. Gli aromi galleggiano inermi…
Poi butta dentro i funghi. Brock li ha già separati da quelli velenosi, quindi almeno su questo non ci sono rischi. Anche loro rimangono a galleggiare desolati.
Apre la sacchettina del burro e lo rovescia tutto nell’acqua. Lui affonda, al contrario degli altri ingredienti, ma non è che quella zuppa guadagni un aspetto tanto più interessante…
Che ha dimenticato? Dà un’occhiata al libro, con falsa nonchalance.
Ah, ma certo! Deve tagliare i funghi a pezzetti.
Li riprende ad uno ad uno dalla pentola – tanto le mani sono pulite, no? – e li posa nuovamente nella cesta. Va tutto bene, intanto il burro si scioglierà e verrà una crema che amalgamerà tutto…
Diavolo! Brock le ha lasciato un coltello, ma questi funghi non hanno intenzione di lasciarsi tagliare. Ecco, così, piano piano…
Caccia un mezzo urlo. Le è scivolato il coltello e invece del fungo ha tagliato il suo dito. Si porta l’indice alla bocca, mentre una goccia di sangue cade sul fungo stesso.
Non importa, si toglierà nell’acqua…
Esasperata, getta i vari pezzetti mal tagliati nella pentola, ma con disperazione si accorge che il burro non si è sciolto. L’acqua è rimasta acqua e di crema che amalgama gli ingredienti non se ne vede nemmeno l’ombra.
Ok. Non è vero che ama cucinare, lei lo odia! Lo odia!
-Dannazione, perché non ti sciogli!?-
-Penso che tu debba accendere il fuoco, Misty.-
La ragazza si volta di scatto: Ash sta ridacchiando a qualche passo dietro di lei, divertito dalla scena.
-Co…Cosa?-
Lui fa un cenno alla legna sotto la pentola.
-Non sono un esperto, ma credo che per far sciogliere il burro e far bollire l’acqua serva il fuoco…-
Misty sbatte le palpebre, scioccata.
È vero. Ha dimenticato di accendere il fuoco.
Che vergogna…
-S-Sì…- mormora, prendendo i fiammiferi con una mano tremante –Hai ragione…-
-E…- il ragazzo è un po’ timoroso nel continuare, ma non gli sembra che l’amica stia ringhiando e allora riprende –Quel burro ci metterà un sacco a sciogliersi, credo, perché mi pare troppo…-
-Bhe… Forse…-
-E… E Brock dice sempre che le spezie si mettono alla fine…-
-Ah, già…-
Mentre sfrega il fiammifero sulla scatola per accendere il fuoco – cosa c’è di più imbarazzante dall’essere rimbeccati da Ash? – il ragazzo improvvisamente si china.
-Hey!- esclama –Ma stai sanguinando!-
Lei si guarda il dito che effettivamente cola un rivolo di sangue per tutta la mano.
-Oh… Sì…- farfuglia, asciugandoselo frettolosamente sui pantaloncini e macchiando anche quelli –Mi sono tagliata… Prima…-
Ash rimane in silenzio. Evidentemente non sa che dire.
Poi scuote la testa, senza riuscire a trattenere una risata.
-Misty, non sai proprio cucinare!-
E in un’altra situazione lei si sarebbe offesa. Gli avrebbe strillato contro infuriata, lo avrebbe preso a pugni. Ma stavolta, tutto quello che fa è sospirare, buttando i fiammiferi – spenti – sull’erba.
-Sì… Hai decisamente ragione, Ash…-
Lui sorride..
-Dai, non importa.- le tende una mano, invitandola ad alzarsi –Ho una tavoletta di cioccolata nella borsa. Ce la dividiamo in tre, ti va?-
No, non le va. O meglio, le va, ma mentre prende la sua mano e si fa aiutare a tirarsi su si rende conto che è stato Ash a risolvere una situazione che lei ha praticamente rovinato.
Il mondo gira alla rovescia!
Si morde un labbro e stringe i pugni, mentre lo segue dentro la capanna. È arrabbiata con se stessa, ma la rabbia in qualche modo si riflette su di lui.
Odia il modo in cui ha ragione, quell’aria superiore con cui le parla – come aveva già detto tempo prima. La cosa positiva è che se eviterà di cucinare finché viaggeranno assieme, l’unica verità che abbia mai detto gli sfuggirà da sotto al naso.
 
[Timeline: 4x36, Colpi di sonno, missing moment dopo la fine dell’episodio.]
 

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7) Il modo in cui leggi la mia mente.
Non riesce a dormire.
La luna ha preso il posto del sole da un pezzo, ormai, ma nessun tipo di oscurità le basta per chiudere gli occhi è riposare.
Insomma, d’accordo. Lei è una capopalestra – ok, un’aspirante capopalestra – e per di più una capopalestra di pokémon d’acqua.
Questa Coppa Vortice deve per forza essere un giochetto, per lei!
Eppure… Ha visto l’incontro fra lui e quel ragazzo, Christopher. Quel Seadra – che è un pokémon bellissimo, fra i più eleganti che esistano, ma molto difficile da ottenere tramite scambio – ha dato filo da torcere a Totodile ed è quasi certa che il suo Corsola non avrebbe avuto vita più facile.
Ma lei non può perdere. Semplicemente non può. Come potrebbe guardare in faccia le sue sorelle, i suoi pokémon, dopo? Non può sperare di diventare una Maestra di pokémon d’acqua se perde questa Coppa Vortice. Lei deve vincere e basta.
Sospira.
Sperava che affacciarsi alla finestra per prendere una boccata d’aria l’avrebbe aiutata a rilassarsi e a farsi venire sonno, ma l’unico risultato è stato quello di farle aumentare lo stress.
-Hey, Misty.-
La ragazza sobbalza, voltandosi nella stanza buia.
Lui è seduto sul suo letto. Il capo scoperto, con solo la maglietta nera a mezze maniche addosso, la sta fissando.
-Qualcosa non va?-
Perché diavolo l’unica volta in cui non dorme come uno Snorlax è quella sbagliata!?
Non deve mostrarsi debole davanti a lui. Non deve avere timori, non deve essere insicura.
Fortuna che è buio e non può vederla in faccia.
Si stringe nelle spalle.
-Non riesco a dormire, questo è tutto.-
Lui la osserva per qualche secondo.
-Sei preoccupata per l’incontro di domani?-
Misty non riesce a trattenersi dal sussultare.
Come accidenti lo ha capito!?
-Non… Non molto.- si accorge troppo tardi che la voce le trema, e che ciò è dovuto più al sentirselo rinfacciare che alla sorpresa –Sono semplicemente eccitata all’idea di partecipare.-
Si volta nuovamente verso la finestra, mentre il vento le scompiglia i capelli.
Torna a dormire torna a dormire Ash ti prego ora torna a dormire.
Ma evidentemente le stelle dei desideri di questa notte sono in ferie, perché Misty sente il letto del ragazzo cigolare, e i suoi passi, benché attutiti dai calzini, risuonano distintamente nella stanza e nella sua testa.
Un istante dopo, il ragazzo è accanto a lei, affacciato alla finestra.
Sorride. Sarà che è sera, – e non è la prima volta che si accorge che, come i lupi mannari, la notte lo trasforma – o forse la luce della luna, o magari i capelli scoperti che ondeggiano alla brezza, ma il ragazzo pare un po’ più maturo.
-Scommettiamo che indovino quello che stai pensando?- sorride.
-Non ho la testa di vetro.- replica lei, secca. Non che voglia esserlo particolarmente in questo momento, ma la finestra è piccola e le loro braccia si stanno sfiorando e c’è qualcosa che le batte all’impazzata nel petto e lei non riesce a pensare e non sa nemmeno perché
-Scommetto che hai paura di perdere l’incontro. Di non essere una brava allenatrice di pokémon d’acqua.-
Istintivamente Misty si porta una mano alla fronte, mascherando ciò nell’innocuo gesto di spostarsi i capelli.
Che la sua testa sia davvero di vetro?
-Io credo che tu non debba preoccuparti.- continua il ragazzo –Ti ho visto lottare tante volte. Sei abile, i tuoi pokémon sono forti, e ti vogliono bene. Sono sicuro che domani farai faville.-
Misty si volta verso di lui – conosce il significato della parola faville? – e lo fissa, sorpresa.
-Come fai a esserne sicuro?- domanda. Si morde la lingua un istante dopo, perché è come se avesse appena ammesso di pensare ciò che lui ha appena dichiarato.
Ma quella notte, quella situazione, quel braccio che sfiora il suo è così irreale, che sa che nessuno verrà mai a sapere quello che è successo, quello che lui ha detto, che lei ha confessato.
Ash sorride di nuovo.
-Prima dell’incontro, chi riposa tranquillo è sempre chi perde.-
E Misty sente distintamente la sua mandibola staccarsi dal cranio per precipitare giù.
È la frase più matura che Ash abbia mai detto da quando lo conosce. E sta per farglielo notare, quando lui ridacchia.
-E’ una frase che mi diceva mio padre. È strano, io oggi ho vinto, eppure ieri ho dormito come un sasso!-
Lei alza gli occhi al cielo, esasperata, – solo Ash è capace di rovinare così un momento tanto toccante – ma non può fare a meno di ridacchiare anch’essa.
Il ragazzo sbadiglia.
-Bhe, io torno a dormire. Buonanotte, Misty.-
-‘Notte, Ash.-
-Lotta per vincere, domani.-
Pochi momenti dopo il corvino è di nuovo sotto le coperte, e russa come se non si fosse mai svegliato, tanto che Misty deve scuotere la testa per convincersi di non essersi immaginata tutto.
Le guance, lo sa, le si sono colorate di rosso. Ma non importa, non importa, è solo la luce della luna, è il vento che le ha arrossate.
O – è decisamente la scusa migliore – più probabilmente sono rosse di rabbia.
Gli ha mostrato una debolezza! Ha ammesso di avere una paura!
Sbuffa, concentrandosi sul cielo blu e sullo spicchio di luna che sembra sorridere, beffarda.
Odia il modo in cui legge la sua mente. Ma quella luna sa che ciò che odia davvero è che lo faccia poco spesso, e che quelle poche volte lei si senta così bene.
 
[Timeline: 5x07, La prima fase, missing moment di quando Misty non riesce a dormire prima dell’incontro del giorno successivo.]
 

***_ _ _///***\_ _ _***

 
8) Quando mi fai ridere – e quando mi fai piangere.
Non può credere che ci sia un’altra persona sulla faccia della terra capace di farla passare dal riso al pianto così velocemente.
Ok, bhe, non è del tutto colpa sua. C’entra un po’ anche la chiamata delle sue sorelle, arrivata così all’improvviso, così rapidamente, e che ha lasciato il segno senza darle nemmeno il tempo di replicare o chiedere più informazioni.
Ma lui… Lui!
Erano appena tornati a Viridian City ed aveva davvero creduto che sarebbe stato uno dei giorni migliori della sua vita. Viridian City era il luogo dove lui era corso, tempo addietro, per curare Pikachu: nello stesso centro medico si erano incontrati – anche se certo non per caso – e da Viridian City era cominciato il loro viaggio insieme. Quella città era un enorme scrigno dei ricordi, ecco cos’era. Specialmente dopo tanto tempo e con qualcosa nel petto che batte molto diversamente dalla prima volta che era stata lì.
E qualcosa le diceva che lo stesso valeva per lui. Mentre Brock correva avanti verso il Pokémon Center, cosa che gli avevano visto fare troppe volte, loro si erano avviati lentamente lungo la strada, guardandosi attorno con curiosità o forse solo per non doversi incrociare con gli sguardi.
-Era da tanto che non venivo qui.- aveva detto lui a un certo punto.
-Già.- lei aveva annuito –E’ strano. Sembra quasi irreale.-
-Se rubassi una bicicletta ti sentiresti più a tuo agio?-
Lei aveva riso. Era raro che potesse ridere così liberamente in sua compagnia.
Questo era accaduto un momento prima di entrare nel centro medico. Di ricevere l’ambasciata dall’infermiera Joy. Di chiamare le sue sorelle.
E poi era successo tutto in fretta, troppo in fretta. Loro partivano e lei doveva badare alla palestra. Tutto qui, semplice semplice, senza chiederle né un’opinione né niente.
E già questo sarebbe bastato a rovinarle definitivamente la giornata. Ma naturalmente non poteva finire lì, bisognava distruggere definitivamente quell’alone di felicità che ancora la proteggeva dall’amara realtà.
-Hey, l’infermiera Joy ha fatto un ottimo lavoro! Fantastico, adesso puoi riavere la tua bici. Così arriverai prima a casa!-
Ripensa a questo mentre cammina lungo la strada, con i capelli che le vanno davanti agli occhi e che le danno un aspetto simile a quello che ha lui quando si copre il volto con il berretto.
Non ce la fa. Non ci riesce. Non sta piangendo – è troppo scioccata per farlo – ma si sente come se qualcuno le avesse appena strappato il cuore per poi calpestarlo sotto il tacco della scarpa.
-Perché sei così acida?-
Lui non era triste. È questa l’unica cosa a cui riesce a pensare. Non era triste all’idea di non doverla più rivedere. Non aveva accennato nemmeno ad una punta di dispiacere, anzi: sembrava quasi felice che lei potesse prendere possesso della palestra, per non parlare dell’allegria – completamente fuori luogo – che aveva mostrato quando l’infermiera Joy le aveva riportato la sua vecchia bicicletta.
Sembrava essere felice che il suo debito fosse stato finalmente saldato.
È troppo duro da sopportare. Tutto quel tempo passato assieme non è significato nulla per lui?
Togepi, fra le sue braccia, emette un verso interrogativo. Forse lo ha detto ad alta voce?
Può darsi, in fondo, che l’abbia sempre considerata un peso. Può darsi qualsiasi cosa in quel momento, perché ripensa a quel sorriso che aveva mentre le parlava e nota che era lo stesso di prima, lo stesso di quando l’aveva fatta ridere, e tutto quello che può fare per non annegare nel dolore e non pensare al fatto che forse anche la loro dipartita lo faccia divertire è odiarlo.
Concentra tutte le sue forze su quel sorriso – che fino a quel momento le è sempre piaciuto vedere – e si sforza di odiarlo. Con tutte le sue forze.
Sa che quest’odio non bloccherà i suoi singhiozzi. Ma forse è un buon cerotto per la crepa in mezzo al petto.
Odia il modo in cui la fa ridere, pensa mentre svolta l’angolo, senza accorgersi di tre figure vestite di viola che le bloccano la strada. Lo odia perché ha appena scoperto che dietro quel sorriso c’è una lama pronta a ferirla fino alle lacrime.
 
[Timeline: 5x64, Addii e partenze!, dopo che Misty ha ricevuto la chiamata dalle sorelle (con un po’ di missing moment all’inizio).]
 

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9) Quando non ci sei – e il fatto che tu non abbia chiamato.
Se Daisy sapesse che si è arrampicata sul trampolino della piscina durante la notte solo per rimanere lì a fissare la luna le direbbe che è pazza.
E forse lo è davvero. Ma questa giornata è stata così piena di emozioni contrastanti che di dormire non se ne parla nemmeno.
Dopo Danny e Rudy nessun altro l’aveva più corteggiata fino a quel pomeriggio. Giorgio, però, forse era perfino meglio di quei due messi insieme: carino, gentile, dolce e timido.
E dov’è adesso? O meglio, con chi ha passato la serata e chi starà molto probabilmente sognando in questo momento?
Casey. La sua amica Casey a cui lui ha offerto i biglietti per la partita di baseball che lei ha rifiutato.
Sì, deve essere decisamente pazza.
Ma lei non poteva accettarli, maledizione! Giorgio poteva essere perfetto, ma non era lui.
Questo naturalmente a Daisy non lo ha detto. Se perfino Psyduck si è messo a ridere di lei, figuriamoci cosa avrebbe potuto farle passare la sua sorella maggiore se fosse venuta a sapere che c’era qualcun altro.
E non è stato solo questo a rendere questa giornata un vero disastro. No, è stato il fatto che Daisy ha invitato Tracey a cena. E che sulla guancia del ragazzo c’era un ombra di rossetto che ha notato benissimo.
E adesso lo sa, mentre muove le gambe nel vuoto seduta sul trampolino, accarezzando la testolina puntuta di Togepi che pigola contento sotto la luce della luna: lei è sola.
Ed è per questo che allena così bene i suoi pokémon e che recentemente nessuno sfidante è riuscito a batterla: non ha nessun altro a cui pensare.
Non c’è nessuno che pensi a lei.
Non si mette a piangere solo per non far preoccupare Togepi.
Casey e Giorgio sono usciti assieme. Non un appuntamento vero e proprio, – neanche il suo lo sarebbe stato, il che è un bene perché ha praticamente dimenticato come ci si comporta in questi casi, se lo ha mai saputo davvero – ma almeno si saranno divertiti e avranno passato una bella serata in compagnia. Serata che Casey sicuramente le racconterà domani mattina, anche se forse parlerà più della partita che di Giorgio.
Tracey e Daisy stanno assieme. Non ne è sicura, non ha prove concrete e decisamente non le interessa – la vita amorosa di sua sorella non è affar suo – però da come si guardavano a cena e da come Tracey accetta senza lamentarsi tutti i lavoracci che Daisy gli propina e dal modo in cui la sorella si comporta quando c’è lui i dubbi che le rimangono sono molto pochi.
E non glielo hanno detto. Se è vero – e crede proprio che lo sia – quel tenerlo segreto forse è la dimostrazione che è davvero sola, e che lo è da tanto tempo che gli altri non la reputano capace di capire cosa sia l’amore. O forse è solo la sua mente assonnata che si sta facendo i film.
Casey ha passato la serata con Giorgio, Daisy e Tracey sono stati tutta la cena a chiacchierare.
Lei, dopo mangiato, si è seduta sul divano davanti al telefono.
E sua sorella deve essere davvero in preda ad una cotta terribile per non accorgersi che è un rituale che si ripete tutte le dannate sere, alla stessa dannata ora, per gli stessi dannati quindici minuti.
Perché dopo quei quindici minuti le infermiere Joy chiudono i centri medici, e da quel momento i videotelefoni vengono staccati e solo loro possono effettuare chiamate in casi di emergenza. Perché se lo conosce bene – ed è così – sono gli ultimi minuti quelli in cui si ricorda delle cose importanti. Perché certamente anche ad Hoenn non si fermerà spesso nei Pokémon Center e allora non può rischiare di perdere un’occasione.
Quella sera, però, dopo mezz’ora – magari il centro chiude dopo, magari sta cercando il numero, forse squilla adesso – si è messa a piangere. Non un pianto vero, un pianto senza lacrime, solo singhiozzi che però più che dolore portavano in sé rabbia.
La stessa rabbia che prova adesso a ripensarsi, mentre in qualche modo prega la luna di cadere dal cielo e spaccarle la testa.
Lei sa cos’è l’amore. Lo sa meglio di Casey, che però ha passato la serata con Giorgio, e lo sa meglio di sua sorella, che però è la vera modella di tutti gli schizzi di Tracey.
Lei è sola. Sola perché lui non c’è.
E lo odia. Odia quando non c’è, lo ha sempre odiato quando viaggiavano insieme e per caso dovevano separarsi e adesso lo odia anche di più, perché non è semplicemente lontano, non c’è per davvero.
Basterebbe una chiamata per sentirsi più vicini.
Ma lui non chiama mai.
Odia anche questo, forse di più. Odia lui che non chiama, odia il telefono che non squilla, odia se stessa tutte le volte che alza la cornetta per controllare ancora che l’apparecchio funzioni.
 
[Timeline: Pokémon Chronicles 11, Un appuntamento con Delcatty, missing moment che Misty pensa mentre è seduta sul trampolino della piscina.]   
 

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10) Il fatto che non riesca ad odiarti.
Deve essere masochista. Non c’è altra spiegazione.
Se non fosse così, allora perché sta guardando lo spettacolo organizzato da Daisy nascosta dietro le quinte? Ed è inutile che mente a se stessa dicendo che lo fa perché non ha altro da fare o perché per una volta non è lei la sfigata col costume da sirena giù nella vasca – cosa che certamente sta pensando Tracey, mentre commenta che la calzamaglia che avrebbe dovuto indossare lui dona molto a Lily. No, non c’è verso, è proprio una masochista nel DNA.
Eppuresapeva che avrebbe finito col pensarci. Sapeva che la sua menta distorta si sarebbe fermata su quel pensiero. Ma adesso è lì ed è troppo tardi per tornare indietro.
Il punto è che mentre guarda Lily e Violet interpretare i loro ruoli i suoi occhi la ingannano, perché le figure nella vasca non somigliano a loro; e le orecchie le mentono, perché quelle non sono le loro voci; e il respiro la tradisce, perché le si è smorzato a metà.
Non è colpa sua. Non del tutto. Lei è la “sirena maschiaccio” – hanno cominciato a chiamarla così dopo qualche tempo la sua promozione a capopalestra. A Daisy è piaciuto tanto che lo ha anche scritto sul cartello fuori all’entrata – e porta calzoncini e capelli corti come tutti i maschiacci che si rispettino, ma ha anche un cuore come ogni sirena delle storie sceneggiate dalla sorella. E a proposito, anche lui le volta le spalle, mettendosi a battere molto più forte di quanto non dovrebbe.
Ma la sirena e il principe che vede nella vasca non sono Lily e Violet. Lei ha i capelli rossi e lui ciocche nere sbarazzine. E mentre la storia procede e lui le stringe le mani e l’abbraccia e la bacia – anche se in questo i respiratori hanno salvato le due ragazze – non può proprio fare a meno di chiedersi perché diavolo questa trama Daisy non se l’è inventata tempo fa, quando l’ha costretta a indossare quel costume ridicolo e lui le ha fatto un complimento. Si ritrova a immaginarsi come avrebbe reagito lui se avesse dovuto interpretare il ruolo del principe, e soprattutto come avrebbe reagito lei.
Casurin e Loverin, i due Luvdisc, sono appena usciti dall’acqua. Gli spettatori – tutte coppiette, solo per acuire la morsa che le stringe il cuore – si avvicinano di più, si tengono stretti, e il merito non è certo della dubbia capacità recitativa di Lily e Violet, bensì dei due pokémon che svolazzando, uniti in un bacio, ispirano amore con il loro attacco speciale.
All’improvviso sente che gli occhi cominciano ad inumidirsi e allora si riprende, scuote la testa, deve pensare a qualcos’altro, deve, ma siccome ormai è lui il centro dei suoi pensieri tenta di fare ciò che ha già fatto più volte, e cioè di odiarlo, di odiarlo con tutta se stessa così da non soffrire più, almeno per un po’.
Ma questa volta non ci riesce.
E si concentra, ce la mette tutta, ma in quel momento davvero non ci riesce, nonostante tutte le cose che ha capito di detestare di lui.
Il modo in cui le ha distrutto la bicicletta;
il modo in cui le parla;
il modo in cui la fissa;
i suoi capelli costantemente spettinati;
la sua mania di mettersi nei guai e di mentirle quando dice che starà bene;
il modo in cui ha ragione;
il modo in cui legge la sua mente;
la capacità di farla ridere e piangere quando vuole;
il modo in cui la tiene in pugno ogni sera, davanti a quel telefono, senza chiamare.
Odia tutte queste cose, ma ora che le ha nella mente una dopo l’altra, in riga, esse formano un complesso che non riesce ad odiare.
È terrificante, fa paura.
O forse è semplicemente meraviglioso.
Non può odiarlo. Non in quel momento. Non ci riesce. È come la moltiplicazione dei segni: meno per meno uguale a più. La stessa cosa: odio per odio, uguale…
Amore? Può darsi. Di certo la sirena che alberga nel maschiaccio ha difficoltà ad ammetterlo anche a se stessa.
Ma il punto, e lei lo sa, è che in quel momento non vuole odiarlo. In quel momento i suoi pensieri su di lui sono dolci, romantici, la sua mente si rifiuta di rovinarli mettendosi a detestarlo improvvisamente.
Il maschiaccio odia nove cose di lui. La sirena ne odia una sola – odia il fatto di non poterlo odiare. Odia il potere che ha di annullare ogni elemento sulla lista del suo alter ego.
Non può odiarlo, non ci riesce e lo detesta. O forse detesta il fatto che nonostante questo non può nemmeno amarlo, perché non c’è, perché non gliel’ha mai detto.
O forse odia quei due Luvdisc, che le stanno decisamente mandando k.o. il cervello.
 
[Timeline: Pokémon Chronicles 17, Amore Subacqueo, mentre Misty guarda lo spettacolo delle sorelle alla fine dell’episodio.]
 
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Angolino di autrice: Ok, bhe, vi ho già detto tutto nell’introduzione all’inizio… Quindi, qui metterò alcune precisazioni necessarie e non su queste folli flash:
1) Ecco, subito subito… In effetti qui non c’è molto da spiegare XD Alla fine sono i pensieri di Misty durante il mitico episodio 1x02 ù.ù
2) Idem come sopra XD I regret nothing.
3) Anche qua ^^’’’’ Ho pensato che in fondo Misty vuole e sa essere femminile, ma in effetti se nessuno lo riconosce potrebbe farsi venire i complessi O.o Ah, prima o poi devo scrivere una fic dove il bagnino le offre davvero il drink e Ash si ingelosisce XD
4) Ricordo che da piccola odiavo questo episodio. Mankey e Primeape secondo me sono i peggiori pokémon di prima generazione ù.ù Comunque penso di averli fatti entrambi piuttosto OOC… I più IC sono i capelli di Ash XD Scommetto che ha davvero un sacco di nodi e pidocchi!
5) Il film 2 è onnipresente, muhahahahaha! E finalmente ho avuto occasione di scribacchiare su quella scena del trailer giapponese *____* L’avete mai vista? Pikachu finisce già dalla scogliera, Ash si getta dietro di lui e Misty tenta di seguirlo, ma è bloccata da Tracey. In realtà forse è la flash che mi convince di meno, perché in effetti Ash non ha mai promesso niente e quindi mai tradito una promessa… Quindi ho immaginato che Misty facesse un po’ di testa sua… Però adoro Melody con tutta me stessa XD
6) Colpi di sonno. Colpi di sonno!? Ma dico chi l’ha tradotto così il titolo!? In inglese è “Sick day”, cioè “Giorno di malattia”, cos’è “Colpi di sonno”!? O.O Comunque… Qua specifico che la ricetta l’ho inventata, perciò non guardatemi con la faccia che fa Ash quando Misty parla dei Nidoran innamorati ù.u E’ stata un’altra flash complicata, perché Ash non ha mai ragione!! XD
7) Da quando ho finalmente trovato l’episodio in questione e ho guardato quella scena, ho capito che dovevo farci un missing moment perché non può finire così! Ah, e comunque sì, mi son fissata che Ash di notte diventa maturo e intelligente… Di nuovo, I regret nothing.
8) Questo episodio non è canon, è proprio la definizione della parola canon. Ma non c’è bisogno che ve lo dica XD Non c’è molto da specificare di questa flash…
9) Ho scoperto di tifare Handymanshipping (TraceyXDaisy)! E’ che ho rivisto gli episodi di Chronicles e sono troooooooppo carini XD La shipping è una droga, e cominci a shippare non ti fermi più! Anche qua comunque non ho molto da aggiungere XD
10) Mi è piaciuto quel paragone della sirena maschiaccio che ho fatto ^^ Per il resto, boh, penso che sia tutto chiaro, no?
Ok, questo è tutto. Spero che vi sia piaciuto e che vi faccia perdonare, almeno un po’, il mostruoso ritardo di CDL… Un bacione, ci sentiamo (con il cap. 10, spero XD)!
Ser <3
  
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