Agosto.
Notte
di San Lorenzo.
Notte di stelle cadenti, notte di desideri espressi a bassa
voce, perchè se sentiti, potrebberò non avverarsi.
Il
silenzio di una camera buia viene rotto dai singhiozzi trattenuti a fatica da
un ragazzo, che è stato lasciato solo con i suoi pensieri, le sue paure, con se
stesso.
" Perchè mi sento così ? "
[ Ma che razza di domanda è? Cerca di essere meno banale per favore, così non c'è
gusto! ]
" Cosa
c'è di sbagliato in me? "
[ Di nuovo, ma come sei noioso! ]
" Perchè vogliono tornare, perchè non mi lasciano in pace? "
Quei
pensieri, quelle parole, quelle idee, quella voce, così familiare,ma nello stesso
tempo così diversa...
" Io
non sono più così,io sono cambiato, ho superato quel momento, quella voglia di
essere lui. Lui... così cinico,egoista, freddo, cattivo... solo. Lui,che voleva
distruggere chi lo aveva tradito, fatto soffrire, voleva fargli provare lo stesso
dolore...anzi no, molto di più. Lui... disperato, perchè in realtà riusciva a far del
male solo a chi gli stava vicino, tanto cosa gli importava, lui stava bene da
solo, lui non aveva bisogno di nessuno. Dopotutto cosa sono gli altri: ti
guardano, ti parlano, ti abbracciano; ma tutto questo a cosa serve in realtà? Cosa
ottieni? Cosa cambia? Nulla maledizione, proprio nulla! "
[ Finalmente qualcosa di intelligente,iniziavi veramente a darmi sui nervi ]
" Cosa
vuoi? Perchè non mi lasci in pace? "
[ Dimmelo tu... anzi no, te lo dico io: tu vuoi essere me, non ho forse ragione mio caro Edward Elric? }
" No!
Hai torto! Tu non esisti, tu sei solo... "
[ Cosa sono? Non riesci a dirlo o non vuoi dirlo? ]
<
Smettila! > dici con rabbia.
[ Stai mentendo a te stesso,di la verità, tu vorresti essere come me,almeno
smetteresti di piangere come un'idiota,smetteresti di autocompatirti. Ma
guardati,sei a letto che piangi,anzi no, non puoi fare nemmeno questo,magari
potessi piangere, ma devi premere il viso contro il cuscino per non farti
sentire, sai che casino, se ti vedesserò così ]
<
BASTA ! >
[ Ma smettila, sai benissimo cosa devi fare per sentirti meglio, lasciami libero, io
so cosa vuoi e solo io posso fare in modo che accada ]
Pensavi
di esserci riuscito, ti dicevi che era tutto superato, invece lui era lì nascosto
nel tuo cuore, nella tua mente, aspettava solo l'occasione giusta per
ricomparire.
[ Hai voglia,una gran voglia di urlare,di fare male,di sentire male,vuoi essere
me anche solo per qualche ora,ma non posso fare tutto da solo.Ora lasciami
libero e ci penserò io a trovare chi è in grado di accontentarci ]
Ti lasci
andare,solo per questa notte sarai tu a nasconderti.
Solo il
suono dei grilli e la luce della luna ti accompagnano in questo viaggio, in
questa pazzia.
E' una
pazzia,ma tu hai bisogno di questa pazzia.
" Dove sei? Vieni fuori,so che non sei lontano, posso avvertirlo -già- ti sento e
sai perchè? Perchè siamo simili, ora l'ho capito "
Non sai
che lui ti sta osservando già da un po',perchè lui sapeva che prima o poi
saresti arrivato, aveva scrutato nella tua anima e aveva visto l'altro te
stesso.
Salta giu
dal tetto, senza fare rumore, dopotutto i morti non fanno rumore.
< Mi
stavi cercando? > Ti chiede prendendoti la mano.
Quella
mano... non prenderla, non farlo, sai benissimo che non potrai più tornare indietro.
Anche la luna ha deciso di sparire, la sua luce scompare dietro le nuvole, nemmeno lei vuole assistere alla perdita di un'anima.
Arrivate
di fronte ad un edificio e ti accompagna giù per una rampa di scale e quasi
sorridi; queste scale sembrano proprio la via per l'inferno, scendono sempre più
giù, sempre più lontano dalla luce, sempre più lontano dalla tua realtà.
< Dimmi quello che vuoi ! > Voce fredda, sicura, di chi sa già cosa gli chiederai.
Non pensavi ci saresti riuscito ma le parole ti vengono fuori facilmente, come se non aspettassero altro
< E lo chiedi a me? Un homunculus? >
"Mi rendo conto che è una richiesta strana da
fare ad un essere che dentro di sè non possiede la vita"
Il
bastardo ti guarda ancora e sorride; questo ti infastidisce, ma
è l'unico che può soddisfarti, l'unico che ti conosce,
che ti
ha visto quando gli altri non ti potevano vedere.
Inizia ad
accarezzarti il collo... piano... molto piano.
< Non
così, non ti ho chiesto questo > Gli dici infastidito.
Ti lascia
il collo e ti fa avvicinare al letto dove ti stende.
Ti guarda
ancora una volta negli occhi, come se volesse avere la conferma, come a far finta
di non sapere che non puoi più tornare indietro.
<
FALLO! > Solo questo esce dalla tua bocca.
Lui non
se lo fa ripetere: entra.
Entra senza prepararti, violentemente, spingendo il più
possibile, provocandoti dolore... sofferenza... piacere...vita.
< Veramente ridicolo, il mio peggior nemico mi
ha fatto un favore... quanto sono patetico > Sussurri debolmente.
Ti rendi
conto che è ora di andare, quindi ti alzi e ti rimetti adosso i soliti
vestiti neri.
< Per
quanto riuscirò ancora a fingere? >