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Autore: La_Nomade_    09/09/2007    22 recensioni
Storia ambientata nel 15esimo secolo dopo cristo che vede protagonisti i personaggi di Harry Potter, sopratutto Ron ed Hermione. Le Amazzoni… Molte sono le leggende che parlano di loro, chi le volle spietate massacratrici di uomini, chi le cantò come valorose e nobili guerriere, altri ancora ne negarono addirittura l’esistenza, ma come spesso accade la realtà nella sua cruda semplicità supera l’immaginazione. Sei dunque giunto nel cuore del territorio amazzone: vi abitano donne dalla natura fiera e indomabile, come lo sono le loro terre, di cui sono gelose... Non osare profanarle, rispetta le loro tradizioni o incorrerai nella loro implacabile ira e avrai prova del loro leggendario ardore... Spero vi piaccia!:)
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Charter one

Una donna dai lunghi capelli neri sedeva su un trono di bambù nella sua tenda. Aveva gli occhi chiusi, ma la mente era aperta…
Erano passati diciassette anni… gli anni si susseguivano, e ogni anno si ripetevano i vecchi riti… ma quell’anno era stato atteso più di tutti…
La donna apri gli occhi, si alzò, il lungo manto di pelle di pantera toccò il suolo alzando della polvere, si diresse verso l’uscita della tenda, dove stavano altre due donne armate di scudi e lance rudimentali.
“Mandatele a chiamare.” Comandò in tono solenne per poi rientrare nella tenda.


“Hermione così non vale!” esclamò una ragazza riemergendo dall’acqua.
“Un` Amazzone anche nella sconfitta dimostrerà la sua fierezza accettandola sapendo di aver combattuto con ogni suo mezzo per la vittoria, Armonìa.” rise una seconda ragazza sulla sponda del fiume.
“Guarda che non mi hai battuto, sono solo scivolata.” disse l’altra mentre saliva a riva.
Erano due ragazza totalmente diverse tra loro. Una era alta, imponente, aveva i capelli corti e neri, come la carnagione, l’altra era minuta e portava lunghi capelli castani e ricci, e la sua pelle era chiara come la neve delle terre del nord.
“Si, e io sono Pentesilea!” esclamò.
“Ehy, ma quella non è Raven?” chiese improvvisamente Armonìa.
Hermione si girò e vide l’alta donna priva di capelli.
“Si è lei.” Rispose la bruna abbassando l’arma.
“Hermione, Armonìa. Nimue vuole vedervi.” decretò la donna e le due ragazze la seguirono senza obbiettare.

Le tre raggiunsero il campo.
“Entrate.” Disse Raven.
Le due entrarono nella tenda della regina Nimue e si inchinarono al suo cospetto. Fu Hermione a parlare.
“Ci hai fatte chiamare mia regina?”
“Si Hermione, vi ho fatte chiamare. E’ giunto anche per voi il momento della legittimazione ad Amazzoni.” Rispose la donna solenne.
Le due ragazze batterono per due volte il pugno al petto.
“Bene, le prove avranno inizio fra due giorni al calar del sole. Le sacre prove sono cinque, e si svolgono con l’alternarsi delle prime fasi lunari.”
Le ragazze batterono di nuovo il pugno al petto per due volte.
“Prima dell’inizio delle prove vi saranno affidate le armi che Efesta forgerà per voi. Vi saranno affidati i cavalli e sarete vestite con gli abiti tradizionali, avrete i polsi e le caviglie ornati da pesanti bracciali di bronzo per provare la vostra forza e agilità.
Acate vi adornerà la pelle coi colori di battaglia. Ed ora figlie mie andate da Rea, lei vi allenerà per i prossimi tre giorni e due notti, prima della prova.” concluse la donna.
Le due ragazze batterono per l’ennesima volta il pugno al petto e si congedarono con un inchino.

Uscite dalla tenda Armonìa saltò con un urlo di gioia.
“Wow! Hermione finalmente saremo amazzoni a tutti gli effetti, e parteciperemo alle grandi battaglie delle quali fin ora abbiamo solo sentito narrare!” esclamò felice.
“Già, speriamo solo che la grande Dea ci assista nelle prove della luna, sorella mia.” Fece la bruna sorridendo.
“Ma certo che la Dea sarà con noi. Sono passati esattamente diciassette anni dalla nomina di Nimue a regina, ciò significa che una delle ragazze che riusciranno a superare con successo le prove sacre sarà nominata sua succeditrice.” Fece Armonìa ottimista.
“Non è diventare regina il mio scopo. Ciò che voglio è essere la più valorosa fra le amazzoni.” disse Hermione, e la sua voce lasciò trasparire tutta la sua ostinazione.

*~*~*

Un ragazzo dal lungo mantello scuro, dai capelli neri e dalla fronte corrucciata, stava in piedi sulla prua di una grossa imbarcazione e scrutava le acque calme che andavano a confondersi all’orizzonte con l’immensità del cielo.
“Mio signore.”
Si fece avanti un altro ragazzo, diverso dal primo. Indossava un armatura, che rifletteva i raggi del sole, ed emanava un gran bagliore. Alla cintola era attaccata una spada. Il giovane si tolse l’elmo, rivelando una chioma fulva, e si inginocchiò davanti all’uomo dai capelli scuri.
“Si, Sr Weasley.” Rispose il moro.
“Il capitano dice che il vento è favorevole. Arriveremo nel Nuovo Mondo fra cinque giorni esatti.” riferì il cavaliere.
Improvvisamente il moro scoppiò in una sonora risata.
“E’ incredibile, sono re solo da pochi giorni e il mio migliore amico già mi da del lei!” esclamò poi ridendo.
Anche l’altro rise.
“Già, incredibile. Ma tu sei re ed io sono solo un modesto cavaliere.” rispose il rosso.
“Modesto cavaliere a comando del mio esercito, o sbaglio generale?” fece il moro sorridendo.
Anche il rosso sorrise.
“Basta con queste formalità Ron, sarò anche diventato re, ma non ho dimenticato con chi sono cresciuto.” disse mettendo una mano sulla spalla del compagno e invitandolo a rialzarsi.
Ron si alzò e mise anch’esso la mano sulla spalla dell’amico sorridendo.
“Va bene Harry.” Gli disse.
“Perfetto. Allora, sei soddisfatto di esplorare questo Nuovo Mondo?” chiese Harry tornando a guardare l’orizzonte.
“Non saprei cosa risponderti…non so cosa ci aspetta, quindi non posso dirmi soddisfatto, però si, sono alquanto eccitato.” rispose Ron affiancandosi al suo re e amico.
“Mi fa piacere, per attimi infiniti ho avuto il sospetto di averti forzato a questo viaggio.” disse Harry.
“Non lo pensate nemmeno mio signore, sono il vostro generale è mio dovere scortarvi per far si che non vi accada nulla di male.” rispose il cavaliere.
“Il tuo senso del dovere è così forte che ti ha spinto anche ad accettare di sposare una donna che non ami.” Disse il giovane re voltandosi a guardarlo.
“Maestà, se non avessi il senso del dovere probabilmente non sarei né generale, né un semplice soldato.” rispose il rosso.
“Sposare qualcuno per dovere, è lo sbaglio più grosso che si possa commettere.” disse Harry. “Non tutti hanno la fortuna di trovare l’amore Harry, e poi mi fido dei miei genitori, non farebbero mai qualcosa per danneggiarmi.” Ribatté il rosso.
Harry stava per dire qualcosa, ma Ron fu richiamato da un soldato.
“Col vostro permesso Sire.” Disse salutandolo con il saluto militare, per poi congedarsi.
Harry lo guardò andare via e pensò che accettare di sposare Lady Lavanda Brown fosse stato il più grande errore commesso dal suo amico, ma non solo per Lavanda, ma più che altro perché sapeva benissimo che Ron non provava nulla per quella ragazza.

*~*~*

Armonìa e Hermione seguirono il pesante allenamento di Rea. Percorsero molte miglia a piedi, nel territorio angusto del cuore della foresta, costrette più volte ad affrontare lupi e giaguari, ad arrampicarsi su altissimi alberi ed acquattarsi al suolo muovendosi senza far alcun tipo di rumore.

“Bene, molto bene.” disse Rea guardando le due ragazze compiaciuta.
Armonìa si ergeva in tutta la sua statura guardando con occhi accigliati un punto indefinito davanti a se. Era imponente e non serviva null’altro per capire che era una guerriera da temere. Hermione, nella sua esiguità, era capace di mettere in soggezione qualsiasi creatura. Bastava un suo sguardo a far gelare il sangue nelle vene al nemico che le si trovasse di fronte.
Le due ragazze annuirono col capo alle parole della loro maestra.
“Devo dire, che non mi aspettavo da voi due delle doti così straordinarie. Per Nimue non sarà affatto facile scegliere fra voi due.” Continuò la donna con un sorriso furbo; “Vi aspetto domani alla mia tenda al sorgere del sole. Potete andare.” Le congedò.
Le ragazze si batterono due volte il pugno sul petto. Era quello il saluto delle Amazzoni.
Aspettarono che Rea entrasse nella sua tenda, le giovani amazzoni aspettavano sempre che le pedagoghe andassero via prima di loro, era una forma di rispetto e la gerarchia andava rispettata.
Dopodichè si avviarono verso le loro tende, ormai il sole stava per unirsi con le acque del mare.
“Hermione, che ne dici di andare a far visita a Raider? Magari vedremo i nostri cavalli.” Propose Armonìa con un alzata di spalle.
Hermione ci pensò qualche secondo.
“L’ultima è un uomo!” esclamò dando un colpo sul braccio dell’amica prima di iniziare a correre.
“Si, e la prima lo ucciderà!” esclamò con una risata Armonìa che le corse dietro.

“Prima!” esclamò Hermione balzando su un ramo e accovacciandosi sopra per osservare l’amica. “Si, va bene, brava.” Si congraturò Armonìa riprendendo fiato.
“Guarda che sto aspettando.” Disse Hermione guardandosi le unghie in un gesto eloquente.
“Ah! E va bene. Sono un uomo, contenta?!” fece la ragazza alzando le mani in segno di sconfitta.
Hermione scese dall’albero con un salto, poi mise le mani sui fianchi.
“Ammettilo, sono io la migliore!” esclamò Hermione vittoriosa.
“Questo è tutto da vedere!” le disse Armonìa poco prima di saltare all’attacco dell’amica.
Hermione schivò il colpo prontamente.
“La tua lentezza è alquanto noiosa.” Disse beffarda prima di sferrare un calcio.
Armonìa parò il colpo afferrando la caviglia della ragazza strattonandola e facendola finire per terra.
“E la tua prevedibilità anche.” disse poi ghignando.
Hermione la guardò negli occhi.
“Non quanto la tua!” esclamò prima di darle una ginocchiata nello stomaco seguita da un calcio sotto il mento.
Si rimise in piedi subito dopo dandosi lo slancio con le braccia.
Armonìa si tocco il labbro e vide la mano insanguinata. Sorrise divertita. Poi partì all’attacco caricando un pugno. Hermione lo schivò aggrappandosi al ramo soprastante e stava per darle un doppio calcio, però…
“Cos’è questo tumulto?!”
Una donna dai lunghi capelli biondi raccolti in una lunga treccia uscì dalla tenda che stava di fronte le due ragazze.
Hermione scese dal ramo e si avvicinò alla donna seguita da Armonìa.
“Scusaci Raider.” Disse alla donna.
“Hermione, Armonìa, posso sapere cosa ci fate qui?” chiese la donna squadrandole da capo a piedi.
“Ehm… ecco noi…” cercò di spiegare Armonìa, ma non era mai stata brava con le parole.
“Fra due giorni inizieremo le prove per diventare guerriere, e ci domandavamo se potevi mostrarci i nostri cavalli.” Continuò Hermione, lei invece aveva un ottimo approccio con le parole.
Raider le osservò con sguardo accigliato.
Hermione e Armonìa attendevano con ansia una risposta della donna.
Raider sorrise e batté due volte il pugno al petto.
“Seguitemi.”le disse incamminandosi.
Le due ragazze si sorrisero entusiaste e corsero dietro la donna.

*~*~*

Ron era sdraiato sul corrimano della nave. Si era liberato della pesante armatura, ed ora indossava una camicia larga e un pantalone, aveva un cappello da corsaro, prestatogli dal capitano della nave, poggiato sugli occhi, il gomito poggiava su una corda tesa e i piedi erano scalzi. La spada era sempre legata al suo fianco.
“Vedo che ti stai adattando all’ambiente.”
Il ragazzo si alzò il cappello dagli occhi e vide una ragazza dai lunghi capelli rossi. “Un buon cavaliere deve sempre sapersi adattare Lady Ginevra.” rispose sorridendo alla giovane. “Noto anche che non smetti mai di pensare al dovere caro fratello.” Continuò poi la ragazza.
Ron scese da dov’era seduto e si mise in piedi.
“Sono un cavaliere sorella, e i cavalieri vivono di doveri.” Le rispose ancora.
“Nessuno lo mette in dubbio, ma prima di essere un cavaliere sei anche un uomo, Ronald, e gli uomini non vivono di soli doveri.” Affermò la ragazza con una smorfia.
Il ragazzo sorrise scuotendo la testa e portandosi le mani sui fianchi.
“Sembra che tu ed Harry vi siate messi d’accordo.” Disse il rosso.
“Solo perché sono sua moglie non vuol dire che le cose che faccio siano tutte concordate con lui.” Rispose la ragazza.
“Ah buon dio! Ginny non so in che altra lingua devo dirvelo, ma ti ripeto che sono un cavaliere e come tale ho dei doveri.” Disse iniziando a spazientirsi.
“Già, come quello di sposare lady Lavanda.” Ribadì Ginevra.
“Oh santo cielo! Di nuovo con questa storia?! Si può sapere cosa pretendete da me? Che pianti in asso quella povera ragazza?!” fece il ragazzo esasperato.
“Si, questa sarebbe un’ottima idea per risolvere la faccenda.” rispose sorridendo ironica.
“I nostri genitori hanno dato la loro parola al Re Brawon del Galles, assicurandogli che io avrei sposato la loro unica figlia al ritorno da questo viaggio, e così sarà! Per cui, cara sorella, tu ed Harry mettetevi l’animo in pace e smettetela di preoccuparvi per me!” esclamò prima di allontanarsi dalla sorella.
“Generale Weasley.” Lo chiamò la rossa.
Ron si fermò girandosi verso la sorella.
“Mi dica mia Regina.”
“Le ricordo che uno dei doveri di un cavaliere è l’onestà, e non solo verso il proprio re.” Disse per poi girarsi e ritornare nella cabina.
Ron rimase a fissare il punto dove prima stava sua sorella, pensando a ciò che aveva appena detto. Sapeva a cosa si riferiva, ma non le avrebbe dato retta perché gli era stato insegnato che la parola data è sacra.

“Generale, qual buon vento la porta qui al timone?”chiese un uomo dalla grossa stazza con la folta barba nera.
“Un brutto vento Capitan Tudor.” Rispose il ragazzo salendo le scale per raggiungere l’uomo che governava la nave.
“Vento di libeccio generale?” chiese ancora l’uomo.
“No, vento di matrimonio combinato e di sorella e miglior amico che non approvano.” Rispose il giovane affiancandosi a Tudor.
“Ah gran brutto affare!” esclamò Tudor.
“Già, gran brutto affare.” Concordò il rosso.
“Ah Generale, sono anni che navigo i mari in lungo e in largo. Ho visto posti che nessun libro può descrivere e conosciuto gente che non sapeva cosa fosse il matrimonio, gente che invece si sposava per amore e altra che lo faceva per interesse, e mi creda, di questi ultimi, non conosco nessuno realmente felice.” Disse il capitano guardando all’orizzonte della nave. La governava senza mai guardare le cartine nautiche, come se avesse affrontato questo tratto di mare già innumerevoli volte, e forse era proprio così.
“A volte la felicità va sacrificata.” Disse Ron.
“Ah indubbiamente, ma quando la si sacrifica la vita sembra perdere gusto e con esso il suo senso.”
Disse il capitano accigliato.
“La felicità non è tutto.” Proferì il rosso.
“Si sbaglia Generale, la felicità è vita, e vi ripeto che quando la si perde non c’è più vita, ma solo desolazione.” Disse di nuovo Tudor.
“E secondo lei cosa dovrei fare capitano?” chiese Ron, quasi a voler sfidare Tudor, che fino ad ora era stato fin troppo sicuro delle sue risposte.
“Bè Generale, arriva per tutti il momento di mettere da parte l’onore per iniziare ad ascoltare il proprio cuore.” Rispose Tudor.
“Sembra così facile a dirsi.” Mormorò il ragazzo.
“Oh Generale, ma è più semplice di quello che sembra. Lei la ama questa ragazza?” chiese Il capitano girandosi per guardare il rosso.
“Non la conosco nemmeno…” rispose con un sorrisetto amaro.
“Appunto generale, appunto. Nessuno può imporre ad un cuore di battere se esso non vuole, né un re, né un padre e nemmeno lei Generale.” Disse il saggio capitano.
Ron alzo il capo e si voltò a guardare quell’uomo che conosceva da così poco e che ora gli sorrideva quasi paternamente…
Nessuno può imporre ad un cuore di battere se esso non vuole…

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Et voilà! Il primo capitolo di questa fanfiction ad universo alternativo sui miei personaggi preferiti della saga di Harry Potter.
Spero sinceramente che vi piaccia, commentate numerosi. Smile by La_Nomade_

  
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