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Autore: I am in love with a train    23/02/2013    0 recensioni
Allora... queste saranno quattro one-shot che parleranno della misteriosa (ma neanche tanto) trasformazione di Billie in un micino (non in senso letterale, ma solo per quanto riguarda il carattere u.u) :3 è ambientata nel 2002 e... beh, se avete voglia entrate a dare un'occhiata e fateci sapere cosa ve ne pare :3
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3- CANI VS GATTI


Interessante il fatto che la gente abbia scambiato la mia casa per un ricovero per animali.
Forse qualcuno a mia insaputa ha affisso un cartello con su scritto “canile” fuori dalla mia porta, perché altrimenti non saprei dare altra spiegazione a ciò.
Fatto sta che ora oltre al mio amico sotto forma di gatto isterico ho un cane, o meglio una sottospecie di lumaca bavosa a farmi compagnia, mollato qui dal carissimo Trè, poiché era in partenza per uno dei suoi soliti viaggi in chissà quale paesino sperduto dell’Antartide (se mai esistano paesini nell’Antartide).
Quell’essere (il cane, non Trè) mi ricorda molto un cavallo, come minimo mi arriva all’altezza del bacino, se non di più: penso sia una di quelle razze che crescono a dismisura, tipo… boh, uno di quei levrieri penso, ha il pelo grigio un po’ lungo e tutto brizzolato…
In ogni caso, non sono qui per fare una descrizione di quel coso, ma piuttosto per tentare di separarlo da Billie, che, come suo solito, riesce a crearsi nemici perfino nei cani; ma dopotutto che ci posso fare, è un gatto (oramai mi ci sto convincendo anch’io).
-Billie, smettila!- lo scaccio con una mano, e lui spaventato salta per tentare di schivarla.
-Che vuoi da me, è lui- lo indica –che ha iniziato!-
Mi passo il palmo destro in faccia, gettandomi nel completo sconforto; so che dovrò sopportare tutto ciò per molto, molto tempo…
-Billie, devi capire che è un CANE, fa cosa da CANI. Non puoi pretendere che non giochi, abbai, o salti come un canguro per tutta casa. E poi non è neanche mio, se ti da fastidio prenditela con Tré, non con me- e detto questo mi allontano, portandomi a dietro quell’essere immondo del cane, o meglio Bradley, così l’ha chiamato Trè.
Lo guido tenendolo per il collare fino in giardino, e lì lo lascio, chiudendo la portafinestra che divide l’interno della casa con l’esterno. Mi volto e trovo a pochi centimetri dal mio viso gli occhi curiosi di Billie, che mi scrutano in un mix di ostilità e curiosità.
-Sì?- chiedo quasi sarcastico.
-Nulla…- si acciglia ancor di più -tu vuoi più bene a Bradley che a me, vero?-
-Ma che…?? Ma se l’ho appena sbattuto fuori!! Ti pare che mi piace avere in casa quel coso??- sono scioccato dalla sua domanda. Ma cosa gli salta in mente? Lui è il mio migliore amico, quel cane mi è stato imposto come coinquilino. Direi che c’è una bella differenza!
-Ma io lo so, tu vuoi più bene a lui!!- si impunta su questo fatto e non vuole avere ragioni, lo odio quando fa così.
-Senti, pensa  quello che vuoi allora- e me ne vado. Perché sono stufo. Mi rintano nel mio studio a leggere. Ecco cosa faccio ora.
Dopo qualche ora però, verso le otto, mi rendo conto che è ora di cena: scendo e inizio a preparare. Prima però faccio rientrare Bradley, che altrimenti si ammala o che so io e Trè da la colpa a me.
-Billie? Billie!- le mie urla sono seguite da una corsa scomposta verso il soggiorno da parte del mio amico, e poco dopo è qui davanti a me.
-Sì?-
-Cosa vuoi da mangiare?- noto che ha un block-notes in una mano, e una penna nell’altra. Che stia scrivendo qualcosa? Nah, non penso, nello stato in cui si ritrova credo che a malapena riesca a formulare pensieri di senso compiuto (non che normalmente ci riesca).
-Boh, quello che ti pare-
Mi dirigo in cucina e inizio a preparare della pasta: la cosa più decente che mi riesca.
-Billie dai, vieni a mangiare- lo vedo alzarsi dal divano pigramente, tenendo sempre stretto in una mano il blocchetto, e sedersi a tavola.
Faccio per prendere i piatti, quando ricordo di dover dar da mangiare al cane: lo faccio subito così da non dimenticarmene.
Vedo Billie osservarmi accigliato mentre prendo la ciotola, apre il blocchetto e scrive qualcosa sopra. Ma che…??
-Ehi, che hai?-
-Nulla- e continua a scrivere.
Quando anche noi abbiamo finito di mangiare, andiamo a sederci sul divano, io ad immergermi di nuovo nella lettura e Billie a guardare la tv.
Dopo un po’ lo vedo avvicinarsi, e iniziare a strusciarsi contro il libro, tentando forse di farmelo abbassare e di ricevere qualche coccola.
-Billie ti prego, sto leggendo- sbuffa e si allontana, rimettendosi nel suo angolo.
Tempo qualche secondo e arriva Bradley, che mi lecca una mano.
-Ehi, che fai! Mi sbavi tutto così, no!- lo rimprovero dolcemente, ridendo, poiché mi sta facendo il solletico. Billie recupera di nuovo il block-notes e segna qualcosa arrabbiato.
Non ci faccio troppo caso, e dopo una mezz’oretta vado a dormire; il mio amico mi segue come un’ombra fino in camera, e lo stesso fa il cane, che forse mi ha preso in simpatia.
Quando vado in bagno a cambiarmi, sento i miei due coinquilini litigare, e da quello che dice il nano sembra stiano discutendo su chi debba dormire con me. Oh che bello, mi sento tanto la dama contesa tra i due principi!
Ma come sono messo male…
Mentre mi svesto, noto sul lavandino i pantaloni di Billie, poiché è entrato poco prima di me per mettersi il suo bel pigiamino con i coniglietti, e il famoso blocchetto sul quale è andato avanti a scrivere tutta la sera sbuca da una delle tasche. Curioso, lo sfoglio; ci sono segnati sopra in ordine cronologico (con anche gli orari appuntati) varie azione che ho compiuto nell’arco di queste ore: quando ho dato da mangiare a Bradley, quando l’ho coccolato e l’ho fatto giocare…
“Da quanto ho potuto osservare, Mike si interessa molto piùai bisogni di Bradley che ai miei, e da ciò ne deduco che, come già inizialmente avevo constatato, lui preferisca il cane che me”
Queste sono le ultime parole segnate nella pagina. Mi intristisce un po’ questo fatto, ma dopotutto convinto lui, contenti tutti. Ma voglio che cambi idea in proposito, non voglio che il mio amico mi tenga il broncio a vita (e so che ne sarebbe capace).
Torno in camera e mi stendo a letto, non prima di aver cacciato il cane fuori dalla stanza.
-Mickey, posso dormire qui con te?-
-Vieni Billie- gli faccio segno di avvicinarsi e di sedersi vicino a me; lui esegue e mi fissa triste.
Gli scompiglio i capelli dolcemente e ricambio il suo sguardo: riesce a dirmi molto più con i suoi occhi che con mille parole, un’occhiata e io capisco subito come si sente; e so che ora è amareggiato e anche un po’ pentito.
-Sei uno stupido-
-Lo so, il tuo stupido- ci abbracciamo e ridiamo insieme, coscienti del fatto che quella giornata era stata alquanto assurda.
-E non cambiare mai-

  

THE END

 

  
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