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Autore: wyoming    23/02/2013    2 recensioni
Un piccolo ritaglio dalla vita di una ragazza come tante: l'esito di una lotta contro il proprio aspetto.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ora nella stanza c'erano solo loro due. Una sfida che durava da anni ormai, e senza alcun esito. Lei non aveva ancora dichiarato la sua sconfitta, ma lui era paziente, sapeva aspettare.

Non è che se ti ostini a guardare nel vetro l'immagine cambia, lo sai, vero?
Oh, taci.
Come vuoi...

Non era lui che distorceva la figura, era lei che aveva quelle sembianze, anche se era difficile da accettare.
Le veniva da piangere.
Aveva trovato finalmente dei pantaloni della sua taglia e nonostante tutto le stavano da schifo.
Si vedeva enorme. Era decisamente in sovrappeso. Aveva i fianchi sporgenti. Aveva le cosce che sembravano dei pallonicini. Il ventre gonfio. Le gambe storte. Un atteggiamento cifotico da paura. Il collo grosso. Gli occhi compressi dalle guance. E nonostante tutto, un seno per niente prospero.
Vedendo le foto scattate durante il viaggio d'istruzione in Sicilia si era resa conto che qualcosa non andava: possibile che lei fosse davvero la ragazza più brutta e ripugnante del gruppo scolastico? Ma dico, una tipa con un aspetto del genere davvero riesce a sentirsi a suo agio in mezzo a tanta gente?

Non riesci nemmeno a sederti su un'altalena per le dimensioni del tuo fondoschiena.

Partiva il tic, ora, davanti lo specchio.
Con le braccia conserte, portava il braccio destro alla bocca e cominciava a divorarsi la mano.


Vuoi un po' di sale su quell'unghia, tesoro?
Oh, finiscila.

Era alta e grossa. Forse neanche troppo, ma si vedeva enorme. Avrebbe tanto voluto essere come quelle ragazze delle foto dei blog, basse, magroline, carine, con grandi occhi, un volto regolare, sorridenti.
Agli scout faceva sempre perdere la sua squadra perchè non riusciva a correre. Era pessima ogni volta che si trattava di fare qualcosa in materia di sport, non si riusciva a vestire bene per quanto buon gusto potesse avere, e nonostante non mangiasse neanche troppo in confronto alle sue coetanee, mandava giù quantità eccessive per il suo metabolismo. Aveva alcune amiche e alcuni amici che l'accettavano così com'era, che l'apprezzavano per la sua simpatia e per la sua intelligenza, ma possibile che dovesse sempre distinguersi nella comitiva per la sua bruttezza?
Che poi nessuno l'aveva mai fatta sentire brutta, certo, lei era sempre quella "dolce e carina", eppure era convinta che fosse a causa del suo aspetto che certe persone avessero deciso di non frequentarla più.
L'estate era alle porte: l'anno scolastico non si stava per concludere nel migliore dei modi, e lei cominciava già a temere il mare, quel bel mare del sud Italia che era costretta a frequentare in costume da bagno, in mezzo a tanta gente, con molto imbarazzo.
Nessuno la giudicava, nessuno l'aveva mai fatto in quindici anni, ma lei non ce la faceva più.

Ora nella stanza c'erano solo loro due. Una sfida che durava da anni ormai, e senza alcun esito.

Ti sei decisa?
Questa volta non mi freghi più.
Ripeto, ti sei decisa?
Tra l'immagine nel riflesso e il cibo? Il mio corpo, è senz'altro più importante. Devo curarlo.
Non sarà facile, lo sai?
Ce l'hanno fatta in tanti.
Così ti voglio ragazza. Rispecchia l'indole del tuo nome di battesimo, ci puoi riuscire.

Vittoria.

Dopo meno di un anno, un anno di sacrifici, turbamenti, conflitti interiori, atti che per quanto possano sembrare insignificanti nascondono innata testardaggine e coraggio, dopo meno di un anno la ritroviamo. Alta, in peso forma, al suo sedicesimo anno di età, con lo sguardo non più nascosto tra enormi guance sul volto, la pancia piatta, gambe su cui c'è ancora da lavorare.

Che spalle piccole, accidenti!
Eh già, l'avresti mai detto?
Ci vuole solo un po' di ginnastica, ma ci sei, sei arrivata al traguardo.
In maniera sana, d'altronde.
Bhe, non è mica tanto sano pesarsi ogni mattina, non fare colazione e talvolta saltare la cena.
Ho perso quello che era di più, è questo quello che conta. Alcuni sacrifici andavano fatti.

Ora riesce a trovare ancora indumenti della sua taglia alla fine dei saldi, riesce a guardarsi allo specchio senza alcun cenno di ribrezzo, riesce persino ad indossare scarpe che prima le stavano malissimo per il gonfiore dei piedi e delle caviglie.
Si è fatta crescere le unghia, si, sono da limare, sembrano quasi quelle di Victor di Wolverine Origins, quei due occhi color cacca, cacca che fai quando mangi la carne rossa non le sembrano più spenti come una volta, i capelli ora che sono cresciuti cominciano a prendere una piega interessante.
Non ha mai avuto e non avrà mai dei lineamenti particolarmente belli, ma non è importante, perchè ora sta bene, si sente a suo agio. Forse per la prima volta dopo quasi 16 anni.

Vittoria.
  
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