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Autore: NevanBelladonna    23/02/2013    2 recensioni
Questa storia parla di una bambina di nome Caroline,con una vita non tanto facile. Strappata da casa sua grazie a un padre che non la voleva, riesce a crearsi una nuova vita con la madre che l'ha protetta con il suo amore.
La storia è ambientata più o meno nell'epoca vittoriana al tempo delle nobili famiglie inglesi, dove Caroline si distinguerà per il suo enorme spirito e voglia di cambiare il Mondo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Capitolo 1

Bocciolo di rosa

 

In una calda estate di Giugno, nella nobile Inghilterra del tempo, si conobbero un uomo e una donna di nobili famiglie.
Si chiamavano rispettivamente Lady Mary, appartenente agli Hamilton e Sir Harold, appartenente invece alla famiglia degli Spener. Erano entrambi promessi sposi l’uno all’altro mentre erano ancora in età adolescenziale.
Questioni nobiliari ed economiche, ovviamente. Non c'era tempo per fronzoli e stupidate come l’amore, il romanticismo e i sentimenti.
Il matrimonio avvenne quasi subito; si sposarono sotto il caldo sole di quello stesso mese, propizio per i matrimoni e per le gravidanze.
Fu proprio quella donna a rimanere gravida del finto amore di suo marito.
Mary però, sentiva che dentro di sé stava per nascere una piccola creatura che sarebbe stata la sua unica ancora di salvezza e di vero amore in tutta la sua vita.

Il tempo passò; così come le stagioni e il tempo spesso invariabile di quel luogo. Le nuvole passavano leggiadre sopra le teste di ogni persona che si accingeva a camminare lungo il viale con i negozi del tempo, mentre Mary era a casa, presa dalle contrazioni di quella delicata creatura che di lì a poco avrebbe tenuto in quelle candide braccia di neo mamma.
 Il dottore e le sue aiutanti davano indicazioni alla donna presa dal dolore lancinante dello stimolo del parto, iniziando anche a sistemare i ferri chirurgici che aiutavano la creatura a uscire dal sesso della donna.
Harold non vedeva l’ora di crescere quel bambino. Bambino, si…
Sperava vivamente che fosse un maschio, quello che avevano atteso con tanta trepidazione in quei nove, lunghi mesi. Sperava già di poter educare il proprio ragazzo con i tipici rigori nobiliari maschili dell’epoca; ma alle parole del dottore: “E’ una femmina.”, Harold fu percosso da lunghi brividi lungo la schiena.
Lasciando la sua povera moglie sfinita, su quel letto ricoperto di sangue, uscì da casa nel più religioso silenzio. Non andò molto lontano, si limitò solamente ad attraversare la strada per andare al piccolo bar di fronte, pullulante di uomini ubriachi che spendevano gli ultimi risparmi della loro pessima vita in alcol e prostitute.
Ordinò del Whisky. Una bottiglia, non un semplice bicchierino.
Iniziò a bere, a bere … fino a quando non cadde senza sensi a terra.

Mary nel frattempo si era sistemata grazie all’aiuto delle esperte mani delle aiutanti del dottore, asciugata e pulita come si deve, per poi ritrovarsi seduta sulla sedia a dondolo con la sua bambina in braccio.
Tutta la sua famiglia e la famiglia del marito fremevano dal sapere il nome di quella poco voluta creatura, chiamandola temporaneamente mostro, scarto o qualsiasi tipo di dispregiativo nei confronti di una cosa non voluta.
La donna li osservava di sottocchio con fare inorridito, sentendo di tanto in tanto dei brividi lungo la schiena che la avvisavano di un pericolo non troppo imminente.
Non ci pensò poi più di tanto. Ormai l’unica cosa a cui pensava con il cuore, era sua figlia, la sua preziosa perla.
Bisbigliò all’orecchio ancora tenero della bambina dicendo sorridente e a occhi socchiusi: “Finalmente sei qui con me … Caroline. Che Dio possa benedirti dall’alto dei cieli e possa lui nella sua immensità proteggerti da qualsiasi pericolo …”
Caroline ascoltava le parole che uscivano con dolcezza dalla rosea bocca della madre, stringendosi a lei come in un abbraccio. Le sue tenere manine erano racchiuse in un pugno, proprio come due boccioli di rosa appena nati che da verde foglia si aprivano lentamente, mostrando un rosso delicato e vergine.

Tutto questo splendido quadro fu bruscamente interrotto da dei forti rumori provenienti dall’entrata. Si sentivano vetri rotti, legni che si spezzavano con violenza, piatti e posate tirati fuori e lanciati per terra …
Harold non sopportava tutto questo. Tutto quello che aveva sperato in nove mesi, era sparito in un semplice lamento di neonata femmina.
Mary iniziava a capire il perché tutti quei brividi, mentre iniziava ad alzarsi da quella sedia per poi correre lungo l’uscita del retro della sua nobile e non più tranquilla dimora. Le donne li presenti lanciavano urla di terrore, mentre Harold saliva a passo pesante e da ubriaco quelle scale di legno di quercia pregiato.
Giunto nella sala, dove la moglie partorì poco tempo prima, tenendo la bottiglia di Whisky rotta in una mano, fissava i parenti attoniti che lo guardavano con preoccupazione, impotenti.
Lui però non provava interesse per loro. Cercò prima in cucina, poi in stanza da letto, correndo come un pazzo mentre teneva quel pericolosissimo pezzo di vetro affilato ancora in mano.
Sperava di poter strappare via l’esistenza di quell’indifesa creatura, dalla vita stessa e dalle braccia di sua madre.

Mary riuscì a scappare, evitando il pericolo per se stessa e per la sua bambina che ora teneva in braccio, baciandola sulla delicata fronte.
Era una donna previdente e d’ingegno, così con i soldi che teneva nascosti nel corsetto, comprò un biglietto per una piccola cittadina campagnola confinante.
Lì vivevano gli zii di Mary, forse gli unici che potevano capire il suo dolore e la sua preoccupazione.
La signora e il signor Hamilton, avevano cresciuto la piccola Mary quando era ancora una bambina. I suoi genitori partivano spesso per questioni di lavoro; lui per cercare affari in ogni parte del mondo, lei per controparte nei suoi viaggi.

Zia Hamilton vide che sua nipote teneva in braccio un fagotto. Quando lo scoprì dal lenzuolo che teneva accucciata Caroline, scoppiò in lacrime di gioia nel vedere quel piccolo frugoletto con le guance tinte di un rosso tenue.
La zia, presa da un colpo di genio, corse nella stanza da letto, dove iniziò a lanciare in aria degli abiti dalla vecchia cassettiera.
Tornò nella sala, dove sua nipote la guardava con fare interdetto, mentre gli mostrava i suoi vecchi abiti da neonata, iniziando a provarli sulla bambina.
In uno di quegli abitini, c’era un piccolo cammeo prezioso, mai messo dalla zia. Raffigurava una rosa bianca, contornata da piccoli diamanti che facevano da rugiada su di essa.
Fuori aveva iniziato a piovere, mentre Caroline teneva a malapena quel piccolo oggetto nella mano che appoggiava sul petto della madre.

Proprio come quella piccola rosa incisa nel cammeo e quella pioggia che batteva sul vetro di quella piccola casa di campagna, sbocciava la vita di Caroline, la bambina che riuscì grazie all’amore della madre a sfuggire dallo sradicamento che l’avrebbe uccisa.


____________________________

Heilà gente! Si, lo so... è passato un sacco di tempo.
Sfortunatamente sono stato malissimo di salute, oltre che impegnato con varie cose.
Alla fine però l'ho scritta! La mia nuova storia che spero vi piaccia tanto tanto. Vi prego di perdonarmi se ci sono errori di battitura o cose simili, ho fatto del mio meglio.
Mh... credo di aver finito.

Baci baci ~
Nevan.

  
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