Hiccup sente qualcosa accarezzargli il viso.
Sono tocchi delicati che si ripetono ad intervalli regolari per tutta la sua faccia, come delle ipnotiche carezze un po’ languide che lui, con il cervello ancora impastato dal sonno e le palpebre incredibilmente pesanti, potrebbe anche fingere d’interpretare come un banale sogno un po’ più vivido degli altri, se solo il qualcosa in questione non fosse fastidiosamente peloso.
« Sdentato, potresti gentilmente scendere dalla mia testa? Sei pesante ».