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Autore: BebaTaylor    24/02/2013    1 recensioni
Shane, qualche mese prima del matrimonio con Gillian è in un bar, confuso sul matrimono.
Clodagh è lì in vacanza e lo incrocia per caso, dato che l'unico sgabello libero è proprio accanto a Shane.
Clodagh fissò la mano di Shane sopra la sua e poi guardò lui, domandandosi perché lui fosse lì, in quel pub nella periferia di Dublino invece di stare con la sua fidanzata.
«Raccontami qualcos'altro.» esclamò Shane. Era entrato lì sentendosi confuso e improvvisamente si sentì meglio.
Clodagh sorrise. «Non saprei da dove cominciare.» disse, prese il boccale con la mano destra, non osava spostare l'altra mano, non voleva interrompere quel contatto.
«Incomincia da dove vuoi.» rispose Shane, neppure lui voleva spostare la mano.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Written In The Stars'
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Written in the stars

Shane sospirò e ignorò il barista quando gli mise davanti la pinta di Guinness. Ignorava anche il casino dovuto a una festa di compleanno al piano superiore.
Cercò d'ignorare anche i suoi pensieri ma senza successo.
L' "Unbreakable Tour" in Europa si era concluso da un paio di settimane e il tour in Asia sarebbe partito dopo un paio di mesi.
Ma non era quello che lo preoccupava e lo tormentava.
No, era tutt'altro.
Mancavano cinque mesi, due settimane e tre giorni al suo matrimonio con Gillian. Era questo che lo preoccupava. Conosceva Gillian da molti anni, dodici per la precisione e improvvisamente non era più sicuro di volersi legare a lei per sempre, perché per lui il matrimonio era per sempre.
Pensò che fosse troppo giovane per sposarsi, ma poi pensò a Nicky che si sarebbe sposato il mese successivo e a Bryan, che si era sposato a soli ventuno anni. Per loro non era stato presto. Si erano sposati con le persone che amavano. Lui si sentiva confuso.
Sospirò nuovamente e bevve un sorso di birra, tenne in mano il boccale e iniziò a giocare con il sottobicchiere, spingendolo con l'indice dell'altra mano da una parte all'altra.
«È libero? Posso sedermi?»
Shane posò il bicchiere e girò il viso verso sinistra, una ragazza di circa vent'anni, con i lunghi capelli castani legati in due codini lo stava fissando, le mani posate sul piccolo schienale dello sgabello accanto a lui.
«Sì.» si limitò a rispondere e posò il boccale sul tavolo.
Ignorò la ragazza e tornò ai suoi pensieri.
Il matrimonio era ormai quasi del tutto organizzato, mancavano poche cose.
Dovevano, lui e Gillian, decidere dove fare il ricevimento.
«Ma sono invisibile?»
Shane guardò di nuovo la ragazza seduta accanto a lui. «Scusa?»
«Non ce l'ho con te.» disse lei sorridendo. «Me la sto prendendo con il barista che mi passa davanti e non mi calcola.»
Anche Shane sorrise, e forse era il primo sorriso che faceva da tempo.
«Scusa!» esclamò quando il barista passò davanti a loro. «La signorina vorrebbe ordinare.»
La ragazza sorrise. «Una Guinness, grazie.» disse lei. Si voltò verso Shane e sorrise ancora. «Grazie.»
Shane bevve un sorso di birra e le sorrise. «Di nulla.» disse e si domandò di dove fosse. Il suo inglese era perfetto, ma il suo accento non era né irlandese né inglese. «Come ti chiami?» le domandò.
«Clodagh.» rispose lei.
«Shane.» disse lui porgendole le mano.
«So chi sei.» mormorò in un soffio, abbassando il viso.
Shane sorrise quasi intenerito.
«Sei irlandese?» domandò Shane sorpreso, il nome della ragazza era tipicamente irlandese.
Clodagh sorrise e sorseggiò la birra. «Mia madre è irlandese, mio padre è italiano.» rispose.
«L'Italia è bella.» disse lui.
Clodagh sorrise. «Anche l'Irlanda lo è.»
Shane prese il boccale e continuò a guardare la ragazza. «C'è un tavolino libero, andiamo a sederci?» propose.
Lei annuì, prese il suo boccale e lo seguì, sentendosi felice. Non avrebbe mai pensato che lui le parlasse. Si era seduta accanto a lui solo perché quello era l'unico sgabello libero e quando lui aveva iniziato a parlarle si era sentita sulle nuvole.
Si sedette di fronte e lui non sapendo cosa dire.
Shane le sorrise e lei si sentì più tranquilla. «Quanti anni hai?» le domandò. Era sicuro che fosse maggiorenne, ma voleva avere qualche conferma.
«Ventidue.» rispose Clodagh e posò la borsetta sulla piccola mensola accanto al tavolino, vicino a una candela azzurra.
«Come mai sei qui?» domandò lui.
Lei alzò le spalle. «Sono in vacanza con i miei genitori, siamo venuti a trovare gli zii.»
«Cosa fai? Studi, lavori?» domandò Shane posando le mani sul tavolino.
«Lavoro» rispose Clodagh e bevve un sorso di birra. «in un negozio di arredamento. Do alla persone consigli su come arredare casa.»
«Allora se ho bisogno di un consiglio posso chiederti una mano.» esclamò Shane.
Clodagh lo fissò sorpresa, e aprì la bocca per rispondere ma non seppe cosa dire; abbassò il viso e fissò il tavolo.
Shane rimase in silenzio e si accorse di averla messa in imbarazzo. «Stavo scherzando!» disse. Allungò una mano e sfiorò quella di lei, «Se ti ho offeso scusami, non volevo.» disse.
Clodagh alzò il viso e sorrise. «Non mi hai offeso.» rispose.
Anche Shane sorrise sentendosi sollevato, ma non spostò la mano.
Clodagh fissò la mano di Shane sopra la sua e poi guardò lui, domandandosi perché lui fosse lì, in quel pub nella periferia di Dublino invece di stare con la sua fidanzata.
«Raccontami qualcos'altro.» esclamò Shane. Era entrato lì sentendosi confuso e improvvisamente si sentì meglio.
Clodagh sorrise. «Non saprei da dove cominciare.» disse, prese il boccale con la mano destra, non osava spostare l'altra mano, non voleva interrompere quel contatto.
«Incomincia da dove vuoi.» rispose Shane, neppure lui voleva spostare la mano.

***

Era passato un mese da quando Clodagh era ritornata in Italia. Fissò lo schermo del computer sperando che quel messaggio le arrivasse.
Shane le aveva promesso che le avrebbe scritto ma non lo aveva ancora fatto.
Clodagh sbuffò e aggiornò la pagina.
Una nuova mail. Sorrise e incominciò a sentire il cuore battere forte.
Guardò il mittente e il sorriso le si spense. Era Chiara, la sua ex compagna di liceo. Abbattuta aprì l'email. Era un invito per una cena fa ex compagni.
Decise di rispondere più tardi e chiuse la finestra del browser.
Si alzò e si mise le scarpe. Aveva passato troppo tempo chiusa in casa ad aspettare un messaggio da parte di lui. Anche sul lavoro controllava la posta e anche lì rimaneva delusa.
Andò in bagno e si pettinò. Era domenica e voleva uscire. Non poteva passare il resto della sua vita attaccata ad un pc in attesa di un messaggio da parte di Shane.
Tornò in camera e prese la borsetta, scese in salotto. «Mamma io vado in piazza a fare un giro.» esclamò prendendo la giacca.
Era appena uscita dal cancello quando sua madre la richiamò.
«C'è un ragazzo al telefono, dice di chiamarsi Shane.» le disse la donna.
Clodagh la fissò e corse in casa, per poco non inciampò nel tappeto all'ingresso.
«Shane!» disse prendendo il cordless.
«Ciao Clodagh, spero di non disturbarti.» disse Shane. «Tua madre mi ha detto che stavi uscendo.»
«Nessun disturbo!» esclamò lei e corse di sopra nella sua stanza. «Tutto bene?»
Shane sospirò. «Diciamo di sì.» rispose. «Va tutto bene. E tu?»
Clodagh si chiese cosa significasse "diciamo di sì". «Sì, tutto bene. Anche se aspettavo che qualcuno mi scrivesse come mi aveva promesso.»
Clodagh voleva mordersi la lingua, si era resa conto di aver parlato troppo.
«Scusami.» mormorò Shane. «Mi dispiace, ma ho avuto altri pensieri.»
Lei rimase in silenzio, sapeva benissimo a cosa si riferisse: aveva rotto con Gillian e il matrimonio era stato annullato. «Fra poco parte il tour in Asia, sei ansioso?» domandò cambiando argomento.
«Un pochino.» ammise lui. «Ascolta, io vorrei…» Shane si fermò e Clodagh strinse il telefono con tutta la sua forza. «Cosa?» mormorò lei.
«Vorrei rivederti prima di partire, anche solo un paio di giorni. Riesci a venire qui?»
Clodagh aprì la bocca sorpresa. «Sì! Sì!» esclamò con enfasi sedendosi sul letto. Non ci poteva credere, lei voleva solo un messaggio e invece lui la stava invitando.
Shane rise. «Sono felice che tu abbia accetto.» disse.
«Sono contenta che tu me l'abbia chiesto.» esclamò Clodagh.

***

I due ragazzi scesero dal cavallo e si tolsero i caschetti, legarono i cavalli ad una staccionata e iniziarono a camminare vicini.
Clodagh anche con i vestiti addosso riusciva a sentire il calore del corpo di Shane sul suo.
Sentiva anche le dita di lui sfiorarle la mane. Clodagh prese coraggio e gliela strinse. Continuò a guardare davanti a sé, non voleva guardare Shane, si sentiva in imbarazzo nonostante avesse preso lei l'iniziativa.
«Clodagh…» la chiamò lui e si fermò.
Si fermò anche lei e lo guardò. Shane le sfiorò una guancia e avvicinò il viso a quello di lei, le sorrise e la baciò, stringendola forte.
Clodagh non se lo aspettava una cosa del genere, rimase rigida per qualche secondo, poi si rilassò e gli cinse il collo con le braccia.

***

Clodagh fissò l'anello che portava all'anulare sinstro, il Claddagh Ring. Lei e Shane si erano sposati un anno dopo il loro incontro e fra poco sarebbe stato il loro quarto anniversario.
Prese in braccio il loro primo bambino, Chris e sorrise verso Shane. Mancavano meno di dieci minuti e sarebbe iniziato un nuovo concerto del "Back Home Tour".
Shane si avvicinò a loro due e sorrise. Baciò la testa di Chris, dopo due settimane avrebbe compiuto un anno, alzò il viso e baciò Clodagh.
«Ti amo.» le disse.
«Ti amo.» esclamò Clodagh.
Nessuno dei due avrebbe mai immaginato che un incontro casuale in un bar si sarebbe concluso con il loro amore, entrambi erano convinti che la loro storia fosse scritta nelle stelle.

Prima one shot non slash che scrivo su di loro *o*
Bhé, per chi non lo sapesse la prima parte è ambientata nel 2003, la fine nel 2008.
Shane e Gillian si sono sposati il 28 Dicembre 2003, Nicky e Georginina il 9 agosto dello stesso anno, Brian e Kerry nel gennaio del 2002. E hanno divorziato nel 2004.
Spero che la storia vi sia piaciuta. Il nome Clodagh è irlandese e lo scelto perché mi piace molto. Volevo usarlo per qualche storia e finalmente ho trovato quella giusta!
   
 
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