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Autore: Sigyn    24/02/2013    1 recensioni
Elek e Anatol hanno qualche problema di comunicazione.
[Male!Ungheria/Male!Bielorussia]
[Gakuen!AU]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Bielorussia/Natalia Arlovskaya, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
- Questa storia fa parte della serie 'Boys will be Girls and Girls will be Boys '
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Something stupid like I love you

 

 


La prima volta che Elek glielo dice, lui non sente nessun calore nel petto. Nessuno sciame di farfalle impazzite nello stomaco, non il volto in fiamme, non la fronte che scotta.

Piuttosto, il gelo gli serra la gola e, per un attimo, non riesce più nemmeno a respirare. Inspira e espira, la bocca che si muove mentre la sua mente rimane immobile e silenziosa e vuota, le parole che si formano sulle labbra e sulla punta della lingua e muoiono subito, sfioriscono sotto l’urto bruciante del freddo che si sente dentro.

Alza gli occhi dal suo libro, lo guarda, lo studia. Elek rimane appoggiato allo schienale della panchina, noncurante, la calma nel viso e la tensione nelle spalle, il sole tra i capelli e lo sguardo ostinatamente fisso davanti a sé e un sorriso non proprio come i suoi soliti sorrisi sulle labbra – insomma, se non lo conoscesse, quasi lo definirebbe incerto.

Lo guarda, lo studia. I riccioli castani e morbidi tra cui è strano e bello passare le mani, gli occhi verdi e adombrati, le labbra rosee, il vago rossore sulle guance. Per un unico secondo di improvvisa stupidità, pensa che sia un miraggio, e poi si dà dell’idiota.

Lo guarda, lo studia. Non gli viene in mente nulla da dire – la risposta giusta è una sola, in fondo, ma se la desse nel modo sbagliato?

Elek rilassa le spalle, e il suo sorriso si fa un po’ meno ampio e un più gentile e rassegnato. Riprende un vecchio discorso che lui nemmeno ricorda, e il tempo torna a scorrere, semplicemente come si è fermato. Improvvisamente, il mondo sembra un posto un po’ più assurdo del solito.

Anatol si accorge di star trattenendo il fiato, e torna a respirare normalmente. Inspira, espira. Inspira, espira. Non è niente di difficile, no?

Comincia a rispondere a qualche domanda di Elek, con monosillabi bruschi e svogliati. Dopo un po’, può quasi convincersi di aver immaginato tutto, di aver frainteso, ed è un po’ più facile scivolare di nuovo nella normalità, fingere che il mondo abbia ancora un minimo di senso.

Il freddo attutisce i suoi sensi, ma anche se è così intorpidito ha la sensazione vaga e strisciante che tra poco vorrà sbattere la testa contro il muro più vicino con tutta la sua forza.

 

 

La prima volta che lo dice ad Elek, il calore gli esplode nel petto, nella mente, nelle vene. Ed è troppo, è semplicemente troppo, e la sua bocca cerca immediatamente quella del suo ragazzo perché in questo momento – e lo sa che è un timore stupido e irrazionale e tanti, tanti altri aggettivi negativi – ha paura che uno di loro due dica qualcos’altro.

È un bacio disordinato, un cozzare di labbra e denti, uno scontrarsi e inseguirsi di lingue che lo lascia tremante e senza fiato e gli fa chiudere gli occhi. Le mani di Elek gli cingono la vita, risalgono la schiena, lo accarezzano con gesti lenti e gentili, mentre le mani di Anatol sono tra i suoi capelli e stringono e tirano. Per un istante si chiede se gli stia facendo male, ma non gli importa davvero: vuole solo tenerlo vicino a sé, stringerlo e non lasciarlo andare.

È riluttante ad interrompere il bacio, ma le mani di Elek premono salde e gentili sulle sue spalle e le loro labbra si allontanano lentamente, e quando Anatol riapre gli occhi i loro sguardi  si incrociano e gli occhi di Elek scintillano.

E Anatol vorrebbe trovare una giustificazione, vorrebbe potergli spiegare perché e perchè ora e perché così e perché così all’improvviso. Vorrebbe potergli spiegare perché non prima, soprattutto.

Invece, ancora una volta non riesce a dire nulla – colpa di quel calore soffocante, febbricitante, colpa delle mani tiepide di Elek che corrono al suo viso, come per carezzarlo e sorreggerlo allo stesso tempo, impedendogli di scostarsi e di evitare il suo sguardo.

Poi, Elek lo bacia di nuovo, sulle labbra – e il calore formicola sulla sua pelle, morbido e avvolgente, meno intenso ma più dolce.

Forse non lo ha detto nel modo giusto, riflette, ma almeno lo ha detto.

 

 

 

 

 

Note finali:

Prendetela come un regalo di San Valentino in (clamoroso) ritardo. <3

Il titolo viene da Somethin’ Stupid di Frank Sinatra. La fanfic partecipa alla challenge The Four Elements Challenge con la tabella Fire e il prompt 6. Calore.




The Four Elements: Fire

1. Fiamma

2. Falò

3. Cottura

4. Scottatura

5. Sole

6. Calore

7. Cenere

8. Incendio

9. Fuoco greco

10. Fuoco fatuo

11. A scelta

12. Fuoco

Completate 5/12

 

  
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