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Autore: _ K a r i n    24/02/2013    4 recensioni
[Questa FanFiction partecipa al contest "Parellel World" indetto da Destroyed Fairy e Thepridestalker][Kyousuke/Aoi]
L’incontro tra Sorano Aoi e Tsurugi Kyousuke avvenne soltanto in tre occasioni. Anche se abitano nella stessa città, prima che si conoscessero, erano come estranei.
[..]
-Ho notato che, se i suoi petali sono messi in risalto dalla luce del sole, sembra che essa abbia i colori dell’arcobaleno. Almeno così hai qualcosa la quale ti riporta a me. E così sono più serena.-
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Aoi Sorano, Tsurugi Kyousuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Hanon98;
Titolo:
Nijiiro no Hana~ Un fiore del color dell’arcobaleno;
Prompt (se c'è): //
Epoca: Bakumatsu (Tardo Shonugato Tokugawa);

 

Parole: 1.500, né uno di più né uno di meno;
Pairing:
Het, Tsurugi/Aoi;
Note:
Innanzitutto, qui sia Tsurugi sia Aoi hanno 16 anni e abitano a Kyoto. Devo dire che all’inizio ho pensato all’antica Grecia, nella guerra di Troia vs Grecia, ma alla fine l’ho lasciata perdere per l’era Shonugato. Mi ha ispirato Okita.*-*

 

Ringrazio Destroyed Fairy e The Pridestalker per avermi fatto partecipare a questo contest; ovviamente non punto ai primi posti, però, spero che questa oneshot piaccia.

 

E penso di non averli fatti OOC. çç

 

Altra piccola nota: Il titolo è stato preso dalla character song di Ranmarukun~ e Feychan~. Quei due cantano meravigliosamente insieme <3

 

 

                                            ~~~~

 

 

 

                                      .:Nijiiro no Hana~ Un fiore del color dell’arcobaleno:.

 

 

 

L’incontro tra Sorano Aoi e Tsurugi Kyousuke avvenne soltanto in tre occasioni. Anche se abitano nella stessa città, prima che si conoscessero, erano come estranei.

 

La prima volta era pomeriggio. Aoi stava sbrigando delle compere per la madre tra i larghi viali della città di Kyoto. All’improvviso, si ritrovò a terra dopo aver colpito qualcuno. Tutte le buste caddero e le verdure, insieme alla frutta, che aveva appena comprato rotolarono a qualche centimetro più avanti della busta. Dopo minuti interminabili, la ragazza dai corti capelli bluetti alzò lo sguardo e vide un ragazzo, dall’aria seria e dura, intento a chinarsi per raccogliere gli ingredienti comprati per rimetterli nel sacchetto. Appena si rese conto dell’accaduto, lo fermò per riprendere lei il cibo acquistato. Ma il gesto della ragazza non lo bloccò, per niente. Anzi continuò il suo operato.

 

-Grazie, ma non c’era bisogno che mi aiutava- esclamò lei, dopo aver sistemato e ripreso le buste.

 

-Mi andava, tutto qua. La prossima volta sta più attenta- dicendo questo, continuò il suo cammino.

 

Sorano lo guardò con aria assorta fin quando non svoltò l’angolo. Dalla specie di yukata che indossava, considerò che faceva parte della Shinsengumi, ma forse si sbagliava. 

 

Qualche giorno dopo lo incontrò una seconda volta. Quella volta rivalutò il riguardo che Sorano aveva per Tsurugi. Era tarda sera e, cercando di entrare al più presto a casa sua, Aoi svoltò in un vicolo cieco, ma, prima di uscirne, degli adulti dall’aria minacciosa l’avevano circondata. Erano ubriachi fradici, pensò lei, immediatamente. Senza nessuna via d’uscita indietreggiò fino a, quando non toccò il muro. Il suo primo pensiero andò al ragazzo incontrato qualche giorno addietro, ma poi comparve un’ombra familiare.

 

-Allontanatevi da lei. Immediatamente.- Disse lui, in tono freddo.

 

-E chi saresti tu per dirci cosa dovremmo fare, eh?- ringhiò uno di loro.

 

-Sono Tsurugi Kyousuke, vice capitano della prima squadra della Shinsengumi-

 

Loro, d’altro canto, balbettarono delle scuse e se ne sgattaiolarono via di fretta e furia.

 

-Le raccomandazioni non sono servite a niente, eh? La prossima volta cerca di evitare posti del genere.-

 

Aoi ancora non credeva ai suoi occhi. Non credeva che si fosse ricordato di lei e, invece, eccolo lì a salvarle la vita.

 

-Il gatto ti ha morso la lingua? Su, andiamo, ti accompagno a casa. Non pensare male, non voglio che tu faccia altri brutti incontri.-

 

-No, nessun gatto mi ha morso la lingua. E poi, potevo cavarmela benissimo da sola.- quel Tsurugi la faceva innervosire come nessun altro poteva fare.

 

-Già, si vede.-

 

-Mi sta prendendo in giro, per caso?- domandò irritata, lei.

 

-Chi lo sa.- risponde beffardo, lui.

 

Così s’incamminarono, ma non prima di presentarsi ufficialmente.

 

Dopo quella serata, la terza volta in cui si rividero fu durante lo Shubun no Hi, festa che segnava l’inizio della primavera.

 

Quella sera, chiacchierarono e ballarono molto. Insieme creavano una sinfonia davvero particolare, nonostante avessero ben poco in comune.

 

Benché gli incontri tra Sorano e Tsurugi avvennero soltanto in tre occasioni, non si capacitavano perché ogni giorno uno o l’altra pensava a lei o lui. Si perché, ogni volta che Kyousuke si allenava con la spada insieme a Okita Souji, quest’ultimo lo riprendeva sempre appena sbagliava, -ovvero ogni due per tre-, perché pensava ad una persona in particolare.

 

E la stessa cosa valeva per Aoi, mentre aiutava la madre alla bottega di famiglia.

Così passarono i mesi, dove i due giovani s’incontravano un paio di volte, per stare un po’ insieme, ma furono poche le volte in cui potevano restare a chiacchierare per ore, perché avevano sempre impegni da gestire. Lui con la Shinsengumi, lei con l’impresa dei suoi genitori.

 

                                          

                                             ***


 

Un pomeriggio di un giorno qualsiasi di un mese qualunque, appena fuori Kyoto, Aoi era seduta ai piedi di un albero e stava ammirando il paesaggio di fronte a sé. Era circondata da fiori con i petali color tramonto e la ragazza, presa dai suoi pensieri non si accorse di qualcuno che la fissava.

 

Quel qualcuno rimase indietro ad osservarla, ma per qualche strana ragione, poco a poco, passo dopo passo, si avvicinò, lentamente. Sentendo dei passi, Sorano si girò sussultando alla sua vista e lo chiamò per nome, sussurrandolo.

 

-Eccoti qui. E’ da un po’ che ti cercavo.- rispose, soffocando un tono preoccupato. Dopotutto, non era da lui preoccuparsi ulteriormente per delle persone che non erano suo fratello Yuuichi, Okita o chissà chi.

 

-E perché mi cercavi?-

 

-Volevo dirti soltanto che tra qualche giorno partirò per Tokyo. L’imperatore si trova lì ultimamente e Okita deve riferirgli qualcosa d’importante.-

 

-Quando partirai?-

 

-domani all’alba; l’indomani dovremmo già essere a Tokyo.-

 

-E.. quando ritornerai?-

Si siede in mezzo all’erba, affiancandola. -Non lo so.-

 

-Ho capito. Beh, sta attento..- disse, abbassando la testa. Non voleva impedirgli di partire, ma dentro di lei aveva il presentimento che non sarebbe ritornato dopo un bel po’. Dopotutto, chi la poteva biasimare, dato che, nell’aria tra Kyoto e Tokyo, stava per scoppiare un guerra. La guerra a noi conosciuta come “La battaglia di Toba-Fushimi”.

 

-Ritornerò, ne sono sicuro.-

 

-Come puoi esserlo?-

 

-Perché lo so, e basta.-

 

Aoi staccò dalla prateria un fiore che, in mezzo a tutti gli altri, spaccava per via del colore bianco, come la neve candida. La ragazza guardava quel fiore con molta attenzione.

 

Dopo averlo ammirato a lungo, lo porse a Kyousuke, il quale la guardava con curiosità e, senza che potesse dire o fare qualcosa, lei cominciò a parlare:

 

-Ho notato che, se i suoi petali sono messi in risalto dalla luce del sole, sembra che essa abbia i colori dell’arcobaleno. Almeno così hai qualcosa la quale ti riporta a me. E così sono più serena.-

 

Kyousuke, non sapendo cosa dire, prese quel fiore tra le mani e, rimanendo in silenzio, notò che era tutto vero. Brillava di una luce particolare, quel bocciolo, appena schiuso.

 

D’altro canto, Aoi non aveva bisogno di risposta. Ormai, aveva imparato a conoscerlo meglio e di sicuro, l’avrebbe portato con sé, o almeno lo sperava.

 

   
 
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