Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: _Hana    24/02/2013    1 recensioni
Non siamo sempre sicuri di voler sapere la verità, soprattutto quando questa potrebbe rischiare di portarci verso qualcosa più grande di noi, verso qualcosa che sappiamo non essere in grado di superare con le nostre sole forze.
Ed è qui comincia la nostra storia: quando si decidere di uscire dalla propria posizione di ingenua ignoranza per prendersi le responsabilità della propria vita, delle proprie scelte e del proprio futuro.
Forse sarebbe stato meglio se avesse soddisfatto quel giorno le mie curiosità, se invece di quel riprovevole silenzio avessi udito una volta per tutte la crudele verità.
Ma non fu così.
Non avrei fatto quello che ho fatto, non sarei diventata quello che sono se quel giorno non mi fosse stata negata la possibilità di sapere.
E, ancora oggi, non so cosa sarebbe stato meglio.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Marcia


Sfortunatamente sarebbe stato impossibile sbagliarsi.
Avvertivo dentro di me le emozioni più contrastanti: sentivo distintamente l’impellente bisogno di sapere; come avvertivo l’altresì potente necessità di voler perseverare nella mia infantile ignoranza che, fino a quel momento, mi aveva sempre maternamente protetto da ogni turbamento.
Lo sforzo che quelle lunghe giornate richiedevano al mio ebole fisico sarebbe stato insostenibile per qualunque bambina della mia età e, poiché io non rappresentavo di certo un' eccezione alla regola, ogni giorno si susseguiva all’altro portando con sé pene sempre maggiori del precedente.
Non avevo nulla di speciale rispetto ad ogni altra bambina abituata a passeggiare scalza per i boschi, avevo, al contrario, tutto quello che la natura prescriveva: un corpo piccolo e minuto, basso, tutt’ossa e dello stesso colore del latte.
Non posseggo chiare memorie di quei giorni angosciosi e pieni di sforzi; ricordo il terribile dolore che mi provocavano quelle marce forzate; il freddo pungente di quelle interminabili mattine invernali; le notti insonni per la paura, il gelo e la fame; i pianti nel buio per non essere udita; la disperazione e la rassegnazione dipinte su ogni viso; la calde lacrime che solo a fatica riuscivano ad essere trattenute; e la crescente sofferenza che attanagliava il mio debole cuore quando, volgendo lo sguardo indietro, riuscivo a malapena a scorgere il tetto della mia amata casa, ormai completamente nascosta dal paesaggio e , inevitabilmente, sempre più distante.
La nostra era una fuga, una fuga disperata, senza alcuna possibilità di ritorno.
Era successo tutto così all’improvviso: le urla, i pianti, e subito dopo quell’ attimo di lucidità, un barlume di speranza e poi quell’estrema, ultima, disperata soluzione.
A quel tempo ero ancora una bambina e nessuno durante quel lungo tragitto osò mai spiegarmi la vera ragione di quella partenza precipitosa o il luogo dove la nostra compagnia aveva intenzione di recarsi.
Il nostro era sempre stato un villaggio tranquillo , situato sulla cima più alta della collina di tutta la vallata circostante, e , a mio avviso, uno dei paesi più ordinari e modesti; vi erano fornai, carpentieri, cacciatori e tutte quelle istituzioni che servivano a garantire una società solida ed equilibrata, ed una vita all’insegna della giustizia; ogni domenica tutto il villaggio si riuniva nella grande chiesa centrale, pregavamo tre volte al giorno e celebravamo sacrifici ogni mese.
Non avrei mai creduto possibile potesse esistere paese più comune, ordinario e insignificante del nostro.
Non avevamo mai contatti con l’esterno: nessuno mercante osava avventurarsi sulla collina; nessun cantastorie, nessun cavaliere si era mai azzardato a tanto; questo per via delle antiche leggende che, ancora oggi, avvolgono con una tetra foschia tutta la vallata ai piedi della nostra collina.
Eravamo in marcia già da parecchi giorni quando, finalmente, riuscì a reprimere le mie timidezze e paure infantili, riuscendo tra i singhiozzi e le lacrime a volgere a mia madre qualche piccola domanda ,a mio avviso, assolutamente innocente, alle quali, com’era giusto che fosse, non ricevetti nessuna risposta.
Non era mia intenzione incrementare il suo disagio con le mie domande indiscrete ma ,sfortunatamente, non riuscivo a capirlo, credendo semplicemente che con il suo sguardo rassegnato e rigato dal pianto volesse nascondermi una verità quasi a dispetto.
Forse sarebbe stato meglio se avesse soddisfatto quel giorno le mie curiosità, se invece di quel riprovevole silenzio avessi udito una volta per tutte la crudele verità.
Ma non fu così.
Non avrei fatto quello che ho fatto, non sarei diventata quello che sono se quel giorno non mi fosse stata negata la possibilità di sapere.
E, ancora oggi, non so cosa sarebbe stato meglio.




 




-Off
Giorno <3
Grazie infinite per aver letto il capitolo :)
Spero vi sia piaciuto leggerlo quanto a me è piaciuto scriverlo.
Se trovate errori, imprecisioni sarei contenta se me lo faceste notare; in particolare trovo particolarmente faticoso “Eravamo sempre stati un villaggio tranquillo”, secondo me starebbe molto meglio “ Siamo sempre stati….” ma ho paura che la concordanza tempo non vada particolarmente bene.
Se vi è piaciuto è volete lasciarmi un ricordo di voi sarei ancora più contenta, ho una mezza idea che devo elaborare, ma credo che verrà fuori una cosa carina alla fine.
Grazie ancora
Un bacione
_Hana 花

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: _Hana