Dolce metà

Kise aveva sempre avuto una concezione molto sdolcinata dell'amore. Aveva sempre pensato che, una volta incontrato il vero amore, lo avrebbe riconosciuto subito, che sarebbe stato reciproco, che sarebbe stato estremamente facile, perché se due persone sono nate per stare insieme i loro caratteri devono necessariamente essere compatibili in tutto, e non può esserci niente a ostacolarli, no? Lui credeva davvero nelle anime gemelle, nei colpi di fulmine, in quelle storie d'amore che nascono già per essere importante. Però, ne era certo, se avesse anche solo provato a parlarne con Aominecchi sarebbe stato apostrofato poco gentilmente con l'epiteto “femminuccia”. Ma che ci poteva fare? Lui ci credeva e basta. Per questo non si era mai preoccupato tanto durante le sue storie, per ora tutte brevi e piuttosto superficiali: riteneva che se una relazione doveva andare bene, sarebbe andata bene anche senza sforzi da parte sua, e che se invece andava male era perché non aveva ancora trovato la ragazza giusta, semplicemente. Non era necessario un grande impegno da parte sua, e nemmeno un effettivo coinvolgimento; d'altronde gli bastava mettere piede fuori di casa per trovare almeno una decina di spasimanti che gli correvano dietro, che avrebbero dato qualunque cosa per poter respirare la sua stessa aria o anche solo ammirarlo da lontano – le solite cose, insomma.

Eppure la sua storia con Aomine non rispettava pienamente tutte queste regole. Per quanto riguarda il colpo di fulmine, si può dire che c'era stato; peccato che nessuno dei due fosse stato abbastanza attento da considerarlo come tale, limitandosi a catalogare quel sentimento sotto la voce “ammirazione” per Kise o “eccitazione-per-l'aver-trovato-qualcuno-con-cui-giocare-e-da-battere-ripetutamente” per Aomine. Ma insomma, nonostante questo piccolo contrattempo che non aveva reso la cosa proprio immediata e semplice, il colpo di fulmine c'era stato, ecco.
Per il resto, era quanto di più diverso ci fosse. Prima di tutto, litigavano di continuo. Non litigate serie, naturalmente, ma continui battibecchi per non dare all'altro la soddisfazione di avere ragione. In poche parole, niente caratteri affini e concordi: solo scontri continui, dure lotte anche per ottenere qualcosa di apparentemente spontaneo come un bacio o una carezza.

Ma chi l'ha detto che per essere felici bisogna per forza andare sempre d'accordo?

E infatti Kise si scoprì improvvisamente felice, anche in quel momento, mentre litigava con Aomine su chi sarebbe dovuto entrare prima in bagno a farsi la doccia. Erano andati a casa sua subito dopo l'allenamento, di certo non per una cenetta romantica ma per un qualcosa di più simile a pizza, playstation, in una serata che, come accadeva ogni volta, sarebbe conclusa con Kise sbattuto da Aomine sul letto – o anche sul divano, sul tavolo, sul pavimento, insomma, in una qualsiasi superficie abbastanza comoda – senza la delicatezza che dovrebbe essere propria di un amante. Kise, essendo il padrone di casa, avrebbe voluto andare a lavarsi per primo, non per altro, semplicemente per avere il tempo di cucinare qualcosa con calma mentre l'altro era in bagno. Naturalmente tutte queste erano motivazioni insensate per Aomine, che voleva farsi una doccia in quel momento, e l'avrebbe fatta, punto, e chissene frega dei piagnucolii isterici del compagno. E, chissà in che modo, il non voler assolutamente cedere da entrambe le parti li portò a finire tutti e due nella vasca, che si dimostrò subito decisamente troppo poco capiente per ospitare due corpi che non erano disposti a collaborare in nessun modo, e che non volevano rinunciare neanche a un centimetro di quello che ritenevano essere il loro spazio vitale. Quel bagno durò fin troppo a lungo e causò un consistente numero di lividi a entrambi – più a Kise, per la verità. Per tutto il tempo continuarono a prendersi a colpi per cercare di conquistare una posizione più comoda, a darsi gomitate mentre si mettevano il bagnoschiuma, a sussurrarsi insulti a mezza voce perché non riuscivano a trovare un compromesso neanche sulla temperatura dell'acqua – insomma, niente di più diverso da una tranquilla e romantica doccia con la propria dolce metà, in cui ci si insapona la schiena l'un l'altro e si resta abbracciati finché l'acqua non diventa fredda.

Fu in quel momento che Kise realizzò che tutto quello che aveva creduto fino a quel momento erano solo favole. E se Aomine era davvero la sua metà – a chiamarla dolce proprio non ci riusciva nemmeno con tutta la sua buona volontà – c'era poco da fare: era davvero fottuto.

Boh, non ho molto da dire su questa scemenza: solo che meno tempo ho, più idee mi vengono. Della serie che ultimamente non avrei proprio tempo per mettermi a scrivere, però mi viene l'ispirazione mentre studio (maledette simulazioni di terza prova) e allora non resisto all'impulso, ed ecco il risultato! Non ci posso fare niente, li amo a livelli osceni <3 Ringrazio in anticipo chi leggerà e recensirà, come sempre :) un bacione