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Autore: The queen of darkness    24/02/2013    2 recensioni
Se quelle due quasi sorelle avessero avuto una macchina, se quei giovani non fossero mai partiti da casa propria e se quell'uomo non fosse stato uno spacciatore, io non avrei avuto assolutamente nulla da fare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due ragazzi allegri, che si volevano divertire, erano montati sulla loro Mustang, avevano preso qualche bottiglia di Jack Daniel’s ed erano partiti nel deserto, diretti a Las Vegas. Nella lunga strada grigia,
e deserta,
e infinita,
uno stava alla guida, con i capelli liberati al vento, senza più bisogno di elastici o costrizioni, mentre l’altro era un po’ alticcio, dopo essersi scolato quasi tutta la scorta d’alcool che si erano portati dietro. Solo un ragazzo aveva gli occhiali da sole, mentre l’altro lasciava che la luce lo abbagliasse, affascinato com’era dal sole impietoso di un agosto bollente.
Lasciava che la gola riarsa venisse inondata da quel nettare chiaro brillante, ebbro di una freschezza che non si riusciva a trarre da nessun altro posto. Solo un contenitore di vetro, e tutti i suoi sogni più sfrenati potevano trovare un libero sfogo, all’altezza dell’attacatura dei capelli, laddove i raggi battevano e la pelle si stava ustionando.
L’altro, invece, guardava a tratti il compagno per controllare che non si finisse tutta la bottiglia e a tratti la strada, anche se non c’era assolutamente nessun pericolo di perdersi, perché l’asfalto era un’unica linea sinuosa che tagliava a metà l’orizzonte.
Erano giovani, spensierati e, entro poche ore, anche al verde. Una macchina, il sole, un paio di occhiali scuri e libertà.
 
 



Due giovani ragazze bionde avevano appena finito di uccidere una persona.
Si assomigliavano così tanto da sembrare sorelle, con i capelli lunghi fino a metà schiena, morbide onde sinuose, gli addomi piatti e scolpiti, la pelle abbronzata. Erano belle, entrambe, e avevano quel fascino di ghiaccio che all’improvviso si scalda se messo a contatto con una spiaggia o un bicchiere di roba forte.
Quella che aveva un bikini rosso, il pezzo inferiore celato da dei pantaloncini in jeans, prese dal tavolo della stanza del motel una bustina di plastica, riempita da una strana farina bianca. La osservò brillare tenendola vicino alla luce della finestra, notando come i granelli splendessero, quasi innocui.
L’altra, vestita forse più della compagna, stava sistemando una calibro trentotto, ancora fumante nella sua mano. Il colpo aveva fatto un gran bel rumore, nonostante il cuscino posto davanti alla canna, e sarebbero dovute andarsene in fretta. Era lei la più concreta fra le due, quella che da quando avevano iniziato ad uccidere quasi per gioco, si preoccupava che nessuno potesse pensare a loro.
Portò l’arma alla mano dell’uomo morto,
stecchito,
freddo,
e lasciò che le sue dita mollicce stringessero più o meno decentemente l’impugnatura. Disteso così sul divano macchiato da striature rosse sembrava quasi un manichino con qualche difetto di fabbrica.
La quasi sorella, messa in tasca la bustina, raccolse il portafogli da terra e prese tutte le banconote. Si inginocchiò a fissare quegli occhi vitrei, così morti, da più vicino, cogliendo il luccichio di qualche goccia di sudore.
Sembrava più che mai un maiale, in quelle condizioni.
Si guardarono negli occhi, le due: adesso avevano bisogno solo di un passaggio verso Las Vegas, e poi sarebbero tornate a casa.
 



 
Sul ciglio della strada, il giovane alticcio vide due figure dai bordi imprecisi, tremolanti. Poteva benissimo esserselo immaginato, ma smise di ridere come un idiota anche se nessuno aveva detto nulla di divertente e attirò l’attenzione del guidatore su quel punto preciso.
L’amico guardò dove gli aveva detto; il liquore era quasi del tutto finito.
Ebbene, le vedeva anche lui. Due sagome, probabilmente autostoppisti oppressi dall’afa di agosto. Non trovarono strano che qualcuno, in mezzo al niente, avesse bisogno di un passaggio, senza bagagli o un mezzo rotto lì accanto, per giustificare un guasto. Accostarono e basta.
Le autostoppiste erano due, sembravano sorelle, bionde, con i capelli fino a metà schiena.
Il giovane con gli occhiali da sole sorrise, un po’ perché il mal di testa stava cominciando a fargli prudere le tempie e un po’ perché quelle due erano davvero carine.
Salirono sui sedili posteriori, senza neppure aprire gli sportelli: una aveva un bikini rosso e un paio di pantaloncini in jeans.
Anche il guidatore, mentre chiedeva la destinazione, sorrise sotto ai baffi: erano stati davvero fortunati. 

  
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