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Autore: kumiko095    24/02/2013    2 recensioni
[..]“Alla fine non gliene importa più di tanto di noi due” pensò l’italiano, stringendo il vassoio su cui faceva bella mostra una torta interamente al cioccolato – gusto preferito del tedesco – decorata con panna, piccole rose e foglie di zucchero.
La posò sul tavolo e lasciò che il tedesco leggesse la semplice frase che rendeva alla torta un aspetto più romantico.
“Alles Gute, Mein Liebe” “Auguri, Amore mio”[...]
Ludwig e Lovino stanno insieme da un anno, ma il tedesco questo non sembra proprio ricordarlo.
Forse il loro anniversario non è poi così importante? E se invece volesse solo farsi perdonare facendo le cose in grande?!
-Lovino Vargas, mi vuoi sposare?-
[GerMano e piccola apparizione di Prungary]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Germania/Ludwig, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Alles Gute
1

 
Era un’assolata mattina e Ludwig era immerso nei suoi pensieri mentre si rigirava da un lato all’altro del letto matrimoniale stranamente vuoto.
Di solito era sempre lui ad alzarsi per primo mentre Lovino rimaneva a letto, nel frattempo che il tedesco gli portasse il caffé – quello che gli aveva insegnato a fare lui, all’italiana, e non quella brodaglia incolore che si beveva nel resto del mondo – e lo svegliasse con il bacio del buongiorno, che amava tanto ma non avrebbe mai ammesso di volere.
Quella mattina invece, nel lettone a due piazze, di Lovino neanche l’ombra.
Ludwig si chiese cosa avesse di tanto importante da fare a quell’ora della mattinata e trovò la sua risposta solo quando un aroma dolce e delicato s'insinuò nella loro camera da letto attraverso la porta rimasta socchiusa e gli solleticò le narici.
Lovino stava cucinando.
Ludwig scostò le lenzuola fresche e bianche e si mise a sedere sul bordo del letto, stiracchiandosi e sbadigliando. Prese un paio di boxer puliti dal comodino affianco al letto e dopo averli infilati, si accinse a raccogliere i vestiti suoi e di Lovino sparsi sul parquet, reduci di una notte di fuoco.
Poi, con estrema calma, uscì dalla camera, attento a non fare rumore, e scese le scale silenziosamente.
Quando arrivò in cucina trovò Lovino davanti ai fornelli, mentre gli rivolgeva le spalle, tutto intento a canticchiare una melodia orecchiabile mentre si spostava con leggiadria da un fornello all’altro, dando una controllatina al forno e sminuzzando qualche spezia tipica delle sue terre sul tagliere, per poi passare a montare la panna in una ciotola bianca  con uno sbattitore dall’aria professionale.
Se c’era una cosa che Lovino sapeva fare meglio di chiunque altro, quella era proprio cucinare – e lo avrebbe potuto confermare chiunque avesse assaggiato i suoi manicaretti, tanto che nemmeno Feliciano o Francis potevano competere quando il Sud Italia si metteva ai fornelli.
Ludwig rimase sulla soglia per un po’, godendosi in silenzio il corpo snello dell’amante che saltava da una parte all’altra della cucina, coperto solo da una t- shirt che gli sarebbe potuta entrare due volte – ma aspetta un attimo!Quella non era sua?! – e Lovino non sembrava accorgersi di niente, neanche quando, chinandosi per aprire il forno, donò a Ludwig una completa visuale del suo lato B così come mamma l’aveva fatto e il tedesco quasi non cadde per terra nel tentativo di trattenere un fischio di apprezzamento per le sue curve morbide e seducenti.
Così Ludwig, convinto che sarebbe potuto rimanere sulla porta a guardarlo per ore senza che l’Italiano si accorgesse di niente, fece qualche passo in avanti, accostandosi proprio dietro Lovino e, avvolgendogli le braccia muscolose intorno alla vita, gli sussurrò all’orecchio – Che cosa mi stai cucinando di buono?-
Lovino saltò per lo spavento e lo sbattitore che aveva tra le mani si sollevò dal suo percorso nella ciotola senza delicatezza alcuna, spruzzando la panna appena montata da tutte le parti.
L’Italiano rimase fermo qualche attimo, come per riprendersi, poi esclamò con una voce minacciosa, voltandosi verso il tedesco –Tu, maledetto! Guarda cosa mi hai fatto combinare!- per poi gettarglisi sopra e tentando si strozzarlo, facendo cadere entrambi per terra.
 -Lovino… m-mi fai male! L-lasciami!- sussurrò senza voce il tedesco, nel tentativo di allontanare le mani dell’amante dal suo collo.
Lovino lasciò andare la presa e incrociò le braccia al petto, mentre sedeva a cavalcioni sulla vita del tedesco.
-Per questa volta te la lascio passare, ma la prossima volta che provi a rovinare il mio cibo giuro che sei morto! – urlò Lovino, puntandogli l’indice accusatorio contro, mentre Ludwig si posava sui gomiti e tentava di guardarlo da una prospettiva migliore.
-E poi chi ha mai detto che fosse per te, eh stronzo?!- continuò l’italiano, guardando altrove e sbuffando, mentre una ciocca ribelle di capelli si alzava e poi ricadeva, naturalmente, sul viso del meridionale.
Ludwig lo osservò divertito, notando il colorito roseo che avevano assunto le gote del suo amante, abbinate ad un’espressione accigliata e un broncio adorabile.
Era chiaro come il sole che Lovino non era arrabbiato per la panna quanto per il fatto che il patner gli fosse arrivato alle spalle e lo avesse abbracciato all’improvviso, cogliendo alla sprovvista lui,  così intollerante a dimostrazioni di affetto tanto aperte.
Eppure, in quel momento, Ludwig non poté fare a meno di trovarlo irresistibilmente sexy.
Si mise a sedere, posando una mano sulla coscia abbronzata dell’Italiano, che si voltò automaticamente nell’intento di spostare quella mano che si stava prendendo delle attenzioni un po’ troppo confidenziali, ma fu bloccato dallo sguardo che il tedesco gli stava rivolgendo, lo stesso che suo fratello rivolgeva ad un invitante piatto di pasta, lo sguardo che il cacciatore affamatore rivolge alla propria preda.
Ludwig gli prese il mento tra indice e pollice e avvicinò lentamente il viso dell’Italiano al suo, sussurrandogli ad un orecchio – Mi dispiace di aver rovinato i tuoi manicaretti, ma sai una cosa?Io voglio assaggiare te, non loro…- per poi leccare via dal viso una piccola macchiolina bianca, proprio sotto l’occhio sinistro.
Il tedesco si leccò le labbra mentre commentava – la panna è proprio buona, bravissimo!- e si affrettava a posare un piccolo bacio a fior di labbra sulla bocca dell’italiano, che nel frattempo era diventato bordeaux.
- Esci subito da questa cucina, maledetto crucco!- urlò, tirando un violento schiaffo sulla guancia candida del tedesco e alzandosi subito dopo.
Ludwig lo guardò attonito –Ma…ma…- balbettò.
-Ho detto fuori!- Lovino indicò un punto alle spalle di Ludwig, oltre l’arco che divideva cucina e salotto, oltre la finestra che mostrava gli alberi del loro giardino imbiancati dalla neve dell’inverno berlinese, oltre casa loro insomma.
-E non provare a mettere piede dentro casa prima di questa sera capito?!- Lovino volse le spalle a Ludwig, appena in tempo per spegnere il timer e sfornare una teglia che conteneva sicuramente qualcosa di squisito, visto il profumo invitante.
-E perchè me ne dovrei andare da casa mia?- replicò Ludwig infastidito dall’atteggiamento scontroso del suo patner.
-Perché deve essere tutto pronto per stasera e tu riusciresti solo a rovinare tutto!- Lovino armeggiò con qualche altra pentola, per poi aprire un cassetto e tirare fuori un mestolo.
-Come se non fosse un giorno come gli altri!- commentò Ludwig, accostandosi all’amante per vedere cosa stesse combinando.
Lovino gli rifilò un’occhiataccia –No che non lo è, idiota di un crucco! E ora vai da qualche a rinfrescarti la memoria, perchè davvero, non riesci mai a ricordare una fottuta data!-
Lovino si spostò ancora una volta, verso il tavolo, dove facevano bella mostra ciotole e ingredienti adatti per un dolce.
-E va bene, me ne vado- sospirò il tedesco per poi avvicinarsi a Lovino e dargli un bacio sulla guancia e una pacca amichevole  sui glutei sodi.
Così Ludwig fu costretto ad uscire di casa con un’impronta rossa di mano sulla guancia e un bernoccolo da padella  in testa.
 
 
 
-Io proprio non capisco cosa gli sia preso!- si lamentò Ludwig, seduto sul divano di pelle nera a casa di Gilbert, mentre l’albino lo stava ad ascoltare – Mi ha tirato una padella in testa, bruder! Una padella!-
Il fratello non si scompose –Ne so qualcosa anche io a proposito di padelle, ma non fanno tutto questo male eh- ghignò, adocchiando Elizabeta che si dirigeva verso di loro con un vassoio tra le mani dove erano posate tre tazze da te fumanti e una marea di biscotti.
La donna lo posò sul tavolino e prese posto sul divano di fronte a quello dove erano seduti i due tedeschi.
-Molto spiritoso- Elizabeta ghignò a sua volta verso il marito – Ricordati che a tutto il resto delle persone normali, come tuo fratello Grazie al Cielo!, una padellata può fare molto male,sai?-
Gilbert sbuffò –Perchè, a me no?-
Elizabeta rincarò la dose –Tu hai la testa dura, mio caro-
Ludwig gli osservò battibeccare divertito, chiedendosi quei due a stare insieme.
Elizabeta aveva avuto sempre e soltanto occhi per il cugino austriaco dei fratelli Beilschmidt, Roderich, il pianista più talentuoso che i tre avessero mai avuto modo di ascoltare.
 Improvvisamente, poi, la ragazza aveva iniziato ad interessarsi all’irritantissimo – e magnifico! – fratello di Ludwig.
Circa un anno prima si erano sposati e tuttora convivevano, litigando come cane e gatto tutti i momenti della giornata.
Lasciando perdere il marito, Elizabeta rivolse tutta la sua attenzione a Ludwig, che mostrava ancora un bel cinquedita sulla guancia destra, il quale stava diventando di un bel colorito violaceo.
-Come ha fatto quel piccoletto di Lovino a ridurti così?- chiese guardandolo, scioccata – Non sembra avere tutta questa forza-
-Neanche tu sembri averla, tesoro- commentò Gilbert sarcastico.
Elizabeta gli rifilò un’occhiataccia per poi rivolgersi nuovamente al cognati – Ti vado a prendere un po’ di ghiaccio, ok?-
Ludwig annuì e continuò a parlare ad Elizabeta che, dopo essersi diretta nella stanza affianco, tornò con una borsa-ghiaccio in mano –Di forza ne ha eccome, quel piccoletto, come lo chiami tu!-  premette la borsa sulla guancia, reprimendo a stento un gemito di freddo e dolore, per poi continuare a parlare –Mi ha ridotto in questo stato perchè dice che io mi sia dimenticato che giorno sia oggi-
-Mercoledì, no?- disse Gilbert con ovvietà.
Questa volta le occhiatacce rifilategli furono due – Ho capito! Ho capito! Adesso me ne sto zitto!- disse agitando le braccia in segno di resa, per poi rivolgersi all’uccellino giallo adagiato sulla sua spalla –Nessuno comprende la mia magnificenza! Per fortuna ci sei tu,  Gilbird!- per poi strofinarselo contro il viso, arruffandogli il piumaggio delicato.
Ludwig ed Elizabeta continuarono a parlare come se nulla fosse –Davvero non ricordi che giorno sia, Lud?- chiese la donna, sgranando gli occhi.
Il tedesco scosse la testa in segno di negazione –Ha detto di rinfrescarmi la memoria perchè non ricordo nessuna data importante-
-E ha ragione!- continuò l’ungherese, sbattendo le mani con enfasi sul tavolino di cristallo posto tra i due divani, facendo sobbalzare tutto quello che vi era posato sopra.
Ludwig aggrottò la fronte e continuò a guardare la donna con gli occhi azzurri intrisi di confusione.
Eliza sospirò –Oh Uomini!Mai ricordarsi le date importanti!
-Ma io…giuro di non sapere che cosa sia oggi!- continuò il tedesco sempre più confuso, se lo sapeva anche Elizabeta perchè lui non riusciva proprio a ricordarsene?
La donna gli prese le mani tra le sue –Senti Ludwig, voglio essere franca con te: non riesci proprio a ricordare i giorni speciali! Così…mi sono presa la briga di pensare io a qualcosa al posto tuo, ok?- Ludwig deglutì sonoramente quando vide comparire un ghigno malefico sul suo volto, mentre metteva la mano destra nella tasca dei jeans e ne estraeva una piccola scatolina.
Ludwig la osservò incuriosito, notando che era un pacchetto regalo, incartato nella stessa gioielleria dove suo fratello e la cognata avevano comprato i loro anelli, tutto pieno di nastri e fiocchetti bianchi nonostante la dimensione ridotta.
-Ascoltami bene!- ordinò la donna, prendendo il pacchetto per l’estremità di un nastrino e facendolo penzolare davanti agli occhi di Ludwig –Qui dentro ci sono due anelli, Lud! Ma non semplici anelli! Sono anelli di finissimo oro bianco della migliore qualità con un piccolo diamante incastonato proprio al centro. Dentro ci sono incisi il tuo nome e quello di Lovino. Tutto chiaro fin qui?-
Ludwig annuì, poco convinto –Si, ma non capisco perchè––
-Lasciami finire! – continuò la donna, mentre una strana scintilla le attraversava gli occhi –Tu non ricordi che giorno sia oggi, ma sai che non è uno come gli altri.
Ludwig annuì –Beh, mi sembra chiaro a questo punto…-
-Eliza, falla finita e digli di quel cavolo di anniv––
E fu così che Gilbert si ritrovò per terra con il cranio deformato da una padella.
-E non interrompermi più!- gli intimò la moglie, per poi rivolgersi di nuovo al biondo, che la guardava sempre più confuso – Dicevo: non ricordi che sia oggi, perciò perchè non renderlo speciale con una bella proposta e questi?-
E ancora una volta fece penzolare il pacchetto davanti agli occhi del tedesco ghignando, con l’aria di chi la sa lunga.
Ludwig restò qualche attimo interdetto per poi arrossire vistosamente.
-Mi stai dicendo che quelle sono ––
-Si Ludwig. Sono fedi nuziali!- rispose l’ungherese scocciata dal fatto che Ludwig non l’avesse ancora capito, certo che poteva essere davvero tonto a volte! –E si ti sto proponendo di chiedergli di sposarti! Sono quasi sicura che una data del genere non te la dimenticheresti!-
Ludwig per poco non svenne.
Ci mise un po’ il tedesco a riprendersi e quando fu finalmente nel pieno delle sue facoltà mentali credette di star per svenire di nuovo.
L’idea si sposare Lovino gli era già passata per la testa ed era anche molto allettante, ma non poteva mica chiederglielo così su due piedi!
Per non parlare del fatto che le fedi erano state intermente comprate da Elizabeta!
Proprio quest’ultima lo guardò sorridendo, questa volta teneramente, come farebbe una madre con il proprio bambino quando si prepara ad affrontare quel grande passo che sono le scuole elementari.
Gli strinse il pacchetto infiocchettato tra le mani –Non preoccuparti, andrà tutto bene! Sono più che sicura che Lovino ne sarà felicissimo! È così timido e imbarazzato da questo tipo di cose che sicuramente ti risponderà con una o due parolacce, ma poi accetterà, vedrai!- Eliza lo guardò rassicurante per poi continuare a parlare, notando la nota di confusione che ancora regnava negli occhi di Ludwig –E non pensare minimamente di pagare tu gli anelli! È il regalo di ma trinomio mio (e di Gilbert)!- l’ungherese gli diede una sonora pacca sulla schiena per poi guardare preoccupata l’orologio –Ehm, Ludwig? Credo che dovresti essere a casa da più di mezz’ora…- disse, notando che le lancette segnavano le 20,30 passate.
Gilbert nel frattempo si era ripreso e posandosi con i gomiti sulle gambe della moglie commentò l’ultima affermazione che la donna aveva fatto sugli anelli –E fu così che anche l’Ungheria entrò in crisi! Perchè spendeva soldi in anelli per altri invece che regalare qualcosa al suo magnifico maritino! Adesso capisco perchè Roderich andava in giro con le toppe sulle mutande quando stava con te! Gli spendevi tutti i soldi in cretinate!-
Elizabeta lo guardò assassina, ma prima di potersi scagliare su di lui e mettere fine al loro matrimonio per omicidio domestico (forse anche premeditato), fu fermata dalla voce di Ludwig – Eliza, io posso pagarli! Veramente, non c’è bisogno che tu faccia tutto questo!-
La donna lo rassicurò mentre lo accompagnava all’uscio, seguita dal(l’infantile) magnifico marito –Ma cosa dici Lud! Per me è veramente un onore aver potuto comprare quegli anelli per te e Lovino! Non provare neanche più a dirla una cosa del genere!-
Ludwig le sorrise sinceramente grato, mentre infilava il cappotto e metteva il prezioso pacchetto al sicuro in una delle tasche interne.
Elizabeta lo salutò e chiuse la porta alle sue spalle nel frattempo che il tedesco uscisse dal giardino di casa Beilschmidt-Hedervàry.
Mentre procedeva verso la sua casa potè giurare di aver udito rumori di padelle, ossa rotte oltre, naturalmente, ai lamenti del fratello e le urla incondizionate di Elizabeta.
-Non provare più a parlare di quando stavo con Roderich, hai capito?! E poi cosa ne sai tu delle sue mutande, eh?! stronzo!-
 
 
Quando Ludwig arrivò a casa, con circa una mezz’ora di ritardo, notò con estremo stupore che tutta l’abitazione era immersa nel buio più totale e solo un debole bagliore proveniva dalla cucina, così come un profumo invitante che si stava diffondendo lentamente in tutto l’appartamento.
Il tedesco tolse il cappotto e lo appese all’attaccapanni, ricordandosi di prendere il prezioso regalo e poi si diresse verso l’unica fonte di luce della casa, curioso di sapere cosa stesse succedendo.
-Lovino, sono a casa- disse a voce alta, annunciando il suo arrivo, in modo che l’amante lo sentisse dovunque fosse ed entrò in cucina, rimanendo stupito di ciò che vide davanti ai suoi occhi.
-Era anche ora, stupido crucco!-
Lovino sedeva a capotavola con un broncio adorabile sul volto, tamburellando nervosamente le dita sulla tovaglia candida, ricamata con splendidi disegni floreali.
La stanza era completamente immersa nell’oscurità, se non fosse stato per i due candelabri di cristallo che illuminavano l’ambiente circostante, con un bagliore fievole e soffice.
Le stoviglie per due erano posate con estrema precisione sulla tavolata, quasi fossero posizionate geometricamente, sia i piatti di porcellana che le posate scintillanti, messe in ordine crescente ai lati dei piatti.
Tutta la cucina era immersa in un’atmosfera magica e tutto sembrava brillare, dai fornelli al lavandino, dal piano di marmo lucido alle sedie, dalla portafinestra che dava sul giardino al televisore al plasma, dal mazzo di rose rosse posate sulla sedia al posto di Ludwig a Lovino stesso.
Il tedesco si guardò intorno con meraviglia, quasi non riconoscendo la cucina a causa del cambiamento radicale che aveva subito e poi tornò a fissare l’attenzione sul mazzo di rose che splendevano vividamente, illuminate dalla luce tenue delle candele.
-Quelle sono per me?- chiese indicandole, alzando lo sguardo su Lovino.
Quello sbuffò, incrociando le braccia al petto – No, sono per il mio amante! Sai, quello con cui ti tradisco sempre e che stavo giusto aspettando per cenare- rispose acido e aspettandosi quasi timorosamente uno sguardo gelido, tipico dell’amante, in risposta.
Invece Ludwig si portò una mano alla bocca cercando di nascondere la risata che era sorta spontanea e afferrò il bouquet, posandolo sulla sedia vuota affianco al suo posto, poi si chinò verso Lovino e gli posò un bacio sulla guancia sussurrandogli –Grazie, liebe- e concluse a bassa voce mentre prendeva posto a tavola – So che non faresti mai una cosa del genere-
Ed era vero.
Lovino era estremamente geloso e possessivo delle volte, tutte qualità che, secondo Ludwig, lo rendevano adorabile ma soprattutto qualità che facevano sospirare di sollievo e tranquillità il tedesco perchè rendevano implausibile la possibilità che l’italiano lo potesse tradire.
Lovino sbuffò ancora una volta, catturando l’attenzione del tedesco che si voltò a guardarlo quando si alzò da tavola e ritornò poco dopo con le portate della loro cena stranamente romantica.
-Non esserne certo- sussurrò seducente all’orecchio dell’amante, sogghignando.
L’italiano lasciò che il tedesco assaggiasse ogni portata per primo, ridacchiando quando gli occhi di ghiaccio del tedesco iniziavano a brillare ed egli stesso si complimentava con lui per gli straordinari piatti che aveva cucinato.
Lovino era naturalmente certo dell’ottima qualità dei suoi pasti, ci aveva impiegato una giornata intera per perfezionarli, provando e riprovando almeno una decina di volte.
Ma c’era qualcosa che non andava assolutamente.
Il sorriso di Lovino andava scemando man mano che la serata proseguiva senza che il tedesco si rendesse conto perchè il suo amante avesse organizzato quella cena romantica, perchè si fosse fatto bello per lui – cosa che tra l’altro non aveva neanche notato!Si era aspettato almeno un piccolo complimento e invece niente!- o il perchè il suo viso si stesse imbronciando sempre di più.
“Alla fine non gliene importa più  di tanto di noi due”  pensò l’italiano, stringendo il vassoio su cui faceva bella mostra una torta interamente al cioccolato – gusto preferito del tedesco – decorata con panna, piccole rose e foglie di zucchero.
La posò sul tavolo e lasciò che il tedesco leggesse la semplice frase che rendeva alla torta un aspetto più romantico.
“Alles Gute, Mein Liebe”
Ludwig lesse attentamente, osservando la scrittura elegante di Lovino e una lacrima scivolò giù da una guancia quando si rese conto di quanto sciocco fosse stato.
“Auguri, Amore mio”
Si alzò con uno scatto da tavola, quasi rovesciando la sedia per terra, e abbracciò Lovino, stringendoselo al petto.
-Oh mio dio,Lovino scusami! Mi dispiace così tanto!Scusa!Scusa!Scusa!- lo implorò, riempiendogli il viso di baci – Mi dispiace, io non so come ho fatto a dimenticare il nostro…-
Si fermò un attimo quando vide che anche l’amante stava piangendo, ma sul suo volto era dipinto uno splendido sorriso che lo faceva sembrare adorabile.
-…anniversario- concluse, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo con passione.
Lovino lo assecondò volentieri, avvolgendo le braccia intorno al suo collo e attirandolo più vicino a sé.
Era stato davvero sciocco da parte sua, pensava l’italiano, dimenticarsi che era già passato un anno da quando stavano insieme, un anno fatto di difficoltà, litigi e riconciliazioni, di baci, fusa e schiaffi, di urla, sussurri e parole dolci, un anno in cui avevano imparato a conoscersi veramente e amarsi per quello che erano, accettando l’uno i difetti dell’altro.
-Fa niente, idiota- gli disse Lovino, staccandosi per primo da quel bacio affettuoso e prendendogli il viso tra le mani a sua volta – Ma solo per questa volta – cercò di avere un tono il più acido possibile, ma sul suo volto brillava un sorriso che, il tedesco lo sapeva bene, era solo per lui.
-Aspetta, voglio farmi perdonare- rispose a sua volta l’altro, allentandosi dall’amante e inginocchiandosi per terra.
Lovino gli rivolse uno sguardo confuso, fino a quando vedendolo estrarre dalla tasca una piccola confezione infiocchettata, i suoi occhi si riempirono di nuove lacrime.
-Lovino- Ludwig alzò lo sguardo verso di lui e gli si rivolse con voce seria – so che va contro tutte le concezioni del tuo Stato e della tua Chiesa, forse delle tue stesse idee, ma tu hai accettato di amarmi andando incontro a tutte queste cose, così come ho fatto io e…- fece una piccola pausa, cercando inumidirsi le labbra improvvisamente diventate secche – e mi renderesti la persona più felice del mondo se tu accettassi di sposarmi- si fermò ancora una volta, guardando senza fiato il bellissimo viso di Lovino bagnato dalle lacrime, le gote rosse dall’imbarazzo e dalla gioia e le labbra rosse curvate in un sorriso meraviglioso che l’italiano cercava di smorzare per non uscire troppo dal suo personaggio solitamente incavolato con il mondo.
-Lovino Vargas, mi vuoi sposare?- disse allora il tedesco e, mentre l’italiano annuiva con convinzione, si alzò da terra e gli prese la mano sinistra, infilandogli la piccola fede all’anulare, segno del suo infinito amore.
Lovino lo abbracciò, attirandolo a se e gli sussurrò tra le lacrime – Si, maledizione!Certo che lo voglio!-
Ludwig lo strinse a sua volta e poi lo sollevò da terra come una sposa – Era quello che speravo di sentire, liebe– gli sorrise, mentre cominciava a dirigersi verso la camera da letto – Alles Gute Mein Liebe, ora andiamo a festeggiare per bene, ti va?-
 




****************

Ok, lo so, ne è venuta fuori una schifezza -.-"
volevo scrivere qualcosa di romantico su questa coppia così poco apprezzata ma bellissima, (lo so, mi piacciono tutti i pairing di amore-odio, non c'è niente da fare XD) e quindi ne è venuta fuori questa cosa qua.
è davvero lunghissima e ringrazio chiunque abbia avuto la voglia (e il coraggio) di arrivare fin qui! Grazie mille! Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi piace o meno, se faccio schifo e dovrei smetterla di scrivere queste schifezzuole o se posso rimanere in vita ancora un po'.
Recensioni insomma, per favore *.*
Kissuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
Kumiko095

 

 
 
  
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