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Autore: marzia ds    24/02/2013    4 recensioni
"Sono rimasti entrambi a corto di parole, il bruno piacevolmente stupito, il castano dimentico della giusta combinazione di proposizioni necessarie a spiegargli ogni cosa, a scusarsi per ogni frammento del suo animo sparso in quelle quattro mura. Si allontana di pochi millimetri per accarezzargli una guancia e il maggiore, per un'insana e piacevole voglia di vendetta, gli toglie gli occhiali, perdendosi in quel mare in tempesta che intravede specchiandosi nel suo sguardo."
{Okumuracest}
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rin Okumura, Shiemi Moriyama, Yukio Okumura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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                                      Butterfly on your right shoulder

 

Mio fratello è, senza ombra di dubbio, il peggior idiota mai comparso sulla faccia della terra.”

Ora, per quanto questa sua osservazione possa sembrare assolutamente di parte (si scambiano da una vita epiteti non troppo carini, come ogni coppia di consanguinei costretti a convivere per una vita intera), per la prima volta nella sua intera esistenza, Rin Okumura pensa davvero che il cervello ed il cuore di quello stupido del suo gemello siano andati in vacanza alle Maldive.

Osserva distrattamente l'imbrunirsi del giorno dall'immensa vetrata presente in quella stanza, rifugiatosi in una qualunque camera da letto del dormitorio abbandonato in cui vivono, riducendo in tal modo le possibilità di essere trovato.

Ne è sicuro, in questo momento le guance di Shiemi saranno cosparse di lacrime mentre quell'idiota del suo Otouto lo starà cercando in lungo e in largo per il territorio dell'intero istituto, chiedendo ad ogni persona sulla sua strada se per caso ha intravisto un ragazzo con una lunga coda corvina che correva senza meta. Come se anche lui non ce l'avesse, la coda.

Si lascia sfuggire l'ennesimo idiota, sussurrandolo al nulla che da diversi minuti lo accoglie protettivo.

Serra le palpebre, stendendosi poi sul gelido pavimento, le labbra della sua migliore amica congiunte prepotentemente con quelle del suo stupido fratellino, la scena ripetuta infinite volte nella propria mente. Sa per certo che non è colpa sua, era a conoscenza dei sentimenti di tipo romantico covati dalla bionda nei confronti del castano, eppure... Il sol pensarci fa ugualmente così male.

Una mano corre al petto, infilzando le unghie nella carne, all'altezza di quel muscolo palpitante. Fin da bambino sognava che, un giorno, si sarebbe sposato con una dolce e carina fanciulla, snella e dalle forme ben delineate, corti capelli color del cioccolato ad incorniciarle il volto, un paio di occhiali poggiati sul naso leggermente all'in su, due ridicoli nei posti perpendicolarmente sotto l'occhio sinistro, le iridi color acquamarina, talvolta dalle sfumature smeraldo, talvolta dalle sfumature oltremare. Un'amara risata risuona roca, quasi prendendolo in giro, facendogli notare che la descrizione da lui appena effettuata è quella di uno Yukio al femminile, un po' più mansueto e rinchiuso in una femminea gonna a balze. Ride ancora e ancora, stille salate che percorrono il suo viso infrangendosi sul parquet, amara rassegnazione che risale e avvolge il suo animo.

Potrebbe provare a baciarlo anche lui, magari imputando il tutto ad un qualche istinto sessuale malato e perverso, facendosi subito dopo rinchiudere in un qualsiasi centro di cura sperduto ai confini del mondo, almeno, in questa visione ottimistica del suo futuro, potrebbe finalmente scoprire il sapore delle labbra del gemello. Menta, senza dubbio, la sua fissazione per l'igiene dentale gli è ben nota, ciononostante cogliere il sapore del loro dentifricio nei propri respiri intrecciati sarebbe la miglior conclusione per la sua disastrata esistenza.

Chiama a gran voce il suo nome, urla simili a lamenti disperati, attendendo che la sua figura oltrepassi la porta in legno scuro, ultima barriera del suo cuore infranto. In questo momento si sente il minuto ed ingenuo fratello minore bisognoso d'affetto e conforto, in attesa del proprio fratellone pronto a stringerlo forte, senza lasciarlo più andare, ciò che ostinatamente faceva lui con Yukio nella loro sofferta infanzia. Solleva il busto poggiandolo contro il muro, stringendo poi le gambe al petto, continuando ad invocare flebilmente la sua ultima ancora di salvezza.

D'un tratto la sua voce si ferma, le orecchie in allerta, un frenetico rumore di passi proveniente dal corridoio e sa per certo che quel camminare sconclusionato appartiene al suo quattr'occhi. Poco dopo, scardinando l'ingresso con quelle maniere impetuose e confusionarie che per nulla gli appartengono, entra il suo eroe dal nero mantello, le gote porpora e lo sguardo preoccupato oltre misura, un velo di sollievo a schiarirgli le iridi quando finalmente intravede la sua figura. Scatta veloce, inciampa, gli avvolge le braccia intorno alle fredde membra e si lascia sfuggire qualche singhiozzo, sollevato. E Rin giurerebbe di averlo visto tornare bambino per qualche breve istante, quando correva fra le braccia del suo fratellone con le pupille dilatate e lucide, gli occhi gonfi e rossi, gli occhiali appannati, e non può fare a meno di sorridere, ricambiando quell'abbraccio che ha il retrogusto amaro della disperazione, delle incomprensioni e della solitudine. Il castano gli prende il volto fra le mani appena un po' callose, scrutandolo nel profondo, scostandogli qualche ciocca di capelli e facendolo sentire nudo e indifeso fra le sue falangi, ormai ben conscio della ferrea stretta che da sempre le intreccia.

-Nii-san...- mormora sulla sua bocca, lasciandovi sopra baci a schiocco, dolci e rapidi come il battito d'ali di una libellula. Sono rimasti entrambi a corto di parole, il bruno piacevolmente stupito, il castano dimentico della giusta combinazione di proposizioni necessarie a spiegargli ogni cosa, a scusarsi per ogni frammento del suo animo sparso in quelle quattro mura. Si allontana di pochi millimetri per accarezzargli una guancia e il maggiore, per un'insana e piacevole voglia di vendetta, gli toglie gli occhiali, perdendosi in quel mare in tempesta che intravede specchiandosi nel suo sguardo.

-Ecco, Shiemi mi aveva chiesto di raggiungerla poiché aveva avvistato un demone, ero lì con lei solo per questo, non immaginavo che mi-

-Yukio, smettila immediatamente di rovinare tutto con questo tuo chiacchiericcio inutile, te ne prego- lo interrompe repentino, tirandogli la morbida pelle al disotto degli zigomi in segno di protesta, ritornando a divorare le labbra del suo Otouto. Il minore lo solleva lentamente, le gambe del corvino allacciate intorno alla propria vita, trasportandolo verso il letto più vicino, sovrastandolo famelico. Febbrilmente lo denuda, facendo risuonare per l'intera nottata i gemiti del suo amato fratellone per l'intero edificio.

-Ah, e per inciso, spero che entro domani avrai trovato una scusa plausibile per la mia più che legittima assenza da scuola, potevi anche evitare di andarci così pesante, stupido quattrocchi- conclude esausto il bruno, addormentandosi cullato dal cadenzato battito del cuore del proprio Nii-chan, concedendogli un ultimo bacio, sostituto del classico buonanotte.

Angoletto Autrice

Scritto in un'ora e poco più, un'Okumuracest senza pretese. Il titolo non centra nulla con la storia, era semplicemente la canzone dei gemelli Kagamine che ascoltavo mentre la scrivevo.
Ora, parliamo di argomenti un po' più leggero. Manco da molto tempo dal fandom, e non pensavo fosse cambiato così tanto, non trovi una Okumuracest neanche pregando in aramaico antico! Sono rimasta un po' stranita, a dirla tutta, pensavo che questa coppia avesse più seguaci! Ok, probabilmente sto iniziando a scrivere stupidaggini... Comunque, fan della coppia, non abbiate paura, cimentatevi nella stesura di Fan Fic su questi due, non siete soli! *si sente idiota dopo aver detto tutte queste scempiaggini*
Se qualcuno dovesse leggerla e, preso da una malsana generosità, recensirla, sappiate che i commenti sono sempre più che graditi!

Bye Bye By Me =3

 

  
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