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Autore: soxy88    11/09/2007    7 recensioni
Questa fan fiction è inspirata al film d’animazione di FullMetal Alchemist ed è dedicata a tutti coloro che, come me, hanno trovato il finale un po’ incompleto… Questo è un mio finale alternativo che spero non vi deluda. Coppie Edward/Winry, Roy/Riza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Mentre Alphonse e Mustang si apprestavano a scendere da quell’aggeggio volante malmesso, sicuri che ormai il nemico era sconfitto ed il pericolo di una nuova guerra improvvisa con il mondo al di là del portale, Edward si era fermato dietro di loro, inten

Questa fan fiction è inspirata al film d’animazione di FullMetal Alchemist ed è dedicata a tutti coloro che, come me, hanno trovato il finale un po’ incompleto…

Questo è un mio finale alternativo che spero non vi deluda.

Ho inserito una parte del film (è quella in corsivo) indispensabile per agganciarci la mia storia; l’ho specificato per far capire che l’inizio non è farina del mio sacco…

Quindi, dopo queste note di chiarimento, vi lascio la libertà di leggerla.

Buon divertimento!

 

 

 

SCELTE DI VITA

 

Capitolo 1

Mentre Alphonse e Mustang si apprestavano a scendere da quell’aggeggio volante malmesso, sicuri che ormai il nemico fosse sconfitto e che il pericolo di una nuova guerra con il mondo al di là del portale fosse scongiurato, Edward si era fermato dietro di loro, intenzionato a non raggiungerli.

Il primo ad accorgersi di questa sua improvvisa decisione era stato il colonnello, che subito si era voltato, seguito a ruota da Al, incontrando il volto del diciottenne, serio e deciso.

Ed teneva gli occhi chiusi in un’espressione imperturbabile, mentre i suoi capelli lunghi gli nascondevano parzialmente il volto, sospinti dal vento presente a quell’altitudine.

Mustang aveva subito cercato di capire le sue intenzioni, ma non aveva dovuto aspettare più di tanto, visto che Edward aveva velocemente avvicinato le mani all’ala di metallo del velivolo su cui si trovavo i suoi due osservatori, applicandovi quindi la sua alchimia.

Subito il loro sostegno si era diviso in due parti, permettendo al ragazzo di isolarsi dai compagni di lotta.

Al, invocando il nome del fratello, aveva cercato di raggiungerlo, cercando di vanificare quel suo tentativo di realizzare il piano che aveva ideato, che ormai anche lui aveva intuito, ma l’uomo al suo fianco glielo aveva impedito, fermando la sua corsa.

Edward, intanto, si era rialzato con movimenti lenti e solenni, mantenendo quella sua espressione seria, alimentando i timori del fratello.

Subito dopo, però, aveva riaperto gli occhi, sorridendogli, benché quello sguardo non riuscisse a calmarlo.

Ed aveva subito cercato di tranquillizzare Al, assicurandogli che la grande quantità di materiale che gli aveva lasciato come appoggio poteva permettergli di salvarsi, continuando a sorridergli; quel suo discorso però non era quello che voleva sentire, perché non sopportava l’idea che suo fratello avesse preso una decisione simile.

Quindi Al continuava ad osservare Ed con un’espressione tesa ed infelice, mentre il suo volto, esattamente come quello del fratello, veniva parzialmente nascosto dai capelli, che aveva fatto crescere in quegli anni di lontananza.

Mustang era intervenuto, mantenendo sempre quel suo famoso sguardo imperturbabile, chiedendo al diciottenne cosa avesse intenzione di fare, benché anche lui l’avesse intuito.

Edward aveva risposto prontamente, distogliendo lo sguardo dai due.

“Faccio tornare tutte queste persone al di là del portale” riferendosi chiaramente agli intrusi dell’altro mondo, che erano giunti in quello con loschi intenti.

A quelle parole, Al aveva subito reagito.

“Non devi andare anche tu!”

Edward si era subito rivoltato verso di lui con fare deciso.

“È necessario che io distrugga il portale. Al, tu distruggi anche questo. Così il passaggio non verrà mai più aperto” e, con freddezza, si era voltato, intenzionato a rientrare nel velivolo per compiere il suo piano.

Al, nel suo ultimo tentativo disperato di fargli cambiare idea, gli aveva urlato contro una frase pungente.

“Cosa pensi di fare con Winry?”

A quelle parole, Ed non aveva potuto non fermarsi per digerire ogni singola lettera pronunciata dal fratello, sgranando gli occhi.

Aveva subito ripensato a lei e a quello che si stava apprestando a lasciare, ma sapeva anche che quello era il suo compito e che doveva salvare quel mondo… Doveva salvare anche lei…

Quindi, subito dopo, aveva assottigliato gli occhi, incupendo l'espressione, mentre il suo codino biondo era mosso con vigore dal vento.

Si era di nuovo voltato verso i due, facendo un sorriso triste, alzando contemporaneamente il suo braccio meccanico.

“Dille grazie per questo” aveva poi aggiunto, riferendosi alla riparazione che la ragazza aveva effettuato al suo automail poco prima, stringendo il pugno destro.

Al, capendo che neanche il pensiero di abbandonare Winry riusciva a fermarlo, aveva assottigliato gli occhi a sua volta, digrignando i denti per lo sconforto.

Poi, mentre lacrime disperate avevano bagnato i suoi occhi, aveva cominciato a chiamarlo con insistenza, pur sapendo di non ottenere alcun risultato.

Vedeva la sua schiena allontanarsi, mentre il corpo spariva pian piano nell’oscurità dell’interno del velivolo meccanizzato; in quel momento sentiva che tutti gli sforzi che avevano fatto in quegli anni di separazione per rivedersi e riabbracciarsi, erano andati in fumo, scavalcati da quell’odioso senso del dovere, che faceva parte del carattere del suo fratellone: lo stesso sentimento che lo spingeva ad agire in quel modo.

Ormai sapeva che non si sarebbe veramente fermato…

Subito dopo, nel cielo grigio, si era distinta la sagoma del mezzo arrivato dal portale allontanarsi dal sostegno degli altri due combattenti, lasciando una scia di fumo chiaro.

Una persona in particolare aveva notato quella scena…

“Quello è probabilmente Ed” il tono di Winry era decisamente triste.

“Allora non ti lascerai mai aspettare” aveva poi aggiunto in un sussurro, assottigliando gli occhi ed intristendo ancora di più il suo viso.

In quel momento, benché non avesse sentito il discorso di Edward per l’enorme distanza, aveva intuito che lui aveva preso una decisione che non l’avrebbe più fatto tornare.

Lo aveva percepito dentro il cuore, rimanendone tremendamente ferita.

Quindi, mentre sentiva il suo animo sgretolarsi, aveva permesso al leggero venticello, che si era percepito, di spostarle i capelli sulle guance tese.

Quello era un addio… Ne era certa…

 

Dall’altra parte del portale, nel frattempo, tutti quelli coinvolti nel piano strampalato di conquistare il potere segreto dell’altro mondo si stavano disperando per il loro fallimento, mentre la zingara capace di leggere la mente, salvata da Ed prima della sua partenza, si stava occupando del corpo di Alphonse Heiderich, freddato da un colpo di pistola.

Era stata proprio quella donna ad accorgersi della ricomparsa di Edward: quest’ultimo, infatti, era uscito con lentezza dalla macchina volante, subito dopo aver riattraversato il portale, stupendo tutti i presenti.

Mentre lei gli chiedeva il motivo del suo ritorno, visto che era a conoscenza del suo desiderio di rimanere nell’altro mondo, gli occhi di lui erano monopolizzati dalla vista del cadavere del sosia del fratello.

Subito si era intristito, rispondendo alla donna che ormai neanche lui ne capiva il motivo.

Subito, però, la sua attenzione era stata catturata da una voce metallica alle sue spalle: quest'ultima aveva risposto al suo posto.

Pensando che fosse nuovamente una parte dell’anima di Al che si era legata all’armatura dietro di lui, si era voltato verso di essa, avvicinandosi, mentre si rassegnava all’idea che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe sentito quella voce così familiare.

Con sua grande sorpresa, invece, la testa dell’armatura era caduta, rivelando il corpo del tredicenne nascosto all’interno.

Dopo un iniziale smarrimento, Ed si era subito ripreso, cominciando a rimproverare il fratello.

“Al! Ma perché?”

“Ho saltato dalla tua parte immediatamente. Poi mi sono nascosto in quest’armatura, così non mi avresti trovato. A quest’ora, il colonnello dovrebbe aver distrutto il portale dall’altra parte. Tu distruggerai anche questo, giusto?”

Ed l’aveva osservato con occhi increduli.

“Tu non sarai in grado di tornare indietro” aveva poi aggiunto, con tono severo.

Il tredicenne si era definitivamente liberato dell’armatura, alzandosi in piedi ed indirizzandogli un sorriso tranquillo.

“Ho voluto stare con te, fratello. Voglio vedere le stesse cose che vedi tu e voglio crescere con te. Se siamo insieme, dovunque sia, possiamo andare in viaggio di nuovo”

Ed aveva ascoltato tutto il suo discorso con grande interesse, sorridendo poi alla fine.

Si era quindi alzato in piedi anche lui, indirizzando lo sguardo al portale ancora aperto.

“Sarà difficile senza alchimia” aveva poi ammesso.

“Saremo in grado di fare qualcosa se siamo insieme” gli aveva risposto per le righe Al, sicuro delle loro possibilità.

I due si erano poi osservati reciprocamente, incoraggiandosi, rivolgendo successivamente lo sguardo al portale con aria spavalda e sicura.

Ormai anche Ed era stato contagiato dall’animo volenteroso di Al, quindi tutto gli sembrava possibile.

Ormai non doveva far altro che provare ad inventare un rimedio per quel passaggio proibitivo, così da poterlo sigillare definitivamente e salvare, di conseguenza, il suo vecchio mondo… Il mondo di Winry, di Mustang e di tutti gli altri…

Non poteva fare altro… E questo lo sapeva bene…

 

 

 

Dopo aver consigliato a tutte le persone presenti di uscire, facendo contemporaneamente trasportare il corpo dell’altro Alphonse fuori di lì, Ed si era concentrato sul suo piano strampalato di chiudere quel portale.

“Allora, sei pronto Al?” aveva chiesto spavaldo, indirizzando lo sguardo al ragazzino accanto a lui.

“Sì, fratellone!” e, deciso, aveva annuito.

“Ma tu ne sei sicuro… Sei veramente sicuro di volerlo fare?” aveva poi aggiunto, intristendo il volto.

Ed aveva fatto lo stesso, capendo subito a cosa si stava riferendo.

“Non c’è altro modo…” aveva risposto, chiudendo contemporaneamente gli occhi e stringendo i pugni.

“… È l’unico modo che ho, che abbiamo, per salvare tutte le persone a cui teniamo…” ed aveva rialzato lo sguardo, ora più triste, verso quella luce intensa che proveniva dall’alto, ripensando al volto di Winry.

Quindi i due si erano preparati a mettere in pratica l’idea di Ed, ma subito si erano fermati, incuriositi da uno strano rumore che proveniva dalla loro destra.

 

“Ed… Ed aiutami…” era stato il sussurro che avevano percepito le loro orecchie, una volta essersi avvicinati al punto in cui si era sentito il rumore.

Il diciottenne, a quelle parole, aveva subito sgranato gli occhi, riconoscendo quella voce.

-No… Non è possibile!- aveva pensato, mentre, con decisione, aveva cominciato a spostare tutte le lamiere davanti a lui, aiutato da Al.

Poco dopo, aveva fermato per un istante le sue mani, riconoscendo tra i rottami il viso di Winry.

Si era subito specchiato nei suoi occhi socchiusi e tirati; era ansimante ed aveva un’espressione provata, come se stesse soffrendo.

Incoraggiato da quel suo sguardo, aveva subito ripreso a spostare tutto quel ferro che le opprimeva il corpo con molta più velocità.

Quando finalmente l’aveva liberata, si era subito accorto che aveva due brutte ferite, al braccio sinistro ed alla stessa gamba, nonché varie abrasioni nel resto del corpo.

L’aveva subito estratta definitivamente da quel che rimaneva del velivolo, facendola sdraiare a terra, sorreggendole il busto con il braccio sinistro.

“Al, presto!” aveva poi incoraggiato il fratello a muoversi, trovando l’approvazione di quest’ultimo.

“Sì” si era limitato a rispondergli, strappandosi le maniche della mantella rossa che indossava, legandogliele attorno agli arti sanguinanti.

Lei aveva stretto gli occhi per il dolore, ma l’aveva lasciato fare.

Poi, quando il tredicenne aveva finito, Ed le si era rivolto con tono severo.

“Perché diavolo ci hai seguito?!” il suo tono era incoraggiato più che altro dalla preoccupazione che provava in quel momento.

Lei, provata per l’enorme quantità di sangue che aveva perso, aveva rivolto il suo sguardo sofferente al diciottenne, sorridendogli.

“Avevo capito che avrei dovuto smettere di aspettarti… Così, quando Armstrong mi ha raggiunta per verificare con i suoi occhi che tutto era finito, l’ho implorato di aiutarmi… Non potevo più sopportare di accettare le tue decisioni, senza far niente per fermarti” aveva ammesso, socchiudendo gli occhi, mentre ricordava la sua salita a bordo di quel velivolo grazie all’alchimia dell’omaccione.

Lui l’aveva osservata con fare indeciso, mentre arrossiva.

Aveva, a sua volta, socchiuso gli occhi, facendo un’espressione rassegnata e triste allo stesso tempo: la sua mente, infatti, aveva già pronta una risposta a quel suo folle gesto.

“Non dovevi farlo… Questo non è un mondo adatto a te…” ed aveva chiuso gli occhi, incupendo lo sguardo.

Lei aveva sgranato gli occhi.

Quindi lui si era alzato, lasciandola nelle mani di Al, che l’aveva aiutata ad alzarsi.

Lui si era allontanato, dandole le spalle.

“… Aspetteremo che tu riattraversi il portale, prima di chiuderlo” aveva poi concluso.

“Perché mi dici questo?” aveva detto piano lei, sentendo i suoi occhi bagnarsi.

“È così e basta!” aveva detto grave lui, continuando a darle le spalle, mentre abbassava il viso e stringeva i pugni.

Sapeva che la sua decisione avrebbe fatto soffrire entrambi, ma sentiva anche che era quella giusta: voleva ad ogni costo proteggerla da quel mondo crudele e pieno di sofferenza che già era stato il suo inferno; non voleva che lo diventasse anche per lei.

Al, aveva lasciato che Winry si appoggiasse ai resti del velivolo, mentre raggiungeva il fratello.

Voleva assolutamente capire quali fossero le sue vere intenzioni, visto che sapeva benissimo che piacere doveva essere stato per lui rivederla.

“Perchè reagisci così, fratellone?” aveva detto piano, raggiungendolo e sorpassandolo.

Compiendo questo gesto, però, aveva subito notato il suo viso triste, caratterizzato da occhi lucidi ed imploranti.

Aveva subito capito che Ed voleva ad ogni costo realizzare il suo intento di prima, e cioè proteggerla da un qualcosa che si trovava in quel mondo, che lui personalmente non conosceva.

Subito dopo, gli aveva visto stringere gli occhi, come per nascondere quello sguardo, riassumendo un’espressione severa e decisa.

“Ti prego, Winry… Non rendere tutto più difficile…” aveva poi aggiunto, voltandosi verso di lei, mantenendo quell’espressione, capace di nascondere i suoi veri pensieri.

Ma l’aveva subito abbandonata, incontrando gli occhi di lei.

Il suo volto era illuminato da un sorriso fintamente sereno, che trasmetteva più che altro amarezza, mentre le sue guance erano rigate da lacrime apparentemente involontarie.

“Se è veramente questo quello che vuoi, farò come dici… Mi condannerò ad un’esistenza di rimpianti e tristezza, se così vuoi… Basta che tu me lo dica adesso” aveva poi detto, continuando a sorridergli con dolore.

Al, intanto, le si era riavvicinato, ricominciando a sorreggerla, vedendo la sua fatica.

Ed, invece, aveva distolto lo sguardo, inclinando la testa di lato: non riusciva proprio a dirle in faccia quello che voleva sentire per andarsene.

Quindi aveva chiuso gli occhi con forza, accompagnando quel gesto con i pugni che aveva stretto, producendo un rumore metallico con quello destro.

“Sì. È questo che voglio” aveva poi aggiunto con tono grave, mentre riapriva gli occhi tristi e rassegnati.

“Come vuoi… In ogni caso, sono felice che tu sia ancora vivo…” gli aveva risposto lei, incontrando lo sguardo incredulo di lui.

Quindi le aveva sorriso, mantenendo il suo sguardo triste.

“Fratellone! Aspetta! Ripensaci!” Al, come al solito, non si rassegnava alle decisioni del diciottenne, benché conoscesse bene la sua testardaggine.

“Lo sai… In questi anni, la sola cosa che mi ha permesso di continuare a vivere era stata l’insistenza di Al ed i suoi tentativi di ritrovarti, nonostante tutti cercassero di dissuaderlo…” aveva poi rincominciato lei, facendo comparire sul volto di Ed un’espressione interrogativa, ma interessata.

“… Il vedere che qualcun altro, oltre a me, sentiva che tu non eri scomparso davvero, mi dava la forza di sperare che un giorno saresti tornato… Solo questa speranza mi ha fatto tirare avanti, mi ha fatto sentire ancora viva… Ma questa volta saprò che dovrò rinunciare anche a questa speranza…” e si era interrotta, per voltare lo sguardo di lato, stringendo gli occhi con forza, mentre nuove lacrime bagnavano il suo volto.

“… È davvero questo quello che vuoi?!” gli aveva poi urlato contro, stupendolo.

Lui aveva nuovamente abbassato lo sguardo, vergognandosi della sua decisione, ma non poteva fare altro.

“Winry…” aveva cominciato a rispondergli, stupendola.

“… Se tu rimarrai in questo mondo, non potrò proteggerti da esso; qui la vita vale meno di niente e la sofferenza è l’unico sentimento che anima le persone… Non posso permettermi di costringerti a vivere una vita simile, solo per averti al mio fianco…” aveva poi concluso, riassumendo la sua espressione seria e severa.

“… Questo è il mio inferno, non il tuo” ed aveva riaperto gli occhi, incontrando i suoi, lucidi e stupiti per le sue parole.

Un’aria leggera aveva cominciato a soffiare, muovendo i capelli di entrambi, appesantendo l’atmosfera che opprimeva quella situazione dolorosa.

“E condannarmi ad una vita vuota, lo puoi sopportare?! Questo te lo puoi permettere?!...” le sue parole erano state taglienti.

“… Non puoi chiedermi di accettare questa tua decisione!” gli aveva poi urlato contro, mentre nuove lacrime le bagnavano il viso.

“Ti prego, Winry…” lui aveva nuovamente distolto lo sguardo, intristendosi.

“Potrei farlo solo se mi accorgessi che tu non mi vuoi al tuo fianco, non per un motivo tanto egoista! Credi davvero di poter scegliere così della mia vita! Mi hai già tenuta abbastanza fuori dalla tua, in passato, per proteggermi, senza darmi neanche modo di controbattere; questa volta concedimi di scegliere da sola” il suo stato d’animo era decisamente agitato.

“Fratellone! Ripensaci, ti prego…” Al l’aveva di nuovo implorato, mostrando tutta la sua disapprovazione a quella scelta irragionevole.

Non aveva mai accettato, infatti, quella sua ossessione di salvare sempre tutti, scavalcando i suoi sogni, i suoi piaceri ed anche quelli degli altri, solo perché gli sembrava la cosa più giusta da fare; questa volta voleva insistere per fargli capire l’errore che stava commettendo.

Ed, intanto, aveva sgranato gli occhi, rielaborando l’ultima frase pronunciata da Winry, ripensando al discorso fatto molti anni prima, subito dopo che lui si era rinfrescato sotto la doccia, quando lei aveva scoperto quello che c’era scritto all’interno del suo orologio.

 

“Sei proprio una sciocca. Spiegami perché adesso ti sei messa a piangere”

“Visto che voi due non lo fate, piango al posto vostro. Almeno mi sfogo un po’…”

 

In quel momento, aveva capito la verità di quella sua ultima frase, pronunciata lì davanti a lui, mentre ansimava per il suo dolore: lui non l’aveva mai resa partecipe dei suoi dolori e delle sue preoccupazioni, aveva sempre voluto preteggerla dalla vita che aveva scelto di percorrere, non pensando a quanto male le procurasse quella sua scelta.

Ora stava rifacendo lo stesso errore, ma continuava a pensare a quello che l’aspettava se le avesse concesso di rimanere: quel mondo era troppo crudele per lei, e la guerra che stava per scoppiarvi non era neanche paragonabile a quelle che avevano già interessato il loro mondo. Lui l’aveva già vista, esattamente come suo padre, quando era passato al di là del portale la prima volta… Sapeva già cosa aspettarsi, ma lei… Lei non poteva neanche immaginare una cosa simile…

Sapeva che doveva scegliere tra la possibilità di condannarla ad una vita lontana da lui ma priva di pericoli così efferati, o condannarla ad una vita al suo fianco ricca di sofferenza.

Ora doveva prendere una decisione cruciale e doveva farlo in fretta…

Quindi si era rivoltato, donando le spalle agli altri due, rimanendo in silenzio.

Aveva alzato la testa, tenendo gli occhi chiusi, perso com’era nel suo ragionamento, percependo lo sguardo di lei che lo scrutava da dietro, impaziente.

Dopo un lunghissimo istante d’attesa, pieno d’inquietudine per tutti, lui aveva parlato, rimanendo voltato, comunicandole infine la sua decisione finale.

Una decisione che avrebbe per sempre condizionato il loro futuro…

 

 

 

Nello stesso momento, dall’altra parte del portale, Roy aveva appena sigillato il passaggio, esaurendo tutta la sua forza.

Era anche ferito, benché prima non se ne fosse accorto, concentrato com’era sul combattimento, ma le sue condizioni non erano gravissime: se la sarebbe cavata in un paio di mesi.

Ora era solo stanco e voleva riposarsi; non avrebbe mai creduto che quell’operazione richiedesse tanto potere alchemico, ed ora ne subiva le conseguenze.

In quelle condizioni, aveva appena distinto le due figure che gli si erano avvicinate, mentre si accasciava a terra esanime; una era più grossa ed imponente, l’altra estremamente più aggraziata e sottile.

Ma in quel momento non era in grado di riconoscere le persone a cui appartenevano quelle sagome, il suo occhio destro era troppo stanco per mettere a fuoco, quindi l’aveva chiuso, concentrandosi solo su quello che quelle persone stavano dicendo.

L’unica cosa che aveva capito, però, era stata una frase pronunciata da una voce femminile.

“Colonnello! Colonnello Mustang! Mi sente, colonnello?!” quella voce così familiare gli era apparsa parecchio preoccupata e tesa.

Quindi aveva riaperto l’occhio con grande sforzo, distinguendo appena il viso del tenente Hawkeye.

“Colonnello…” aveva sentito nuovamente, ma questa volta il suo tono sembrava più tranquillo.

Quindi aveva richiuso l’occhio, concedendosi il suo riposo.

 

“Come sta?” aveva chiesto Armstrong, chinandosi verso i due.

“Non sembra grave…” aveva detto, mantenendo il suo solito sguardo imperturbabile, molto simile a quello dell’uomo che stava soccorrendo, anche se tradiva una certa serenità nel suo tono.

Quindi l’aveva alzato da terra, stringendogli la schiena con il braccio destro, mentre, con il suo fazzoletto, gli asciugava la fronte sudata.

“Forza, portiamolo in un luogo più adatto” aveva poi concluso, lasciandolo alle braccia possenti dell’omaccione al suo fianco.

Così si erano allontanati da quel luogo, lasciandolo in uno spettrale silenzio, mentre le abitazioni disastrate rendevano più inquietante la vista di quella città attaccata dalle forze nemiche dell’altro mondo.

Solo un leggero venticello, mentre alzava nuvole di polvere, rompeva quel silenzio con il suo sibilo continuo e delicato, mentre nascondeva le ombre di quei tre militari che si stavano allontanando.

Solo quell’atmosfera, benché tetra ed agghiacciante, rappresentava la prova che tutto era finito, almeno così credeva la donna, mentre osservava con la code dell’occhio l’uomo sorretto da Armstrong al suo fianco.

Solo quell’atmosfera le trasmetteva la tranquillità che lui fosse fuori pericolo, quindi poteva continuare a camminare con la testa libera da ogni preoccupazione.

Ora sapeva che il loro paese doveva solo concentrarsi sulle sue faccende, riconcentrandosi sugli ultimi dissapori con i paesi confinanti, anche se ormai si stava facendo strada l’ipotesi di una pace sempre più imminente, grazie al grande operato del nuovo governo.

Ora sembrava veramente che potesse esserci un futuro migliore, almeno lei la vedeva così.

Ma più che altro, sentiva che il suo animo era più sollevato: l’idea che lui potesse essere fuori pericolo, la rendeva estremamente più felice, benché non esternasse i suoi sentimenti, esattamente come richiedeva la sua posizione nell’esercito.

Nulla, in quel momento, poteva oscurare quella sua sensazione piacevole.

Nulla…

Quindi, anche quei tre si erano definitivamente allontanati, lasciando quel luogo deserto.

 

 

 

 

 

 

Ecco conclusa la prima parte di questa mia fic. Spero vi sia piaciuta, anche se ho lasciato molte cose in sospeso…

Chissà cosa avrà scelto Edward, alla fine? E tra Roy e Riza accadrà qualcosa?

Se volete scoprirlo aspettate il continuo, che, prometto, inserirò presto.

Intanto un grazie a tutti quelli che l’hanno letta!

A presto!

  
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