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Autore: Nezu    11/09/2007    16 recensioni
Per un vecchio è normale innamorarsi di qualcuno più giovane, anche se di tanto, mentre per uno giovane è più difficile trovare attraente qualcuno più vecchio... per fortuna Demyx non è un ragazzo ordinario!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Demyx, Xigbar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You cannot love me

Non so perché non riesco a bloccare questa sensazione quando lo vedo.

Forse perché non credevo che avrei mai più potuto provare qualcosa.

Perché tecnicamente non abbiamo un cuore.

O meglio, lui sembra averlo, io no.

Ma anche senza un cuore, non riesco a non provare questa sensazione di sconfitta.

Lui è giovane.

Bello, allegro, fa sorridere tutti.

Io decisamente no.

Giovane col nome che ho adesso non lo sono mai stato.

Se fossi confrontato ad un gruppo di zombie putrefatti, sarei bello.

Una volta lo ero, molto tempo fa.

Insomma, un tempo avevo anche l’altro occhio.

In definitiva è impossibile che un ragazzo giovane come lui sia innamorato di me.

Mentre è possibilissimo l’inverso.

Non riesco a non imbambolarmi a fissarlo quando gioca con l’acqua o quando suona una sorta di ninnananna la sera tardi.

Per poi addormentarsi sul divano abbracciato allo strumento.

E sono sempre io a staccarlo dal suo Sitar, a prenderlo in braccio e a metterlo a letto.

Non vi dico l’imbarazzo di quando devo metterlo in pigiama!

Io, il vecchio dell’Organizzazione, la cicatrice vivente dei fondatori, che arrossisce nello sfilare la maglietta al piccolo Demyx.

Piccolo e innocente.

Non riesco a non sorridere quando guardo il suo volto addormentato mentre lo infilo sotto le coperte.

Sembra un angioletto.

Io posso sembrare il nonno brutto di Dracula.

In fondo se mi chiamano ironicamente “bello sguardo” o “testolina zebrata” ci sarà un motivo.

E il motivo è che non ho alcuna speranza con Demyx.

Un giovane non ha alcun motivo di amare un vecchio, specie se il vecchio sono io.

L’antipatico del gruppo.

Riassumendo, ho già perso in partenza.

< Zio Xiggie!!!>

Demyx.

Adoro quando mi chiama in quel modo, anche se non lo ammetterò mai.

Ho ancora una reputazione da difendere.

Reputazione che rischia molto ogni volta che vedo il suo sorriso a trentadue denti come ora.

Mi si avvicina col Sitar in braccio, saltellando.

Sembra particolarmente allegro.

Beato lui.

Gli rivolgo una delle mie finte occhiatacce.

< Che c’è, spazzolone?>

< Ehi, zietto, ho appena composto una nuova musica, la vuoi sentire?>

Ormai sono le undici di sera, cinque a uno che si addormenta un’altra volta.

< Va bene, moccioso. Suona.>

Al mio via sorride felice come una Pasqua e inizia a suonare.

Strano, le sue musiche di solito sono molto dolci e tranquille.

Questa è a dir poco esplosiva.

Non è aggressiva, ma si sparge nell’aria con una potenza ed un’allegria che non avevo mai sentito prima.

Nonostante la musica sia tutt’altro che una ninnananna, il mio biondino non tarda ad addormentarsi sulle ultime note.

Quando si sveglierà dovrò impedirmi con la forza di fargli i complimenti, questa volta ha davvero superato se stesso.

Ma io devo restare l’acido vecchiaccio di sempre.

Gli tolgo il Sitar dalle braccia e mi metto lo strumento in spalla.

Di sicuro Dem non mi perdonerebbe mai se lasciassi il suo adorato Sitar nella Sala Incontri la notte.

Devo portarlo con il biondino in camera o non mi rivolgerà più la parola.

Mi preparo a prendere Dem in braccio quando comincia a girarsi nel sonno mugolando.

Sospiro, temo proprio che dovrò fare due viaggi.

Mi tocca portare prima il Sitar dato che Xaldin ha giurato al numero IX che per punirlo di aver rovinato una delle sue zuppe mettendoci dentro una scarpa gli avrebbe distrutto la cosa più preziosa che aveva.

Apro un varco e in meno di cinque secondi appoggio il pregiato strumento sulla sedia in camera di Demyx per poi tornare a prendere il ragazzino.

Lo trovo appallottolato su se stesso, col viso che sfiora le ginocchia.

Oddio, devo controllarmi.

Non voglio sembrare una di quelle dannate ragazzine che scrivono commenti a gogò sui membri dell’Organizzazione, ma effettivamente... E’ troppo coccolo!!!

Bando alle ciance, lo prendo in braccio e lo porto in camera.

Sua purtroppo.

Temo che in camera mia non ci entrerà mai...

Peccato che appena provo ad appoggiarlo sul suo letto sento che mi sta abbracciando.

Oh oh, non mi ero accorto che fosse sveglio.

< Xigbar...>

Dopo neanche un secondo vado in ebollizione.

Mi sta chiamando con quella voce mezza addormentata!

Lo appoggio sul letto e mi inginocchio accanto a lui.

Demyx si volta a guardarmi sorridendo.

< Grazie, Xigbar. Non credevo che fossi tu a riportarmi in camera ogni volta.>

Non arrossisco.

O meglio, arrossisco, ma con tutte queste cicatrici non si vede nemmeno.

Sospiro per un attimo e poi sistemo il Sitar nella sua custodia, dando le spalle al biondino.

Un rumore di zip mi fa intuire che si sta togliendo il cappotto.

Eh, aspetta un attimo…

SI STA TOGLIENDO IL CAPPOTTO DAVANTI A ME???!!!

Non rischio un infarto perché non ho cuore, ma un’emorragia nasale posso averla eccome!

Certo, le altre volte lo spogliavo io, ma qui lui è sveglio.

E tutt’altra cosa.

< Zio Xig, tutto bene?>

Non riesco a trattenermi e mi volto, solo per rispondere meglio.

< Ovvio, certo che va tutto ben…!!!>

Non riesco a concludere la frase, ho un groppo alla gola.

E’ soltanto in boxer e sta tirando fuori da sotto il cuscino il suo pigiama.

Mi volto di scattò tornando a dargli le spalle per poter asciugare meglio il sangue che inizia a colare dal naso.

< Ehi, sicuro di stare bene?>

Sento la sua mano che mi sfiora la spalla.

Oh cavolo, oh cavolo, oh cavolo, …

Senza pensarci due volte apro un varco oscuro per andare in tutta fretta, ma lui mi abbraccia da dietro.

< Aspetta, Xigbar!>

Il sangue ormai si è fermato, così mi posso voltare lentamente verso di lui.

< Che vuoi ancora?>

Lui sorride felice.

< Non ho finito di farti sentire la mia musica.>

Va in fretta a prendere il Sitar.

Sembra non si renda conto che è in boxer davanti a me, ma finché per lui non è un problema…

Mi siedo sul suo letto mentre lui armeggia con la custodia dello strumento.

Appena lo imbraccia, si siede.

Non accanto a me.

Si siede in braccio a me.

Ripeto, per fortuna che non ho un cuore.

< E’ piuttosto equivoca la situazione, non trovi?> gli chiedo sperando si renda conto di quello che sta facendo.

Lui sorride e basta.

< Perché, Xig? A me piacciono i vecchi!>

EH?

Non faccio nemmeno in tempo ad arrabbiarmi per essermi fatto chiamare “vecchio” che Demyx si sporge un istante e mi stampa un bacio in fronte.

Si accoccola meglio su di me e ricomincia a suonare, appoggiando la testa sulla mia spalla.

Ma, forse lo perdonerò per avermi chiamato “vecchio”…

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La mia prima fic della serie "coppie poco pubblicizzate". L'ho scritta così di getto qualche giorno fa, con l'inizio della scuola sto dando fondo alle fic che avevo scritto prima. Comunque cercherò di essere sempre regolare nel postare per non farvi sentire troppo il rientro scolastico. Spero che la fic vi sia piaciuta e colgo l'occasione che dopo Aki to shinjitsu, finito qualche giorno fa, ho intenzione di pubblicare una fiction Maruzeku (ovviamente ci saranno anche scene Akudemy e Mansaix). Spero di non annoiarvi, ma lasciatemi un commentino, ok?
Bye bye
   
 
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