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Autore: pasots    24/02/2013    0 recensioni
“Perché sei tornato? E non venirmi a raccontare la balla del “sto cercando me stesso” perché non me la berrei.”
Sapevo che non ci avrebbe creduto, lei mi conosceva troppo bene.
“Per lei.”
Vedo la sua fronte corrugarsi
“Zayn non credo sia una buona idea…”
“So che siete amiche, non la voglio far star male ancora, ma devo chiederle scusa per quello che è successo due anni fa.”
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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These wounds won’t seem to heal
This pain is just too real
There’s just too much that time cannot erase
When you cried I’d wipe away all of your tears
When you’d scream I’d fight away all of your fears
I’ve held your hand throught all of these years
But you still have
All of me

 
 
Bradford.
Quando ero piccolo, sognavo di viaggiare, di lasciare il mio paese d’origine, di girare per il mondo; ma mai, avrei pensato che il posto in cui sono nato mi sarebbe mancato.
Eppure, in questi due anni, ci sono tornato spesso.
Certo, solo qualche giorno, durante le festività, per trovare la famiglia, i parenti e gli amici; ma mi è sempre bastato.
Ma stavolta è diverso, ho deciso che rimarrò qui due settimane.
Ho bisogno di svegliarmi tardi, fare la colazione stra-calorica preparata da mia madre, uscire con i miei amici  tornare alle 7 di sera per la cena, per poi uscire ancora a divertirmi.
E’ da troppo tempo che penso solo agli altri, alle fan, a quello che i manager mi dicono di fare, ai ragazzi... Ho bisogno di tempo, per trovare il vero me.
“Zayn, sei pronto?!” urla mia sorella Donya dal salotto.
Le ho promesso che saremmo andati a fare un giro in centro e poi saremmo passati al Giorgy’s per prenderci una cioccolata calda, come ai vecchi tempi.
Mi do un’ultima occhiata allo specchio e poi scendo, ed esco di casa insieme a mia sorella.
 
Camminiamo in silenzio per vari minuti fino a quando Donya non si ferma e mi guarda negli occhi.
“Perché sei tornato?  E non venirmi a raccontare la balla del “sto cercando me stesso” perché non me la berrei.”
Sapevo che non ci avrebbe creduto, lei mi conosceva troppo bene.
“Per lei.”
Vedo la sua fronte corrugarsi
“Zayn non credo sia una buona idea…”
“So che siete amiche, non la voglio far star male ancora, ma devo chiederle scusa per quello che è successo due anni fa.”
Mi guarda per qualche istante e poi annuisce pensierosa.
 
Sto camminando diretto dove abita l’unica persona che vorrei vedere adesso.
La grande casa in mattoni circondata dal verde del prato si erge davanti a me, facendomi venire in mente tanti ricordi.
Gli occhi mi si inumidiscono, li sbatto un paio di volte e la situazione torna normale.
Attraverso il vialetto fino ad arrivare alla grande porta di legno, dove suono il campanello.
Ad aprirmi la porta è lei.
E’ cambiata dall’ultima volta che l’ho vista.
I capelli sono più corti e di un castano chiaro, ed è dimagrita.
“Zayn…” dice in un sussurro più a se stessa.
Le sorrido, cercando di  reprimere la vergogna e l’imbarazzo di averla qui, davanti a me.
Quello che le ho fatto è imperdonabile. E lo sa anche lei.
“Zayn” ripete, ma stavolta con più fermezza nella voce.
Il mio nome pronunciato dalla sua voce, è il suono più bello di questo mondo.
“Ciao Elly” le sorrido
Vederla mi fa uno strano effetto, le mani mi sudano, e mi sento lo stomaco sottosopra.
Come prima di un concerto.
“Cosa ci fai qua?” chiede freddamente
“Volevo vederti”
Deglutisce, le sue mani si stringono a pugno e rimane in silenzio.
Forse per reprimere la voglia di uccidermi, o forse per pensare a cosa rispondere.
Mi fermo a guardarla, il suo profilo, i suoi occhi verdi, i capelli, le labbra, il suo profumo, tutto di lei mi manca.
“scherzi vero?” la voce le si incrina verso la fine
Incrocio i suoi occhi e ci trovo tutto il dolore, la rabbia e l’insicurezza che le ho causato.
“Elly, credo dovremmo parlare..”
So di non star facendo la cosa giusta, ma ho bisogno di parlarle, di spiegarle il motivo epr cui due anni fa me ne sono andato senza darle una fottuta spiegazione.
“Ti prego..vattene” i suoi occhi si inumidiscono e quando incrociano i miei, si abbassano.
“So di essere stato uno stronzo, ma..”
“Oh no. Tu non sei stato stronzo! Gli stronzi sono quelli che ti fanno le corna, quelli che ti mollano per un’altra, quelli che ti prendono in giro. Tu non sei stato stronzo, sei stato molto peggio.
Ti sei preso gioco di me, hai preso il mio cuore e l’hai frantumato in migliaia di pezzetti distruggendomi.”
Mi sta fissando, stringendo le mani a pugno. So che si sta trattenendo dal prendermi a sberle, e vorrei che lo facesse.
“Io non sapevo cosa fare… insomma quante probabilità avrei avuto di passare? Una su mille e..”
“Non me ne fotte un cazzo Malik.”
Malik. Mi chiamava così solo quando era veramente arrabbiata o delusa. In questo caso per tutti e due i motivi.
“Dopo sette mesi insieme, dove ti ho dato tutto, dove ho cercato di essere alla tua altezza, te cosa fai? Te ne vai a X-factor a inseguire il tuo sogno senza neanche lasciarmi un post-it. Niente.
Hai fatto le audizioni a x-factor di nascosto. Cos’è, avevi paura che ti ostacolassi?
Se solo me lo avessi detto, io ti sarei stata vicino, ti avrei incoraggiato..
Ma da quello che ho capito tu non mi volevi, non mi hai mai voluto. Mi hai solo usato.”
Le lacrime scendono silenziose dal suo viso ma stavolta non le ferma.
Rimango in silenzio, senza saper come risponderle.
Lei è ancora li sull’uscio, con la porta socchiusa alle spalle.
Dalla casa provengono rumori, probabilmente la madre che fa le pulizie, e si sente una canzoncina che mi ricorda tanto una ninna nanna per bambini.
“Sai, quando quella mattina mi sono svegliata e non ti ho trovato accanto a me nel letto credevo che quella notte non ti fosse piaciuta, che io non ti fossi piaciuta. Sai, ho sempre pensato che io non ero mai abbastanza per te, che tu ti meritavi di meglio… Insomma, una come me, come poteva stare con Zayn Malik, il ragazzo più desiderato di Bradford? Me lo sono sempre chiesto e mai, mai ho trovato una risposta.
Passarono due giorni e tu non ti eri fatto sentire, così decisi di chiamarti, ma il tuo numero era inesistente. Passai a casa tua e ad aprirmi fu tua madre che mi guardò con occhi tristi, come se le facessi pena, le chiesi dov’eri, se era successo qualcosa e lei mi rispose semplicemente che te n’eri andato per realizzare il tuo sogno e mi chiuse la porta in faccia.”
Mi ricordo che prima di partire chiesi alla mia famiglia di non raccontare nulla a Elly.
Sapevo che se avesse saputo dove mi trovavo sarebbe venuta a cercarmi e a quel punto, probabilmente non sarei riuscito a fingere che lei non esistesse.
Avrei dovuto dirglielo, ma non aprii bocca.
“Passò una settimana e io ero sempre più preoccupata. Tornai molte volte a casa tua a chiedere di te, ma tutti mi davano risposte inutili, fino a quando, ad aprirmi fu Donya che mi disse di andare a casa e di guardare X-factor. Feci come mi disse e quando ti vidi li, in televisione smisi di respirare.
Cioè non era possibile. Mi ricordo che andai in bagno e vomitai tutto, e così feci tutte le sere, dopo aver guardato il talent show.
Quando tu arrivasti terzo, io avevo già perso 12 kili e se fossi dimagrita ancora, probabilmente avrei perso il…”
Non fini la frase, ma io non le chiesi cosa avrebbe perso… Volevo che continuasse il racconto.
Volevo continuare a sentirmi in colpa, a sentire quel nodo alla bocca dello stomaco.
Volevo provare almeno la metà del dolore che le avevo causato.
“Una parte di me pensava, che finito lo show, saresti tornato a casa e che mi avresti dato delle spiegazioni, che ti saresti fatto perdonare.. ma ovviamente non successe nulla.
Tornasti a casa due giorni ma non mi cercasti. Subito dopo partisti per il tour e io capii di averti perso completamente, ma ti amavo ancora, troppo.
Tornai a mangiare, solo perché mia madre mi obbligò e non mi permise di chiudermi in bagno a vomitare. Presi qualche kilo, ma abbandonai tutti i miei amici e decisi di finire la scuola da privatista.
Non uscivo più di casa per paura di vedere manifesti e poster con su la tua faccia, non andavo più al parco per paura di incontrare qualche ragazzina che cantava tue canzoni.
Non mi riconoscevo più, mi facevo schifo,  incolpavo me stessa di averti allontanato.”
Si fermò per prendere fiato, il suo sguardo era fisso sulla quercia alle mie spalle e le lacrime continuavano a solcarle le guancie.
Non riuscivo a muovermi.
Per la testa mi passavano le immagini di lei seduta vicino al water mentre vomita, di lei che piange, di lei anoressica.
Come ho potuto rovinare la vita alla ragazza che amavo con tutto me stesso?
“Poi però, quasi un anno dopo, successe una cosa che mi cambiò la vita. Capii che dovevo smetterla di sprecare così la mia vita solo per colpa di un idiota che non sarebbe mai tornato e pian piano tornai a vivere.
Uscii con qualche ragazzo, ma non mi fidavo, avevo paura che mi facessero quello che mi facesti tu. Non riuscivo a credere più a nessuno, non riuscivo più ad amare, e tutto questo, per colpa tua Zayn.”
Finalmente alzò lo sguardo e incontrò i miei occhi lucidi, che non riuscirono a reggere il suo sguardo.
Non riuscivo a credere a quello che le avevo fatto passare, non avrei mai voluto che andasse a finire così.
 
Sentivo vibrare qualcosa sul comodino, così con grande fatica aprii gli occhi e mi accorsi che era il mio telefono.
Decisi di alzarmi dal letto per rispondere senza svegliare Elly, che stava dormendo nuda sul mio petto.
Mi misi i boxer e mi chiusi nel bagno vicino alla sua stanza.
“Pronto?” chiesi con voce assonnata
Mia madre, dall’altra parte della cornetta, mi urlò di tornare a casa perché, il volo aereo di quella sera era stato cancellato e quindi avrei dovuto per forza prendere quello che partiva tra due ore.
Le dissi che entro 45 minuti sarei tornato a casa e chiusi la chiamata.
Entrai nel panico.
Dovevo dire ancora tutto ad Elly e avevo intenzione di farlo oggi a pranzo con calma; ma purtroppo non avrei potuto farlo.
Avevo due possibilità: svegliarla e raccontarle tutto in circa 10 minuti, sapendo che si sarebbe messa a piangere, che mi avrebbe urlato addosso e che, molto probabilmente mi avrebbe mollato.
Oppure partire senza dirle nulla.
E in quel momento, l’idea migliore mi sembrò la seconda.
Volevo ricordarmela come in quei sette mesi, come in quella notte che fu la più bella della mia vita.
Sapevo che non era giusto nei suoi confronti, ma non volevo che mi mollasse.
Forse ero solo un egoista orgoglioso, ma non sarei riuscito a prendere un aereo sapendo che lei era in camera sua a piangere a causa mia.
Così, dopo essermi rivestito la guardai e le lasciai un bacio sulla fronte, rimanendo in quella posizione per qualche istante cercando di imprimere nella mia testa il suo profumo.
Senza pensarci due volte uscii da quella casa, consapevole che non ci sarei più rientrato molto presto.
 
Stavo per raccontarle tutto quando sulla porta apparve sua madre.
“Tesoro, il bambino ha fame.. gli do io da mangiare?”
Vidi Elly irrigidirsi e guardare spaventata la madre.
Per un istante la signora Waster rimase confusa, poi si rese conto che quello davanti a lei era il ragazzo che aveva rovinato sua figlia e il suo sguardo si fece molto duro.
“Che piacere vederti Zayn” il suo tono era aspro, cattivo.
“Il piacere è tutto mio signora” risposi cercando di ricompormi.
Elly mi guardò e nei suoi occhi vidi tutto il mio mondo.
“Zayn dovrei dirti che è stato un piacere vederti, ma non è così. Continua a vivere il tuo sogno e a divertirti, ma perfavore non farti più vedere. Addio”
Tornò a usare il tono freddo e mentre stava per chiudere la porta sentii il pianto di un bambino.
Vidi il panico nei suoi occhi, prima che sua madre mi sbattesse la porta in faccia.
Perché avevo sentito piangere un bambino? Era di Elly?
 
“Quando tu arrivasti terzo, io avevo già perso 12 kili e se fossi dimagrita ancora, probabilmente avrei perso il….. bambino”
Mi mancò il fiato e sentii le gambe cedere.
No, non poteva essere vero.
 
 
 




Hola popolo 
Stranamente ho deciso di postare una OS.. è un po deprimente ma mi piace dai AHAHAHHAHAH 
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.. quindi recensite dai 
*fa gli occhioni da cucciolo*
Baci tessssori <3
  
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