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Autore: Beapot    24/02/2013    4 recensioni
Dal testo: Sono bianche, quelle mani appoggiate sul bordo del muretto ruvido. Sono bianche e sono vicine, e ogni tanto si sfiorano per sbaglio, mosse da una risata o da un brivido portato dal vento freddo.
Restano lì, quelle mani, mentre i loro proprietari parlano di niente e si dicono tutto anche restando in silenzio - mentre ricordano, sospirano, rimpiangono.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mani


Sono bianche, quelle mani appoggiate sul bordo del muretto ruvido. Sono bianche e sono vicine, e ogni tanto si sfiorano per sbaglio, mosse da una risata o da un brivido portato dal vento freddo.
Restano lì, quelle mani, mentre i loro proprietari parlano di niente e si dicono tutto anche restando in silenzio - mentre ricordano, sospirano, rimpiangono.
E loro, le mani, restano lì: bianche, vicine, immobili. Si conoscono bene...
Quelle mani sono diverse.

Una, la più grande, è ruvida e con le unghie rovinate per il viziaccio che ha lui di mangiarsele per noia, e sul dorso ha i segni lucidi di vecchie cicatrici.
L'altra è più piccola, più delicata, con le pellicine arrossate perché le vecchie abitudini sono dure a morire, e con qualche macchia d'inchiostro a sporcare la pelle.

Sono entrambe calde e non lo sanno, quelle mani: calde per il sangue che scorre più velocemente senza che se ne accorgano o sappiano perché, calde perché sono così vicine che non mischiarsi sarebbe impossibile.
Su quella di lei brilla un anello - un bellissimo anello, davvero, uno importante - solo che quello resta freddo: il calore che si sparge sulla pelle, tra la carne, fino alle ossa, non può raggiungerlo.

Le dita iniziano a muoversi nervosamente, picchiettano sul muretto, appena il suono della voce poco più in alto si spegne del tutto, appena il segreto viene lasciato nel vento. Vorrebbero correre tra le labbra e farsi scorticare un po', perché se loro si scorticano la voce non trema più e il cuore si calma.
Vorrebbero correre su, e tremano mentre lasciano il muretto e quel calore così familiare, ma non ci riescono.
Altre - quelle di lui, quelle ruvide e con le unghie rovinate - si chiudono intorno a loro e le stringono dolcemente.
Le mani si uniscono, palmo a palmo, mentre le voci più in alto si fanno sussurri.
Non tornano sul muretto ruvido, non ci torneranno mai più.

Si stringono ancora, si intrecciano, sembrano volersi scambiare la pelle, e corrono in alto. Corrono fino su, fino alle labbra ma non tra i denti, fino agli occhi a raccogliere le lacrime tra le ciglia, e restano unite.
Il metallo tra le dita fa male, è duro e freddo, è fuori posto, e sembra sempre più grande ogni minuto che passa.


Un po' del calore è rimasto sul muretto che loro non rivedranno più, un po' è volato nel vento con le parole che hanno fatto male; un po', però, una piccola parte, quella che ha resistito, un giorno forse basterà a farle ritrovare.
 



NdA: che cos'è? Boh. La mia prima originale nata per caso - decisamente per caso - e buttata giù di getto. Voleva farsi scrivere, così ci ho provato.
Questa storia hai il marchio "roxy approved" quindi per qualsiasi cosa ve la potete prendere con lei, visto che ha mostrato un entusiasmo che non mi sarei mai aspettata quando l'ha letta la prima volta - entusiasmo che mi ha convinto a pubblicarla, in effetti.
Perciò grazie a roxy, ovviamente, e a tutti voi che vi siete lasciati incuriosire :)

   
 
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