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Autore: bolladisapone_    24/02/2013    6 recensioni
Se Harry potesse vedere il suo Louis almeno una volta prima di morire è sicuro che poi potrebbe beffarsi degli angeli in Paradiso di aver visto già uno di loro in vita, che per uno strano segno del destino un giorno cadde dalle nuvole, ritrovandosi sulla Terra. Soltanto per lui.
Perchè per lui Louis è un angelo.
Il suo angelo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis era appena uscito dal supermercato, tra le mani due sacchetti della spesa e le chiavi dell’auto tra le labbra.
Raggiunse la macchina, posando un attimo i sacchetti sul tettuccio dell’auto, per aprire il cofano.
Li posò, e voltandosi notò un ragazzo seduto su una panchina, mentre sbruffava e si stringeva nel suo cappotto in quella fredda serata d’inverno.
Rimase un attimo a fissare il suo profilo, era davvero bellissimo.
I capelli scuri con i ricci scompigliati dal vento, le guance che alla vista sembravano morbide e delle labbra rosse, che mordeva continuamente, torturandole.
Chiuse il cofano, provocando un rumore basso a cui l’altro si girò di scatto.
Si ritrovò all’improvviso ad incrociare gli occhi ai suoi, ed ebbe un tuffo al cuore.
Erano verdi, poté notarlo anche al buio, con la sola luce di un lampione ad illuminargli il viso.
-“Che ci fai qui da solo a quest’ora?”
Chiese e l’altro gli sembrò smarrito, indeciso tra rispondere o meno.
-“Parli con me?” sussurrò appena, stringendosi tra le braccia, guardandosi stranamente intorno.
Louis dal canto suo inclinò di poco la testa, confuso, annuendo poi.
-“Si, riccio. Parlo con te.”
Il riccio sorrise appena, facendo spallucce, guardando in direzione dell’auto del liscio.
-“Non so come tornare a casa.. Mia madre mi ha accompagnato prima perché avevo appuntamento con un amico. Ma lui non è ancora arrivato e..”
Louis sospirò, chiudendo l’auto, avvicinandosi al ragazzo.
-“Perché non torni a piedi? Abiti lontano da qui?”
Harry sentì l’altro avvicinarsi e puntò lo sguardo dal luogo in cui proveniva la voce, per poi abbassarlo con un sorrisetto stampato sul viso.
-“Sono cieco” sussurrò appena, rialzando gli occhi su Louis, che rimase piegato con le mani poggiate sulle ginocchia, a pochi cm dal viso dell’altro, boccheggiando.
Incontrò i suoi occhi, di nuovo, ma questa volta da vicino e sentì lo stomaco stringersi.
-“M-mi dispiace.. sono stato indelicato.”
-“Non potevi saperlo” gli sorrise, mostrandogli le fossette che gli si creavano sulle guance, ai lati della bocca. E Louis sorrise appena insieme a lui.
-“Vieni con me, dai..” mormorò appena, rialzando il busto, sfiorando dolcemente la mano dell’altro.
Il riccio sembrò sorpreso, e ritrasse appena la mano quando sentì lo sfioro dell’altro, boccheggiando appena.
-“S-sei sicuro?”
-“Certo!” rispose sicuro Louis, con un sorrisetto che però l’altro non poteva vedere.
Gli afferrò la mano, aiutandolo ad alzarsi, accompagnandolo lentamente alla propria auto, aprendogli la portiera, facendolo poi salire.
-“Grazie.. davvero” mormorò appena Harry, fissandolo ma senza guardarlo davvero.
Louis gli sorrise addolcito, ricordandosi poi che l’altro non poteva vedere le sue espressioni e
-“Ma figurati, stupido.” Soffiò con dolcezza, chiudendo la portiera, dirigendosi dal lato del conducente per salire anch’egli.
-“Indirizzo?”
-“46 Chenies Street”
mormorò il riccio, appoggiando la schiena allo schienale del sedile, fissando un punto indefinito davanti a se.
Louis lo guardò per un attimo, mettendo in moto.
Poi partì, distogliendo lo sguardo da lui, sospirando a quel silenzio di leggero imbarazzo.
-“Oh ma.. non so come ti chiami. Come ti chiami?” chiese il bruno, fiero di aver trovato qualcosa da dire per sciogliere il ghiaccio.
-“Harry. Harry Styles” disse sorridente il riccio, voltandosi nella sua direzione.
-“E tu?” continuò poi, poggiando anche la guancia contro lo schienale, chiudendo gli occhi.
-“Louis.. Louis Tomlinson” rispose, gettando uno sguardo al ragazzo accoccolato sul sedile accanto.
E non sapeva perché si sentiva in dovere di proteggerlo. Fin dal primo istante.
Il resto del viaggio continuò in silenzio, con il respiro regolare di Harry che riempiva l’auto.
Si era addormentato pochi minuti dopo le presentazioni, ed era così dolce che Louis non pensò minimamente a svegliarlo.
Arrivarono a destinazione e Louis parcheggiò sul marciapiede, fermando poi la macchina, girandosi a guardare l’altro che ancora dormiva beato.
-“Harry” mormorò piano, scuotendolo appena, ricevendo un mugugno di disapprovazione a cui ridacchiò appena.
-“Harry svegliati, siamo arrivati” lo scosse ancora, leggermente, accarezzandogli piano i capelli.
Ricevette un sorriso in risposta, mentre l’altro piano apriva gli occhi.
E Louis lo sentì sospirare, mentre Harry per l’ennesima volta apriva gli occhi senza vedere, ingoiando un altro boccone amaro di una vita che non voleva gli appartenesse.
-“Scusa.. mi sono addormentato.” Si sistemò meglio sul sedile, con la voce impastata ancora dal sonno, mentre si stropicciava un occhio, giusto per abitudine di farlo.
Louis lo guardò, con un sorrisetto dolce, accarezzandogli la guancia per fargli capire di non preoccuparsi.
-“Ti accompagno io, dai” ritrasse la mano, scendendo dall’auto, andando ad aiutare l’altro a scendere.
Harry gli sorrise, scendendo dall’auto, chiudendosi poi lo sportello alle spalle.
-“Casa tua è.. quella bianca?”
-“Si, quella con il portico”  rispose subito l’altro, sorridendo, mentre la mano di Louis si stringeva alla sua.
Camminarono lungo il vialetto che divideva la strada dal portico, e Louis gli lasciò la mano solo una volta accompagnatolo alla porta.
-“Grazie ancora Louis.. senza di te non so come avrei fatto” sospirò l’altro, con un sorriso riconoscente sul viso, mordendosi appena il labbro inferiore per l’imbarazzo.
-“Oh ma figurati, mi sembrava il minimo.”
Il liscio baciò la fronte al più piccolo, accarezzandogli poi amichevolmente il braccio, mentre Harry restava ad occhi chiusi, quasi a voler dimenticare di non poter vedere.
-“Ci vediamo allora” chiese allegramente Louis, mentre si allontanava di poco ed Harry apriva lentamente la porta di casa, abituato ormai a farlo anche da non vedente.
-“Certo, con piacere” rispose il riccio, girandosi verso Louis per salutarlo con un sorriso.
Delle urla e delle imprecazioni, poi, interruppero la conversazione.
Harry si irrigidì sul posto, mentre Louis rimase immobile a fissare la porta di casa del riccio, da cui venivano le urla.
Si riavvicinò all’altro, vedendolo immobile.
-“Hey, che succede?” mormorò, e guardandolo più attentamente lo vide tremare.
-“Harry?”
Il riccio abbassò il viso, sentendo gli occhi inumidirsi e sospirò, rialzando il viso con un enorme e falso sorriso stampatovi sopra.
-“Ogni tanto litigano.. p-poi passa” tirò su col naso, aprendo di poco la porta per entrare, ma Louis lo bloccò prendendolo per il polso, costringendolo a richiudere la porta.
-“Sei sicuro?”
Gli accarezzò piano i capelli, ed Harry rilassandosi sentì di potersi davvero fidare di qualcuno per una volta nella vita.
Magari poteva parlarne, e dopo quella sera non rivederlo più.
Non era una cattiva idea, infondo. No?
-“Mio padre è un tipo violento.. ecco..” sussurrò, quasi vergognandosene.
Sentì la mano di Louis tra i propri capelli irrigidirsi e si pentì subito di aver parlato.
-“Ti ha mai picchiato?” chiese subito il maggiore, preoccupato, portando una mano a stringere quella del riccio che annuì meccanicamente, a sguardo basso.
Se c’era una cosa che Louis odiava più di tutto era la violenza, specialmente se riversata su un ragazzo debole ed indifeso come Harry.
Ed allora non ci pensò più. Niente riflessioni, niente conseguenze.
-“Tu vieni a casa mia.” Disse sicuro, con una punta di dolcezza sempre viva nella voce.
E tirandolo per la mano lungo il vialetto lo fece risalire in macchina, mentre Harry tornava a respirare e Louis ripartiva, convinto a strappare via il riccio da tutta quella merda.
  
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