Ti amo. Ti amo, Italia. Ti amo dal 900. E non basterebbero tutti i fogli del mondo per scrivertelo.
Ti amo come amano i grandi, che fanno sembrare seria ogni cosa.
Anche questa guerra.
Ti scrivo perché non posso smettere di pensare a te, al calore della nostra casa soleggiata, che sembra così lontana e sfuma nella nebbia del primo mattino sul campo di battaglia.
A volte mi sembra di rivederla, sai? Sulle colline verdeggianti, nell’erba che ondeggia nel vento pomeridiano prima che scenda il tramonto.
Ed è allora che penso a te. A come siamo buffi, a come ti inseguivo di nascosto nelle frasche verdi e dietro i mobili di casa per vederti impegnata nelle tue faccende.
Qui è tanto triste, sai? La guerra non è come te la raccontano. Mi chiedo perché i grandi siano così stupidi da farsi la guerra.
Non è vero che la guerra risolve le cose. Non è vero che diventi grande se vinci. Non è vero che si combatte per una giusta causa. Non esistono guerre giuste.
È una favola che ci raccontiamo; e io ho imparato tante cose qui. E ora mi pento di esserti sfuggito tante volte. Mi dispiace doverti amare da lontano.
Qui sta tramontando il sole. Spero che tu lo stia guardando, anche se non sai che sto pensando a te.
Qui tramonta il sole, e l’unica cosa giusta sarebbe stare con te, a dipingere la luce sulla collina, e tenerci per mano.
Siamo sciocchi, siamo buffi, e siamo bambini.
Ma questa è una cosa giusta. È una cosa seria.
Più di questa guerra. Più di questo inutile stare lontani, di cercarsi e di aspettarsi.
Ma i grandi non capiscono, i grandi non vedono.
I grandi si dimenticano come si ama; gratuitamente, in modo stupido, senza rifletterci.
Qualora dovessimo crescere, ricordiamoci i nostri dipinti, i sorrisi stupidi.
Le mie ritirate da generale inesperto.
I baci. Come se li danno i grandi. Però noi ci amiamo davvero.
Con affetto, la persona che più ti ama al mondo,
Shinsei Roma