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Autore: xgirlwhowaited    25/02/2013    2 recensioni
Amo questo lavoro. Lavoro per la BBC da ormai 1 anno e mezzo, anche se il mio grande sogno è quello di fare la giornalista, e non quello di portare caffè o sietemare documenti.
Spero che un giorno Carl mi dia la possibilità di fare qualche intervista o di scrivere qualche articolo. Sarebbe il mio sogno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matt Smith
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ore 7.00 a.m.
Oh cavolo, sono in ritardo. Se arrivo un altro giorno dopo le 8 e 15 sono licenziata. Mi decido ad uscire dal letto e magicamente riesco a prepararmi in 30 minuti, la colazione può aspettare. La macchina è ancora dal meccanico, mi toccherà prendere la metro anche oggi. Meno male che la metro qui a Londra è ben funzionante, altrimenti mi ero giocata il posto.
 
“Sì, Carl, 3 decaffeinati e un macchiato con latte di soia”.
“Ehy, Alison. Ricordati che oggi abbiamo l’intervista con Matt Smith!”
“Certo, Carl!”. Come potevo dimenticarlo. Matt Smith, l’undicesimo dottore di Doctor Who. Mio padre era ossessionato da quella serie e da quando sapeva che Matt sarebbe venuto nello studio dove lavoro per un’intervista, non faceva altro che ricordarmelo. Esigeva un autografo, anche se non volevo ci sperasse troppo.
Amo questo lavoro. Lavoro per la BBC da ormai 1 anno e mezzo, anche se il mio grande sogno è quello di fare la giornalista, e non quello di portare caffè o sietemare documenti.
Spero che un giorno Carl mi dia la possibilità di fare qualche intervista o di scrivere qualche articolo. Sarebbe il mio sogno.
 
Vado a preparare i caffè e quando mi giro per tornare nello studio di Carl… Boom.
“Ehm. Tutto okay?”
Non riuscivo a parlare.
Ci provavo, ma le parole non riuscivano a uscirmi dalla bocca.
Dopo vari sforzi finalmente mi esce qualcosa.
“Caspita”.
“Caspita?”
“Ehm. Scusi. Vuole un caffè, signor Smith?”. Volevo sotterrarmi.
“No, grazie. Preferirei un bicchiere d’acqua.”
“Certo, arriva subito”.
Vado via quasi correndo. Che vergona! Cavolo, non me lo aspettavo così… bello. Meravigliosamente bello.
Meglio non pensarci, finiamo questa giornata e andiamo a casa.
Torno dietro le quinte e li sento parlare.
“Signor Smith, l’intervista inizia tra 5 minuti, avrà una durata di 20, con una piccola pausa, okay?” – “Certo.”
Stanno in silenzio, così ne approfitto: “Ecco, signor Smith,  la sua acqua”.
“Grazie”. Sembra aver concluso, quando torna indietro, viene verso di me. Sì, verso di me! Ha una camminata favolosa e ogni volta che lo guardo rimango allibita.
“Posso avere del ghiaccio?”. Ah. I miei film mentali hanno vinto anche questa volta. “C-c-certo. Arriva subito.”
 
Matt è un uomo molto spiritoso, non avevo mai visto una sua intervista. Parla della nuova serie, di quanto gli manchi lavorare con Karen e Arthur, ma allo stesso tempo di quanto sia emozionato di lavorare con Jenna-Louise Coleman.
È un uomo brillante.
“Hai una fidanzata, Matt?” chiede Em, la giornalista.
“Il mio unico fidanzato è Arthur! Ahahah – No, a parte gli scherzi! Penso lo sappiate tutti”.
No, io non lo sapevo. E volevo saperlo.
 
Finita l’intervista, Matt torna dietro le quinte.
“Grazie, signor Smith.” – “Grazie a lei, signor McCorney”.
“Anche per oggi abbiamo finito, grazie a tutti!”
Uh, stavo quasi per dimenticarlo.
“Ehy, Carl, posso parlarti due minuti?” – “Certo, Alison. Dimmi tutto”.
“Domani devo tornare a casa per il compleanno di mio padre e visto che la macchina è ancora dal meccanico volevo chiederti se potevo uscire per le 17 e 30. L’ultimo treno è alle 18 e 30”.
“Mmm. Okay, però poi recuperi quell’ora”. Carl è okay come capo, ma certe volte era proprio irritante.
“Assolutamente. Allora a domani”.
 
Tornare a casa con la metro a quest’ora era snervante. Figuriamoci dopo questa giornata. Meno male che la mtero qui a Londra funzionavano alla grande. Non vedevo l’ora di arrivare a casa e fiondarmi sul divano a guardare un po’ di tv.
Arrivata a casa mi metto il pigiama, metto la cena al microonde, e, dopo i suoi 5 minuti di cottura mi butto sul divano.
Che giornata. Perché non riuscivo a togliermelo dalla testa? Non facevo altro che ripensare a quell’incontro.
Driiin. Driiin. – Chi poteva chiamare a quest’ora?
Oh, no.
Mio padre.
Cavolo, ho dimenticato l’autografo per mio padre!
“Ciao papà”
“Ali!”
“Come stai?”
“IO? TU! Allora, com’è?”
Era emozionato come un bambino. Come potevo spiegargli la mia figuraccia e la sua bellezza?
“Normale, papà. Normale. Senti, mi dispiace ma ho dimenticato l’autografo. Se n’è andato e non me ne sono neanche accorta. Oggi Carl mi ha riempito di lavoro. Mi dispiace.”
“…”. So quanto ci sia rimasto male e dispiace anche a me.
“Papà, veramente, scusa. Domani parlerò con Carl e vedrò se potrà ricontattarlo”.
“Non preoccuparti, tesoro, mi basta vederti domani”.
“No, papà, ci tengo. Ci proverò”
“Grazie, figliola. A domani”.
“Buonanotte, papà”.
 
Che figlia che sono. Mi sento così in colpa.
È meglio andare a letto, non vedo l’ora che questa giornata finisca.
Faccio per spegnere la tv, quando scopro che stanno danno una maratona della sesta stagione di Doctor Who sulla BBC1.
È una persecuzione!
Forse meglio vedere almeno un episodio, giusto per rendermi conto.
È un attore fantastico.
Ora capisco perché a mio padre piaccia così tanto questa serie! È meravigliosa! E lui recita così bene. Si immerge totalmente nel suo personaggio.
Quell’episodio da vedere si trasforma in 5.
Guardo l’ora e cavolo, sono le due del mattino! Tra 4 ore e 30 devo alzarmi! Non posso permettermi un altro giorno di ritardo.
No.
Meglio andare a letto.
  
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