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Autore: LupoCioccolatoso10    25/02/2013    2 recensioni
Questa breve storia parla di come I Malandrini hanno scoperto l'esistenza del Lupo Mannaro in Remus. Più che su di loro, mi sono soffermata sulla loro amicizia e sulla paura di Remus di perdere i propri amici. Ho messo molti sentimenti personali in quello che ho scritto. spero di essere stata all'altezza delle mie aspettative!
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Quando trovi un amico, trovi un tesoro
La luna tramontò. Attesi, tremante, l’arrivo dei primi raggi del sole che mi avrebbero assolto da questo corpo sconosciuto ma familiare, da questo corpo che condividevo ogni mese con la luna piena, che odiavo e ferivo senza nemmeno accorgermene. Sospirai con un gemito di dolore mentre mi accasciai su me stesso, trasformandomi di nuovo in quel ragazzino che ancora ero. Rimasi li, immerso in piccoli fiumi di sangue che scendevano silenziosamente lungo il mio corpo. Non riuscii a muovermi più di tanto, mi faceva male tutto, le ferite che mi ero procurato bruciavano all’impazzita e la testa mi stava per scoppiare, pulsando con il ritmo accelerato del mio cuore. È passata, pensai, un’altra notte di terrore è passata. –O per tutti i folletti! Sirius, Peter correte! Dobbiamo portarlo in infermeria! Presto correte!- sentii gridare ad una voce familliare, distante ma che si avvicinò con molta fretta, prima che perdessi i sensi..
 
-Ecco perché spariva sempre! Ecco perché ogni volta mostra nuove cicatrici!-.
-Ma perché non ce l’ha detto? Voglio dire.. siamo i suoi migliori amici da anni ormai! Avrebbe dovuto sapere che poteva parlarci di ogni problema!-.
-Forse non si fida di noi..-.
-Avanti Peter! Remus si è sempre fidato di noi! Forse voleva soltanto evitare che ci cacciassimo nei guai-
Un peso enorme mi si posò sul cuore e cercando di nascondere la mia smorfia di disperazione risposi ad occhi chiusi: -O forse perché sono troppo vigliacco per affrontare la realtà-. Tutto ad un tratto tutte le cicatrici e i lividi tornarono a bruciarmi, non solo fisicamente ma anche moralmente, quasi come per evidenziare la verità delle mie parole. Avevano scoperto il mio segreto. Ero un lupo mannaro e ora loro lo avevano scoperto. Gemetti per il dolore e cercando di non lasciarmi travolgere dalle lacrime, aprii gli occhi. Sdraiato in un letto, ricoperto di fasce e lividi, guardai nei volti dei miei amici che mostrarono tutti la stessa espressione. Mi sarei aspettato rabbia, incomprensione, disgusto.. ma non ciò che vidi: preoccupazione. Quella scoperta fu come un pugno in faccia. Come potevano provare preoccupazione per un mostro come ero io? –Non volevo che lo scopriste in questo modo.. Non volevo che lo scopriste affatto! Oh per Godric quanto sono stato sciocco a pensare di potermi meritare degli amici come voi, nascondendo una cosa disgustosa come la verità?- chiesi con un sussurro triste, piegando la testa in basso. Silenzio. Alzai lo sguardo, pronto a vedere la rabbia che invece non vidi. Ciò che mi si mostrò mi fece rimanere senza parole:
Sirius stava accennando un sorriso divertito, Peter mi stava guardando imitando la faccia di Sirius e James aprì la bocca per strillare: -Cavolo Remus ma lo vuoi accendere il tuo super cervello da secchione? Siamo i tuoi amici e di sicuro non ti troviamo disgustoso, neanche sapendo.. quello che ora sappiamo!-. Avvicinandosi al lettino con i riccioli scuri che ballavano sulla sua fronte, Sirius rispose al posto mio: -Remus sei sempre il solito è! Ti pensi inferiore agli altri in qualsiasi cosa fai, pensi di non essere capace e all’altezza di qualsiasi cosa, quando invece sei uno dei pochi degni di rispetto per la forza che ha!- il suo sorriso diventò un ghigno serio e penetrante. –Solo il fatto che tu sia riuscito a nascondercelo per così tanto tempo dimostra che sei una persona in gamba, valida dell’amicizia che si è istaurata tra di noi, perché sai benissimo che è difficile nascondere qualcosa a dei ragazzi malandrini come noi.- feci un sorriso tirato alle parole di Sirius, così sicuro di se e sempre disposto a vedere il lato simpatico delle situazioni. –Ma questo non è una scusa per non avercelo detto!- intervenne di nuovo James che si era accomodato sulla sedia accanto a me. Peter si limitò a rivolgermi un sorriso di incoraggiamento dai piedi del letto. Per un istante mi sentii travolgere da un’ondata di emozioni diverse, impossibile da descrivere. Al posto della paura si intromise il sollievo, mischiato con incredulità e gioia, una cura invisibile alle ferite esterne come interne. Non erano arrabbiati con me per ciò che ero ma per il fatto che non l’ho mai rivelato a loro! Ma di sicuro una volta affrontato una lunga riunione tra di noi, nel quale avrei scoperto tutte le carte in tavola, avrebbero capito. Non riuscendo a trattenermi scoppiai in un pianto silenzioso, singhiozzando piano: -Avevo paura di perdervi, avevo paura di disgustarvi a tal punto da rivolgermi le spalle! Mi trasformo in un mostro terribile, ferendo me stesso perché non ho la possibilità di ferire un umano! Pensavo che non mi avreste più voluto come amico una volta scoperto ciò che sono veramente…- fui scosso da un tremito di adrenalina. –shhhh Remus calmati – disse la voce dolce di James, che cercò la mia mano per stringerla con forza . –A noi non importa se ogni tanto hai la Luna storta. Anzi è un motivo in più per starti vicino! E poi, diciamolo, è sempre utile avere un Lupo mannaro come amico.- aggiunse Sirius con il suo solito sorriso, seguendo l’esempio di James e prendendomi l’altra mano.
-Allora non mi odiate??- chiesi con voce instabile, guardando i miei amici e sentendo la pelle d’oca diffondersi sul mio corpo. –Odiarti? Sei nostro amico, nostro fratello! Noi siamo una famiglia ormai ed il compito della famiglia è di proteggerci a vicenda, starci sempre accanto e non tradirci mai, qualunque cosa succeda!- guardai il ragazzo con gli occhiali che mi sorrise dolcemente e mi strinse la mano. Altre lacrime, lacrime che sembravano lavar via dal mio viso la paura insieme al sangue dei miei graffi. –Meglio morire che tradire i miei amici! Noi per te saremo sempre disposto a farlo!- aggiunse il ragazzo alto e bello dai capelli neri e riccioluti. –Concordo!- sentii arrivare la voce di Peter ai miei piedi.
E tutto ad un tratto capii: eravamo veramente una famiglia, una comunità talmente forte che è riuscita ad abbattere anche un problema grande e peloso come il mio. E questa rivelazione fu la pozione più importante della mia guarigione.
 
 
Opera grandemente colui che agisce con rettitudine; opera lodevolmente colui che si pone al servizio della comunità, più che del suo capriccio. (T. da Kempis)
 
  
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