Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: Princess Kurenai    25/02/2013    1 recensioni
Bofur era appena un adolescente quando la sua famiglia partì per la battaglia per la riconquista di Moria.
Non erano una famiglia nobile, né potevano vantare lontane discendenze regali, erano solo dei semplici minatori e giocattolai... fedeli al loro Re e abbastanza folli da lasciarlo da solo a badare a suo fratello minore.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bofur
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Wall of Silence
Fandom: The Hobbit
Personaggi: Bofur, Bifur, Bombur
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: Oneshot, MovieVerse, What if? (E se…)
Conteggio Parole: 950
Note: 1. Doveva essere una BifurBofur e mi è uscita questa Movieverse (per quanto riguarda la ferita di Bifur) çAç spero vi piaccia!
2. Anche se siamo all’ottava edizione... questa per me sarà la prima Notte Bianca**
3. Ovviamente per il mio dolce uomo ç//ç
4. Non betata<3

Bofur era appena un adolescente quando la sua famiglia partì per la battaglia per la riconquista di Moria.
Non erano una famiglia nobile, né potevano vantare lontane discendenze regali, erano solo dei semplici minatori e giocattolai... fedeli al loro Re e abbastanza folli da lasciarlo da solo a badare a suo fratello minore.
Non che fosse un problema occuparsi del piccolo Bombur - anzi, era divertente giocare con lui -, ciò che lo preoccupava era ovviamente il dover rispondere alle più che ovvie domande di suo fratello. Era normale che volesse sapere dove fossero sua madre e suo padre, e Bofur, suo malgrado, non sapeva mai cosa rispondere - era un bambino, e lui non voleva neanche pronunciare parole come ‘guerra’ in sua presenza.
Iniziò in quel modo ad inventarsi storie e a cercare di sdrammatizzare il più possibile quella scomoda situazione... che divenne tuttavia molto più grave delle sue fandonie.
Perché la battaglia aveva reclamato più vite del previsto, comprese quelle dei suoi parenti.
Erano soli, ed anche se era abbastanza grande per badare a suo fratello... sentiva di non essere in grado di sopportare quel peso che ormai gravava solo sulle sue spalle.
Non sapeva come ci sarebbe riuscito, ma doveva e, sforzandosi, aveva donato un sorriso al piccolo Bombur e si era inventato un'altra delle sue storie pur di nascondere la cruda verità all'altro.
Passarono parecchi giorni e, lentamente, i sopravvissuti - che erano stati preceduti dalle notizie - iniziarono a rientrare a casa.
Per Bofur non sarebbe arrivato nessuno e forse solo per quel motivo apprese con non poca emozione la notizia che Bifur era tra i feriti. Tuttavia la felicità duro ben solo quando lo vide disteso sul lettino, e Bofur capì che suo cugino - e ormai unico parente in vita - non sarebbe mai ‘tornato’ realmente.
Era rimasto gravemente ferito, e la cosa che lo aveva costretto su quel lettino tra la vita e la morte era ironicamente l'unica che ormai gli permetteva di respirare.
Un ascia era rimasta conficcata nella sua testa, e rimuoverla lo avrebbe solo ucciso.
Nessuno sapeva dirgli che danni avesse procurato quella ferita né se Bifur si sarebbe mai svegliato... ma era vivo e per Bofur era una speranza.
Doveva solo aspettare, cercando di sopportare il silenzio del corpo privo di sensi del cugino.
Giorno dopo giorno preparava il pranzo anche per Bifur, nella speranza di vederlo aprire gli occhi ma non accadeva mai... e tutto quello che preparava finiva nello stomaco di Bombur, ben felice di ottenere una razione extra.
Tutto quello che Bofur otteneva dall'altro Nano era sempre e solo il silenzio, duro e pesante... troppo da sopportare. Così doloroso da fargli pensare che Bifur non si sarebbe più svegliato.
Ma per l'ennesima volta, Bofur si sbagliava.
Puntuale come ogni giorno, entrò nella stanza del cugino con una sostanziosa colazione - uno che aveva dormito così tanto doveva per forza avere fame , e al contrario delle altre volte, il giovane Nano incrociò lo sguardo vigile ma confuso di Bifur.
Per poco non gli cadde il vassoio per lo stupore e, correndo subito al capezzale del parente lo riempì di domande, ansioso di sapere come stava e se poteva aiutarlo in qualche modo - facendolo al tempo stesso mangiare.
Attese paziente ma Bifur non pronunciò alcuna parola. Si limitava a mangiare e a fissarlo come se non lo riconoscesse... e Bofur pensò che forse era quello il prezzo scelto da Mahal per non aver reclamato anche la vita del cugino.
Il Nano non parlava né si lamentava, mangiava senza mai fiatare ed ascoltava i tentativi di Bofur di fare dialogo insieme al piccolo e timido Bombur.
Si era creato come un muro di silenzio che, nonostante tutti gli sforzi, sembrava invalicabile.
Bofur però non si arrendeva... non tanto per lui, ma per il suo fratellino che stava crescendo troppo in fretta e stava iniziando a capire tutte quelle cose dalle quali voleva proteggerlo.
Parlava e parlava, raccontava storie e cercava di coinvolgere Bifur in ogni singola cosa - intagliare giocattoli nel legno o preparare il pane con Bombur -, riempiva come poteva il vuoto creato da quel silenzio... ma con il passare dei giorni anche la sua speranza e l'immancabile buon umore iniziarono a scemare.
Doveva essere forte per Bombur e per Bifur, di diceva ogni giorno. Doveva farsi carico di tutto quello che i suoi parenti avevano lasciato... e pur di non far stare male gli altri sorrideva. Ma non era così forte come voleva far credere, ed il suo muro di storie e risate crollò un pomeriggio.
" Tu non parlerai mai più, vero Bifur?"
Non c'era allegria nella sua voce né nel sorriso che piegava le sue labbra.
" Ho bisogno di te... ho bisogno di una mano..."
Era sbagliato prendersela con Bifur, non aveva alcuna colpa... ma era al limite ed aveva bisogno di un momento di debolezza.
" Per favore... dammi almeno un segno...", lo pregò ma ovviamente non ottenne risposta e, abbassando lo sguardo, si costrinse a guardare altrove.
Sarebbe scoppiato a piangere e non poteva permetterselo.
" Bofur..."
Si bloccò incredulo quando sentì fin troppo chiaramente il suo nome nel silenzio della stanza, si voltò quindi verso suo cugino cercandone gli occhi, scorgendoli carichi di preoccupazione.
" C-Cosa?", biascicò, e Bifur iniziò a borbottare qualcosa in Khudzul che Bofur non riuscì neanche a sentire e capire da quanto forte il suo cuore aveva iniziato a battere.
Suo cugino continuò a parlare, forse rassicurandolo nell'unica lingua che si ricordava, ma a Bofur non importava.
Non mentre si concedeva le prime lacrime dopo mesi e mesi.
Non mentre si lanciava tra le braccia di Bifur, sfogando il dolore che aveva tenuto celato per tutto quel tempo.
A Bofur non importava niente, perché il muro di silenzio che aveva bloccato Bifur per mesi era finalmente caduto e tutto - ogni singola cosa - sarebbe andato per il meglio.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Princess Kurenai