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Autore: K u r a m a    25/02/2013    3 recensioni
Ti bacio la spalla scoperta a causa dell'enorme maglione troppo largo che porti e ti sento tremare, ma ancora non mi dici nulla.
Ti stringo a me ancora di più, quasi avessi paura che tu mi sfugga da un momento all'altro e perché so che in cuor tuo cerchi un appiglio nella tua vita e spero sinceramente che tu decida che sarò io.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Farewell

Mi chiedo a volte cosa ti renda così triste, proprio come oggi.
Sei lì davanti a me rannicchiato sulla sedia della cucina e piangi silenziosamente.
Ancora non mi hai notato e per me è inevitabile chiedermi cosa ci sia nel tuo animo di così struggente da farti piangere da solo e non confidarti con me.
Ti conosco da così poco, ti ho raccolto come un gatto randagio e in un modo o nell'altro ci siamo trovati a vivere assieme e alla fine senza nemmeno accorgermene mi sei entrato nel cuore facendolo battere come non mi accadeva da tempo.
Dimmi amore mio, ti prego, cosa ti tormenta? Non ce la faccio a vederti in questo stato, quel tuo dolore diventa anche il mio.
Voglio vederti sorridere, sul tuo volto queste lacrime stonano così tanto per me che sei la mia luce e il mio calore.
Mi avvicino silenzioso e ti abbraccio da dietro. Subito ti irrigidisci e cerchi di nascondere subito le lacrime, ma subito ti afferro per i polsi fermandoti, non cerchi nemmeno di dimenarti o allontanarti e io sorrido, ma il mio sorriso non è felice, tutt'altro, perché ora che posso vedere quei tuoi zaffiri liquidi il mio cuore si sta frantumando ancora di più. Quanto può essere profondo un dolore? Non riesco a darmi una risposta, forse perché so che non c'è limite al dolore come al peggio.
Ti bacio la spalla scoperta a causa dell'enorme maglione troppo largo che porti e ti sento tremare, ma ancora non mi dici nulla.
Ti stringo a me ancora di più, quasi avessi paura che tu mi sfugga da un momento all'altro e perché so che in cuor tuo cerchi un appiglio nella tua vita e spero sinceramente che tu decida che sarò io. 
Restiamo così senza dire nulla a cullarci uno del calore dell'altro, ma so che tra poco sguscerai via da me.
So che uscirai da quella porta e io rimarrò sveglio tutta la notte chiedendomi se tornerai oppure no.
Ed è proprio ciò che avviene e un sorriso amaro mi sorge spontaneo mentre dolcemente ti liberi dalla mia stretta, senza guardarmi ti metti le tue scarpe preferite ed esci e io rimango fermo minuti interi ad osservare quella maledetta porta e nel frattempo maledicendomi per averti lasciato andare, ma sono troppo codardo per poterti fermare, troppo codardo per porti quella domanda che da mesi rimbomba nella mia testa e non trova risposta, troppo codardo per dirti anche solo che ti amo.
Non so per quanto tempo rimango in cucina nella vana speranza che tu decida di tornare, ma alla fine senza nemmeno aver cenato mi dirigo verso la mia camera da letto e con estrema lentezza mi spoglio rimanendo solo in boxer mettendomi poi sotto le coperte troppo fredde su quell'enorme letto dove mi sento solo, cosa mi hai fatto? Oh, la risposta so di avercela, ma mi chiedo come tu abbia fatto.
Rimango così, supino, a guardare il soffitto pensando solo al tuo viso e a quei bellissimi occhi che ti ritrovi di un blu così intenso da togliere il fiato fino a quando verso le tre di notte il telefono inizia a squillare e subito sento il cuore accelerare frenetico e in preda all'angoscia e alla paura.
Titubante alzo la cornetta, ma ancor prima di poter dire pronto sento la tua voce sottile, flebile e disperata e ti immagino piangere mentre mi dici:
- Ti amo, Dave. Addio - agganci subito, prima che io possa dire qualsiasi cosa, prima di poterti dire che anche io ti amo e pregarti di tornare da me e di non fare pazzie.

Da quel giorno sono passati cinque anni. La vita a volte è proprio meschina, non è vero cucciolo?
Quella sera, dopo avermi detto che mi amavi ti sei tolto la vita gettandoti in mezzo a una strada ed è quella stessa sera che ho appreso quale fosse stato il tuo dolore; avevi paura che se avessi saputo ciò che ti avevano fatto ti avrei amato di meno o disprezzato chiamandoti mostro, tuttavia non lo avrei mai fatto e so che mi pentiro ogni giorno della mia vita per non averti fermato quella sera, per essere stato così codardo da non aver indagato su cosa ti affliggeva, per non averti mai detto una singola volta ti amo.
Non mi sarebbe importato nulla se mi avessi detto che i tuoi genitori ti avevano venduto all'età di soli quatordici anni e tu eri stato costretto a prostituirti.
Non mi sarebbe importato nulla, perché ti ho amato e ti amo ancora, cucciolo mio.
Non hai niente di cui vergognarti. Non hai niente di cui rimproverarti.
Io avrei accettato ogni cosa di te, ma ormai è troppo tardi.
Qui in piedi davanti alla tua tomba questa volta sono io a piangere con in mano i tuoi fiori preferiti: rose bianche e in mezzo un'unica rosa rossa simbolo del mio amore immutato.
Dimmi amore mio ora sei felice? Spero di sì come spero che mi aspetterai di là quando anche il mio momento arriverà.
Mi metto in ginocchio e poso il mazzo di fiori davanti alla candida lapide e accarezzo con le dita il tuo nome


Steven Loveness
n. 29.01.1989 - m. 26.01.2010


- Ti amo Steven - dico infine alzandomi e allontanandomi da te salutandoti silenziosamente sapendo che anche l'anno prossimo di nuovo verrò sulla tua tomba e ripeterò questa stessa frase.

___________ Kurama's Desk __________

Piccola Shot drammatica scritta in un momento no della mia vita.
Corta, ma spero sia almeno un po' piaciuta =P
Baci Marty.
   
 
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