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Autore: Iris_R_Chaucer    26/02/2013    3 recensioni
«Mi spiace Mikoto... Ho una cattiva notizia.»
Erano bastate quelle semplici parole per fargli cadere il mondo addosso.
/Accenni MikotoTotsuka/
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Mikoto Suoh, Totsuka Tatara
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prima di lasciarvi a questo mini-sgorbio che ho scritto, vi invito a mettere questa canzone, poichè ascoltandola mi è venuta l'idea e l'ho usata anche come sottofondo mentre scrivevo.
Grazie ^^ <3 http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&v=JlUDOFpiAEk&NR=1





                                                                                                                                                                          «Mi spiace Mikoto... Ho una cattiva notizia.»



Erano bastate quelle semplici parole per fargli cadere il mondo addosso.

Quella sera Totsuka era uscito per provare la sua nuova videocamera, un video per Anna voleva fare, sarebbe stato un ottimo regalo di compleanno... O almeno così diceva lui.
Gliel'avevano detto di non andare da solo ma si sa che la sua testa è dura come il marmo.

Era uscito da solo, con quel suo solito sorriso dipinto sulle labbra.
Era uscito da solo e non era più tornato.

                                                                                                                                                                   «Gli hanno sparato Mikoto... Non ce l'ha fatta.»



Il telefono gli svicolò dalla mano.
Cadde a terra senza fare il minimo rumore, mentre un preoccupato Izumo chiamava il nome del suo re.

Mikoto non sapeva cosa dire, cosa fare.
Gli occhi erano sgranati, fissi in un punto impreciso della stanza.
Nella sue mente correvano immagini come fossero fotogrammi di un film.
E Totsuka era presente in tutte.

Il suo sorriso.
I suoi occhi.
I suoi modi di fare.
I suoi innumerevoli hobby.

Lui era sempre presente, faceva parte della famiglia... Anzi no. Era stato lui a creare la famiglia, l'Homra.


Mikoto mosse qualche passo all'interno della stanza.
Lo sguardo, ora, fisso a terra.
Le braccia abbandonate lungo il corpo e le mani strette a pugno. Poteva sentire le unghie penetragli nella carne e qualche goccia di sangue colargli lungo le dita.
Faceva male, ma non gli importava.

Uno strano vuoto gli colmava il petto, un vuoto indescrivibile.
Un dolore al di là dell'umano.

È così che si ci sente quando qualcuno ti strappa il cuore dal petto?
Un cuore che nemmeno credeva di avere, e che invece batteva per un ragazzino troppo ottimista, troppo sorridente, troppo ingenuo.
Un cuore che ora non può battere più.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   «Totsuka...»


Anche il solo pronunciare quel nome faceva male.
Non puteva essere vero che si fosse spento così, in un modo così... stupido.

Lo ha davvero abbandonato senza nemmeno dire “ciao”?
Senza nemmeno un ultimo sorriso?
Senza nemmeno un ultimo sguardo, ma non uno qualsiasi, uno di quelli che riservava solamente per il suo re.

Lentamente quel sentimento di dolore andava trasformandosi.
Rabbia.
Rabbia incandescente come il fuoco gli scorreva nelle vene, gli esplodeva nel petto.

Con quanta forza aveva in corpo, alzò il pugno e lo sbattè contro una delle pareti della stanza.
Lo avrebbe vendicato.
Fosse stata l'ultima cosa in grado di fare nella sua vita, ma lo avrebbe vendicato.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     «Totsuka...»


Ancora quel nome pronunciato dalle sue labbra.
Ancora il suo nome marcato a fuoco nella mente di un re ormai finito.

Un re è forte.
Un re non abbandona nessuno.
Un re non distrugge, protegge.
Un re non piange.

Ma forse per quella volta Mikoto decise di infrangere quelle regole.
Un lacrima gli rigò il volto.
Una sola lacrima.
Una lacrima calda come il fuoco e portatrice di morte.


Una lacrima che lo avrebbe accompagnato per sempre come quel sorriso di cui ormai non potrà più bearsi.



 

  
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