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Autore: SnowBlizard    26/02/2013    3 recensioni
Era una serata tranquilla, in una tranquilla villa di una tranquilla campagna inglese.
Ma lo scozzese e l’inglese che ci vivevano dentro stavano avendo una discussione tutt’altro che tranquilla.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Scozia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una serata tranquilla, in una tranquilla villa di una tranquilla campagna inglese.
Ma lo scozzese e l’inglese che ci vivevano dentro stavano avendo una discussione tutt’altro che tranquilla.

-Ho già deciso, non cercare di farmi cambiare idea!- Ian stava gridando come mai, ed era molto serio

-Te non te puoi mettere neanche un piede fuori da qui senza il mio permesso, capito?!- pure Arthur era livido di rabbia, forse anche più del rosso

-Che c’è di male se voglio diventare indipendente?! Sarà un bene anche per te!-

Il biondo lo guardò di sottecchi -Come se tu potessi essere capace di reggere un’economia tutto da solo, ma per favore!-

-Ecco, vedi?! Uno dei motivi per cui me ne vado è proprio questo! Mi sottovaluti sempre, non hai mai creduto in me!-

-Idiota, voglio solo proteggerti! Se ti lasciassi andare nel giro di pochi anni scompariresti, lo vuoi capire?! Pensi sia stato piacevole scoprirlo per caso, sentendoti aprire la porta, per poi vederti con le valigie e tutto?! Me lo avessi almeno detto!!-

Lo scozzese non ne poté più di quella conversazione (se si possono chiamare così il fatto di gridarsi addosso senza ascoltarsi)
-Proteggermi?? Quando mai l’ha voluto fare?? Volevi solo le mie materie prime, non sono stupido! E te l’avrei detto, ma avresti avuto la stessa identica reazione di adesso, quindi tanto valeva!-

-Non è v-

-Lasciami finire di parlare, una buona volta!! Sono stanco di essere scambiato per te, che quando qualcuno mi incontra mi chieda sempre di te, di essere sempre paragonato a te, di sentirmi dire che sei il migliore, sono stanco!!!In passato hai già perso degli stati e delle colonie, ma sei sempre andato avanti dimenticandotene, perché non fai lo stesso con me?! Dimenticami, starai meglio!!
Dopotutto, voglio solo la libertà! Non sono più un bambino, e nemmeno tuo fratello! Voglio solo essere indipendente!!-

Inghilterra, che fino a quel momento continuava a gridargli sopra, si zittì di colpo. Sembrò elaborare ciò che aveva detto l’altro,e si rabbuiò improvvisamente.
-Non un’altra volta…  Non di nuovo…- era quasi un sussurro

-Uh?! Che c’è hai perso la parola???- chiese Ian, ancora iracondo.

-Vai.-

-Cosa?-

Arthur alzò la testa, facendo intravedere una lacrima che scendeva dagli occhi
-HO DETTO VATTENE!!! NON VOGLIO PIU’ VEDERTI QUA, FUORI!!! VA A CERCARE LA LIBERTA’ , COME QUELL’ALTRO IMBECILLE!!! ANDATE AL DIAVOLO, TE E TUTTI I RIVOLUZIONISTI, CHE POSSANO DANNARSI IN ETERNO!!!-

Detto ciò, se ne andò correndo al piano di sopra, sbattendo la porta così forte che il rimbombo risuonò per tutta la villa.

Ian era rimasto spiazzato, ma si riprese subito. Prese le sue valigie, e si diresse verso la sua nuova casa,a Glasgow.


Fuori c’era una pioggia leggera, ma essendo a Londra, ci si sarebbe stupiti del contrario.

Si sentiva soddisfatto, finalmente era libero. Poteva farsi una vita sua, una propria identità individuale, ricominciare da capo.

Ma quella libertà gli era costata cara.

A dispetto delle apparenze, non gli piaceva litigare. Soprattutto con Inghilterra. Insomma, anche se adesso il biondo era molto potente, a crescerlo era stato lui, Scozia, e non poteva dimenticare l’affetto per il suo fratellino.

Avrebbe voluto parlargliene pacatamente, ma sapendo come sarebbe finita, aveva preferito andarsene di nascosto, senza preavviso.

Ma non per evitare la reazione dell’ inglese, poteva anche gestirla quella. Non voleva vederlo per non scorgere la tristezza nei suoi occhi smeraldini. Perché si, si era arrabbiato, ma chi lo conosceva ormai da secoli poteva vedere che quella rabbia era un muro, solo per nascondere tristezza e delusione.

E lui lo aveva lasciato da solo.

Ah, ma non poteva pensarci adesso, quel che è fatto è fatto! Adesso era un individuo, e non più ‘il fratello di Inghilterra’!!

La rabbia riprese spazio nei suoi pensieri.
-Poi perché si è arrabbiato così tanto, non sono mica il primo a dirglielo, e l’ha sempre superata!!-

Aspetta.

Una rivoluzione c’era, che non l’aveva mai superata.

4 Luglio 1776.

‘Dopotutto, voglio solo la libertà! Non sono più un bambino, e nemmeno tuo fratello! Da adesso mi dichiaro  indipendente!!’

Si sentì male.

Non poteva avergli detto le stesse parole, non era così crudele. Però, stavano parlando così rabbiosamente che non se n’era neanche accorto…

Ricordava bene quel giorno, quando Arthur tornò a casa. Era distrutto, sia fisicamente e psicologicamente. Alfred era una delle persone più importanti che aveva, e per lui è stato devastante ammettere la sua indipendenza.
Ricordava anche che gli era stato vicino tutto il tempo, confortandolo, rassicurandolo, dicendogli che non sarebbe mai più accaduta una cosa del genere.

Si sentì un mostro.

Guardò indietro, verso la tenuta lontana; chissà adesso cosa starà facendo…

Forse, sarebbe dovuto tornare indietro…

No! Non poteva rinunciare alla sua indipendenza, gli era costata tanto!

Però, aveva appena infranto una promessa, una delle più importanti…

Sospirò, alzando gli occhi al cielo grigio.
Sarebbe tornato indietro, almeno per scusarsi, e magari cercare un accordo.

 
Arrivò davanti al portone, e lo aprì.

Nella sala d’ingresso regnava un silenzio ultraterreno, come in tutto il resto della dimora. Sembrava impossibile che fino a qualche ora prima in quella stessa stanza riecheggiavano le loro grida.

Cercò in tutte le stanze Arthur, senza trovarne alcuna traccia.

La preoccupazione cresceva dentro al rosso, pensando a cosa potesse essere successo al suo amato fratello.

Poi si ricordò. Si ricordò del posto in cui andava a pensare l’inglese, quando voleva essere lasciato in pace.

Sulla sommità della villa, c’era un’enorme  biblioteca, provvista di ogni qualsivoglia libro esistente al mondo.
Era da tanto che Ian non ci entrava, ma era esattamente come l’ultima volta: le librerie in legno chiaro, che facevano scomparire prepotentemente le pareti che stavano dietro di esse; i tavoli anch’essi di legno, con sopra colonne altissime di tomi; le lampade ad olio, che diffondevano una luce calda e accogliente; l’odore di carta, che regnava in quel luogo magico, insieme ad un silenzio tombale.

Questa volta, però quel silenzio era interrotto da brevi singhiozzi, che provenivano dall’angolo più nascosto della biblioteca.

E lo trovò lì, accovacciato, la testa tra le gincchia e vicino una bottiglia di whisky vuota.

Lo scozzese si avvicinò piano, per non spaventare il biondo.

Quest’ultimo però lo sentì, ma non diede segni di averlo capito
-Ti avevo detto di andare via.- disse lapidario, fermando il pianto

-Volevo parlarti più tranquillamente.-

-E DI COSA?!- Arthur si alzò di scatto
-TE NON VUOI PIU’ VEDERMI, E IO TI HO MANDATO VIA, DOVRESTI ESSERE CONTENTO!!!-

-Arthur, calmati… Non è che non ti voglia bene…-

-DITE TUTTI COSI’ , E POI MI LASCIATE DA SOLO!! DIMMI, COS’HO SBAGLIATO??? TI HO SEMPRE VOLUTO BENE, HO FATTO TUTTO IL POSSIBILE PER TE!!-

-Arthur…-

-E NON CHIAMARMI CON QUELLA VOCE MORTIFICATA, NON MI SEMBRAVI TANTO DISPIACIUTO PRIMA!!! E ADESSO, SCUSAMI, MA DEVO ANDARE A FARE QUALCOSA DI PIU’ IMPORTANTE CHE PARLARE CON UN IDIOTA RIVOLUZIONARIO!-

L’inglese fece per andarsene, ma il rosso gli bloccò la strada

-LASCIAMI ANDARE!!!!-

Allora Ian lo abbracciò stretto, per tenerlo lì

-COSA FAI, LASCIAMI IMBECILLE!!! MOLLAMI PRIMA CHE TI PESTI!!-

Arthur cominciò a strattonarsi, ma Ian era più forte di lui, e lo aveva sempre saputo.

Dopo molti tentativi, il biondo si lasciò andare, e pianse sulla spalla del più grande.
Erano lacrime di rabbia, di disperazione di solitudine e di chissà quante altre emozioni.

Lo scozzese, gli accarezzava affettuosamente la schiena, come faceva quando erano piccoli.

-Perché se ne vanno tutti… sono una persona così cattiva?- chiese, con il viso premuto sul petto dell’altro, tra un singhiozzo e l'altro

Gli accarezzò i capelli –No, e solo che tutti cresciamo prima o poi, e abbiamo bisogno dei nostri spazi…-

-Hai ragione… scusa per la scenata di prima… Non c’è nulla nel voler diventare indipendenti… è che non voglio ritrovarmi da solo e…-

Fu interrotto da un casto bacio sulle labbra, che lo lasciò alquanto spiazzato

Il rosso sorrise –Anche se diventassi indipendente, non ti lascerò mai da solo, ricordatelo…-

L’altro annuì, così Ian diede un altro bacio sulla fronte.

E decise. Avrebbe fatto scegliere al suo popolo se diventare indipendente o meno.

Ma qualunque cosa succederà, promise che non avrebbe mai più fatto stare il suo fratellino così male, mai più.

E questa promessa l’avrebbe mantenuta ad ogni costo.
 
 
 


 
 
*Angolo autrice*
Salve ciurma! :)
Alcuni giorni fa ho letto che nel 2014 in Scozia si farà un referendum per decidere della sua indipendenza dall’ Inghilterra, e non potevo non scriverci qualcosa :)
Si dice che la maggior parte degli scozzesi voglia rimanere attaccata alla Corona, ma vedremo fra un po’ :D
Spero che i personaggi non siano troppo OOC, e fatemi sapere che ne pensate!
A presto,
Snow :D

 
  
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