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Autore: Grotesque    26/02/2013    3 recensioni
Certo, Alfred aveva di che rimproverarsi.
Era da due giorni che stava lì imbambolato lì davanti alla finestra luminosa,
con una t-shirt unta addosso e dei pantaloni da ginnastica sui quali sbriciolava
puntualmente delle patatine fritte della più infima qualità
-le uniche che avrebbe potuto sbranare senza dover uscire di casa e comprarle.
Ma ciò di più assurdo nel suo aspetto, era l'espressione con cui fissava lo schermo del computer.

UsUk senza pretese, dedicato a Lawly, una mia cara amica che da tempo non riesco
a sentire che ama questa pair.
C'è veramente bisogno dell'alchol per parlare a cuore aperto?
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Whisky Ice Cream

 

Il mouse scorreva scattante sulla scrivania, spostandosi con movimenti rapidi e improvvisi per puntare l'obbiettivo e cliccare.
Il ragazzo si sistemò rapidamente gli occhiali appannati, che riflettevano l'immagine dello schermo che si trovava a pochi
centimetri dalla sua faccia.

Certo, Alfred aveva di che rimproverarsi.
Era da due giorni che stava lì imbambolato lì davanti alla finestra luminosa,
con una t-shirt unta addosso e dei pantaloni da ginnastica sui quali sbriciolava puntualmente
delle patatine fritte della più infima qualità -le uniche che avrebbe potuto sbranare senza dover uscire di casa e comprarle.
Ma ciò di più assurdo nel suo aspetto, era l'espressione con cui

fissava lo schermo del computer.
Sembrava incredulo, perennemente sorpreso; allo stesso tempo, imbarazzato e sconvolto.
Su una cosa non c'era dubbio: non riusciva proprio a smettere di leggere.

Ma in che razza di sito sono capitato?!

Era da due giorni che se lo chiedeva, senza trovare risposte plausibili, e senza
per questo cambiare pagina.

 

<<Nh~ A-Alfred, stop!
W-wait, what are you doing?>>

 

Avvampò. Che razza di parole mettevano nella bocca di...di...

 

<<A-aaah~ >>

 

No, non era possibile che lui dicesse quelle cose!
Sarebbe stato più probabile che Superman morisse!
E, ovviamente, Superman non muore!

 

 

Almeno questo pensiero lo distrasse dalle più peccaminose,
ma intriganti fantasie che si stavano 
pian piano creando nella sua testa.

 

 

Quando riportò gli occhi allo schermo però, una frase attirò la sua attenzione più delle altre.
Sbattè le palpebre, confuso, e inclinò la testa.
Davvero sarebbe potuto succedere qualcosa del genere se lui e l'altro interessato si fossero
ubriacati?

 

 

Chiuse di fretta la pagina del sito dalle tonalità allegre e azzurrine, con lo sguardo di qualcuno
che ha appena avuto un'idea geniale.

 


***

Certo, quando era stato invitato a prendere un gelato dopo un summit mondiale, il rappresentante
dell'Inghilterra -precisamente del United Kingdom and Norther Island- aveva avuto la grande tentazione di far ricorso
al suo famoso vocabolario da scaricatore di porto, per mandarlo gentilmente a quel paese e tornarsene a casa a leggere un libro.

 

Prendere un gelato? Ma se siamo ancora in Primavera, bloody wanker!

 

Ma l'americano non aveva sentito ragioni e aveva deciso di trascinarlo contro le sue volontà -e si sottolinea contro la sua volontà,
sicchè aveva scalciato e si era dimenato al fine di contrastare la presa erculea di Alfred- in una gelateria newyorkese.

 

 

L'inglese ovviamente, alla vista del piccolo e modesto locale, pieno di colori, e per di più
pieno di gente -agli inizi di Marzo!- non si era trattenuto qualche battutina condita dal suo proverbiale sarcasmo.
Ma anche in quel momento l'americano sembrava distratto da qualcos'altro.

 

Arthur inarcò un sopracciglio, dedicando all'altro uno sguardo incuriosito e confuso.

 

Ma non fece in tempo a chiedere nulla, che i due erano già nella gelateria, e Alfred stava
ordinando due gelati parlando in quello che potrebbe essere stato aramaico, e che in seguito si rivelò essere
semplicemente un
american english dalla pronuncia particolarmente marcata.

 

Così l'inglese si ritrovò in mano un gelato dal colore caramellato, mentre si avvicinavano a
Central Park, per accomodarsi su una panchina e mangiare il gelato in pace.

 

 

Ma, quando furono là e l'inglese fece per iniziare a mangiare il gelato -mentre l'americano
tratteneva il respiro, sperando che il suo assurdo piano funzionasse-, Arthur si allontanò imprecando
il gelato che aveva un potente odore di whisky.

 

Bloody Hell! Che razza di gelati vendono in America?

 

La risposta tardò qualche secondo ad arrivare, preceduta da un sospiro deluso.

 

W-well...non tutti i gelati sono così.

 

L'inglese lo squadrò, se possibile, con uno sguardo ancora più confuso.

 

Perchè cazzo hai ordinato dei gelati al whisky?!

 

I nervi saldissimi dell'inglese stavano già per spezzarsi quando l'aveva trascinato lì,
figurarsi ora! Cosa diavolo passava per la testa di quel bambino cresciuto troppo?

 

L'americano si schiaffò una mano in faccia.

 

 

I-inghilterra...se te lo dicessi, poi te lo dimenticheresti? Pleaaaase!

Con un'espressione supplichevole l'americano cercò di convincerlo.
Alla fine, dopo qualche risposta che si preferisce non citare, in quanto
esageratamente volgare, il sopracciglione assentì.

Così America tirò fuori dalla tasca il suo cellulare, ovviamente di ultima generazione.
Cercò sul web quello che aveva letto qualche giorno prima, arrossendo gradualmente.
Sarebbe stato assolutamente...imbarazzante.

 

Quando raggiunse la pagina giusta, mise l'apparecchio in mano all'inglese.

 

Fu un vortice di emozioni. Ma nulla lo confondeva: tutti i pensieri portavano ad un'unica
e convincente conclusione: picchiare Alfred a sangue.
L'inglese arrossì vistosamente quando iniziò a leggere, senza staccare gli occhi dal cellulare,
mentre l'altro assumeva l'espressione di che le sta per prendere; anche se era più forte fisicamente
di Arthur, non l'avrebbe mai picchiato per qualcosa di cui era innegabilmente colpevole.

 

 

Ma, quando le iridi smeraldine di Arthur raggiunsero le ultime righe della storia, sembrò placarsi.
Nonostante l'evidente imbarazzo dimostrato dalla sua faccia, Arthur ripose quasi delicatamente
il cellulare sulla panca, e, senza guardare Alfred, gli rivolse qualche borbottìo e qualche Idiot! Chiuso nella gabbia dei denti.
Prese un lungo sospiro.

 

Pensi che non riesca a dirlo senza essere ubriaco?

Gli occhi azzurri guizzarono subito verso di lui, sconcertati, più confusi che mai.
E, mentre lui borbottava qualche parola in modo che fosse appena comprensibile,
scaturendo l'esplosione della gioia dell'altro, e un abbraccio che rischiò di soffocarlo,
qualcun'altro, da qualche altra parte, leggeva quelle stesse parole adornate dai contorni azzurri
e allegri del sito.

 

Iiiiiih! Gli ha detto 'I love you'! Gli ha detto 'I love you!'

La fangirl svenne, lasciando una traccia di sangue sulla scrivania e sullo schermo,
scaturendo la preoccupazione di sua madre, che, nel frattanto, si domandava cosa fosse successo
alle nuove generazioni.

 

 

 

 

Notina dell'autrice

Duuuunque. Io non sono proprio una fan di questa pair,
ma ho notato, leggendo diverse fic, che in molte di esse per una confessione
subentra l'aiuto benevolo dell'alchol.
Io stavo cercando ispirazione per dedicarne una ad un'amica e ho pensato:
'No, io voglio essere fuori dagli schemi. Mooolto fuori dagli schemi.'
E, dalla mia menticina malata, è nato questo.

A LAWLY, perchè ti voglio bene e mi manchi.

  
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