Amare oltre il limite
Guardo il tuo corpo
immobile e sorrido in tua direzione. Il tuo sguardo è fisso su di me. Le tue
labbra sorridono in mia direzione. Accarezzo il tuo viso e per un attimo ho come
l’impressione di un guizzo di un tuo muscolo facciale. È così? Non so, tu
per me sei sempre stato un mistero. Un mistero che ho sempre cercato di
comprendere ma che purtroppo mai ho capito e mai capirò.
Mi siedo sul letto. Qui al tuo fianco. Accarezzo ancora una volta il tuo
viso ormai freddo, ma stavolta non vedo nessun guizzo. No. Adesso il tuo corpo
è rigido, è subentrato il rigor mortis. Ed allora decido di farti chiudere gli
occhi, non reggo le tue iridi fisse. Immobili. Vuote. Vitree.
Sei morto ed io guardo la pistola con la quale ti ho sparato. Già, alla
fine sono stata io a porre fine alla tua vita. Io che ti amo, scusa, che ti ho
amato, più della mia stessa vita. Sono stata io a porre fine alla tua
esistenza. Io ho spento la luce che brillava nei tuoi occhi. Ho esaudito il tuo
ultimo desiderio, ti ho tolto la vita. Ho impedito al cancro che ti stava
divorando da dentro di vincere. Hai vinto tu. Anche contro la morte sei stato tu
a decidere quando dire basta.
Ma perché? Perché hai chiesto proprio a me un gesto simile? Non ti sei
reso conto di avermi ucciso con una richiesta simile? Io… io che ti ho amato
tanto. Io che per te avrei sacrificato la vita mia… tu mi hai chiesto di
ucciderti. Dimmi adesso sei contento? Sei qui immobile. Un mucchio di carne ed
ossa. Ti guardo e ti maledico. Ti guardo e ti invidio. Ti guardo e ti amo.
Ti maledico perché non sei stato capace di affrontare la morte. Hai
avuto paura. Hai voluto ad ogni costo avere l’ultima parola. Tu e solo tu. Non
hai cercato di ascoltare le mie richieste. Non hai voluto ascoltare altri pareri
medici. Il Doc per te è sempre stato il solo di cui fidarti, gli altri? Tutti
ciarlatani.
Ti invidio perché tu non hai dovuto patire la sofferenza a cui mi hai
sottoposta. Non sei stato tu a vedermi morire. No. Io sono qui ad insultarti
anche da morto. Stupido! Ti invidio perché adesso ti trovi in un mondo migliore
dove non esiste la sofferenza. No. Sono certa che ti ritroverò in Paradiso
perché gli uomini come te meritano solo un posto tra gli angeli. È vero le tue
mani sono sporche di sangue, ma non dimenticare quello che hai fatto dopo la tua
“redenzione”!
Ti amo, ma per questo non occorrono spiegazioni. È sempre stato così.
Da quando per la prima volta i nostri occhi si sono incrociati. Tante
incomprensioni inizialmente ma dopo, quando tutto si è chiarito, il nostro
amore ha retto a tutto. Ha retto anche a questo.
Adesso basta. Non è più tempo di parlare. È tempo di agire.
Nell’aria percepisco ancora l’odore della polvere da sparo e nelle orecchie
l’eco dello sparo. Non c’è sangue. Il lenzuolo è bianco, immacolato.
Sembra strano. È tutto così innaturale. La morte non ha avuto il coraggio di
sfigurare il tuo volto. Ancora sei tale e quale. Ti guardo ed adesso sembra che
tu stia dormendo. Un bacio. Leggero. Sfioro le tue labbra con le mie. Affermano
che non si devono baciare i morti. Dicono che sulla loro pelle si formano
batteri dannosi per gli esseri ancora in vita. Ma io non sono viva. Sono morta
con te. Nello stesso istante in cui il tuo cuore ha cessato di battere. Sono
morta ancora prima di te. Sono morta nello stesso istante in cui mi hai chiesto
di ucciderti. Ti guardo un’ultima volta. Voglio imprimere per bene il tuo
volto nella mia mente. Non voglio perdere alcun dettaglio del tuo viso.
Sorridente. Arrabbiato. Concentrato. Devo imprimere tutto nella mia mente.
Adesso basta. Agiamo. Non posso attendere oltre. È passato già abbastanza
tempo. Mi spiace solo per i nostri amici. Credo che loro non la prenderanno
bene, ma in fondo ci hanno sempre voluto bene, sono sicura che capiranno il
perché di un gesto così estremo. La lettera è sul tavolo della cucina. Tra
quelle righe il perché del nostro gesto. L’abbiamo scritta insieme. Sono
state le ultime risate che abbiamo condiviso insieme. È strano pensare che la
nostra routine stia per terminare. Basta. Ho perso già troppo tempo e tu mi
starai aspettando già da un po’.
Sorrido ancora una volta a te.
Guardo la pistola.
Mi sdraio al tuo fianco.
Prendo la tua mano ed intreccio le nostre dita.
Chiudo gli occhi.
Poi uno sparo.
Il buio.
Una luce.
Ed eccoti oltre questo tunnel luminoso.
Mi sorridi ed allora capisco che qui staremo insieme per sempre.
Prima di linciarmi. Prima di uccidermi. Prima di cercarmi per tutta la Sicilia permettetemi di spiegare la ragione che mi ha spinto a scrivere questa fic. No. Non sono in crisi depressiva. Anzi per me in questo momento il cielo è azzurro e gli uccellini cinguettano felici! Lo so vi starete chiedendo: MA SE ERI DEPRESSA ALLORA COSA SCRIVEVI? Per rispondere alle vostre domande ecco cosa mi ha spinto a scrivere questa flashfic. Il bisogno di confrontarmi con un genere diverso dal solito romantico ed azione. Un genere drammatico che mi facesse comprendere se sono davvero capace di scrivere ed emozionare perché si può essere bravi ad emozionare scrivendo ciò che il lettore vuole leggere. I personaggi del cuore che vivono felici e contenti. Io ho provato ad emozionarvi, con qualcosa di diverso. Di sofferto. Adesso sta a voi decidere se sono stata brava oppure no. Il mio è solo un esperimento ma sono pronta a qualsiasi giudizio, quindi non preoccupatevi, siate pure cattivi. Ultimo avviso. Come avete notato la storia non rivela quali che sono i veri protagonisti ed è una scelta. Potrete adattare la storia ad ogni coppia desiderata:
-
Kaori&Ryo;
-
Miki&Umiboozu;
-
Kazue&Mick;
Forse è anche una Saeko&Hideyuki dipende dai punti di vista e
soprattutto se non si considera la storia originale.