Anime & Manga > Shaman King
Ricorda la storia  |      
Autore: Mao chan    13/09/2007    11 recensioni
La neve è bella da vedere.
La neve è bianca e soffice.
La neve è bellissima.
Ma la neve è irreale.
E l’irreale inganna.
Genere: Angst, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hao Asakura, Pirica, Yoh Asakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Alla neve non importa dove cade

Alla neve non importa dove cade.

Cade, cade e basta.

La neve è bella da vedere. La neve è bianca e soffice.

Ricopre tutto di un candore così dolce da invocare serenità anche nel più tormentato degli animi.

La neve è bellissima.

Ma la neve è irreale.

E l’irreale inganna.

 

Snow’s Blood

Written by Mao chan

Desclaimer: I personaggi appartengono a Takei

La fic non è a scopo di lucro.

 

Cadde la neve.

«Horo Horo, guarda! Come a casa.»

«Non siamo a casa, Pirica. Niente è come a casa.»

 

Lo Shaman Fight continuava, imperterrito, anche coperto dalla neve.

Ma la neve era dolce, serena. Copriva il ring, le strade, i tetti delle residenze.

Era bella.

«Hai visto? È proprio come a casa invece.»

«Davvero nel vostro paese è sempre tutto coperto di neve?»

«Certo. La neve è questa, la vedi? È tutto come qui.»

 

La neve era candida. Donava a quell’isola una morbidezza che non le apparteneva.

Le rocce nere e ruvide che la circondavano non c’erano più, la crudeltà dello stesso territorio era stata cancellata.

La neve era felice.

 

«Mio fratello combatterà anche se è tutto coperto di neve?»

«Sì. Si scontrerà con il Team Star.»

«Non c’è nulla da temere, la neve scioglierà il fuoco.»

 

   Yoh la guardava e sorrideva tristemente.

 

Non succederà.

 

Ma alla neve non importa dove cade.

La neve è irreale, e in quanto tale, inganna.

 

«Perché la neve è diventata rossa…?»

«Pirica, sbrigati! Aiutami a fermare l’emorragia!»

«Faust, guarda. La neve, in questo punto, è rossa.»

«Pirica, mi serve una mano o tuo fratello morirà.»

«A casa nostra la neve non è mai rossa.»

 

La neve è artista. La neve è poesia.

La neve intreccia illusioni con l’abilità di una maestra.

Illusioni bellissime, quasi tangibili.

Ma non per questo, reali.

 

«Pirica, Horo Horo è morto.»

«Pensi che la neve si scioglierà presto, Yoh?»

«No, penso di no.»

 

Per Pirica, la neve non si sciolse mai più.

 

***

Era estate ormai.

La ragazza camminava lenta, sicura, per le strade assolate del quartiere in cui solitamente i Pache allestivano il mercato. Sorrideva leggera.

Non c’era più alcun mercato in quella via, i Pache erano troppo impegnati a raccogliere i morti che ogni giorno mieteva quel maledetto torneo.

L’atmosfera si era fatta pesante, l’aria intorno al ring grondava dell’odore pungente di cadaveri in putrefazione.

I visi dei partecipanti erano oscurati dall’ombra della paura o da quella della sofferenza. A volte da entrambe.

Ma lei, lei sembrava estranea a tutto questo.

Camminava allegra affondando felice i piedi nella sua neve.

«Pirica? Che ci fai qui? Non è affatto sicuro girare per queste vie soli.»

«Ciao Ren! Sai, devo trovare un vestito nuovo per mio fratello. L’unico decente che gli avevo cucito l’ha già rovinato!» disse lei arricciando buffamente le labbra.

«Pirica, Horo Horo è morto.»

«Ahh, Ren. Spero che nella prossima gara siate meglio allenati, così non morirà nessuno.»

 

Non ci sarà una prossima gara.

Anche lui sorrise.

Ma era un sorriso triste, il sorriso di chi non crede più in nulla ed è pronto a morire.

I loro sorrisi formavano un contrasto molto ironico.

«Sì, lo spero anch’io.»

Dopo una strizzatina d’occhio, la ragazza lo superò.

«Aspetta, ti accompagno.»

«Tranquillo, devo solo trovare un vestito nuovo per mio fratello. L’unico decente che gli avevo cucito l’ha già rovinato!»

Ren rimase a guardarla mentre si allontanava.

Non sarebbe servito a nulla accompagnarla. Cosa avrebbe potuto essere pericoloso per lei ormai?

*

Camminava, allegra, senza fretta.

Una fiammata improvvisa, un veloce spostamento d’aria, e lei cadde a terra.

Spirit of Fire era lì.

«Stupida umana, osi pararti davanti a me, sul mio cammino?»

Pirica si massaggiò il fondo schiena su cui era caduta, poi alzò lo sguardo in un’espressione stizzita.

«Ma cosa vuoi, tu? Io devo solo trovare un vestito nuovo per mio fratello! L’unico decente che avev…»

«Un’amica di Yoh.» confidò il piccolo Opacho al suo maestro.

Hao la guardò bene, e allora la riconobbe.

Quei grandi occhi del color ghiaccio che un tempo lo guardavano con il disprezzo più profondo che avesse mai visto, adesso recavano la luce della follia, ma non erano cambiati.

«La sorella di Horokeu Usui.»

 

È pazza.

Interessante.

 

Spirit of Fire allungò una mano e la sollevò.

«Cosa vuoi? Perché mi prendi?»

Pirica non oppose resistenza. Si limitò a fissare lo sciamano negli occhi, quando furono alla stessa altezza.

«Hai paura?»

Inizialmente la domanda sembrò turbarla, come se non fosse prevista dai suoi registri.

Mormorò qualche frase sconnessa, poi proruppe in una risata sguaiata che avrebbe fatto gelare il sangue nelle vene a ogni singolo sciamano ancora in vita sull’isola.

Ma a lui no.

«Voglio che tu venga con me.»

Gli occhi stralunati dell’ainu s’incollarono ai suoi.

«Hai paura, Hao Asakura?»

Senza ricevere risposta fu scagliata a terra con violenza estrema, e il sangue schizzò sull’asfalto.

*

«Pirica non è tornata oggi.»

Tamao si tormentava l’unghia del pollice con insistenza febbrile.

«Vuoi cercarla, Yoh?» chiese Faust in tono assente.

Il ragazzo sorrise tristemente.

«No. Se se n’è andata, non credo che tornerà. Ren ha detto che l’ha vista sparire mentre cercava un vestito per Horo Horo. Lasciamo che lo cerchi finché ne avrà voglia.»

«Yoh, tu non sai quello che dici!» scattò Ryu, impressionato dal comportamento dell’amico. «Stiamo parlando di una ragazzina completamente pazza che se ne va in giro su un’isola brulicante di sciamani altrettanto folli! È certamente a rischio di morte in questo momento! E nonostante questo, non vuoi andare a cercarla?»

Lo sciamano si voltò verso la sua ragazza.

«Cosa ne pensi, Anna?»

«Probabilmente sta per morire, e mi chiedete di salvarla. Volete davvero usarle anche quest’ultima violenza?»

*

Quando la ragazza si svegliò, era in un futon, avvolta in un paio di coperte.

Ecco, questo è il tessuto che cerco per il vestito di mio fratello.

«Ti sei svegliata?»

Nessuna risposta, lei esaminava il tessuto delle coperte.

«Cosa vuoi fare adesso?»

«Comprare il vestito.»

«Questo ti renderebbe felice?»

Ancora nessuna risposta.

Hao sorrise nella penombra della tenda.

«Quando si è rovinato il vestito di tuo fratello?»

A Pirica piacque molto quella domanda.

«È stato quando ho visto la neve rossa!» esclamò eccitata.

Afferrò il vecchio ikupasui del fratello che teneva legato alla cinta, poi, senza alcuna esitazione, ne usò la punta acuminata per lacerarsi una guancia.

Fissò le gocce di sangue cadere a terra con occhi vitrei. E rivide la sua neve rossa.

«Se la tua neve avesse sciolto il mio fuoco, il vestito di tuo fratello sarebbe ancora intatto.»

L’ainu scosse la chioma turchina, e i suoi occhi si assotigliarono.

«La mia neve non si scioglie.»

Lui l’afferrò per i capelli, la tirò a sé e le leccò la guancia insanguinata.

Lei non oppose resistenza.

«Voglio proprio vedere se sarà il fuoco a sciogliersi.»

*

Tre settimane dopo, Lyserg scorse per un attimo Pirica tra la folla sulle tribune.

Aveva lo sguardo perso e sembrava spaesata, i suoi occhi non seguivano la gara.

Cercò di tenerla d'occhio, ma quando vide Hao, poco distante, i suoi occhi s'infiammarono d'odio e lei sparì.

La sera, ne parlò a Yoh.

«Dunque è ancora viva.»

«Sì.»

«Hai visto con chi era?»

«No, poco dopo il mio sguardo è stato catturato da Hao. Mi dispiace.»

«Capisco.»

«Che intendi fare?»

«Andrò a cercarla. Il destino che l’attende potrebbe essere peggiore della morte.»

«La morte sarebbe una liberazione.»

«Già.»

Il membro degli X-Laws ci pensò un attimo.

«Andrò io a cercarla.»

Yoh parve sorpreso.

«Perché?»

«Qualcosa mi dice che la faccenda è più complicata di quello che pensiamo. Tu devi allenarti.»

«Tu no? Gli X-I sono ancora in gara.»

Un sorriso amaro si dipinse sulle labbra dell’inglese.

«Con la ferita che ho, non reggerò più di qualche settimana. Se c’è un’ultima cosa che posso fare prima del mio ultimo incontro, voglio farla.»

*

Non gli ci era voluto molto tempo a scoprire dov’era Pirica. Gli bastò fare un paio di domande in giro.

Agghiacciato dall’idea che Hao la tenesse per sé, riuscì a scovarla sola, una notte, a girovagare sulla spiaggia.

Camminava in riva al mare, pazza, al chiaro di luna. I capelli riflettevano quella luce pallida, e la sua pelle grigiastra e segnata, la faceva assomigliare a uno spettro errante.

Non affondava più i piedi nella sua neve con allegria e leggerezza.

Ora sembrava fare fatica nel procedere, sembrava che la neve le ostacolasse il percorso, le trattenesse i piedi in un ammasso appiccicoso difficile da sciogliere.

Lei ansimava e deglutiva rumorosamente. Sudava. Pareva stanca e spaventata.

«Pirica!» la chiamò Lyserg, e lei si girò di scatto, gli occhi vitrei spalancati.

Lui le corse appresso.

«Pirica, che succede? Perché non torni a casa?»

«Devo trovare un vestito nuovo per mio fratello. L’unico decente che gli avevo cucito l’ha già rovinato.» disse lei meccanicamente, con voce vuota.

L’inglese le afferrò un polso. Il rumore delle onde scandiva le loro parole.

«Pirica, tuo fratello è morto, morto! Non indosserà più nessun vestito!»

Lei scosse la testa con foca, sbavando.

«Tu non capisci! Ne ha davvero bisogno!»

«Perché stai da Hao?»

Lei si fermò, stordita.

«Sciolgo il suo fuoco. È stato mio fratello a dirmi di farlo.»

«Che significa?»

La ragazza scoppiò in una risata gutturale.

«Non capisci, non capisci niente. Cose da Ainu. La nostra neve è meravigliosa!»

«Non vuoi venire via con me? Non vuoi tornare a casa?»

 

Cosa direbbe Horo Horo se ti vedesse così?

Cosa mi direbbe se ti lasciassi tornare da lui?

 

Lei sorrise, giocosa.

«Bambino birichino! Cosa direbbe mio fratello se sapesse che non vuoi che abbia un vestito nuovo?»

Lyserg le lasciò lentamente la mano, rassegnato. Si sforzò di sorridere.

«Probabilmente hai ragione, Pirica-chan. Ma io non posso davverò farti tornare da quello lì.»

«Uffa, lasciami in pace!»

Improvvisamente la spiaggia fu avvolta dalle fiamme, e Hao comparve accanto a loro.

«Lyserg. Il solito guasta feste.» disse con noncuranza.

«Hao.»

L’altra voce invece, era carica d’odio.

«Vorrei proprio sapere perché stai infastidendo tanto la mia bambola preferita.» sibilò lo sciamano del fuoco, beffardo.

Lyserg tremò di rabbia.

«Devi lasciarla. La distruggerai!»

«Ma è così divertente giocare con lei.»

Si avvicinò a Pirica e le sfiorò il collo con le labbra.

«Ormai non vi appartiene più. Non appartiene nemmeno a se stessa. Ora è solo il mio giocattolo.»

E prima che Lyserg potesse evocare il suo spirito, era già scomparso insieme a lei.

*

Fu quando Hao si stufò del torneo e cominciò a distruggere l’isola e i suoi abitanti che fu vista un’ultima volta.

Vennero uccisi tutti coloro che erano riusciti a sopravvivere fino ad allora, uno a uno.

Chocolove, Horo Horo, Redseb e Seyram erano già morti durante gli incontri. Ryu, Manta e Tamao erano stati uccisi un giorno di sole, mentre cercavano di procurarsi dei viveri per le strade ancora esiguamente frequentate, e Lyserg era in fine morto a causa della ferita pochi giorni prima.

Ma quando Hao si scatenò, nessuno riuscì a far fronte alla sua furia.

Persino Anna non poté fare nulla.

Venne uccisa per ultima, in segno di rispetto.

Yoh rimase solo nell’isola ardente. Temeva che presto sarebbe affondata.

Colto da un’andata d’odio bruciante, corse a quello che era stato l’accampamento degli uomini di Hao.

Non era rimasto nessuno nemmeno lì.

Non c’erano più “servi di Hao”, lui e i suoi amici erano riusciti a sconfiggerli tutti, e il loro capo li aveva poi uccisi, uno ad uno. Tranne Opacho, lui era morto nel sonno, e nessuno aveva mai saputo il perché.

Yoh crollò in ginocchio davanti al campo in fiamme.

Perché Hao l’aveva risparmiato? Perché quell’atto di crudeltà assoluta?

Entrò nella grande tenda del gemello, non ancora crollata, in attesa della morte.

E lei era lì.

Inginocchiata a terra, che cuciva delle coperte in un vestito. Canticchiava.

«Pirica…?»

«Shh. Non mi disturbare.»

«Se vuoi vivere, devi andartene.»

Ma che gl’importava, poi?

«Uffa, ma quanto parli!»

Ridacchiò.

Yoh si distese sul terreno della tenda, già morto ormai.

«Sai, quando sei impazzita mi sono fatto molte domande. Perché siamo così deboli ad esempio. Perché uno dei miei migliori amici non c’era più…»

Lei lavorava tranquilla, non sembrava ascoltarlo.

«Sono tutti morti, sai, Pirica?»

Nessuna reazione.

«Ma tu sei completamente pazza. Spesso mi sono chiesto se ti fossi mai resa conto della morte di Horo Horo.»

«Oh, sì!» esclamò lei, guardandolo scandalizzata.

Yoh sobbalzò, non aspettandosi una risposta.

La ragazza tornò a guardare il vestito su cui stava lavorando.

«Non basta…» mormorò soprappensiero.

Si tolse la maglietta e la canottiera, rimanendo nuda agli occhi dello sciamano.

«Adesso ci sarà abbastanza stoffa.»

Solo allora, Yoh notò un enorme squarcio sul fianco della ragazza. Il sangue coagulato ne impastava i lembi.

C’era molto sangue. Troppo.

Nessuno poteva sopravvivere con una ferita del genere.

È morta?

Lei scoppiò in un’orribile risata.

«Pirica…tu sei…»

«Morta? Sì. Mi ha ucciso Hao.»

«Ma come…?»

«Non lo so, non chiedermelo. Io sono pazza.»

E rise di nuovo.

Folle, folle Pirica. Non sei mai riuscita a vedere tuo fratello morire, non ti sei mai accorta di quando Hao faceva di te la sua bambolina.

E senza saperlo, sei morta.

 

Hao sorrise, varcando la soglia della tenda.

Yoh giaceva a terra, sgozzato.

Pirica teneva tra le mani un coltello sporco. E tutto, in lei, era sangue.

«Perché lo hai fatto? Una bambolina come te può anche uccidere?»

«Tu mi hai uccisa.»

«Io ho ucciso tutti qui. Adesso, prima, ho sempre ucciso. Mio padre, mia madre, e adesso anche mio fratello. Ora voglio andarmene, sono lo Shaman King, ucciderò altra gente, molta altra gente, tutti. Non resterà nessuno.»

Pirica sollevò da terra la sua opera e l’ammirò.

Il vestito era bellissimo.

Lo abbracciò, poi la sua espressione serena si deformò in uno sguardo d’orrore e disgusto, e lo squarciò senza pietà con il coltello che teneva in mano.

Hao la guardava inorridito.

«Che stai facendo?»

E Pirica rise, ancora e ancora, folle, folle.

Folle, folle.

«Io sono pazza, ma tu che scusa hai per tutto questo?»

 

End.

  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shaman King / Vai alla pagina dell'autore: Mao chan