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Autore: _eleonora    26/02/2013    4 recensioni
Lei, Kate Johansson, tanto timida, goffa e curiosa quanto innamorata di lui.
Lui, Harry Styles, tanto furbo, gentile e protettivo quanto fragile.
Loro, migliori amici divisi per colpa delle madri in un triste passato.
Loro, di nuovo amici, in un bellissimo presente.
Loro, confusi per quello che li si presenta in un offuscato futuro.
Voi, che non dovete far altro che godervi una storia d’amicizia pronta a tutto pur di arrivare all’amore.
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A Katia, grazie di tutto. (shjne)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                                                                                                A Katia. Grazie di tutto,
                                                                                                                                                                                              sei la cosa migliore che mi sia mai capitata.
 

 
Prologo
 

Kate se ne stava spensierata a guardare la neve che cadeva leggera sull’asfalto lungo la sua via, aspettava il suo ritorno, era solita spiarlo dalla prima luce dell’alba fino a che anche l’ultima stella non si fosse fatta vedere. Usciva qualche secondo dopo di lui, non appena sentiva la porta della casa di fronte alla sua aprirsi e chiudersi di fretta, in modo da essere sempre in fermata insieme e poter aspettare l’autobus, il che era probabilmente l’unica cosa che facevano insieme. Probabilmente lui non si ricordava di lei, probabilmente non si ricordava che erano vicini di casa. Questo era quello che Kate pensava. Probabilmente non aveva mai sentito la sua voce per il fatto che in fermata la prima cosa che faceva appena arrivato era infilarsi le cuffiette e ascoltare musica. Probabilmente a volte neanche usciva musica dall’apparecchio, probabilmente lui lo faceva solo perché nessuno lo disturbasse. Si sedeva da solo in autobus e non lasciava che nessuno si sedesse affianco a lui, una volta arrivati a scuola aspettava  che tutti scendessero per poi imitarli senza doversi stringere fra le persone con il suo grande borsone. Kate non sapeva cosa contenesse quel borsone ma quel ragazzo ormai per lei era un’ossessione.
 
Quella mattina non era andata a scuola, la neve era troppa e sua madre non si fidava a portarla a scuola in macchina, si era svegliata troppo tardi per prendere l’autobus. Il suo primo pensiero quella mattina fu quello di affacciarsi alla finestra per vederlo mentre si stropicciava gli occhi ancora assonnati visto che tornava sempre tardi la sera, tenendo sveglia anche lei. Come aveva previsto Kate, il ragazzo si sistemò i ricci con entrambe le mani per poi spostarli con una carezza verso il lato destro della testa,  ultimamente li portava in modo che gli si vedesse la fronte mentre fino a qualche mese fa gli cadevano sempre sugli occhi verdi. Kate sognava di essere accarezzata come quei capelli un giorno, non lo sognava da poco, non da qualche mese, non da qualche anno. Bensì da quando era nata, fin da quando aveva pochi anni di vita e le loro madri si incontravano per il thè costringendoli a giocare insieme con i giocattoli di lei. Al ragazzo non era mai piaciuta la cosa, ricordava i pomeriggi con Kate come una tortura ma fu con lei che iniziò a capire le donne, come corromperle, come coccolarle, come farle innamorare di sé. Sapeva capire quando una ragazza volesse una specifica cosa e quando un’altra, e tutto questo grazie a Kate. Ma aveva sempre pensato che con lei era stato fin troppo facile, gli era bastato farle i complimenti per le barbie e dirle che fare la parte di Ken non gli dispiaceva per farla cadere ai suoi piedi a soli sette anni. Con lei aveva capito che le ragazze amano ricevere attenzioni, e che quando dicono di non volerle ti stanno solo mettendo alla prova. Con lei aveva capito che tutte le bambine amano le favole e le bambole, che non amano la visione del sangue e che adorano essere servite e trattate come delle principesse. Con lei aveva capito che le ragazze alle prese con i primi anni dell’adolescenza vogliono solo ricevere approvazione e sentirsi amate, fare parte di qualcosa e soprattutto vogliono provare cose nuove. Certo, cose piccole come baci o carezze, ma finalmente iniziavano a provare attrazione verso l’altro sesso, cosa che lui già faceva dalla quarta elementare. Con lei aveva capito che per fare tua una ragazza nel bel mezzo della sua adolescenza devi farle credere di non volerla, ignorarla e aspettare che lei scoppi e venga da te piangendo chiedendoti cosa ha fatto di male, per poi sussurrarle delle parole dolci e dirle che avevi paura, perché anche tu sei fragile.
 
Avrebbe voluto imparare altre cose da Kate, ma l’improvvisa separazione delle loro madri, per motivi a loro sconosciuti li aveva definitivamente separati nell’ultima fase, eliminando ogni possibilità per loro di chiarirsi ma soprattutto per il ragazzo di portare a termine i suoi esperimenti, questo aveva  creato dispiacere solo in lei però. Lui aveva usato tutto ciò che aveva imparato per fare sua ogni ragazza che gli interessava e per poi scaricarle dolcemente con parole come ‘Scusami, non sono pronto. Sono ancora troppo spaventato da una relazione per stare con una ragazza come te, perché so già che mi innamorerei e finirei solo nei casini.’ Più o meno questa era la filastrocca che recitava ogni volta mentre salutava la fortunata sulla soglia della camera prima di andarsene, quella che gli impediva di avere la fama da ‘puttaniere’ e lo faceva ancora sembrare il ragazzo più dolce della scuola.
 
Kate era ancora ferma a lui, non aveva voltato pagina e si chiedeva perché lui la ignorasse. Non aveva mai capito perché lui fingesse di non conoscerla, forse centrava lei con l'allontanamento delle loro madri, stava di fatto che lei si sentiva in colpa. Lei lo amava, amava tutto di lui per il semplice fatto che di lui conosceva tutto. Non riusciva a trovare un difetto nel ragazzo, anche quando commetteva errori lei si sforzava di trovare una giustificazione per far sembrare l'accaduto meno pesante.
 
Sapeva che quello che stava facendo era sbagliato, era come una stalker, sapeva tutto di lui, ogni suo impegno anche se all'ultimo minuto e a volte lo pedinava ma la maggior parte delle volte rimaneva davanti alla sua finestra in attesa di vederlo tornare.
 
Le si spezzava il cuore quando era in compagnia di qualche bella ragazza o quando sentiva voci di corridoio che lo ritraevano in una nuova relazione, non si faceva ingannare lei lo conosceva veramente e sapeva che non era così dolce. Ma era proprio il suo lato misterioso ad attrarla di più, quel lato le faceva venire sempre di più voglia di sapere perché una volta a settimana si allontanava il pomeriggio per poi tornare la sera sempre con quel borsone pieno.


 Give me a moment.
Premetto che mi sono impegnata un sacco per scrivere questa soria,
e la cosa più bella che voi possiate fare ora è dirmi che ho fatto un buon lavoro.
Ma so che non sono un genio e accetto i consigli per diventarlo (forse) un giorno.
Dedico questa storia a Katia, perchè mi ha ispirata e spronata a scriverla. Grazie.

  
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