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Autore: este    26/02/2013    8 recensioni
One shot altamente demenziale, con un Blaine molto diverso da quello che conosciamo e con un'unica missione: far capire a chi di dovere che Kurt Hummel è di sua proprietà. Con OGNI mezzo. A prescindere. Riferimenti alla 4x14.
AVVERTENZE: se siete Kadam o Adam shippers, o stimate l'attore.. c'è un'ironia MOLTO MOLTO marcata. Cliccare solo se ne siete provvisti. Ma, nonostante tutto, VOLEMOSE BENE!
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'My funny.. Klaine!'
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nda: questa shot non ha ASSOLUTAMENTE un senso. Giusto una stupidata scritta in tre ore per farsi due risate. Perchè la Klaine è sacra e Adam no. E perchè prenderlo per il culo.. è divertente, dai. Un poco. Pochissimissimo.
E visto che la demenza non nasce da sola, dedico questa cosa alla mia Blaine Soul Smile Sister che è rimasta sveglia fino alle tre di notte perchè voleva leggerla. Perchè è folle. E io la ADORO a prescindere.
Enjoy!




Blaine Anderson è una persona gentile. Gli occhi buoni, il sorrido aperto, i lineamenti delicati. Non è altissimo ma nel complesso.. si può definire un perfetto esemplare di gnocco. E non importa che sia gay, dichiarato e praticante, ogni essere umano pensante e respirante vedendolo passare ruoterebbe la testa a 360 gradi facendo concorrenza a Regan Macneil.

E’ una persona simpatica e alla mano. Ed è molto difficile farlo incazzare. Difficile. Ma non impossibile.

Perfetto esempio di questa piccola, insignificante, microscopica possibilità: quel momento non perfettamente consono in cui, mentre il tuo ex ragazzo, decisamente arrabbiato per il tuo recente tradimento nei suoi confronti, ha deciso di punirti duramente infilandoti la lingua in bocca e assaltandoti nel retro di una macchina come l’ultimo degli arrapati, pensa bene di cianciare a vuoto tra una toccata e l’altra riguardo un presunto ‘qualcuno’ con cui sta uscendo a New York.

Il primo pensiero che attraversa la mente di Blaine in quegli attimi concitati è un sonoro “e al popolo?”. Il secondo, dettato da una ritrovata lucidità causa interruzione da parte di amiche scassa palle che saranno prontamente depennate dalla lista dei regali di Natale, è un deciso “e questo mo chi cazzo è”.

Anche se la giornata inizia bene e finisce pure meglio – con una fantastica inconigliata no stop nella stanza di un albergo – il pensiero non abbandona Blaine. E un Anderson in questi casi può comportarsi solo in un modo: andare dal soggetto in questione a fargli capire chi comanda.

Blaine non ha un piano preciso. Sa solo che deve prendere quell’aereo e andare a New York e dare un nome, un volto a quel ‘qualcuno’. E già che c’è, anche un sonoro calcio nelle palle. Nella migliore delle sue fantasie, prende l’aereo che lo ha appena condotto li per una delle ali e lo usa per corcare di botte ‘qualcuno’ come se non ci fosse un domani. Ma capisce che la cosa non è fattibile: gli aerei costano, sono un servizio pubblico importante e richiedono parecchia manutenzione in caso di guasto. E in più, sfracellare corpi umani a colpi di pezzi di lamiera non è un’operazione che si può compiere in modo indolore senza creare un gran casino che dopo tocca pulire.

No, bisogna affrontare la cosa da uomo. Trovare ‘qualcuno’ e parlargli a cuore aperto. Poi usarlo come sacco da box dopo aver parlato.
Semplice, rapido, indolore.
Beh, forse non proprio indolore per ‘qualuno’. Però, ehi, ogni piano ha il suo lato debole.
 


La NYADA. Un posticino a modo, non c’è che dire. Ma anche dannatamente frequentato. Non sarà facile trovare ‘qualcuno’. Kurt non gli ha dato indizi o altro. Ma Blaine ha un piano anche in questo caso. Deve cercare un cantante, più basso di Kurt, forse con i capelli neri e.. gli occhi particolari. Ovviamente bellissimo. Di quelli che sembrano apparati riproduttori che vanno in giro con le gambe.

Blaine non vuole vantarsi. Però, che cazzo, dopo due anni insieme, è sicuro che Kurt abbia.. certi parametri, in fatto di uomini.

Blaine si avvicina alle bacheche nella hall. Conoscendo i gusti di Kurt, sa che si sarà fatto un giro da quelle parti, alla ricerca di attività extracurriculari. Esamina i nomi sui vari volantini e quando ne legge alcuni l’unica cosa che vorrebbe è buttarsi a pelle d’orso sul pavimento e ridere fino ad esaurire le riserve d’aria di tutte le sue vite. Ma non è lì per divertirsi. O meglio, lo è, ma c’è divertimento e divertimento.

Sta per lasciare il suo posto quando all’improvviso una musica piuttosto alta riempie l’aria.


“I like big butts and I can not lie
You other brothers can't deny
That when a girl walks in with an itty bitty waste
And a round thing in your face”

 
Ma cosa cazzo..?
Da dietro uno dei pilastri della sala Blaine vede spuntare fuori un.. tipo. Alto, biondiccio, con la bocca larga, un outfit discutibile e una gran faccia da cretino. Blaine vede che il.. ragazzo (che tanto ragazzo non è, perché dietro la faccia da cretino sembra annidarsi la fiera mondiale della ruga marcata) lo fissa con lo sguardo acceso di chi si è appena fumato le piume di un piccione in menopausa.
 
“Ciao! Io sono Adam! Hai visto il mio volantino? Io sono il capo di un gruppo! Si chiama ‘le mele di Adam’! Ti piace? Le mele, Adam.. l’hai capita?? Nel mio gruppo ci divertiamo tantissimo! E’ uno spasso! Dai, vieni vieni!”
 
'Tipo' ha un tono di voce che definirlo fastidioso è come dire ai romani che avevano appena finito di costruire il Colosseo: “Carino ma.. non pensate che ci siano troppo buchi?” Riduttivo e ridicolo.
 
Riproviamo. Se potessero imbottigliare il suono che produce il suo orifizio orale e rilasciarlo nell’oceano, avrebbero trovato un modo alternativo per favorire l’estinzione delle balenottere azzurre.
Si, decisamente meglio.
 
Mentre la mente di Blaine si diverte a creare piacevoli metafore sullo scarico di fogna che la voce di Adam richiama, quest’ultimo continua a saltellargli intorno come uno scoiattolo davanti a una ghianda particolarmente grossa. Ora, lungi da Blaine scappare di fronte a un uomo che ti guarda come una ghianda particolarmente grossa ma.. che cazzo, ho una dignità. Sta merda non me la farei manco bendato e sotto steroidi.
 
Blaine sta valutando attentamente la possibilità di sporcare la sua fedina penale alla tenera età di 18 anni tirando Adamo per il collo e attaccarlo al pilastro insieme ai volantini, quando voltandosi vede un gruppo di ragazzi, vestiti in modo assurdo e con l’aria di chi vorrebbe andare a piantare margherite tra i ghiacci dell’Antartide piuttosto che stare lì.

Blaine si avvicina ai ragazzi, mentre Adam continua a parlare con il muro. Letteralmente. Nel senso che è rivolto al pilastro continuando a blaterare frasi sconnesse su quanto sia figo entrare nelle mele e su quanto sia spiritoso il nome che ha deciso per il gruppo.
Scuotendo gravemente la testa, Blaine di rivolge a uno dei ragazzi.
 
“Ciao amico.. è roba vostra quello là?” dice, indicando con un cenno del capo Adam saltellante.
“Non me lo ricordare” risponde “o oggi è la volta buona che lo riempio di anfetamine e aspetto che la natura faccia il suo corso.”
“Quindi lui è sempre.. così?”
“Peggio. Lui quello fa. Si apposta dietro ai pilastri ed esce fuori appena vede qualcuno che transita da quelle parti. Anche se l’ultima cosa che il malcapitato di turno ha in mente in quel momento è leggere i volantini. Anche se qualcuno si ferma lì solo per allacciarsi le scarpe, grattarsi un orecchio o starnutire. Lui esce fuori e attacca con la filastrocca. Il grande guaio e che alcuni pirla – dice, rivolgendosi ai compagni – spinti dalla disperazione ci cadono pure. E ora stiamo qui, lo tramortiamo quando inizia a rompere troppo i coglioni e cantiamo stupide canzoni che parlano di quanto siano grandi i culi delle persone. Se l’avessi saputo, avrei dato retta a mio padre e sarei rimasto al paese a costruire barili per acciughe.”

Blaine gli stringe la spalla, con compassione.
“L’ultimo arrivato poi, devi vederlo. Adam l’ha pure preso in.. simpatia.Anche se non capiamo se l’altro faccia sul serio con lui o sia tutta una gigantesca presa per il culo.”
Blaine lo guarda con attenzione.
“Quest’ultimo arrivato.. per curiosità.. com’è?”
“Decisamente gay.. alto, occhioni azzurri, capelli castani..”
“E un gran bel culo sempre chiuso in pantaloni che sembrano sfidare ogni legge della fisica sulla costrizione dei corpi?”
“Bingo! Come lo sai, amico?”
“E’ il mio ex. E il tipo laggiù che parla con il fantasma del suo cervello ha sulla fronte due corna che il ponte di Brooklyn gli fa una pippa.”
“Ci hai dato dentro, bello!” risponde l’altro ammirato “Ti rispetto!” e gli porge il pugno.
Blaine fa scontrare il pugno con la consapevolezza di aver trovato un fratello.
“Quindi..” riprende Blaine “che si fa, ora?”
“Se proprio vuoi, vallo a prendere per il culo. E’ un modo come un altro per scaricare lo stress. Io lo faccio spesso. Tanto lui non capisce un cazzo. E’ terapeutico.”
 
Oh, oh. Ho come il sospetto che questa giornata andrà di diritto nella top 3 dei miei giorni felici.
 
Blaine saluta il suo nuovo amico e si riavvicina a Adam, che nel frattempo sta carponi sul pavimento, cercando di convincere una mosca ad unirsi al suo gruppo. Blaine si trattiene dal pestargli un piede e fa per piegarsi vicino al povero idiota quando lo vede tirarsi su di scatto con un’espressione di rabbia repressa e inconfondibile sdegno negli occhi.
 
Praticamente, la faccia del merluzzo che sta per finire nell’olio di frittura senza essere stato adeguatamente squamato.
 
“Che c’è?” chiede Blaine.
“Ti ho sentito” risponde, gonfiando le guance come un criceto, “ho sentito che ti vantavi con uno dei miei di averci ‘dato dentro’ con il mio ragazzo. Questo non mi piace. Mi fa arrabbiare. E divento terribile, quando mi arrabbio.”
“Ah si?” risponde Blaine, incrociando le braccia “E cos'è che fai quando ti arrabbi?”

Dio benedica la madre e il padre di questo coglione. Grazie, Signore.

“Io ti banno”.
 
 






Ah?

“Prego?”
“Mi hai sentito bene. Ti banno. Ho una pagina facebook, io. Con MIGLIAIA di fan affezionati. Una mia parola e si rivoltano. E posso toglierti la possibilità di parlare con noi per sempre. Stai molto attento.”
 
Ok. Devo essere stato veramente un bravo ragazzo nella mia vita precedente per meritarmi una cosa del genere.
 
“Perché stai ridendo?” gli chiede Adam accigliato.
Oh fidati amico. Anche tu, se fossi in me, rideresti.
“Niente, niente. Piuttosto, ti va di seguirmi in un posto più appartato? Devo parlarti di una cosa…”
 
 
10 minuti e parecchie ossa rotte dopo, Blaine esce dalla stanza lasciando un agonizzante Adam sul pavimento, con molti meno denti ,molti meno capelli e molti più lividi. Blaine si scrocchia il collo soddisfatto, consapevole di aver fatto un favore al mondo. E riprende l’aereo per tornare a casa con il cuore più leggero. E’ felice di non aver utilizzato l’aereo, dopotutto. Ha registrato il rumore dei suoi pugni contro la faccia di Adam e ha intenzione di impostarlo come suoneria del cellulare. Pelle contro pelle, la soddisfazione più grande di tutte.
 
Tornando a casa, Blaine nota movimenti in cucina, Si avvicina guardingo e vede una donna armeggiare con la credenza.

E questa mo chi cazzo è.

“Blaine, tesoro! Come stai?”
“Mamma!” esclama, dopo un’evidente sforzo di memoria. Spesso si dimentica di avere dei genitori.
Sua madre è un tipo particolare. E’ napoletana, originaria di San Gregorio Armeno, con un’insana passione per i presepi. E’ stata lei a crescere il piccolo Blaine, buttandolo nella mischia di sopravvivenza dei Quartieri Spagnoli appena aveva imparato a camminare. Da quell’esperienza Blaine ha imparato tutto quello che sa sul mondo.
 
“Che hai fatto oggi, ammamma?”
“Sono stato a New York. Ho fatto il culo a uno. Non letteralmente, eh. Gli ho imposto la legge Anderson. Penso che dovrà andare avanti a succhi di frutta per un bel po’. Mi sono anche preso un ricordino..” dice, tirando fuori dalla tasca due dei denti di Adam.
“E mettili lì sul camino che fanno arredamento” risponde la donna, guardando fiera il figlio “A Natale li mettiamo al posto delle papere nel presepe.”
 
Blaine va in soggiorno, posa i denti e manda un messaggio a Kurt.
 
Per la cronaca, eccetto me, per gli uomini hai davvero dei gusti di merda. Ti amo.
 
Giornate che ti rimettono in pace col mondo.
   
 
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