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Autore: Cilyan    26/02/2013    3 recensioni
il Capitano Louis William Tomlinson, detto Willy era un personaggio particolare, con aspirazioni particolari e nuovi marinari da assumere altrettanto particolari.
Lui non avrebbe mai scelto nessuno che avesse ritenuto sciapo o privo di personalità.
Al capitano, intendiamoci, sarebbe andato bene anche uno smidollato senza spina dorsale, ma non una persona priva di alcuna peculiarità caratteriale, no tutto ma quello no.
E sicuramente il nuovo arrivato non lo era per nulla.
ff scritta per il contest indetto dal thegays. Prompt di gorgosprizzi. Pirates!AU
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Il nuovo arrivato”

 
Il Capitano Louis William Tomlinson, detto Willy era un personaggio particolare, con aspirazioni particolari e nuovi marinari da assumere altrettanto particolari.
Lui non avrebbe mai scelto nessuno che avesse ritenuto sciapo o privo di personalità.
Al capitano, intendiamoci, sarebbe andato bene anche uno smidollato senza spina dorsale, ma non una persona priva di alcuna peculiarità caratteriale, no tutto ma quello no.
E sicuramente il nuovo arrivato non lo era per nulla.
Harry Styles, detto Hazza, era un ragazzo in apparenza semplice, con un bel sorriso ed un bel faccino, ma null’altro nel profondo, eppure il capitano era riuscito a vedere nelle sue iridi incantatrici qualcosa di più, quella scintilla che cercava da tanto ormai e che mai era riuscito a trovare, almeno prima di vedere quei ricci spuntare timidi da dietro la poppa e poi sempre più nitidi e pieni di vita davanti ai suoi occhi.
- Bu-u-o-n- g-g-g-i-o-r-n-o- aveva balbettato il piccoletto, che poi tanto piccolo non era dato che la sua età, probabilmente era inferiore a quella del capitano solo di qualche anno.
Ciononostante ai suoi occhi era e sarebbe stato sempre un piccoletto perché così decise la prima volta che lo vide e quando mister Tomlinson decide una cosa quella è e basta.
Una sua decisione voleva dire la morte o il castigo e non c’era scusante che reggeva a meno che non si trattasse di Zayn Malik.
Zayn, il bellissimo marinaio dalla pelle mulatta, il fiore all’occhiello del capitano, non che suo fidato consigliere.
I due erano compagni di ventura un tempo e quando Louis aveva deciso di intraprendere la carriera marittima, il moro lo aveva seguito seduta stante senza se e senza ma.
Per questo, non appena arrivata la nuova recluta, il capitano aveva subito richiesto la sua presenza e:
- che ne pensi?- gli aveva suggerito all’orecchio, poco prima di scambiarsi uno sguardo pieno di intesa con l’altro, uno di quegli sguardi che vogliono dire tutto per chi li fa e nulla per chi li vede, uno di quegli sguardi che odorava di assenso e infatti assenso fu.
- Sei preso- senza dire altro, senza rispondere al timido “buongiorno” del riccio, Zayn prese il nuovo arrivato per mano e lo portò in cabina per dargli la divisa.
E Harry era davvero spaesato. Prima gli avevano detto che Louis Tomlinson fosse famoso per i suoi lunghi interrogatori ed ora si ritrovava catapultato in un mondo nuovo, in cerca di avventura e consenso da parte di una ciurma di pirati in cui lui non si rivedeva proprio a fare parte.
Ed anche dopo un mese di mare continuava a non capire quale fosse il suo ruolo su quella nave, né perché il capitano e quella sotto specie di sotto ufficiale gli dessero così tante attenzioni.
- Per affetto. Ti vogliono bene – gli aveva confessato un suo coetaneo eppure lui in una banda di pirati pensava che non esistesse proprio la parola “bene”.
Ma si sbagliava e come se si sbagliava e quel – tutti ti vogliamo bene e ci vogliamo bene. Siamo una famiglia no?- glielo aveva fatto capire.
“Famiglia” era una parola che Harry Styles in vita sua aveva sentito si e no due volte. Alla nascita, così almeno gli avevano riferito, quando suo padre lo aveva abbandonato a sua madre con la scusa di doversi creare una vera famiglia e poi quando sua madre, qualche anno dopo la sua nascita, lo aveva lasciato, morendo e lasciandogli scritto in una lettera “troverai una nuova famiglia un giorno, Harry. Una famiglia che ti saprà dare tutto l’affetto che io non ho potuto. Ti voglio bene. Tua Mami”.
Quella era stata l’ultima volta in cui gli avevano detto la parola famiglia. All’orfanotrofio in cui era cresciuto, poco prima che divenisse maggiorenne e potesse viaggiare con quella strana ciurma, non aveva mai ricevuto affetto.
Nemmeno un fiorellino da qualche bimba che li raccoglieva per creare quelle ghirlande che tanto si ama mettere tra i capelli.
Nemmeno un regalo per il suo compleanno o un misero bacino sulla guancia.
Per i regali non c’erano soldi, dicevano le suore, ma i baci e gli abbracci andavano pagati?
Nessuno gli aveva insegnato cosa fosse l’affetto o la famiglia e su quella nave, nel giro di un mese, glielo avevano mostrato troppo in fretta.
“Noi siamo una famiglia”. Quella frase continuava a frullargli in testa e ,poco prima che potesse chiedere spiegazioni al compagno, quello era già sparito e lui era rimasto solo, a pensare, con il secchio in mano e una pavimento in legno da pulire.
- Sì, ma cos’è una famiglia?-un dito sul labbro inferiore, altri tra i capelli, le lacrime agli occhi ed il gioco era fatto: Harry era finito in un altro mondo.
Quello stesso mondo che lo aveva portato a finire addosso al capitano stesso e, con la paura nelle iridi smeraldine, a chiedere ripetutamente “scusa” rimasti a vuoto tra le lacrime assieme ai “non mi cacci via per favore” appena sussurrati, perché finiti stretti in un abbraccio senza eguali.
- Non ti lascerò Harry- gli aveva detto il capitano, prendendolo in braccio, facendo perno sulle gambe forse troppo deboli per reggere un ragazzo più piccolo di lui, ma di altezza maggiore.
- Maledizione! Perché non ho un centimetro di più!- disse infatti Willy tra i denti, poco prima di ritrovarsi Malik al suo fianco ad aprirgli la porta della sua cabina.
E - Non ti preoccupare Tomlinson, che ci sta a fare il tuo Zayn, eh? –  dopo avergli fatto l’occhiolino ed essersi beccato un – Ma sentilo!- in risposta da Louis che, tuttavia gli diede subito un bacio a schiocco sulla guancia, il moro si dileguò canticchiando, forse per rassicurare Harry ancora in stato di shock o per nascondere qualcosa che aveva intuito sarebbe a breve successo.
- Non avere paura di me, Harry- posandolo sul suo letto, dopo essersi assicurato di aver chiuso porta a chiave, Louis gli si sdraiò accanto e lo tenne stretto tra le braccia tentando di tranquillizzarlo, poco prima che un Hazza – così lo chiamava lui- tutto ansante, gli porgesse la fatidica domanda:
- Cos’è una famiglia?- e Louis, per nulla sorpreso, forse perché lo aveva capito, ormai, sorrise e – ora te lo insegno piccola crostatina adorata! Avere una famiglia vuol dire essere amati da qualcuno ed amare. Significa costruire un rapporto talmente intenso che non potrà mai essere spezzato. Noi siamo una famiglia perché siamo sempre insieme e ci vogliamo bene sostenendoci l’un l’altra, capisci?-
- E ch-e vu-ol di-re vol-ersi be-ne e am-a-re?- Harry ancora più tremante, avanzò l’ennesimo quesito che si portava dentro da troppo, troppo tempo ormai.
Ma Louis Tomlinson, si sa, ha sempre una risposta pronta e, dopo un primo spaesamento, stavolta, lo abbracciò ancora più forte e – voler bene significa provare affetto per qualcuno,ma amare è qualcosa di ancora più forte dell’affetto- strinse più salda la presa fino a far scontrare il suo petto con quello del giovane riccio, subito arrossito.
- E-co-me fa?- Louis strofinò il suo naso su quello di Styles, prima di- così- scoccargli un bacio a fior di labbra, tenero, tenero come tutti i primi baci, tenero eppure già dal sapore latteo delle labbra del riccio, tenero eppure già dall’odore di sonno; quel sonno che li colse presto entrambi tra i sussurri amorosi; quelli che i piccoli amanti sono soliti scambiarsi prima di dormire; quelli che sanno di un sentimento pure e vero; quelli che ti dicono che al di fuori c’è un mondo eppure quello che ti basta è solo un misero essere umano che per te è tutto.
 Così, proprio così, Louis ed Harry si addormentarono, con le gambe incastrate le une nelle altre, mentre fuori risuonava la voce di un Malik piagnucolone che gridava per la nave:
- Ma anch’io voglio bene ad Hazza- eppure in quel momento non importava perché tutto quello che Harry volevo lo aveva ad un palmo di distanza: Louis.


 




Non mi andrebbe di postare nulla qua, ma ho scritto questa ff per un contest e a dispetto delle altre che erano brevi, in un commento sul live journal questa non ci entra ç___ç
Penso che comincerò a postare un po' di roba lì per motivi che non sto qui a spiegare.Comunque grazie per chi mi segue sempre. Non so proprio come ringraziarvi ^^

Un bacione
fat 
  
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