Fanfic su artisti musicali > Avril Lavigne
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Autore: Denise Iudicone    26/02/2013    1 recensioni
Conoscevo Avril Lavigne da una vita, mi piaceva ascoltare le sue canzoni, in pratica ero una sua fan, ma Avril non mi conosceva perché ero lontanissima da lei e non potevo neanche immaginare che un giorno…
Genere: Fluff, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mia cugina era inglese, si chiamava Kate, e mentre guidava fece un brutale incidente e morì. Così io e la mia famiglia ci recammo a Londra per i funerali, d’altronde mi dispiaceva davvero tanto perché era l’unica in famiglia che mi capiva davvero. In quel periodo ero diventata una ragazzina molto fragile, avevo dei genitori che pensavano solo a se stessi e da loro io non ho mai avuto un regalo, ma non mi importava tanto del regalo, mi importava dell’amore che io ho non ho mai ricevuto da nessuno dei due. E mentre il resto del mondo si chiedeva se mai avrebbe avuto un iphone, io mi chiedevo se avrei mai ricevuto amore, ma quello vero, quello che ti fa sentire i brividi anche alle ossa, con le farfalle nello stomaco. Era da poco che mi ero lasciata con il mio fidanzato, e questo mi aveva fatto soffrire molto, intanto la mia cugina preferita era salita in cielo e questo mi fece stare più male di prima. Con lei mi confidavo, era l’unica persona che poteva aiutarmi e la sua morte mi fece cadere tutto il mondo addosso. All’epoca avevo sedici anni, e la sventura non era ancora finita. Quando ritornammo in Italia la nostra casa era completamente bruciata, e non c’era rimasto più niente, nemmeno le foto di Kate, di quando ero felice insieme a lei. In quel momento volevo morire. Eravamo rovinati perciò ci invitò la madre di Kate in Inghilterra e così dovetti fare il viaggio di nuovo, ma stavolta ero sola perché mio padre non volle andare e io che non ce la facevo più di stare ancora sotto i loro comandi, me ne andai di casa ma non fu una fuga perché papà mi diede il consenso. Sull’aero era fantastico, l’unico posto dove potevo stare in pace con me stessa. Ma nonostante ciò, sentivo una solitudine insopportabile che mi chiudeva l’anima e mi faceva pensare ancora che davvero nella mia vita non avevo sofferto così tanto fino a quel momento. Una cosa positiva c’era però, su quell’aero erano riservati dei posti alle celebrità. Diedi un’occhiata ma non c’era nessuno, fino a che il mio occhio si posò su una corporatura minuta, era una donna, aveva i capelli biondi, era bellissima, e urlai –Ma si ci sono! E’ AVRIL LAVIGNE!!!- non mi resi conto che gridai talmente forte che lei si girò. Che vergogna, in quel momento ero diventata piccola piccola, ma per fortuna lei mi sorrise e mi chiese –Come ti chiami?- con tono gentile. –Mi chiamo… mi chiamo Elisa- e piano piano facemmo amicizia. Era l’unica cosa positiva nella mia vita piena di disgrazie, e mi fece subito stare bene l’idea che forse un giorno sarei potuta diventare amica “stretta” di Avril Lavigne. Scendemmo dall’areo e lei mi diede il biglietto per il suo nuovo concerto e per me quella era l’unica cosa che contava davvero.
  
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