Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: malikslip    26/02/2013    2 recensioni
"Perché devo aver paura del presente, quando posso cibarmi del ricordo dei momenti passati, mentre ci sei tu a stringermi forte a te, proteggendomi persino dalle mie paure?"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Don't be scared, i'm right here.

Mi svegliai tranquilla tra le tue braccia, e guardando fuori dalla finestra, potei ammirare le prime luci del mattino, che attendevano ormai l'imminente comparsa del sole. Ti fissai, mentre dormivi ancora beato, nascosto e beato tra i tuoi sogni più remoti, mentre il tuo respiro si afflievoliva e stringevi la presa delle tue braccia attorno al mio corpo. Per quanto mi sentissi ancora stordita dal sonno, girai appena il volto, e restai dieci minuti buoni a fissarti mentre il tuo corpo si contraeva e subito rilassava a causa del tuo respirare sempre troppo affannosamente. Fissai il tuo petto nudo, e il lenzuolo che avvolgeva soltanto il tuo ventre, mentre le braccia muscolose erano saldamente avvolte attorno al mio seno nudo,  nonostante fosse già sufficientemente coperto dal lenzuolo. Sorrisi al ricordo della notte precedente, e sorrisi al ricordo di te, che ridevi mentre mi dimenavo sotto le tue braccia. Chissà perché, ogni volta che parlavamo, scherzavamo, o litigavamo, bastava un solo sguardo, che finivamo a far l'amore.


" - Justin, Justin, lasciami, ti prego.- dissi tra una risata e l'altra mentre tu, sopra di me eri intento a farmi il solledico. 
-Non finché non mi dici quanto mi ami, Rose. Non finché non dirai quelle parole.- disse lui, mentre rideva guardandomi, mentre mi dimenavo sotto il suo tocco leggero. 
-Mai, Justin. Mai.- dissi io, troppo orgogliosa per ripeterlo, dopo la lite avuta pochi istanti prima, mentre ridevo ancora.
-Ah, si? Come vuoi, futura signora Bieber.- disse lui, continuando imperterrito e aumentando la frequenza del suo tocco.
-Non ti ho ancora detto di si, Justin.- dissi io, ridendo. Nonostante la risposta fosse chiara ad entrambi, era per questo che avevamo litigato. Sapevi che avrei detto si, anche se mi avessi chiesto di andare in capo alla luna, eppure non ti bastava, e forse, non bastava nemmeno a me, perché ogni momento passato con te, era una cosa, che non potevo perdermi. 
-Ah, si? Cos'è che non hai fatto tu?- disse lui, ridendo ancora e continuando con il solledico.
-Si Justin, si.-dissi io, di getto, ridendo ancora. D'un tratto tu ti fermasti e mi lasciasti andare. E mentre mi fissavi, mi chiedesti -Hai davvero detto ciò che penso?- quasi stranito, o troppo scioccato dalla mia risposta.
-Si, Justin. Ho detto di sì. Non capisco perché tu non l'avessi già capito da te, che ti avrei sposato anche domattina. Sei così snervante. Dio mio!- dissi io sbuffando per la tua insicurezza. 
-Oh, Rose. Rose. Rose.- dicesti tu, un attimo prima di fissarmi per poi baciarmi. E iniziare a baciare ogni singola parte del mio piccolo corpo.
-Ti amo, Justin. Non scordarlo mai.- ti dissi io, prima che iniziassimo a far l'amore."



Oh, Justin. Sapevo bene, quanto fossi insicuro. Sapevo bene, che la fama, non ti aveva donato la sicurezza, e la forza di credere in te, che un ragazzo della tua fama doveva avere, eppure, mi ricordo ancora, l'istante in cui i miei occhi incontrarono i tuoi, tra la platea.

" -Ragazzina, vuoi salire sul palco?- disse una delle tue assistenti, mentre tu, beato, cantavi "Born to be somebody." 
-Come? Cosa?- dissi io, quasi pietrificata per la proposta. 
-Si, hai capito. Vuoi o no?- disse lei, quasi scocciata, nonostante il suo falso sorriso.
Dieci minuti dopo, ero già sul palco, seduta sulla sedia che stava al centro, mentre tu mi giravi attorno cantanto "One less lonely girl". E in quell'attimo per me non c'erano altro che i tuoi occhi. Ero sempre riuscita ad ammirari solo da lontano, e non ero mai risuscita ad avvicinarmi a te, nemmeno per un autografo. E in quel momento, mentre sorridevo e piangevo per la gioia, tu mi tenevi stretto la mano cantando. Così si concluse lo spettacolo di quel concerto a Boston del 2016. 
-Grazie, grazie a tutti. Vi amo, da sempre.- dicesti tu, mentre salutavi le beliebers, e le luci proiettate sul palco si spegnevano.
-Ehi, ehi. Sono qui, non piangere. Come ti chiami?- dicesti tu, vedendomi ancora paralizzata su quella sedia.
Io, ancora sbalordita, balbettai il mio nome, e tu mi sorridesti di rimando abbracciandomi."

Oh, Justin.
Pensai al modo assurdo in cui mi rintracciasti due settimane dopo, e a come era nata la nostra "storia d'amore". Solo che la nostra non era solo una storia d'amore, la nostra era di più. Molto di più. Mi rigirai piano tra le tue braccia e mi avvicinai a te, accoccolandomi stretta al tuo petto. Ancora una volta, eravamo corpo a corpo, e ancora una volta, proprio come la prima, sentivo l'elettricità per il contatto percorrermi la schiena. Alzai lo sguardo, e trovai i tuoi occhi color miele, fissarmi. Sorridevi, e con te anche i tuoi occhi, come sempre. Ti sorrisi di rimando, mentre tu all'orecchio mi sussurrasti -Hai davvero detto si? O me lo sono sognato?- quasi malinconicamente.
-No, Justin. Ho detto che ti sposerò, ti sposerò. Sarò tua, anche se è difficile esserlo più di quanto lo sia già.- Dissi io, sorridendoti dolcemente.
-Oh, Rose.- dicesti tu, alzandomi il viso con due dita per costringermi a guardarti, e baciandomi. -Ti amo, Rose.- dicesti, infine.
-Anche io, Justin. Dal primo giorno in cui t'ho sentito cantare.- ti risposi io, chiudendo gli occhi, e stringendomi di nuovo forte a te.

 

   
 
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