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Autore: Paradox    27/02/2013    6 recensioni
Dopotutto, sei il ragazzo da parete, no?
Sei quello zitto zitto, quello che si mette in un angolo e guarda gli altri divertirsi, compiacendosi per il solo fatto che siano felici; non importa se la loro felicità dipenda da te – cosa assai improbabile – o se tu non sia felice, perché se loro stanno bene, in qualche modo, anche tu stai bene.
Ma vedi, Charlie, tu non stai bene, e questa è la tua vita. Puoi essere spettatore della tua vita?

{Charlie/Patrick ♥, lime}
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!
Come potrete notare sono nuova del fandom parecchio trascurato – cosa assai triste uhm – perché giusto oggi ho visto al cinema la trasposizione cinematografica di Ragazzo da parete, in italiano banalmente chiamata Noi siamo infinito. Non so se il libro sia reperibile in Italia, in lingua italiana, ma spero di sì. Non vedo l'ora di leggerlo e spero che sia ancora più bello del film, che mi è piaciuto tantissimo. Appena uscita dal cinema, da brava slasher, mi è già venuta tutta la storia che sto giustappunto per pubblicare proprio qui, nella mia mente. Al pc ho limato i dettagli, e spero che ora sia leggibile. Non ho osato narrarla in prima persona, dalla prospettiva di Charlie, perché lo trovo un personaggio troppo complesso per la mia stupida mente. Non potrò mai capire Charlie, ma se avessi avuto la fortuna di conoscerlo, avrei voluto – più di ogni altra cosa – salvarlo. Farlo sentire vivo, non fuori luogo, farlo sentire bene, come hanno fatto Patrick (♥) e Sam. Anche se non credo che possa mai essere alla loro altezza, ma vabbé. Dunque, questa è per l'appunto una shot autoconclusiva su un missing moment da me inventato, inseritelo voi nel periodo che più vi piace, ma che sia ovviamente successivo a quanto successo tra Patrick e Brad, nel momento più duro e oscuro per il primo. 
Beh, non è niente, ma spero che vi piaccia. 
 





A Charlie
che mi ha insegnato 
che vale la pena sentirsi vivi 
anche solo per vivere
quel momento,
anche solo per sentirsi, almeno una volta, 
infiniti
 

Aoi ~







 

Disclaimer: The perks of being a wallflower © Stephen Chbosky








 

Save me ~ 
between consciousness and unconsciousness



 
Anche quella sera – come tutte, d'altronde – sei uscito con Patrick; oramai è diventata un'abitudine portarlo in giro, dopo quello che è successo non desideri altro che un po' di tregua per lui, per la sua mente e il suo cuore.
Se c'è una cosa che puoi comprendere, quella è senz'altro il dolore. Per l'amore, beh, quello non sai ancora di preciso cos'è, però puoi tentare di comprenderlo.
Comunque, ora, come quella sera, la prima, siete seduti in quello stramaledettissimo parco; non è buono per lui andarci, ma non sopporteresti nemmeno l'idea di contraddirlo.
Parlate – di più lui – fino a quando non si siede accanto a te;  vedi il suo sorriso sornione, che mai prima di adesso è colmo di tremenda amarezza.
Beh, dopo quello che è successo, dopo quel giorno, come potrebbe essere altrimenti?
Pensi che sul suo bel viso tutta quella tristezza stoni, dopotutto, andiamo, è Patrick! È l'allegria in persona! È possibile che anche uno come lui soffra?
 
« Io sto bene, è tutto okay. Sono un uomo libero, adesso. »
 
Sai che non è così, sai che non va bene, che è tutto tremendamente sbagliato, ma prima che tu possa dire qualcosa di  utile – è difficile trovare parole per queste situazioni – le sue labbra attaccano le tue, quelle labbra che prima erano piegate in un sorriso che di allegro aveva niente, ora si muovono assieme alle tue con violenza.
Il sapore delle lacrime di Patrick è strano, ma comprendi che per questo momento devi lasciare che le cose vadano, socchiudi gli occhi e lasci che tutte le parole che vuole dirti escano in questo modo.
Quando ha finito, come l'altra volta, si sente in colpa. Ma nel suo sguardo c'è qualcosa di diverso, il suo sguardo è quello di chi vuole di più, molto di più. 
I suoi occhi sembrano farsi sempre più rossi, quasi vogliano mostrare tutta l'amarezza, e la rabbia, e il rancore per quello che era successo. E la violenza.
Ed è con violenza, che la sua lingua si fappone fra le vostre bocche e una sua mano scende tra le tue gambe che ora, per la paura, cominciano a tremare. 
Ti senti come se fossi sul punto di avere un'allucinazione, in quell'attimo tra la coscienza e l'incoscienza, ma sai che tutto ciò sta accadendo per davvero. Patrick ti sta davvero baciando con la lingua, e ti sta davvero toccando. E tutto ciò non va bene, non va affatto bene.
Dio solo sa come, riesci a staccarti.
« Patrick... è sbagliato», sussurri sempre con la tua estrema gentilezza, perché non sai che vuole dire gridare con rabbia, non sai com'è che ci si sente ad essere sporchi, sporchi dentro, come si sente Patrick tutte le volte che succede ciò.
 
« Voglio smettere di pensare, Charlie. Voglio solo... smettere di pensare. Spegnermi, anche solo per un secondo»
 
Non vuoi guardarlo, non devi. I suoi occhi lucidi sono nei tuoi, il suo sguardo è supplichevole, una silenziosa e disperata preghiera a cui non puoi resistere, non vuoi. 
 
L'unica cosa che volevo... era che tutti i miei amici fossero felici.
 
Dopotutto, sei il ragazzo da parete, no? 
Sei quello zitto zitto, quello che si mette in un angolo e guarda gli altri divertirsi, compiacendosi per il solo fatto che gli altri siano felici; non importa se la loro felicità dipenda da te – cosa assai improbabile – o se tu non sia felice, perché se loro stanno bene, in qualche modo, anche tu stai bene.
Ma vedi, Charlie, tu non stai bene, e questa è la tua vita, puoi essere spettatore della tua vita? 
Ci puoi provare. Per Patrick, ci puoi provare.
E allora, come sempre, stai zitto e non fai niente.
Patrick ti fissa con quei suoi occhi neri e impenetrabili, che pur tuttavia stanotte sembrano così nitidi – quasi puliti, senti il suo bisogno d'amore – il suo bisogno di Brad – a fior di pelle – la sua, ovviamente – e vuoi soddisfarlo. 
Non potrai risolvere niente, non sarai felice, e forse nemmeno lui lo sarà.
 
Ma è okay. Voglio solo che i miei amici siano felici. 
 
Patrick ti bacia con violenza, ma le sue mani sottili sono stranamente delicate; sembra quasi che scavino dentro di te, ma in realtà stanno solo frugando sotto i tuoi vestiti. Dopotutto, chi potrebbe guardarti dentro, Charlie? Chi potrebbe mai tentare di vedere e magari comprendere il casino che c'è dentro la tua testa?
La verità è che Patrick ti sta usando, non consapevolmente, non volontariamente, ma ti sta usando. Come si usa un fazzoletto per asciugare le lacrime, o per soffiare il naso che cola. 
Solo che, in questo caso, il naso che cola è il cuore rotto di Patrick, e un cuore rotto non puoi mica aggiustarlo con un cazzo di fazzoletto, ti pare?
Per cui, anche per questa volta, ti ammutolisci. Con tutte le tue forze cerchi di non pensare alle mani di Patrick ovunque, alla sua lingua nella tua bocca, e per un attimo ci riesci. Per un attimo fuggi da tutto ciò, dal tuo tentativo di aiutare Patrick, di salvarlo anche se, ormai, non c'è più niente da salvare. 
Ma, Charlie, quando ti renderai conto che non puoi fuggire da te stesso, che non puoi salvarti?
 
Riaffiorano dei momenti, sai che sta arrivando.
Anche questa volta, come quell'altra, l'allucinazione arriva.
Chiudi gli occhi e tiri un respiro profondo, in queste occasioni devi essere più forte che mai.
 
Chiudi gli occhi e ti senti morire.
Chiudi gli occhi, Charlie.
Chiudili.
 

Questo sarà il nostro piccolo segreto.
Okay, Zia Helen.



 
  
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