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Autore: Dysia    27/02/2013    0 recensioni
Sicuramente non erano tutti demoni... Infondo, si trattava di una festa in stile carnevale, era scontato che gli umani si sarebbero uniti pensavo fosse chissà quale loro evento umano.
Sentì un grido familiare... Più che il grido, la voce.
Abbassai lo sguardo cercando il suo volto, incrociandolo quasi subito.
Daphne, con un espressione palesemente distrutta, mi guardò scuotendo la testa.
- Oh no...- Pensai, allungando la mano verso di lei per permetterle di salire sul carro.
Era con Ryan, di questo ne ero certa... Ma dov’era? Vicino al carro era sola, isolata tra la gente che si riparava le orecchie dalla musica.
- Alla faccia del “ Farà in modo di non passarci nemmeno davanti”- pensai di nuovo, mentre la stringevo a me.
Guardai tra la folla, cercai il volto di Ryan... Cristo, tra tutta quella gente individuare il suo era come cercare un ago in un pagliaio.
Passarono diversi minuti, poi lo trovai -RYAN!- gridai un paio di volte prima che lui riuscisse a sentirmi, poi si avvicinò spintonando via la gente per arrivare al carro.
Salì e prese Daphne, accarezzandole il volto poggiando la fronte contro la sua - È tutto okay ora... Tutto okay- le sussurrò.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella manifestazione era esagerata, in fondo cosa c’era da festeggiare? Proprio nulla, la guerra non era un festeggiamento.

- Cazzo quanto odio questo corpetto orribile!- borbottai, mentre mi stringevo nel corpetto bianco pieno di piume e cosette simili.

- Mh, mh..- Annuì distrattamente Daphne, mentre si stendeva bene sul letto, come se avesse la testa altrove.
Mi voltai lentamente verso di lei, sospirando.
- È da giorni che sei così! Si può sapere che hai?-
- Non ho nulla, Mymy..-
- No, non è vero!- mi sedetti accanto a lei, accarezzandole i capelli.

Voltò gli occhi verso di me, lucidi come non lo erano mai stati... O almeno, come non li vedevo da tempo -dai tesoro, dimmi cos’hai...- sussurrai, continuando a guardare quei suoi occhioni azzurri.

Si mise seduta sul letto e deglutì, fissandosi allo specchio, poi tornò a guardare me
- Secondo te cos’ho? Mi manca Drew. Mi manca da far schifo. E lui ora mi odierà. Non sa nemmeno che ho fatto tutto questo per lui. La figlia del primo Angelicato dichiara guerra contro di me e l’intero inferno ed io devo essere felice? Cazzo... Voi festeggiate perché vi credete in vantaggio, no? Ma io sto uno schifo, moriranno decine e decine di persone lì fuori! Persone innocenti, Mysia, guerrieri ed innocenti! E tutto questo è solo per colpa mia! Dio, mi sento una stupida! Mi sento così terribilmente in colpa che tutto questo sento che mi sta’ uccidendo dentro!-

- Lo so anche io che è una festa inutile, ma tutti vogliono solo... Come dire... distrarsi, ecco.
Infondo se tutti si sono vestiti da Arcangeli è solo per sfotterli.
E poi cosa stai dicendo? Colpa tua? Daph, se Joel è un idiota la colpa non è tua! Tu non hai nessun genere di colpa!-

- Joel ha dichiarato guerra al primo Satanasso.. Io, sono il primo Satanasso, Mysia.
Sarà guidata dalla madre, per ripicca contro mio padre. E sua figlia, per ripicca contro di me! Per il modo in cui l'ho trattata...-
- Non credo, sia per questo-
- Sì invece-
- Ma ti prego, perché dovrebb..-
- Perché sua madre non ha mai accettato il matriminio di mio padre, di conseguenza la mia nascita e via dicendo. Aveva già scatenato una guerra 15 anni fa... 15 anni fa... già...-
- Bella logica.... Non so in che mondo vive lei, ma nel mio la gente innamorata dichiara il proprio amore, non la guerra-
- Non sei divertente-
- Infatti non volevo essere divertente, ma realista-

- Oh... Dannazione, vaffanculo Mysia!- si alzò di colpo, spintonandomi via e piazzandosi davanti allo specchio, cominciando a sistemarsi i capelli ed il trucco.

Scossi la testa stupita - Ehi! E adesso che fai?-

- Esco, non voglio stare un minuto di più rinchiusa in questo dannato buco-

- Ma la fuori festeggiano! E tu, a quanto ho capito, non hai intenzione di festeggiare questa storia-

- Non importa, tanto dovevo comunque uscire con Ryan-

- Ryan veramente vorrebbe andare a festeggiare... È un demone, il secondo satanasso oltretutto! Mi pare ovvio che voglia andare a festeggiare..-
- Ryan non mi porterà a quella stupida festa, credimi, farà in modo di non passarci nemmeno davanti... Mi fido di lui-
- Tesoro, sei un Arcangelo Oscuro vampiro con prevalenza demoniaca! sei il primo satanasso! sei praticamente come un demone vampiro purosangue a tutti gli effetti! lì in mezzo secondo me ti sentiresti anche a tuo agio più che in questa scuola-
- Ti ho detto poco fa’ il motivo per cui non voglio andare! Non è per questioni di sentirmi a mio agio ma è questione che non c’è proprio niente per cui festeggiare!-

- La gente secondo me sta usando questa scusa solo per non pensarci..-
sussurrai, poi sospirai e la guardai mentre si avvicinava alla porta, mi ignorò completamente o forse non mi sentì nemmeno.
Schioccai la lingua – Sei sicura che non c’è nulla che vuoi dirmi?-

Cadde il silenzio momentaneo, mentre lei era ancora davanti alla porta, con la mano sulla maniglia.
Fissava il vuoto, come se stesse pensando, poi scosse la testa e si girò verso di me, sorridendomi.
Conoscevo quel sorriso... Era la maschera che indossava sempre quando mi nascondeva qualcosa per non farmi del male
- Sicurissima... Anzi, scusami per la scenata che ti ho fatto poco fa.... Sono un’idiota-

Aprii la bocca, come per controbattere... Ma ci rinunciai e sorrisi anche io.
- Non fa nulla, su....So quanto odi quest'argomento. Scusami tu, sono stata indelicata-
Rise e aprì la porta – Non è vero, menti!- uscì dalla porta, continuando a ridere – ci vediamo sta sera! Divertiti sul carro!-

- Contaci!- dissi ridendo anche io, mentre lei chiudeva la porta.



Verso sera, il carro fatto da me ed altre ragazze del dormitorio demoniaco e non, era completamente circondato da demoni in piena festa.
Ballavo, come una pazza, muovendo le finte ali bianche indossate per rendere il mio costume più realistico.... Beh... Erano ali anche fin troppo piccole per sembrare realistiche, però non importa.

La musica era altissima, la gente spingeva da una parte all’altra della piazza, di tanto in tanto si vedeva qualche schizzo di birra volare (se non addirittura interi getti) da una parte all’altra ma nessuno si lamentava.

Sicuramente non erano tutti demoni... Infondo, si trattava di una festa in stile carnevale, era scontato che gli umani si sarebbero uniti pensando fosse chissà quale loro evento umano.

Sentì un grido familiare... Più che il grido, la voce.

Abbassai lo sguardo cercando il suo volto, incrociandolo quasi subito.

Daphne, con un espressione palesemente distrutta, mi guardò scuotendo la testa.

- Oh no...- Pensai, allungando la mano verso di lei per permetterle di salire sul carro.

Era con Ryan, di questo ne ero certa... Ma dov’era? Vicino al carro era sola.

- Alla faccia del “ Farà in modo di non passarci nemmeno davanti”- pensai di nuovo, mentre la stringevo a me.

Guardai tra la folla, cercai il volto di Ryan... Cristo, tra tutta quella gente individuare il suo era come cercare un ago in un pagliaio.
Passarono diversi minuti, poi lo trovai -RYAN!- gridai un paio di volte prima che lui riuscisse a sentirmi, poi si avvicinò spintonando via la gente per arrivare al carro.

Salì e prese Daphne, accarezzandole il volto poggiando la fronte contro la sua.

Nel vedere quella scena, capì che non era più il caso di stare lì... Almeno, non con lei, e per quanto avrei voluto restare lì a svagarmi, non avevo alcuna intenzione di lasciare la mia migliore amica in quello stato.

No, io volevo sapere che diavolo aveva.

Appena lo vidi allontanarsi per scendere dal carro e andarsene, gli picchiettai l’indice sulla spalla finché lui non si girò verso di me, con un espressione metà scocciata e metà preoccupata

- Dove la stai portando?- dissi fredda, sostenendo quel suo sguardo gelido

- seguimi e lo vedrai..- rispose, voltandosi e prendendo la mano di Daphne e guardandola con uno sguardo rassicurante.



La casa dove andammo era in centro, non capivo cosa fosse, probabilmente proprietà dell’Iperlegge perché dentro ci trovammo il nonno di Daphne.
Circondai Daphne con un braccio, mentre Ryan cominciò a parlare con quell’uomo che a mala pena guardò sua nipote... Cioè... Lo fece, ma non come se fosse una persona, lo fece come se fosse un animale da abbattere.

Va bene, aveva discusso con Joel, ma c’era bisogno di guardarla come se volesse strangolarla a mani nude?

Chissà cosa si stavano dicendo. Avrei voluto saperlo, ma erano troppo distanti da me.

Guardai Daphne un secondo, ma quel secondo mi bastò per avere tutt’ora la sua espressione assente e turbata impressa nella memoria.

- Accompagnala a darsi una sciacquata- mi disse con un tono più morbido, improvvisamente intenerito... Chissà cosa gli aveva detto Ryan.

- Vieni piccola- sussurrai a Daphne, mentre la accompagnai davanti alla porta del bagno, dove lei poi si staccò dalla mia presa e mi guardò con quel suo fare... Innocente, ma il suo sguardo comunque assente
- Aspettami qui...- disse con un tono calmo

- Perché?-
- So lavarmi da sola il viso... E poi, devo fare pipì... Direi che quella è una cosa che devo fare da sola, no? Non ho mica bisogno di supporto-
- O...Okay, fa con comodo-
Mi sorrise di nuovo ed entrò in bagno, chiudendo al porta a chiave.

Passarono diversi minuti... Niente sciacquone, niente rumore dell’acqua del lavello... Nulla.
Poi di colpo sentii un odore di sangue.
Corrugai la fronte e bussai alla porta del bagno... Una... due... tre volte, ma nessuna risposta, nessuna visione da parte sua, nessuna sensazione... Il vuoto più totale.
- Daph!- diedi un altro colpo alla porta, ma nulla.
Corsi verso la stanza dove si trovavano Ryan e il nonno di Daphne, e li trovai seduti sul letto, lui che continuava a parlare me si interruppe vedendo me
- Ry... Daphne non risponde, ed è chiusa nel bagno da quasi 10 minuti ormai-
Il nonno di Daphne si alzò boccheggiando e balbettando quello che sembrava un “cosa?”, e Ryan si alzò di colpo dal lettino, correndo verso il bagno.
Lo seguì con lo sguardo, poi mi voltai verso il nonno di Daphne
- Senti Mysia, fai una cosa... Aspetta giù, okay? Ti raggiungeremo tra poco... Se non vedi nessuno scendere tra un oretta, allora torna direttamente a scuola, va bene?
Stai tranquilla, ti daremo notizia di Daphne, magari sarà solo svenuta... Vai e stai tranquilla-
Annuii, e cominciai a scendere le scale dell’edificio... Se non mi volevano lì, c’era un motivo ben preciso, ed io comunque non sono nessuno per andare contro un mio superiore di razza.

Scesa giù, nel giardino dell’edificio, l’aura di Daphne pareva cominciare a sparire... Ma la cosa che sentì ben chiara, fu un urlo... E la voce era quella di Ryan.
Mi allarmai subito ed alzai lo sguardo verso l’edificio
- Daph...- sussurrai, ma forse lo feci solo nella mia testa.



Sono passate più di 6 ore, e Ryan finalmente è tornato a scuola con gli occhi rossi e gonfi, ed io e Trevor eravamo seduti in sala comune.
Trevor mi teneva la mano, accarezzandomi la schiena e sussurrandomi che tutto era okay, che Daphne stava bene... Ma, quando vidi il modo con cui Ryan gli chiese di alzarsi perché doveva dirgli una cosa, capì che qualcosa invece non era andata come doveva andare.
Trevor di solito ha sempre avuto un espressione fredda e distaccata, ma in quel momento lo vidi trasalire e spalancare gli occhi, schiudendo un poco le labbra, poi gettò un occhiata veloce verso di me.
Tornarono da me, Ryan si sedette sul divanetto accanto al camino, stringendo il pugno sul bracciolo – Come sta?- domandai, temendo il peggio.
Lui si voltò lentamente, il suo volto era pallido -È tutto okay, sta bene- ma sincera sembrava che stesse solo cercando di convincere se stesso.
Annuì e guardai Trevor, che manteneva uno sguardo perso nei suoi pensieri
- E allora... dov’è?- domandai di nuovo
- Oh... Lei è... Con suo nonno, ma sta bene, davvero- rispose nuovamente
- Perché?-
- Ha delle faccende da sbrigare-
- E perché si è chiusa in bagno? E cos’era quell’odore di sangue, il suo sangue oltretutto?-
- Perché... Perché....- Guardò Trevor, che tornò con i piedi per terra e mi passò una mano tra i capelli, respirando profondamente.
- Starà bene, Mymy...- sussurrò lui dolcemente.
- Bugiardi... SIETE DEI FOTTUTI BUGIARDI!- gridai alzandomi dal divano – Io voglio solo la verità. Cosa cazzo le è successo e dov’è adesso?!-
- Sta bene- disse Trevor scuotendo la testa col suo tipico tono calmo, ma Ryan continuava a tenere la testa china verso il pavimento, senza rispondere, ma stringendo il pugno come se si stesse trattenendo da dire qualcosa.
- No, non è vero, non sta bene-
- Andrà tutto ben..-
- NON DIRMI COSI’, TREVOR. Te lo leggo negli occhi.... A te, a lui...- Li indicai entrambi.
- Cosa è successo alla mia migliore amica?! Cosa è successo a mia sorella?!- Cominciai ad avere gli occhi lucidi, e notai che Trevor si voltò di nuovo verso Ryan, e lui alzò nuovamente gli occhi.
Non avevo mai visto Ryan piangere, non avrei mai nemmeno lontanamente pensato che questo potesse succedere.
Si alzò dal divano e si mise davanti a me, prendendo il respiro – Daphne è morta-.

Aprii la bocca e Trevor si alzò, circondandomi con le braccia.

Ero sbiancata, il fiato mi mancava, le lacrime cominciarono a scendere ma sinceramente, dentro di me, non avevo ancora elaborato bene la notizia.

- Morta?- sussurrai, mentre Trevor mi trascinò con lui sul divano, facendomi sedere e cominciò a raccontare:

- L’hanno portata in un ospedale lì vicino, per farle una trasfusione di sangue... Ma quello ormai è inutile, è troppo tardi e la ferita ormai è impossibile da richiudere... Poi, il metallo che ha usato per noi è letale se non ci curiamo immediatamente... Poi Daphne era debole, i suoi poteri curativi non avrebbero fatto comunque effetto e la sua auto-rigenerazione era praticamente nulla dato che sicuramente aveva bevuto poco sangue... Se no, probabilmente avrebbe resistito fino al momento della trasfusione, ed ora sarebbe qui con noi.
E poi... Contiamo anche il fatto che Daphne è nata vampira, non è mai morta, perciò lei non… - lo interruppi scuotendo la testa
- Fermi... Cosa c’entra il metallo?-
Ryan prese nuovamente il respiro - Nel bagno si è tagliata le vene con una lama hunter, hai presente quelle lame che hanno levato anni e anni fa’? Quelli fatti con quel metallo speciale e forte, il più forte che esista... Ecco.
Non ho guardato bene se era un coltello o una lama da barba, l’ho gettata via appena l’ho vista- appena finì di parlare si passò una mano sulla guancia, asciugandosi le lacrime e contraendo la mascella.
Abbassai lo sguardo – Perché non me l’avete detto subito? Perché non mi avete fatta rimane lì?-
- Mysia non ...- interruppi di nuovo Ryan e mi scagliai contro di lui, tirandogli colpi al petto
- NON CI SONO GIUSTIFICAZIONI! LEI È DAPHNE! LA MIA MIGLIORE AMICA! L’UNICA CHE CONSIDERO COME UNA SORELLA! E TU, ANZI, VOI VOLEVATE NASCONDERMI TUTTO?!-
Trevor si alzò e mi tirò via, cominciai a divincolarmi ringhiando e piangendo... Ma infondo, sapevo che non era colpa di Ryan.
Lui mi guardò, ma non sapeva nemmeno cosa fare... Era lì, ma non era lì.
Era perso e si vedeva.
Si gettò a peso morto sul divanetto, fissando il fuoco
- Dannata Katherine...- sussurrò Ryan, poggiandosi un pugno contro le labbra e stringendolo, il suo volto assunse un espressione di odio e la sua mascella si contrasse ancora di più, soffocando quello che sembrava un ringhio di una bestia.
Non lo disse apertamente, ma ero certa che pensava ad una vendetta.
Balzai, ma Trevor mi tenne stretta.
Lo implorai di lasciarmi andare, ma mi ignorò apertamente -Cosa c’entra Katherine? Cosa le ha fatto Katherine?!- gridai contro Ryan, ma lui si limitò a tirarmi un occhiata ricca d’odio... Ma non per me, era chiaro.
Trevor mi portò nella mia stanza, e per quanto chiedessi spiegazioni anche a lui, non ebbi risposta.
 

Eppure, io avevo il diritto di sapere.

Sono passati giorni, non so’ quanti di preciso, ormai ho perso il conto del tempo...

So’ solo che dentro di me non ho ben realizzato la perdita di Daphne, e continuo a ripetere ed illudere me stessa che tutto questo non è successo... Ma quel giorno gira nella mia testa come un film in bianco e nero.

A momenti mi sembra di sentire i suoi passi verso la stanza del dormitorio.


La sua risata, mentre mi racconta cosa ha combinato, o i suoi piagnistei, le sue lamentele su quanto è cretino Ryan, o i suoi sfoghi su quanto infondo risenta della mancanza di Drew. Lo ripeteva ogni giorno, nemmeno fosse quella la sua sveglia.

Persino nel corridoio... E poi le gallinelle dei dormitori parlavano di lei come se stessero descrivendo una pazza, quando invece non sapevano proprio nulla.

Passai persino in tutti i posti della nostra stanza, ma sapevo che appena mi poggiavo sul divano, o su qualsiasi altro punto della stanza e appena chiudevo gli occhi o mi ritrovavo a pensare, nella mia testa passava quella giornata.
Dio, i suoi occhi così persi.. Le sue parole.
Era inutile.. d’ovunque io mi mettessi c’era lei.. Noi..

Andai in bagno, e mi guardai allo specchio
- Forse se non ci credo, sta sera lei tornerà, e sarà tutto apposto-, ma in quello stesso istante mi passò per la testa l’immagine di Daphne, sdraiata su quel letto d’ospedale, piena di tubi attorno... Immagine impressa nella memoria, perché io, da idiota quale sono, sono voluta andare a vederla in ospedale.

Non avrei mai dovuto farlo.

Gridai e tirai un pugno allo specchio, come se fosse stato lui a trasmettermi quell’immagine.

La mia mano cominciò a sanguinare, così mi affrettai a tamponare il taglio con la cartigenica.
Uscii dal bagno e mi gettai sul letto, e per poco mi sembrò di avercela vicino che mi toccava i capelli... E feci una cosa che non avrei mai pensato di fare:
Li tagliai... Non tutti, ma qualche ciocca.

I miei pensieri ora erano di nuovo rivolti ad un’unica cosa... Katherine.
Perché Ryan ce l’aveva contro Katherine la sera che disse quella cosa su Daphne?

Katherine che ruolo aveva sta volta?

Insomma... È vero, lei ha già ucciso qualcuno controllando la mente di un’altra persona...

Che sta volta avesse controllato e raggirato Daphne per far sì che lei si suicidasse....?

Scossi la testa e poggiai le mani sulle tempie strizzando gli occhi.

- No, lei non è morta- pensai tra me e me.
Tornai in bagno ed entrai nella vasca, immergendomi nell’acqua completamente... Pure con la testa e fissai il soffitto.

Mi ricordai di quando lei mi vide seduta su un albero mentre nascondevo il volto, erano i miei primi giorni ad Allorset, a breve ci sarebbe stato il ballo in maschera, ed ancora non conoscevo nessuno se non lei, Denny e Katie... Va beh, poi avevo conosciuto Ryan ed incontrato Trevor.

Dio... Mi sentivo così dannatamente sola in quel posto, mi mancava la mia famiglia, mi mancava la mia casa.

Lei mi guardò all’inizio un po’ esitante... Mi guardò intristita per me, poi si avvicinò, chiedendomi se mi andava di fare un giro con lei.

Ecco, lei ha sempre cercato di proteggermi... Perché era fatta così, si preoccupava sempre prima degli altri, poi di sé stessa.

Mi ricordo che mi aveva portata in un enorme parco, ed io mi sdraiai su un muretto basso

- Guarda!- dissi ridendo, divertita da chissà cosa poi, ma entrambe guardammo in alto, le foglie degli alberi -Stavo pensando... Come credi che potrebbe essere tra me e Trevor sebbene io sia semplicemente un demone vampirizzato e lui un vampiro a tutti gli effetti?- domandai, come assorta nei miei pensieri, senza accorgermi che lei mi guardava con fare divertito -E se al ballo sembrerò una marionetta più che una persona?- lei mi guardò ancora un po’, poi rise.

Mi alzai di colpo dalla vasca, realizzando tutto d’un colpo che lei non era lì.

Se lei fosse stata lì, avrebbe sentito le mie paure, sarebbe corsa da me e mi avrebbe stretta tra le sue braccia, fregandosene pure del fatto che io fossi nella vasca da bagno.
Dio, la consapevolezza faceva seriamente male.
Si strofinai più volte il volto, guardandomi attorno e piangendo.
Cominciai nuovamente a girare per la stanza, toccai le sue cose, le sue bambole, i suoi abiti, le sue riviste, tutto... Per cosa poi?
Le sue bambole poi, così pallide e con gli occhi così circondati di nero mi ricordarono di nuovo lei sdraiata su quel dannato letto, con gli occhi solcati dalle occhiaie.
Guardai la bambola che tenevo in mano... Oltretutto lei odiava quella bambola orribile.
Salì sul tetto, sperando che una boccata d’aria mi avrebbe fatto bene... Ma invece, non era cambiato nulla, anzi, cominciai a piangere di nuovo.

 

Tutto ciò che rivoglio è solo la mia migliore amica... Tutto ciò che rivoglio, è solo che lei torni indietro.... Che tutto questo non sia mai successo.

Guardai il cielo, le nuvole s’infittirono e cominciarono tuoni e fulmini.
 

Le nuvole cominciarono a roteare, creando una sorta di enorme voragine nera

- La guerra ha inizio...- sussurrai, poi abbassai lo sguardo, sgranando gli occhi appena vidi qualcuno con i capelli nero corvino ed una sigaretta in bocca da cui aspirò.

Respirai in modo accelerato - Daph?- sussurrai nuovamente, e collegai le cose:
Daphne era nata vampira, non era mai morta per il processo di vampirizzazione...

Quindi, tecnicamente, se morisse una volta lei tornerebbe in vita, come se in un certo senso avesse completato la sua trasformazione anche se in verità non ne ha bisogno... La morte, alla fine, è solo un passaggio inutile che non le cambia nulla, ma al contrario, la fortifica, rendendo tutte le sue doti da vampira amplificate, quindi più potenti.

Ma Katherine non sapeva di certo che Daphne è nata vampira, quindi non sapeva che sarebbe tornata in vita ... E Daphne, per quanto possa commettere stronzate su stronzate, non è così idiota da arrivare al suicidio ... Perciò...
- Daph?- sussurrai nuovamente, e questa persona alzò lo guardo verso di me.
Diammine, che udito!
Mi guardò con un mezzo ghigno sul volto, mentre gettava fuori il fumo

- Mymy..-
 

  
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