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Autore: _ApriL_    27/02/2013    0 recensioni
Non è mai facile affrontare il primo giorno di scuola.
Specie se...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il primo giorno di scuola


 
Ore 6.30, suona la sveglia.
No, non può essere…
Non sono psicologicamente pronta per andare a scuola.

Mi copro il viso con il cuscino pensando a quant’è stato comodo non alzarsi prima dell’ora di pranzo negli ultimi tre mesi, già, troppo bello per essere vero o anche solo per durare una settimana di più.
 Salto velocemente giù dal letto e mi dirigo nella doccia, se aspetto ancora faccio ritardo e non si può assolutamente rischiare di arrivare tardi proprio il primo giorno.
Afferro una brioche al volo e sono fuori di casa in un tempo da record, raggiungo a piedi la fermata dell’autobus e solo lì mi concedo di tirare il fiato per un attimo e di compiacermi con me stessa per non aver impiegato mezz’ora a scegliere come vestirmi.
Di solito pesco qualcosa dall’armadio all’ultimo minuto, nonostante decida che cosa indossare per l’inizio delle lezioni con un paio di settimane d’anticipo (la prima impressione conta sempre moltissimo, secondo me).

 Infatti durante quelle due settimane ho tutto il tempo del mondo per cambiare idea una decina di volte e crearmi una tale confusione mentale da finire col mettermi il maglioncino dal colore più improbabile che ho e quei jeans che non metto mai neanche per stare in casa, dopo aver passato ore a fissare l’armadio. Inutile dire che puntualmente perdo l’autobus e arrivo a scuola dopo il suono della campanella, e vi assicuro che entrare in classe con una trentina di occhi puntati su di sé non è davvero il modo migliore di cominciare l’anno.

Guardo l’orologio e sbuffo…su, non ci si può mettere anche l’autobus, stavolta mi rifiuto categoricamente di trovarmi in quella situazione imbarazzante!
Fortunatamente dopo poco riesco a vederlo in lontananza, come se avesse risposto alle mie preghiere…non è affatto tardi e magari oggi per la prima volta riesco a smentire la mia fama di ritardataria cronica.
Entro e mi siedo nel primo posto libero, accanto al finestrino, mi accorgo di essere agitata e di avere le mani un tantino sudate…

Che stupida che sono!
Non vado mica in prima elementare, ma in un liceo e questa non è certo la prima volta che affronto l’inizio della scuola!
Eppure non posso fare a meno di chiedermi se stavolta sarò all’altezza, come tutti gli altri anni.

Penso a tutti i primi giorni di scuola passati, alla nostalgia delle vacanze e al contempo alla frenesia di rivedere i compagni, alla curiosità di scoprire i cambiamenti (nuovi ragazzi o nuovi professori), alla deliziosa sensazione di aver voglia di imparare e di scoprire qualcosa di nuovo che, anche se nessuno lo ammetterà mai, ti veniva dopo tre mesi passati a svagarsi e a riposare la mente dalle fatiche del lungo anno scolastico.

Scendo davanti alla scuola e mi avvio verso l’entrata, non è troppo tardi e non riesco a nascondere l’orgoglio personale di essere in orario per la prima volta nella mia vita!
Per me questo è un primo giorno davvero speciale, sono in una nuova classe, del primo anno e oggi incontrerò dei perfetti sconosciuti che vengono da città diverse e da scuole diverse e che si conoscono tra di loro almeno quanto li conosca io: in pratica, non si sono mai visti in vita loro.
Queste situazioni sono elettrizzanti perché non si sono ancora formati dei gruppi all’interno della classe, tutti cercano di conoscere tutti e ognuno spera di trovare una cerchia di nuovi amici; alla fine, come sempre, ci si riesce.

Devo ammettere che sono piuttosto tesa e, nonostante abbia già vissuto questa cosa in passato, l’emozione si rinnova sempre.
Cerco di immaginare i volti degli studenti della mia classe: immagino che ci sarà il solito secchione al primo banco, con la mano perennemente alzata; quello più estroverso con la battuta sempre pronta e che, nonostante l’insolenza, farà ridere pure il professore; ci sarà quello silenzioso che però sboccerà prima della fine dei cinque anni e si mostrerà per ciò che è realmente e ci sarà anche il prossimo bocciato, che non sai mai come consolare.

La campanella suona e salgo le scale, vedo tanti ragazzi non esattamente svegli trascinarsi per le scale stancamente: so bene quanto avrei preferito anch’io dormire tutto il giorno oggi!
Altri corrono forsennatamente per le scale incitando i compagni a sbrigarsi se non vogliono ritrovarsi al primo banco di fronte alla prof per i prossimi nove mesi.

Sorrido tra me e me, ma non senza un pizzico di malinconia, da tanto tempo ormai non devo preoccuparmi di correre a perdifiato per accaparrarmi il banco migliore.
Arrivo davanti alla porta della classe, travolta dall’insicurezza che mi trascino dietro da una vita…
E se non ce la faccio?
Se agli altri non piaccio?

Faccio un respiro profondo ed entro, trenta ragazzini si voltano e mi studiano: so che mi stanno giudicando silenziosamente come io faccio con loro…
Vedo i loro occhi attenti e spaventati, ma assetati di conoscenza, mi ricordano com’ero io che ho inseguito il mio sogno nonostante la continua paura di non farcela.
 Non hanno preso una strada facile scegliendo il liceo, si sono messi in discussione già solo presentandosi qui stamattina  e so che io devo fare del mio meglio come sempre per farli uscire di qui trasformati negli uomini del futuro.

Sorrido, sarà un anno faticoso ma bellissimo, come sempre.
Mi schiarisco la voce:
- Buongiorno, sono la vostra insegnante di Lettere.





Saaalve :3

I'm back!

Questo è un breve racconto che ho scritto ad Ottobre e che partecipa al concorso scolastico di scrittura creativa "La scuola spacca!",
organizzato dal mio liceo in occasione di un importante anniversario della scuola.
Il vincitore sarà premiato alla chiusura dell'anno scolastico (vi farò sapere come andata).
Per ora fatemi sapere che ne pensate.

Come storia non mi piace particolarmente e di sicuro non è la migliore che ho scritto,
però ho voluto pubblicarla lo stesso perché rappresenta un po' il mio battesimo nel mondo della scrittura creativa e ci tengo molto.
Recentemente ho partecipato ad un altro concorso (stavolta a livello regionale),
e dovrei sapere i risultati in un paio di settimane.
Appena potrò rimettere le mani sul mio lavoro, posterò anche quello.

Adieu,
_ApriL_ ;)

  
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