Only one moment

Che ci faccio io qui?

Mi sento tremendamente fuori posto.

Intorno a me ci sono persone che neanche conosco, il viso rivolto a terra, gli sguardi sofferenti e carichi di dolore.

Che ci faccio io qui?

Con loro non condivido nulla, ne emozioni ne sensazioni.

Eppure vorrei tanto.

Vorrei tanto provare ciò che provano loro, almeno in parte.

Perché se provassi anch’io quelle emozioni, vorrebbe dire che in qualche modo sarei legato a lui.

Da dire sembra così orribilmente inappropriato…mi vergogno di me stesso e dei miei pensieri infantili.

Abbasso lo sguardo, gli occhi a terra e le mani che si sfiorano, solo allora mi arriva il sossurro del mio nii-san.

“Al, tutto bene?”

La sua mano calda si posa sulla mia spalla, scotendomi dal mio torpore.

E’ pallido e, anche se non lo vuole dare a vedere, soffre molto per la sua mancanza.

Era legato a lui.

Aspetto pazientemente la fine della funzione e per ultimo mi avvicino alla tomba.

La sua foto spicca fra corone e mazzi di fiori candidi.

Il suo viso…è così simile al mio che a stento riesco a trovare differenze. La foto in bianco e nero non fa che nascondere il riflesso più chiaro dei suoi capelli, così come l’azzurro di quegli occhi così differenti dai miei.

Il fiore che stringo fra le mani sembra trovare da solo la via per prender posto affianco alla sua immagine; mi scivola dalle dite e si posa delicatamente sulla terra soffice e smossa di recente, confondendosi con i mille altri boccioli candidi, dono di persone a lui care .

Alcuni dei presenti cominciano ad allontanarsi, stretti nei loro abiti scuri che rispecchiano appieno il vuoto che la scomparsa di questo ragazzo ha lasciato nei loro cuori.

Ognuno presente al funerale aveva e ha un motivo per compiangerlo.

Per provare dolore per la sua morte.

Io no.

Non lo conoscevo e versare lacrime per uno sconosciuto mi sembra molto più inappropriato che rimanere in disparte, in silenzio.

Però c’è una cosa che posso e voglio assolutamente fare…

“Al…”

Il richiamo stanco di mio fratello mi raggiunge appena. Mi volto e un sorriso dolce e malinconico compare sulle mie labbra.

“Solo un momento…”

-Dammi solo un momento, nii-san…-

Mi volto nuovamente, mentre dal cielo, ora coperto di nuvole, inzia a scendere qualche goccia di pioggia.

Ancora una volta fisso la foto e le mie labbra si socchiudono.

C’è una cosa che posso e voglio assolutamente fare.

“Ti sei preso cura del mio fratellone. Gli sei stato vicino al mio posto quando io non potevo farlo, fino alla fine. Hai dato la vita per lui…”

Sospiro, mentre il vento freddo accarezza le mie guance.

“Avrei tanto voluto conoscerti…”

Rimango ancora qualche minuto immobile, poi raggiungo il mio fratellone, che mi aspetta pazientemente sotto la pioggia leggera.

“Andiamo, Al”

Mi sorride e io non posso far a meno di ricambiare, rendendomi conto che posso farlo solamente per merito tuo.

E’ solamente merito tuo se ora posso stare accanto al mio fratellone, vederlo sorridere, sentirlo sospirare, potergli laciare un’occhiata di sfuggita mentre lui non mi guarda.

Tu mi hai ridato la mia famiglia, la felicità.

-Grazie...Alphonse-