Storie originali > Storico
Segui la storia  |      
Autore: Go_always_ahead    27/02/2013    1 recensioni
Londra 1924. Mike, un giovane operaio con Lucy, sua moglie, incinta.
Deve lavorare per il suo futuro figlio per sua moglie, ma...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Novecento/Dittature
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il modello T



Le mani dolevano in modo insopportabile.
Gli sembrava bruciassero al tocco del caldo metallo, da poco raffreddato. Pezzi di macchina.
Il caro modello T.
La gente usciva, coi soldi in tasca, veniva,  comprava una macchina, tutta felice e una settimana dopo, si andava a schiantare  contro un albero, e se era ricco se ne fregava pure. E poi se era uno dell’alta borghesia, si ricomprava una macchina più recente, non di serie, vecchio stile, per far vedere che spendeva soldi, e allora disprezzava il modello T.
Non ci pensava  chi c’era dietro la costruzione di quella macchina.
C’erano degli operai , c’era  anche Mike dietro la costruzione di quella macchina.
C’erano il povero Mike, che viveva in una Londra del 1924, nascosta dietro una bella facciata, di donne fatali e intellettuali, di commercio fiorente successo alla seconda rivoluzione industriale, e  ai  molti soldi che  intascavano, ma c’erano quelli come lui.
I poveri disgraziati, che cercavano la fortuna, in una grande e promettente  città.
E poi trovavano miseri  lavori con salari da fame. Perché dietro i ricchi  c’erano quelli di Mike.
Che si lamentavano delle 15 ore giornaliere senza giorno feriale. Che si lamentavano delle braccia che facevano male e si bruciavano per costruire il, ormai maledetto dagli operai, modello T in serie.
E il gracile corpo di Mike che cercava di ribellarsi alla mente, che gli sussurrava che i soldi gli servivano, per dare un futuro a suo figlio, che sua moglie aveva in grembo.
Gli servivano, per far mangiare adeguatamente la sua Lucy, per non rischiare che perdesse il bambino. Ma il suo corpo ribatteva che anche lui aveva bisogno di cibo per lavorare.
Mike continuava, reprimendo ogni ribellione del suo corpo.
Gli sembra come un sogno, un incubo, ripetuto.
Prendi quel pezzo rovente e poggialo lì, premi il pulsante…   e di nuovo rifallo con un caldo, un caldo insopportabile.
Ecco, aveva gli incubi di un infermo con tanto di fiamme, che era il suo lavoro.
E a volte , se ne vergognava, piangeva come un bambino da solo, prima di andare a lavorare.
Ma i suoi occhi, un tempo di un azzurro brillante, che ora sembrano spenti e grigi, vedevano ciò che desiderava, ciò che sognava, no la realtà.
Lui era giovane, 21 anni da qualche mese, e voleva essere giovane!
Portarsi Lucy a ballare, passeggiare per il Green Park, guardare le vetrine coi vestiti per il piccolo, e la sera  una birra, alla taverna, e tanto cibo.
Si risvegliò dai suoi sogni ad  occhi aperti, quando sentì l’urlo del suo padrone che lo rimproverava per essersi fermato.
Non disse niente e continuò a sistemare i pezzi sul rullo trasportatore ,a testa bassa, senza replicare, senza avere più la forza di ribattere.
Aveva perso la dignità come uomo, se mai ne avesse avuta una.
Gli sembrava che la sua esistenza fosse solo questa:  Prendi quel pezzo rovente e poggialo lì, premi il pulsante…  
Cos’era prima di quel lavoro?
Faticava, quasi  a ricordare, quella stupida fabbrica sembrava avergli inondato la vita.
Eppure una volta, era un bambino che abitava Brighton  e guardava sognante suo padre.
Suo padre che si era spaccato la schiena per soddisfare i suoi ridicoli, desideri di andare a Londra.
Con le braccia muscolose e possenti che trasportavano casse, valigie, ciò che gli competeva il suo lavoro, cioè scaricatore di porto.
E lui il piccolo Mike, che guardava ammirato il padre seduto su uno scoglio, gli sembrava bellissimo lavorare, e  guadagnare soldi frutto della sua fatica.
C’era stato quel bambino, quel ragazzino di Brighton, poi era scomparso .
Ora c’era solo un Mike con i suoi incubi e  le sue responsabilità.
L’odore degli acidi e il rumore dei macchinari era insopportabile.
Voleva sedersi, aprire una finestra e mettersi a fischiettare mentre prendeva un po’ d’aria.
Ma veniva punito, se lo faceva.
Formulava pensieri banali e incoerenti su cose belle per non badare al suo corpo dolente.
Si guardava intorno e vedeva,  bambini, anziani e donne.
E lui guardava senza fare niente.
Ma ora, non era più così tanto inutile e vigliacco da non guardare la realtà…
Aveva iniziato a far parte, di un associazione per la civiltà operaia, che aveva intenzione di ribellarsi a queste assurde costrizioni di prolungate ore giornaliere senza riposo.
 Erano pochi, ma decisi a fare qualcosa.
Mike si spostò i capelli sudaticci, color carbone con una mano dalla fronte, sorridendo.
Si. Prima o poi, avrebbero fatto qualcosa. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Go_always_ahead