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Autore: crazjmofo    27/02/2013    5 recensioni
"be my zayn. i'll be your jess."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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PREMESSA:
la mia ff ha una storia TOTALMENTE diversa da 'dark'.

è ispirata a quella, ma è un'altra cosa.
spero la seguiate! buona lettura!<3

I PERSONAGGI
"mask."

Passavo e ripassavo il dito sul bordo del bicchiere di carta che avevo fra le mani, era ormai la terza volta che lo avevo ri-riempito con la bottiglia di vodka che sembrava non finire mai. Era la festa in maschera più noiosa della mia vita.
Chanel non si sarebbe stancata: continuava a saltare e ballare da una parte all’altra della stanza senza sosta. Kim limonava con qualcuno dietro l’angolo. Anche questa sera aveva portato un premio a casa. Gli altri la chiamavano troia, ma a me piaceva definirla ‘donna che vendeva il suo amore’ in modo poetico. Come faceva Ed, lo Shakespeare dei tempi moderni direi.
Mi limitavo a far ciondolare le mie gambe dal ripiano dove ero seduta. La festa in maschera andava bene, anche se era l’ennesima da imbucate. C’era così tanta gente che non ero sicura del fatto fossero solo le persone “in” della Grande Mela: noi non lo eravamo appunto.
Di tanto in tanto facevo scendere giù per la gola il drink. Ero arrivata al quinto di bicchiere.
 
“Al posto tuo starei attenta sai?” Sobbalzai.
 
“Mmh?” Mi indicò qualcuno tra la folla: un ragazzo moro beveva piano dal bicchiere mentre dalla semplice maschera nera guardava me.
 
“E’ da quando ha messo piede qui che continua a fissarti.” Disse la ragazza bionda che mi stava accanto.
 
Risi.
 
“Credo mi abbia presa per qualcun’altra.” Abbassai lo sguardo dall’imbarazzo.
 
“Un cacciatore come lui di rado si sbaglia.” Riempì il mio bicchiere ancora una volta prima andare via.
 
Con tutta la gente che c’era li persi di vista la sua chioma bionda. Non conoscevo quella ragazza, in realtà non conoscevo nessuno della stanza.. Tanto meno il ragazzo che continuava a fissarmi. ‘Non guarda te cretina’ borbottò una voce nella mia testa. Non passavo di certo inosservata, ma la mia insicurezza mi ha sempre portata a pensare il contrario. Facendo di me, pian piano, ciò che voleva. E con tutte le bellissime ragazze che lo circondavano, pendenti dalle sue labbra, la mia insicurezza non faceva altro che prendere “coraggio”.
Saltai giù dal ripiano. La supervisione del “ragazzo nell’ombra” incominciava a pesare; e gli innumerevoli bicchieri di vodka anche. In più la testa mi iniziava a far male dopo tutta quella musica alta. Mi divincolai tra la folla a gomitate cercando un posto più tranquillo. Puzzavano di alcol usato come bagno schiuma, e ci avrei scommesso la mano sul fuoco che qualcuno si era fatto qualcosa prima di cercare di farsi qualcuno.
Salii la rampa di scale della casa, un corridoio non molto lungo le seguiva. La prima porta faceva versi strani; o meglio, era qualcuno dietro che ci dava dentro. Aprii la porta in fondo: nascondeva una piccola lavanderia. Era tranquilla, lontano dal caos di sotto e dalla puzza che lo circondava.
Chiusi la porta alle mie spalle, e cacciando dalla tasca della giacca il mio cellulare mi sedetti sulla macchina di fronte a me. Le maniche della giacca erano arrotolate verso il mio avambraccio e la finestra era aperta, iniziava a fare fresco così provai a chiuderla. Ma c’era un mobiletto che mi separava da essa e mi era difficile provare a calarla, per quanto mi stessi sporgendo in avanti.
 
“Però. Niente male.” Dallo spavento mi girai di colpo urtando col sedere il mobiletto.
 
L’urto fece abbassare la finestra chiudendola di scatto, spaventandomi ancora di più.
Il ragazzo di poco prima era di fronte a me, di qualche metro o meno. Poggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate al pezzo, mi scrutava piano dalla maschera che portava. Riuscivo a vederlo meglio ora, la luce della luna lo metteva in penombra riuscendo a vedere i suoi lineamenti; era alto, io a confronto uno scricciolo; i capelli erano rasati ai lati, mentre più sopra li rifiniva un ciuffo disordinato. E si mordeva il labbro. Piano, mentre con attenzione mi studiava dall’alto verso il basso. Avevo capito a cosa si riferiva poco prima.
Chiuse la porta alle sue spalle, senza mai lasciar sfuggire il suo sguardo da me.
Guardavo ogni sua mossa, ogni suo gesto.
Si avvicinò, piano e sicuro di se. Più avanzava e più la luce si posava su lui, fino ad illuminare il suo bellissimo viso. Le sue labbra, l’accenno di barba sulle forti mascelle. Il suo collo. E la scollatura della maglia bianca che scopriva le clavicole.
Non ero spaventata. Forse in soggezione, ma non avevo paura.
Caricò il suo peso nelle sue braccia, appoggiandosi al mobiletto che avevo dietro. L’unica cosa che li divideva ero io, mentre per i nostri nasi qualche centimetro.
 
“Ciao.” Disse.
 
Solo dopo mi accorsi che non stavo respirando. I suoi occhi avevano paralizzato i miei.
 
“H-hei..” Balbettai, confusa per quanto mi era vicino.
 
Non riuscii a riconoscere il suo profumo, ma era così buono.. Ti veniva voglia di assaporare il punto preciso dove si era poggiato.
 
“Io sono Zayn. Il tuo nome piccola?” La sua maschera contornava i suoi occhi in modo perfetto.
 
Avevo paura di essere rimasta come un pesce lesso.
 
“Jess.” Sputai d’un fiato.
 
Inclinò leggermente la testa di lato e sorrise.
 
“Ciao Jess.”
 
Rimanemmo a guardarci. Non reggendo più il suo sguardo, abbassai la testa. Le mie guance bruciavano.
Mi alzò il mento, in modo che potessi guardarlo ancora negli occhi. Aveva le mani calde. Rise piano. Che bel suono..
Avvicinò le labbra al mio orecchio, sfiorando la sua guancia alla mia. Solleticandola per l’accenno di barba.
 
“Sei bellissima.” Sussurrò piano.
 
Sorrisi.
Scese verso il collo. Spostò il giubbotto per scoprire la spalla, lasciando piccoli e leggeri baci su tutto il percorso. Erano calde le labbra, morbide e così attente ad essere delicate. Scioglievano ogni brivido che procuravano prima del tocco sulla mia pelle.
Arrivò alla clavicola, lasciando una scia umida con la sua lingua. Chiusi gli occhi ed inclinai la testa per fargli spazio; mi stava trasportando totalmente. Ero persa in quello che faceva.
Risalì, mordendo leggermente un punto fra l’orecchio e la mascella. Piano iniziò a scendere verso il collo e, più scendeva, più la pressione dei suoi canini con la carne aumentava. Fino ad arrivare ad un punto, quello dove mise più pressione. Gemetti.
Strinsi in un pugno la maglia bianca che lo vestiva e lo allontanai, spingendolo di un passo lontano da me. Lo sentii ridere un attimo prima.
Sfiorai con le dita la parte dolorante, potevo sentire il segno dei suoi denti sulla mia pelle.
Sorrideva, non spostando di un secondo gli occhi da me. Anche quando allungò la mano sulla lavatrice per prendere il mio cellulare. Non bisognava volare molto con la fantasia per capire cosa stesse facendo.
Mi attirò con forza a se: una mano dietro al collo e l’altra posata appena sopra il fondo schiena. Mantenni la minima distanza mettendo le mani sul suo petto. Aggrottò la fronte. Non credo si aspettasse quella reazione. Non mi sarei di certo buttata addosso per qualche avance, chissà quante altre c’erano passate prima di me.
Sorrise, poi arricciò le labbra. Come se avesse perso una partita per lui già vinta.
 
“Hai gli occhi più belli che abbia mai visto.” Sembrava incuriosito: immergeva i suoi occhi nei miei come se nient’altro potesse avere la sua attenzione in quel momento.
 
“G-grazie.”
 
“Hai anche una lingua allora!” Risi e lui sorrise con me.
 
Mi strinse così a lui, che il mio petto si scontrava col suo. Ebbi paura che un momento all’altro il cuore mi sarebbe scoppiato fuori.
 
“Mi chiedo quanto sia dolce il suo sapore..” Mi mancò un battito.
 
Era così delicato il tocco del suo pollice sulla mia guancia. La accarezzava con cura.
Morsi il mio labbro inferiore dall’imbarazzo, abbassando nuovamente lo sguardo.
 
“Vorrei poter essere io a mordere quel labbro.” Avevo le guance che andavano in fiamme.
 
Rimanemmo in silenzio, mentre i nostri occhi si studiavano.
Avvolse il braccio attorno al mio bacino, stringendo ancora di più la presa. Mi teneva così stretta che a stento riuscivo quasi a respirare. Ma, in quel momento, mi piaceva non riuscirci.
 
“Jess? Sei qu-“ La porta si spalancò nuovamente: era Chanel.
 
Frenò alla scena che si ritrovò d’avanti subito dopo.
 
“Si!” Mi voltai di scatto.
 
Zayn non lasciò la presa, e ne si girò. Anzi, strinse la mia maglia nella sua mano.
 
“Ehmm.. Jess, dobbiamo andare.”
 
“No.” Disse piano Zayn.
 
Mi mancò un battito. Dimenticai la presenza di Chanel, e lo stesso fu per la sua domanda precedente.
 
“Jess?” Insistette.
 
“Zayn, non posso andare se non mi lasci.”
 
“E’ il mio obbiettivo piccola.” Sussurrò.
 
“Te la cedo fra un minuto. E’ in buone mani.”
 
“Ne dubito..”
 
“Come?” La fulminò.
 
“Nulla. Jess, ti aspettiamo in macchina.”
 
“Ok.” Chanel girò i tacchi, forse infastidita, e richiuse la porta.
 
“Balla con me.” Le note di un tango arrivavano fiocche alla stanza.
 
Portò una delle mie mani al suo collo, era forte e la sua pelle calda. L’altra la strinse nella sua mano. Era così piccola la mia a differenza della sua, che quasi non riuscivo a stringerla del tutto.
Portò la sua mano al mio bacino e, dopo l’ennesima stretta, incominciammo a muoverci. Piano. Seguendo ogni piccola e leggera nota che arrivava al piano.
Ero incantata dal suo fascino. Era così bello, maledettamente bello. Sorrise, ed ebbi la sensazione che la luna lo invidiò: mi aveva illuminato l’intero momento con quel sorriso. Ero fusa ormai.
‘Svegliatee!’ Tirava pugni alla testa, la mia vocina era diventata una piccola Rocky.
Zayn sfilò la mia maschera e poi la sua, lasciandomi senza fiato scoprendo i suoi scuri occhi marroni a mandorla. Sembravano luccicare, avrei sfidato chiunque a non incantarsi di fronte a quello spettacolo.
Scostò i miei capelli neri dal collo, scoprendo appena il livido che ormai si stava formando.
 
“Ora sei mia.” Ci lasciò un leggero bacio sopra e mi porse la mano, tentata se stringerla o no.
 
“Mordo ma non mangio piccola.” Rise.
 
Afferrai la mano. Non sicura, ma lo feci.
La festa sembrava continuare. Zayn mi strinse forte a se facendosi spazio fra la folla per arrivare alla porta d’uscita. Nessuno sembrava ostacolarlo. Mi sentivo parecchio osservata, come se stessi rubando qualcosa d’avanti agli occhi di tutti. C’era qualcosa che non sapevo.
Zayn strinse la mano ad un ragazzo alto e riccio. Credo avesse la sua stessa età.
 
“Vai?” Gli chiese lui.
 
“Si. Ci vediamo a casa.” Riportò il suo sguardo a me.
 
“Hai portato qualcosa con te?”
 
“No.” Mi sorrise e uscimmo.
 
“La mia auto è li.”
 
“Si, ma la mia è di la.” Indicò il lato opposto.
 
“Ti accompagno io a casa.” Camminammo fino alla sua auto: una Bentley nera.
 
Era terribilmente pulita, profumava di lui.
Avvisai con un sms Jess e Kim, così da non farle preoccupare troppo. Chanel si era agitata parecchio quando mi aveva vista con Zayn, e la ragazza bionda col suo avvertimento.. Ero all’oscuro di qualcosa.
Mi volta per guardare Zayn: era concentrato sulla strada. Ed era così bello.. Cosa poteva mai nascondere? Incuteva timore, ma perché pericoloso?
Staccò per un momento lo sguardo dalla strada per guardare lo specchietto. Sorrise subito dopo: si era accorto del fatto lo stessi guardando. Arrossii, come mio solito, e tornai a torturarmi le mani.
Zayn parcheggiò di fronte casa, non era molto lontana dalla festa.
Mi bloccò la mano quando la avvicinai alla portiera.
 
“Sono o non sono il tuo cavaliere piccola?” Passò d’avanti la macchina, poi mi aprì.
 
Inciampai sul suo piede ritrovandomi appoggiata a lui. Rise: avevo la netta sensazione che quel piede non si trovasse li per caso.
Attraversammo il vialetto.
 
“Ehmm.. Grazie per il passaggio Zayn. Buona notte.” Gli sorrisi, e prima che potessi entrare in casa bloccò il mio braccio.
 
Avvicinò le labbra al mio orecchio. Rabbrividii, e non per il freddo.
 
“Buona luna piccola.” Le calde labbra premettero all’angolo delle mie.
 
Gli sorrisi, chiusi la porta e filai in camera. Magari non era stata poi così noiosa come festa.
Infilai i pantaloni della tuta saltellando verso il bagno. Lavai veloce i denti, volevo solo andare a dormire.
Mi vibrò il cellulare fra le mani mentre lo cacciavo dalla tasca del giubbottino di pelle: era Zayn.
 

“Ho sempre amato le ragazze tatuate. E le farfalle sul tuo fondoschiena mi fanno impazzire.
Chiudi le tende, o sarò costretto a murarle.
Ps: grazie per lo spettacolo piccola. A domani Jess. ;)
Z xx.”

 
Guardai fuori dalla finestra: c’era ancora lui appoggiato alla Bentley.
Chiusi subito le tende, per bene. Forse ora ero spaventata.



***
PER FAVORE,PRIMA DI RECENSIRE RILEGGETE LA PREMESSA. ;)
spero seguiate la ff,è importante per me.
vi voglio bene,un bacio! :)

@crazjmofo

   
 
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