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Autore: ziogio    27/02/2013    0 recensioni
"14yrs old": come dice il titolo stesso è semplicemente una descrizione di alcune cose che possono far stare male un adolescente, perché sì, può star male anche lui.
La storia è semplicemente un racconto della vita di Joseph, del perché lui sia scappato di casa, del perché lui odi se stesso.
La storia probabilmente non resterà di un rating fisso, perché non so cosa scriverò, è sicuramente una lettura non adatta a chiunque, sarà abbastanza volgare in tutti i suoi capitoli e spesso violenta, non credo sia doveroso un rating rosso, non al momento.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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*Attenzione!! In questo capitolo e nel 12° il nome Saimir sarà sostituito da "Davide", provvederò a modificare il nome per ragioni personali anche negli altri capitoli una volta terminato il racconto"

Cap. 11: Davide, ti amo

 

Eccoci, questo è il giorno che aspetto dal fatidico momento in cui ho scritto la seconda volta su questo stupido diario. Oggi devo parlare con Davide, era quello che aspettavo da sempre... ma allora perché ero così indeciso? Perché ero così timido all'idea? Tanto prima o poi avrei dovuto farlo! E allora perché non volevo? Perché anche in quel momento non ero sicuro di me stesso? Possibile che non lo sono mai? Non sono mai sicuro di me.

Arrivo a scuola, sono le 7.30 di mattina e c'è il sole, anche se un fine venticello sembra stia arrivando... davanti a me c'è Davide. Mi guarda fisso negli occhi per cinque minuti, aspettando che mi decidessi a parlare, ma non lo facevo, non mi uscivano le parole di bocca. Allora iniziò lui: “Ciao... Luca mi ha detto che l'hai saputo... spero non ti dispiaccia... e... non lo so, non ho idea di cosa si dica in questi casi...mi ha detto che contraccambi... posso... baciarti?”, la sua incertezza è tale da sentirsi in ogni parola che pronuncia, però era sincero in quello che diceva, lo sapevo semplicemente perché Luca non mi mentirebbe mai, ma io... non avevo idea di cosa rispondere.

 

Aspettavo questo momento da un anno circa e ora che è arrivato mi ritrovo impreparato, perché ho pensato talmente tanto a ogni cosa andata male che mi sono dimenticato di pensare all'unica cosa che mi avrebbe fatto sentire bene, l'unica cosa che sarebbe potuta andare bene, perché ci credevo talmente poco da essere diventato pessimista totalmente anche su quella.

Ma non potevo non rispondere, Davide era stato completamente sincero con Luca e me, non meritava una risposta negata, mi feci forza e gli dissi: “Dispiacermi? Senti, ti fisso dall'inizio dell'anno dietro ogni angolo e ogni porta, solo che non mi hai mai visto, ed è meglio così, però questa è la realtà... neanch'io ho idea di cosa dirti, perché non credo di piacerti davvero, io non piaccio a nessuno, figurati se posso piacere a te... se è vero... sì, puoi baciarmi, ma se lo fai per un qualche piacere a Luca, a me, o cazzate simili vattene, non voglio stare con qualcuno tanto per”.

 

All'inizio tentenna e mi guarda incerto con i suoi fantastici occhi, poi sorride e si avvicina, mi accarezza e mi abbraccia, sussurra nell'orecchio: “Ti amo” e... mi bacia. Non potevo crederci, il mio sogno si era avverato.

Smette dopo un po' e torna ad abbracciarmi mentre lo sento ridere quasi felice di quello che aveva appena fatto, ricambio l'abbraccio ridendo ed esclamando che se voleva poteva venire a casa mia, così avremmo parlato un po'... e... non so per quale assurda ragione ma risponde di sì.

Mentre camminiamo continuo a guardarlo e per la prima volta lui ricambia, a volte sorrido e lo fa anche lui... ma io in realtà non sapevo neanche cosa si dovesse fare in quelle occasioni. Forse l'ho già scritto ma non mi importa, ero completamente spaesato, ero abituato a guardarlo di nascosto ed essere ricambiati può essere anche negativo in certi casi, ti rende più timido e più insicuro perché sai che è lì pronto a notare se fai un errore, lì pronto a dirti che stai sbagliando, perché prima non ti notava, non poteva... ora è lì davanti, non è su uno schermo, non è una voce che fuoriesce da un dispositivo, non è una scritta, non è un pensiero... è lui.

Arriviamo a casa.

 

Per una rara occasione mio padre e in casa e mi chiede chi fosse il mio “amichetto”, anche se l'aveva già visto in ospedale, lui gli risponde timidamente: “Salve, sono Davide, un compagno di Jospeh e Luca, posso entrare?” ed ottiene -come ovvio- il consenso per andare in camera nostra (mia e di Luca), mio fratello è lì che gioca serenamente alla play. Mi guarda contento e corre ad abbracciarmi e dice a entrambi: “Finalmente vi siete decisi a mettervi insieme, eh? Bacio, Bacio, Bacio!” e come si fa di solito in queste occasioni abbiamo deciso di accontentare la sua richiesta, però... a me rimanevano troppi dubbi.

Non mi conosceva neanche a momenti, non ha mai nemmeno provato a parlarmi seriamente, o meglio, io non avevo notato il tentativo... ci teneva davvero? Poteva essere bello e simpatico quanto si vuole ma la cosa più importante in una relazione in fondo è che ci sia amore ricambiato, no? E non avevo idea del se questo fosse il caso.

 

Ora non so nemmeno perché ti sto scrivendo. Sono felice, questo diario nasce dalla mia tristezza, dalla mia angoscia, e ora sono felice. Sono forse destinato a non esserlo più a breve? Altrimenti non ti scriverei, se ti scrivo è perché sto male, se ti scrivo è perché non so cos'altro fare per evitare di suicidarmi... adesso ho capito, mi sembrava tutto talmente tanto “da sogno” che non credevo davvero di piacere a Davide, mi sentivo così pessimista che per me era impossibile credere che un qualcosa del genere potesse andare per il verso giusto, quindi per me ero solo un “Colmabuco” al posto di Marco.

Ma non ti ho mai scritto di Marco... vedrò di riassumere. E' alto circa 1.70m, ha degli splendidi occhi azzurri con dei capelli marroni tendenti al chiaro, è magro e non sembra particolarmente sportivo, però in effetti è molto carino, Davide meritava uno come lui e non uno come me. Meritava di meglio che un semplice ragazzo pazzo di lui ma comunque pazzo, sempre depresso, troppo costantemente serio... anzi... forse era proprio lui a farmi sentire triste, e so perché. Perché io a volte vorrei non sapere certe cose.

 

Perché io vorrei non sapere che non esiste il “per sempre”, non esiste niente, niente che duri per sempre, neanche la vita in effetti.

E' inutile dire che amerò per sempre Davide, perché non è vero, so che non è vero, so anche che probabilmente non lo amo nemmeno... però voglio stare con lui, non ho idea del perché, non so perché deve essere così dannatamente carino e non so perché deve piacermi così tanto quel sorriso, ma so che una storia fra quattordicenni dura in media da un mese a due, se è seria forse arriva a tre, e poi? Tre mesi sprecati.

Sento dire alcune volte che ne sarebbe valsa comunque la pena per quei tre mesi, come l'amicizia, che non dura per sempre ma vale per un periodo... ma da quando amore e amicizia sono la stessa cosa?
In amicizia si parla di affetto, in amore si dovrebbe parlare quasi di ossessione, o almeno così credevo io. I continui “Mi sei mancato”, i consecutivi “Ti amerò per sempre”, sono davvero pronto a tutte queste menzogne? Sono davvero pronto a sapere che sono menzogne?

 

Comunque era ora di pranzo... mi sono dimenticato di scriverti che nessuno di noi tre quel giorno era andato a scuola, eravamo impegnati a pensare ad altro e abbiamo passato la mattina a giocare.

Sinceramente di scriverti che abbiamo mangiato me ne sbatto al momento e ti dico semplicemente che ogni forchettata fissavo Davide... era bellissimo anche quando mangiava, mi sembravo un vero stalker solo che ora era lì davanti per sua volontà e non per un mio “spionaggio”, però non sopportavo l'idea che tutto sarebbe stato un momento che sarebbe finito in un nulla... non credevo che sarebbe durata, io stesso che ci speravo, non ci credevo.

Esiste una storia iniziata a 14 anni che sia durata fino al matrimonio o che abbia avuto una permanenza maggiore di qualche mese? Non credo ma dovrei informarmi...

 

Finito il pranzo andiamo in camera e Davide mi spiega il perché ora, il perché non me l'ha detto prima ma ora ne ha sentito la necessità, io ascoltavo pallido e stupito, allo stesso tempo... estremamente triste: “Jo... te l'ho detto oggi perché domani mi trasferisco... devo andare a Bologna con la mia famiglia a causa di mio padre, ha trovato lavoro lì... ne ho sentito la necessità ora perché sarebbe stata l'ultima volta che avrei avuto l'opportunità di dirtelo dal vivo e non attraverso una tastiera... io ti amo, o almeno credo di amarti... da troppo!
Ti amo da quando mi sono seduto vicino a te e non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, sì, so che è poco tempo, ma io trovo che un mese sia un'eternità, che un mese sia qualcosa di interminabile, un qualcosa che non è considerabile il nulla. Io credo che tu sia d'accordo con me a continuare la relazione... a distanza... o almeno, più che crederci, ci spero... ma volevo almeno poterti sentire felice dalla realtà prima di vedertelo scrivere... ti prego non abbandonarmi!”, io inizio a piangere mentre lui mi abbraccia e mi bacia di nuovo.

Io affrontare una relazione a distanza?

 

Ce l'avrei fatta davvero? Non credo, ci avrei provato? E chi lo sa... senti diario, scusami se scrivo meno del solito ma il mio stato ora è inguardabile, sto singhiozzando guardando Davide e dicendogli che non so se posso farcela, non riesco a scrivere, fottetevi tu e le tue speranze che mi hai trasmesso mentre scrivevo.

  
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