Come ogni volta ti saresti stancata presto di quelle fastidiose feste, che Roderich organizzava fin nei più piccoli dettagli.

Eri soffocata da quelle persone, che affermavano di far parte di una società  eletta, amici e conoscenti del tuo fidanzato.

Fidanzato?

Quale fidanzato?!

Da quanto Roderich non ti amava più come un tempo?

Mesi?

Disprezzo e disgusto.

Ecco cosa esprimevano i suoi occhi quando ti guardava.

Quell'amore che tanto decantava in passato, era sfiorito in pochi anni.

E tu eri stanca di quella relazione, di quell'artefatto sociale creato da Roderich.

Eppure non saresti fuggita. 

No, era da vigliacchi.

Dovevi andare e saresti andata via, lasciando quell'effimero mondo antico.

E la sera arrivò.

Tra quella musica così senz'anima, tra pomposi invitati e donne imbellettate alla meno peggio, arrivasti tu nel salone, come un' eterea presenza li sconvolgesti.

Con quel meraviglioso vestito rosso, così scandaloso per i partecipanti, ma a te non importava delle loro chiacchiere.

Ecco l'effetto che volevi e speravi.

E chiedesti a Roderich soltanto un tango!

Un semplice ballo.

Ma rifiutò, troppo orgoglioso.

Il solo udire di quella richiesta, macchiò d'orrore quella bella maschera di porcellana che indossava.

Feliciano si fece avanti, ma come poteva ballare con un gamba malferma e con un sorriso sincero si fece da parte.

Ti voltasti e apparì lui!

Gilbert, di fronte a te,  tendeva la mano.

Sfidava tutto e tutti.

 

http://www.youtube.com/watch?v=QqIUHw_oi9I

(Questa è la scena a cui faccio riferimento)

 

E ballaste.

Quella musica così lenta, vibrante, sensuale, nata nei più reconditi e profondi sobborghi di Buenos Aires, penetrava i vostri corpi, che scivolavano e guizzavano ad ogni passo.

Ecco quello che volevi.

La passione.

E le sue carezze, così dolci e lascive, cariche di desiderio, da quanto le bramavi.

Così tra piroette e sgambetti in risposta, il tango finì con l'uno perso negli occhi dell'altra.

Ora tutti gli sguardi erano su di voi, persino quello disgustato di Roderich.

Riluttante, il tuo compagno ti lasciò andare dal quel sensualissimo intreccio.

Prendesti il bicchiere di champagne, il cappotto e andasti via da quell'inutile teatrino.

Quello che doveva essere il tuo fidanzato non ti fermò.

 

Il sole impercettibilmente avanzava nel cielo, tu camminavi in quella piazza, vestita di rosso e del profumo dell'unico uomo che ti aveva donato quella fremente passione.

E all'improvviso, come quella sera, davanti a te c'era Gilbert.

Ti aveva seguito, ti aveva trovato.

Lui, l'unico che accettava la tua natura selvaggia, l'unico che poteva amarti senza rimorsi, l'unico che poteva donarti quella libertà tanto agognata, con la mano ancora tesa, ti chiedeva di essere sua, quello di sicuro non era un sogno, di questo ne eri certa Elizaveta.

E la prendesti, stringendola nella tua come in quel tango.