Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: ChiiCat92    28/02/2013    2 recensioni
La battaglia contro il vampiro millenario Zachariah è finita, e ha lasciato cuori sanguinanti e promesse infrante.
E' sempre un po' più buio prima dell'alba, e quell'alba sta per sorgere.
Un bambino sta per nascere, una nuova minaccia si staglia all'orizzonte.
Tom e Bill dovranno capire come sopravvivere all'eternità...
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Ecco a voi il seguito di "Come And Wake Me From The Death"! Come al solito, è scritto a quattro mani, e ogni capitolo porta il titolo della persona che lo scrive.
Enjoy it
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era una bellissima alba.

Il bosco si svegliava lentamente dal suo sonno notturno, estraneo a tutto se non a stesso, intenzionato a continuare il suo perseverante lavoro di sopravvivenza giornaliera.

Gli uccellini nei nidi scuotevano le penne e le piume, bagnate di rugiada, e cominciavano ad alzare i loro canti in onore del Sole nascente.

Le stelle si spegnevano ad una ad una alla vista dell'astro maggiore; il cielo stingeva secondo dopo secondo in un delicato color pesca con spennellate di azzurro tenue.

I colori di un mondo che si svegliava a cui Tom non avrebbe più potuto assistere. I piedi ben piantati a terra, le mani sporche di sangue, i vestiti strappati e l'anima spenta.

Tutto intorno a lui era come offuscato, privo di senso.

C'erano delle voci, sentiva delle voci, ma non era sicuro di riuscire a capire di chi fossero e cosa stessero dicendo.

Aveva la consapevolezza appena di se stesso, di chi fosse.

Il canto degli uccelli si alzò altissimo quando il sole si affacciò sul mondo.

Un'ondata di calore investì Tom, che si sentì sbalzare indietro.

- Tom...Tom... - Tom batté gli occhi; lo stavano scuotendo - ...corri...Tom...corri... -

E lui corse, anche se non sapeva dove stava andando.

Evitava gli alberi; saltava oltre i tronchi caduti. Ma era stanco, mortalmente stanco, e la schiena gli bruciava, come la gola secca.

Lo spinsero dietro il tronco di un grosso albero.

Abbassò lo sguardo. Lei tremava e respirava pesantemente.

Lo guardò, come se fosse stata calamitata dai suoi occhi.

Tom voltò il capo di scatto. Dalla boscaglia irruppe una volpe rossa che ululò al cielo.

Le si affiancò un'altra volpe, più grossa e dal manto bianco candido; aveva nove lunghe code. Sulla sua groppa, affondata nel pelo bianco, era accucciata una ragazza.

Il sole illuminò il bosco con la sua delicata violenza.

Tom e lei erano pressati contro il tronco che proiettava in avanti una lunga ombra scura.

Intorno, la luce ammantava ogni cosa.

Tom si toccò il viso; era umido di lacrime? Si guardò la punta delle dita, ritrovandole sporche di rosso.

Perché i Vampiri piangono sangue.

 

 

Devi creare un'illusione.” lui non le rispose. La volpe rossa ruggì; quella bianca scosse la testa e la guardò dritta negli occhi “Ascoltami se non vuoi che facciano la stessa fine. Non ci sono posti dove nasconderli, non potremo salvarli. Devi creare un'illusione abbastanza potente da essere una realtà alternativa.”

Non posso.” pensò solo la volpe bianca.

Puoi. Sei una volpe a nove code, hai più potere di chiunque altro. Ti aiuterò, ma non posso farlo da sola. Cambia la realtà, crea qualcosa che possa proteggerli. Che possa proteggere lei.”

La volpe bianca gettò indietro la testa e ululò. Un ululato che straziava il cuore.

Le code aperte a ventaglio dietro di lui vibravano di potere; sulla punta di ognuna danzava un fuoco blu.

Il tessuto della realtà si piegò, si distorse, si strappò e si ricucì così come la volpe voleva che fosse.

 

 

Intorno a Tom si fece buio, l'albero a cui era appoggiato sparì.

Non c'era il sole, l'alba, il giorno, né il bosco e il suo brulicare di vita.

Era piombato nel buio. Il buio dell'interno di una caverna. L'uscita era lontana, un puntino di luce che si scorgeva appena.

Si lasciò crollare a terra. Sotto le mani sentiva ancora il prato verde e dolce del bosco, ma alla vista appariva solo un tappeto di nero pastoso.

- Tom... -

Lui alzò gli occhi e si ritrovò a specchiarsi in quelli di lei.

- Elsie... -

Bisbigliò e lei sorrise mesta.

Lo abbracciò piano, stringendolo al suo petto.

- State bene? -

I due volsero lo sguardo verso la donna, che altri non era che la volpe rossa, appena tornata nella sua forma umana.

Si avvicinò a loro, inginocchiandosi.

Poggiò una mano sul viso di Tom.

Non le riuscì di dire niente; gli occhi le si riempirono di lacrime e strariparono.

Tom l'abbracciò di slancio.

La donna si lasciò andare tra le sue braccia e cominciò a singhiozzare, scossa da tremiti incontrollabili.

Lui strinse i denti, perché altrimenti avrebbe urlato il suo dolore e la sua rabbia.

- Mi dispiace, mi dispiace... -

Piangeva la donna.

Lui le passò una mano tra i capelli e la strinse di più.

- Mamma...mamma... -

Chiamò lui; ma lei scosse la testa, come se non si sentisse degna di essere chiamata “madre”.

Tom la allontanò per guardarla in volto.

Le apparve come per la prima volta; i particolari sul suo viso non erano mai stati così nitidi.

Tutto ciò che lei gli aveva detto, tutto ciò che avevano vissuto, all'improvviso si impresse con forza nella sua mente.

- Mamma, io ti perdono. -

Sussurrò.

Il volto della donna si contrasse in una smorfia di dolore, e il suo pianto si fece più sommesso, quasi silenzioso.

Il ragazzo che era stato la volpe bianca si avvicinò a loro. Si inginocchiò accanto a lui e gli porse una mano.

Tom l'afferrò.

Era calda e grande, e viva. Sentiva il suo sangue scorrere, il suo potere pulsare, il fuoco acceso nel suo petto minacciarlo. Ma non si tirò indietro. Perché era suo fratello, la metà esatta della sua anima.

Bill, anche tornato umano, aveva ancora parti della volpe: le code, addomesticate e lunghe dietro di lui e le orecchie che spuntavano tra i capelli grigio perla.

- Hai fatto un bel lavoro qui. -

Gli disse sommessamente Tom, riferendosi alla cupola nero notte che li sovrastava.

- Mi è bastato ricordarmi quanto vi amo. -

Si sorrisero.

Ma era un sorriso colmo di tristezza.

- E' davvero finita? -

Continuò Tom.

- Sì, davvero. -

- A quale prezzo... -

Entrambi abbassarono gli occhi per nascondere le reciproche lacrime.

La donna tra le braccia di Tom tremò in modo incontrollabile, prima di trasformarsi in una piccola volpe rossa.

Bill sentì il cuore stringersi.

Era stata lei ad insegnarle i livelli di trasformazione di una volpe, e adesso era a quello più basso, quello in cui era piccola e vulnerabile e non poteva usare i suoi poteri. Solo un animale spaventato e tremante.

Tom la tenne strette tra le braccia, quasi cullandola.

Non c'era bisogno di parole, perché il dolore della donna era palpabile, come se si diffondesse nell'aria e contagiasse tutto ciò che incontrava.

Entrambi i ragazzi lo sentirono sul cuore.

Elsie pensò che fosse il caso lasciarli soli, e fece per alzarsi. Tom la inchiodò con uno sguardo, uno solo, languido e umido di lacrime rosse.

Le chiedeva di rimanere, di restare al suo fianco.

E lei non poté fare altro che quello: restare con lui, perché era quello il posto dove voleva essere.

Anche la ragazza che stava cavalcioni alla forma di volpe di Bill si avvicinò.

Si inginocchiò lentamente e lui, come se fosse pronto a farlo da sempre, allargò le braccia per accoglierla.

Lei trovò l'incavo della sua spalla e vi poggiò sopra la testa.

Bill, con la mano libera, sfiorò il suo ventre, e lei si sentì rabbrividire.

I cinque ragazzi e la volpe rimasero in silenzio, stretti nel cordoglio.

 

 

Il dolore della battaglia appena combattuta era stato impresso nei loro cuori ancor prima che nel loro corpo.

Le immagini dello scontro erano marchiate a fuoco nei loro occhi, tanto che, se anche avessero chiuso le palpebre, avrebbero continuato a tormentare la loro vista.

Zachariah, le Ombre, e Gordon.

Gordon.

L'uomo coraggioso che aveva cresciuto Bill e Tom come suoi figli, nonostante conoscesse la loro natura; l'uomo che aveva amato Simone sopra ogni cosa e che l'aveva protetta fino alla fine.

Non c'era più. Gordon era morto. Era morto nella battaglia che li avrebbe dovuti vedere vincitori, tutti loro.

Con lui era morto tutto ciò in cui Tom credeva e tutto ciò in cui Bill sperava.

Ed era per colpa del loro solo esistere che tutto era successo.

E c'erano ancora tante domande senza risposta, c'era ancora tutta un'eternità da vivere.

Come avrebbero fatto?

La volpe rossa piangeva e ululava e si dibatteva nel suo dolore.

Avrebbe voluto distruggere il mondo, avrebbe voluto poter mettere fine ad ogni cosa, perché la morte di Gordon era la fine di ogni cosa. Il mondo non avrebbe dovuto sopravvivergli.

Ma aveva fatto una Promessa, una Promessa che lei doveva onorare, perché ora più che mai Bill e Roxy, Tom ed Elsie avevano bisogno che lei ci fosse.

Doveva essere forte come non era riuscita ad esserlo in tutti quegli anni.

Avrebbe sofferto dopo, quando nessun altro avrebbe potuto pagarne le conseguenze.

Chiuse gli occhi, e versò le sue ultime lacrime per l'uomo che aveva amato.

Riuscì a tornare in forma umana, ancora tra le braccia di Tom.

Gli poggiò una mano sul viso, asciugandogli le lacrime.

Il suo amato figlio maggiore, il piccolo che aveva visto crescere e sbocciare, bello in sfacciataggine quanto nel cuore.

La sua pelle gelida, il suo colorito pallido, i canini che spuntavano appena dalle labbra. Il Destino che lo voleva vedere risorto dalla morte come Vampiro si era realizzato.

Si volse, e carezzò il viso anche a Bill, il suo secondogenito.

Anche per lui le strade del Destino erano state tracciate, ben prima che potesse anche solo capire che cosa volesse dire quella parola così grande e difficile.

Ma c'era qualcosa che nel loro Destino non era stata presa in considerazione. Simone guardò con dolcezza Elsie e Roxanne.

Erano loro che avevano tracciato una nuova strada e che avevano permesso a Tom e Bill di poterla percorrere.

Quella sofferenza sarebbe stata ripagata? Simone conosceva la risposta, aspettava solo che la apprendessero anche loro.

- Ci sono troppe cose di cui dobbiamo parlare. - disse, con la voce che le tremava ancora di pianto - E voi siete troppo stanchi. Ma questa non è la fine. È l'inizio. - la donna prese le mani di Bill e Roxanne, e le intrecciò; lo stesso fece con quelle di Tom ed Elsie - Il vostro inizio. -

 

*

 

Tom scattò in avanti, precedendola, il che le suscitò una risatina.

Era veloce, ma non quanto lui, non da quando era in grado di correre sulle ali del vento.

Si arrestò di colpo quando trovò quel che cercava. Lo indicò a lei, che gli fece un cenno con la testa.

Saltarono insieme addosso alle due ragazze.

Passeggiavano da sole, forse tornavano a casa dopo una serata fuori.

Non riuscirono neanche ad urlare quando i due vampiri gli piantarono i canini nel collo e si prendevano quello di cui avevano più necessità: il sangue.

Ne bevvero quanto era necessario per non ucciderle, come avevano fatto con altre tre persone prima di loro.

Le ragazze, stordite, caddero svenute e loro le accasciarono sull'asfalto.

Tom si leccò le labbra, soddisfatto.

- Ottimo. Sono pieno. -

- Sì, anch'io. -

Rispose Elsie, che impose le mani sulle ferite dei denti sul collo delle ragazze. Immediatamente i fori si richiusero e le ragazze sospirarono all'unisono.

Tom la prese e l'abbracciò di slancio.

- Fermo, ma che fai! -

Lui strofinò il naso contro il suo.

- Sono felice che tu sia con me. -

Elsie sgranò gli occhi e inarcò le sopracciglia, ma poi si lasciò andare ad un mezzo sorriso.

- Dovrai farci l'abitudine, rimarrò con te per molto tempo. -

Tom alzò gli occhi al cielo, un cielo meravigliosamente buio.

La prima notte da vampiro libero.

Respirò a fondo l'aria della notte.

- Se abbiamo finito, torniamo a casa. -

- Sì, abbiamo finito. -

E corsero via, veloci come il vento.

Fecero lo slalom tra i palazzi, schivando gli Umani che non erano neanche consapevoli della loro esistenza.

Erano fortunati, dato che loro non erano vampiri sanguinari: altrimenti avrebbero potuto ucciderli tutti.

Quando arrivarono in vista della casa, accelerarono il passo, più per abitudine che per necessità: nelle ultime settimane erano stati costretti a correre e nascondersi il più velocemente possibile.

Casa era sinonimo di sicurezza.

Non appena misero un piede sul prato, dietro di loro si erse una sottile ma resistente barriera protettiva: era un Kekkai, una barriera spirituale eretta da una Volpe.

Probabilmente, era stato Bill a erigerla. Si sentiva nell'aria il suo potere.

Tom fece il gentiluomo, concedendo l'ingresso ad Elsie, che gli rivolse un sorriso.

Si chiusero la porta alle spalle e si ritrovarono nel caldo e accogliente salotto.

- Ben tornati. Tutto ok? -

Li accolse Bill.

Tom ed Elsie annuirono.

 

 

Dopo la battaglia, avevano passato il giorno nascosti nell'illusione creata dai poteri di Bill. Era tanto potente e tanto impenetrabile che neanche un fotone era riuscito a penetrarla. Così i tre Vampiri avevano potuto superare il giorno senza riportare dei danni.

Non appena il sole era tramontato, era diventato chiaro a tutti quale fosse la priorità: nutrirsi.

La battaglia contro Zachariah li aveva svuotati di ogni energia, e non sarebbero sopravvissuti ad un'altra notte digiuni.

Per motivi a loro sconosciuti, Simone aveva obbligato Roxanne a nutrirsi ancora del sangue di Bill, senza dare nessuna spiegazione.

La donna aveva detto che avrebbe aspettato che Tom ed Elsie si fossero rifocillati, prima di raccontare tutto quello che dovevano sapere.

Non se l'erano fatto dire due volte: erano volati verso Los Angeles, il loro territorio di caccia, con il Diavolo alle calcagna.

Prima di trovare soddisfazione, avevano dovuto succhiare il sangue di tre persone a testa.

Avrebbero voluto sbrigarsi, perché avevano fretta di scoprire cosa avesse da dirgli Simone, ma la necessità di rifocillarsi era troppa e non potevano permettersi di essere deboli.

Ora erano a casa, seduti sul divano: i tre Vampiri e le due Volpi.

Simone si tormentava la mani.

C'erano così tante cose che doveva dirgli, e non sapeva da cosa cominciare.

Ora che Zachariah era morto, lei era stata ufficialmente sollevata dalla sua Promessa: poteva e doveva dire tutto a Bill e Tom.

Ma adesso che ne aveva la possibilità, non riusciva a trovare le parole.

Roxanne teneva stretta la mano di Bill.

Alzò gli occhi, e si ritrovò Simone a fissarla.

- Prima di...insomma...lei... -

Provò la ragazza.

Simone respirò a fondo.

Probabilmente non c'era un modo migliore per dire quello che doveva dire, e se aspettava ancora...rischiava di non riuscirci più.

Prese coraggio e disse:

- Sei incinta. -

Un brivido gelido percorse i ragazzi.

- Com'è possibile...? -

Sussurrò Tom.

Roxanne si sentì stritolare la mano da Bill.

- Il sangue di Bill. - riprese Simone - Una Volpe non lascia mai che un Vampiro gli succhi il sangue, e per di più, non esistono Volpi maschi, per questo non ci sono testimonianze. Ma...il suo sangue in qualche modo ha riportato in vita Roxanne. Come immagino sapete, i Vampiri sono sterili. -

- Sterili? -

Fu un colpo per Tom.

Nella sua brevissima vita di Vampiro, cominciata appena da un paio di settimane, non aveva avuto modo di conoscere a fondo la sua condizione. Sapeva solo ciò che Elsie, tra un agguato e un combattimento, gli aveva insegnato.

Sterile voleva dire che per lui non ci sarebbe mai stato un futuro; non che pensasse o volesse avere figli in quel momento...ma se si impegnava poteva vedersi a quarant'anni con una moglie e qualche piccolo esserino che zampettava ovunque.

Simone cercò di rivolgergli uno sguardo affettuoso.

- Noi definiamo la vostra condizione “vita sospesa”: non siete morti, ma non siete neanche vivi. Il vostro corpo non ha più bisogno di espletare le normali funzioni vitali, tanto che per mantenerle dovete nutrirvi di sangue. Questo vi rende impossibilitati ad avere una progenie. Per quanto sangue possiate bere, non tornerete mai vivi. Invece, il sangue di Bill ha agito sull'organismo di Roxanne, riportandola in vita. - la donna guardò i due, arrossendo visibilmente - Avete...avuto rapporti prima o dopo aver dato e ricevuto il sangue? - Bill abbassò gli occhi, e così fece Roxanne. Per Simone fu una risposta sufficiente. - Con Roxanne tornata alla condizione Umana, non è difficile immaginare perché adesso sia incinta. -

- E che cosa dovremmo fare? -

Chiese di slancio Bill.

- Non ve lo so dire. Non so che genere di creatura nascerà da questo rapporto. Né so se sopravviverà alla gravidanza. Quello che so, è che Roxanne ha bisogno di mantenersi in vita per portarla a termine. Se tornerà al suo stato di Vampiro, è più che certo che perderà il bambino. -

- Ma Bill non può darmi il suo sangue continuamente! -

Esplose Roxanne.

Tratteneva a stento le lacrime.

Prima la Promessa, adesso questo: sembrava che la sorte volesse legare lei a Bill in tutti i modi. Più lei tentava di allontanarsene, più la gettavano tra le sue braccia. Esattamente come più tentava di proteggerlo dal male, più quello trovava modo di farlo soffrire.

- Penso che non ce ne sia bisogno, non continuamente almeno. Solo...quando ne avrai bisogno. Lui è forte, resisterà. - abbassò il tono della voce - Sempre ammesso che vogliate tenere il bambino... -

Bill e Roxanne scattarono in piedi, urlando all'unisono.

- Certo che vogliamo! -

Le code e le orecchie da volpe gli spuntarono in un baleno. La corrente elettrica ebbe uno sbalzo di tensione. Roxanne sentì i canini pungerle la pelle e la pelle accapponarsi.

- Lo immaginavo. - disse Simone, con un mezzo sorriso - Adesso calmatevi. - li invitò a sedersi nuovamente, per poi rivolgersi a Bill - Prima che nasca questo bambino, è necessario che tu diventi consapevole del mondo di cui fai parte. - la donna si alzò in piedi; sollevò la maglietta e i quattro rimasero senza fiato: intorno all'ombelico, aveva un tatuaggio di una volpe arrotolata su se stessa, lo stesso che aveva Meissa - Questo è il marchio delle Volpi, compare quando si diventa consapevoli della propria natura e i propri poteri di manifestano. Tu sei giovane, e non sei mai stato cresciuto come una creatura sovrannaturale. - gli fece un gesto con la mano - Ma adesso è diverso. Controlla. -

Bill si sentì di colpo tutti gli occhi addosso.

Respirò a fondo e si sollevò la maglietta: proprio sull'ombelico, accucciata intorno, una volpe, impressa con un inchiostro diverso da qualsiasi altro, che non sarebbe mai scolorito. Il suo sembrava ancora fresco, rispetto a quello della madre; aveva quasi paura che toccandolo si sarebbe trovato le mani sporche di nero.

- Non c'era prima... -

Disse, sconvolto.

La donna annuì.

- Prima, i tuoi poteri non erano arrivati al massimo della loro forza. Era come se ti fossi manifestato solo a metà. Sei una Volpe a Nove Code, e il tuo potere era ben nascosto. Anzi...sono quasi convinta che... - si volse verso Tom - ...che anche tu porti il segno. -

Tom si indicò con un dito.

- Io? -

- Tu. Sei mio figlio, e hai il mio e il suo sangue. -

- Non credo sia possibile... -

Provò a ribattere.

- Oh, non fare il bambino! -

Sbottò Elsie, e gli sollevò la maglietta.

Sulla pelle pallida dell'addome risaltava perfettamente, ma era pallido, quasi un alone, rispetto a quello di Bill.

- Ma com'è possibile! -

- Voi due siete gemelli. Il fatto che abbiate due nature diverse non vi rende diversi. Quella è la conferma che siete inseparabili, e che i vostri poteri si influenzano a vicenda. Tom, non governeresti il vento se così non fosse: il vento alimenta il fuoco, ma può anche estinguerlo. Siete perfettamente compatibili. Ma... - tutti quanti pensarono “c'è sempre un ma” - ...ciò non vuol dire che voi possiate convivere ignorando la vostra natura. Non so come funzionino le cose tra i Vampiri, ma noi Volpi siamo una comunità con leggi ben precise che bisogna rispettare. Ormai manca poco al prossimo Raduno e... -

- Mamma, piano. - disse Bill - Non abbiamo...non abbiamo neanche parlato di fare un funerale a Gordon. -

Simone rabbrividì.

Era quello di cui meno voleva parlare, anzi, era quello di cui non voleva parlare.

Si carezzò il braccio, che le doleva.

- Ho Promesso, e non posso infrangere la Promessa. -

Disse solo, a denti stretti.

- Che cosa hai Promesso, mamma? -

La donna chiuse gli occhi; una lacrima gli scappò dagli occhi.

- Ho Promesso che sarei andata avanti. Ho Promesso che non avrei distrutto me stessa e tutto ciò che mi circonda. Ho Promesso che avrei fatto in modo di portarvi sulla giusta strada, se lui sarebbe venuto a mancare. Ed è quello che devo fare. Gordon è morto in pace con voi e con me, un funerale non gliene potrebbe dare... - s'interruppe, tremava e gli occhi le straripavano - ...non posso fermarmi, capisci? Non posso...non posso perché esploderei e io ho gli ho Promesso che non l'avrei fatto... - Tom e Bill gli poggiarono nello stesso momento una mano su una spalla. Simone tirò su col naso e si asciugò le lacrime con il dorso della mano. Si schiarì la gola e riprese come se niente fosse. - ...c'è un Raduno, e tu devi prenderne parte. -

I gemelli si scambiarono un'occhiata. Avevano capito. Per quanto soffrissero, non potevano permettersi di toccare quell'argomento, non con Simone.

- Cos'è un Raduno? -

Chiese Bill, con finto entusiasmo.

Simone gliene fu grata.

- Ad ogni eclissi totale di Sole, le Volpi di tutto il mondo si radunano insieme, per parlare, per esercitarsi, per presentare le nuove nate e per scambiarsi informazioni. È un evento unico. Le Volpi tendono ad essere molto egoiste, non formano mai dei gruppi se non è necessario. Ma i Raduni sono diversi, è la nostra comunità che si mette a confronto con se stesso. Prima che tu me lo chieda, la prossima Eclissi sarà in Giappone, alla fine del mese. E tu devi esserci. -

- Non vale solo per le Volpi. - disse di colpo Elsie, trasognata - Anche i Vampiri hanno qualcosa del genere. - si volse a guardare prima Roxanne e poi Tom - Ed avviene con la Luna Rossa, durante le Eclissi totali di Luna. -

- La prossima sarà in Romania...alla fine del mese. -

Completò per lei Roxanne, che aveva capito subito dove voleva andare a parare.

- Vuol dire che... -

Iniziò Tom.

- ...dobbiamo separarci? -

Finì Bill.

- Sì. Credo che questo sia il momento. -

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: ChiiCat92