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Autore: Marti Lestrange    28/02/2013    5 recensioni
One shot su Ruby/Red Riding Hood e Killian Jones/Hook.
What if?
Pairing: RubyxHook
Riferimenti: 2x14, "Manhattan".
Cosa succede se Ruby trova Hook svenuto in biblioteca?
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Trouble
 
 
"You're no good for me
baby you're no good for me
You're no good for me
But baby I want you, I want you".
 
 
 

A volte l'uomo è straordinariamente, appassionatamente innamorato della sofferenza. E Killian Jones lo sa bene.
Lo sapeva bene quando Milah gli aveva sorriso quella prima volta alla locanda. Lo sapeva che quella storia si sarebbe conclusa nel sangue. Il suo sangue. 
Aveva perso non solo la mano, quel giorno maledetto in cui quel dannato coccodrillo era riapparso sulla sua nave. Avrebbe ricordato quel momento per sempre, e per sempre avrebbe cercato vendetta. Aveva visto il cuore di Milah andare a pezzi, diventare polvere e andare a disperdersi nel vento. Aveva sentito uno squarcio aprirsi nel suo petto. La voragine si era fatta largo all'altezza del suo cuore, scavando sempre più a fondo, fino a che non era rimasto altro che un buco nero senza più vita, un abisso circondato dalla morte e un cupo sentimento di disperazione e rabbia. Aveva vissuto nella determinata convinzione di ritrovare quel coccodrillo e ucciderlo e così vendicare la morte di Milah e la perdita della sua preziosa mano. Oltre che per risanare il suo orgoglio ferito. 
Capisce nuovamente di essere perduto quando incontra gli occhi scuri di Ruby. É appena riemerso dallo stato di semi-incoscienza che la veloce - e non propriamente inaspettata - "partenza" delle sue vecchie alleate Regina e Cora lo ha costretto. 
La vista leggermente offuscata e le membra indolenzite non gli impediscono di captare una presenza umana nella biblioteca. Una presenza femminile, a giudicare dal leggero profumo che la precede come un'impercettibile traccia animalesca. 
Si avvicina, guardinga. Il passo è incerto, come incerto è il calcetto che gli infligge su un fianco. Incerto ma leggero, non intenzionato a ferire o infliggere dolore. É incuriosito e titubante. 
Sente che gli si avvicina ancora, si china lentamente su di lui e allunga una mano. Ora Killian sente meglio il suo dolce profumo, un misto di rose, bosco e magia. 
Nel tempo infinitesimale di un battito di ciglia, Killian l'afferra per le spalle e la immobilizza a terra, bloccandola con il proprio corpo, inerme sotto di lui. Ed è in quel momento che incontra il suo sguardo. I suoi occhi neri sono spalancati e attenti, spaventati e sorpresi. Si lascia sfuggire un grido prima che lui le impedisca di emettere suono tappandole la bocca con la mano sana. 
Si lamenta, mentre lui la tiene imprigionata sotto il suo corpo, premendo il braccio con l'uncino contro la spalla di lei. 
"Lasciami andare," esclama lei quando Killian decide di lasciarla parlare. "Si può sapere che diavolo vuoi?".
La sua voce è forte, suadente, e forse lei nemmeno lo sa. Di sicuro, non sa l'effetto che gli fa. 
"Spiegarti cosa vorrei mentre ci troviamo in questa posizione compromettente non sarebbe rispettoso, tesoro," ride lui.
La ragazza si dimena, ma Killian è più forte e tutti gli sforzi di lei risultano vani.
"Non mi chiedi nemmeno come mi chiamo, mi potrei offendere, lo sai?" continua lui ironico. 
"Lo so chi sei," soffia lei, piccata, continuando a dimenarsi furiosamente. "Hook. Eri in ospedale. Ti ho visto, quando sono andata da Belle".
"Oh-oh," replica lui. "Sono famoso, dunque. Una vera celebrità. Ne sono lusingato. Sapere che però anche tu sei amica di Belle... che cos'ha di tanto speciale, quella donna?".
"É mia amica," soffia lei. "E non penso proprio di doverti dare delle spiegazioni".
"Non facciamo i maleducati, ora. Non fai che peggiorare la tua situazione, visto che ora mi sento in dovere di tenerti ancora un po' qui con me...".
"Scordatelo, lasciami andare," esclama lei.
Killian non può fare a meno di notare quanto sia bella. Le labbra morbide e leggermente dischiuse sono rosse, e invitanti. 
Chissà come sarebbe baciarle, pensa.
Basta un solo attimo di umana debolezza per farlo esitare. Il calcio di Ruby gli arriva dritto dritto nelle parti basse, deciso e forte. 
Killian caccia un urlo, cade su un fianco, chinato in due per il dolore. Si lascia sfuggire un grido, mentre lei si alza e corre via, il rumore dei tacchi che risuona nella biblioteca vuota. 
E così Killian si ritrova a terra per la seconda volta nel giro di un'ora. C'è qualcosa che non va se le donne riescono a metterlo al tappeto così facilmente. Già. 
 
 
§
 
 
Ruby non sa che cosa sia successo con esattezza. Sa solo che quel giorno, al lavoro, durante il turno pomeridiano, fa cadere una tazza piena di caffé, sporcandosi il grembiule e bruciandosi le dita, sbaglia ordine per tre volte di seguito e, ciliegina sulla torta, inciampa nei suoi stessi piedi, cadendo a terra con tutto il vassoio carico di stoviglie da lavare, producendo un fracasso immane e facendo volare cocci di ceramica e vetro ovunque. Si voltano tutti a guardarla, mentre un premuroso dottor Whale si avvicina rapido e l'aiuta a rialzarsi.
"Tutto bene?" le sussurra.
Lei annuisce, piena di vergogna. 
La nonna le si avvicina e le mette una mano sulla spalla.
"Che cos'hai, oggi, bambina?" le chiede. "Va' a casa, prima di combinare altri disastri...".
É molto dolce. Non si arrabbia per il guaio che ha combinato.
Ruby esce dal Granny's Diner dall'uscita sul retro. Sono le sei di sera. Il cielo è già buio e trapuntato di stelle. Indossa un giubbino corto in pelle, e sente addosso tutta l'umidità di Storybrooke. Goccioline d'acqua colano giù dal vetro di una finestra, condensandosi per il freddo. 
Ruby si appoggia al muro di mattoni rossi e chiude gli occhi. Respira a pieni polmoni l'aria fresca della sera. 
Che diavolo mi sta succedendo? si chiede. Possibile che un incontro inaspettato produca in me così tanta agitazione?
Ruby riapre gli occhi. L'ha pensato davvero? Ha davvero pensato che l'incontro con Hook nella biblioteca l'abbia sconvolta al punto da non sapere nemmeno dove mettere i piedi e combinarne di tutti i colori? 
Sto davvero male, se quel patetico, infido e maledetto pirata ha il potere di farmi andare fuori di testa...
Accade tutto troppo velocemente perchè Ruby se ne renda conto pienamente. Sente solo un sospiro sul collo, e un'ombra scura le appare al fianco. Una mano sulla bocca, un corpo caldo contro il suo, freddo nella notte. Un profumo strano, di mare e sabbia. 
"Sono tornato a prenderti, mia bella," sussurra una voce al suo orecchio.
Ruby la riconosce all'istante: Hook.
Cerca di liberarsi, di opporre resistenza, anche se debolmente. Non sa come mai, ma il corpo di Hook contro il suo le provoca un certo turbamento difficile da ignorare, ed è arduo cercare di sfuggire alla presa di una sensazione che non vuoi smettere di provare. E' arduo cercare di sfuggire quando il cuore ti batte all'impazzata, i brividi ti percorrono la schiena e la sua pelle è premuta contro le tue labbra. E quando tutto il mondo ti sembra capovolto e la tua mente cerca di lottare per farti tornare alla ragione, perchè è sbagliato, lui è il male, sta con Regina e Cora, è tutto quello che di più infido ci sia al mondo. Allo stesso tempo, non riesci a sfuggirgli. A lui e a quella stretta allo stomaco che ti attanaglia. Al torpore che ti invade la mente e ti paralizza le membra.
Ed è come morire, quando le sue labbra incontrano quelle di lei. Ruby non si oppone più. Smette di combattere contro un istinto più forte di lei. 
Imprigionata tra il muro e il corpo di Hook, risponde a quel bacio quasi con rabbia, sfinita. É un gioco pericoloso, lo sa. 
Lo sa, e allo stesso tempo non riesce a smettere di giocare. Non riesce ad abbandonare quelle labbra, anche se, in un angolo della sua mente, la sua coscienza ancora tenta di metterla in guardia, di farla ragionare e tornare se stessa. 
Il fatto è che Ruby si sente se stessa. Sente quei forti istinti animaleschi risvegliarsi, uscire dalle tenebre nelle quali erano stati rinchiusi da anni di gabbia, emergere in superficie, scuri e ammorbanti come un veleno, bellissimi e letali. 
Sente la mano di Hook sotto i vestiti, ad accarezzarle la pelle morbida, e chiude gli occhi, abbandonandosi a quella morte dei sensi che da tanto tempo non la pervadeva più. Non le importa che lui sia malvagio. Non le importa di niente e di nessuno, in quel momento. 
"Questa sarà la mia fine..." sussurra lui sulle sue labbra, facendo scorrere la lingua sul labbro inferiore di lei.
Ruby gli si stringe addosso, incurante di quello che Hook possa pensare di una che, solo poche ore prima, gli ha assestato un calcio ed è scappata via, odiandolo, e che adesso lo sta baciando come se non ci fosse un domani. Non le importa nemmeno di lui, non fino a quel punto, almeno.
"O la mia," replica lei mentre la mano di Hook le tocca un seno, imprigionato in un reggiseno di pizzo nero.
Ruby si lascia sfuggire un gemito, soffocato prontamente dalle labbra di lui che le si avventano addosso, bramose.
"Certe persone farebbero bene a stare lontane," continua lei.
"Di chi parli, tesoro?" ride Hook, ironico. "Se parli di me e te sono costretto a darti torto, temo".
Le sua labbra le baciano il collo, la sua lingua lascia dietro di sé una scia di saliva, e Ruby sente il corpo esploderle in tanti piccoli pezzetti.
"Non ci saremmo mai dovuti incontrare, Hook. Non c'è salvezza, adesso".
"Chi se ne importa, Ruby," replica lui, e lei è stupita. 
Come ha fatto a scoprire il mio nome?, pensa. Non ha importanza, adesso. 
"Se questa è la dannazione, io ci sto".
Ruby lo guarda negli occhi per un istante. Esita. 
Al diavolo.
Lo bacia con ardore, cingendogli il collo con le braccia, premendo il corpo contro quello di lui. Sente Hook irrigidirsi, lo sente sospirare, mentre la sua mano è coraggiosa, avanza, sempre più giù, verso il punto di non ritorno.
"Ci sto," sussurra Ruby prima della fine.
 
 
§
 
 
 
Ruby non sa se si è trattato di un sogno o della viva realtà. Sa solo che il mattino dopo si ritrova nel suo letto, e lui non c'è. Tipico. 
Ovviamente non c'è, Ruby, mica ti sarai aspettata di trovarlo accanto a te, vero?
Nessuna aspettativa, nessuna promessa. É questo il bello, in fondo.
Quella notte, e tante altre notti a venire, Hook entra dalla sua finestra, la bacia e poi la spinge sul letto, spogliandola piano e con attenzione. All'inizio lo fa con bramosia e in fretta, preso dall'eccitazione e dal desiderio di vederla inerme, sotto di sé, come la prima volta in cui si sono visti. Poi, piano piano, comincia a godere di ogni singolo istante. E anche Ruby. 
Sovente lo sorprende a guardarla negli occhi, e una strana luce gli si accende in viso, per poi scomparire subito dopo, veloce e repentina. 
Ruby non sa su quale sentiero si sia avventurata. Non sa che cosa il destino le riservi. Sa solo che vuole vivere quegli attimi con tutta se stessa. 
L'unica cosa che le importa è sentire Hook su di sé - per sentirsi viva. Sentirlo vagare sul suo corpo, veloce e sicuro, attento. Le labbra di lui la baciano, l'assaggiano, la mordono. La sua lingua non le da pace, e Ruby capisce che non è la pace, che vuole. Quello che vuole è vivere quegli attimi di dannazione per un tempo indefinito, senza smettere mai. Si ritrova ad aspettare quelle notti con tutta se stessa, e nella sua anima c'è quella strana forza che la tiene avvinta a lui come a nessun altro, nonostante quella vocina continui a sussurrarle che è sbagliato, che è male, è insano e doloroso. Nonostante la vocina continui a sussurrarle che si farà male, molto male, e che soffrirà, è inevitabile. 
A Ruby non importa di soffrire. Ha già sofferto tanto, nella sua vita. E quello che c'è con Hook, quel rapporto malsano che si è instaurato tra loro, è tutto tranne che sofferenza. É piuttosto una totale mancanza di senno. E di realtà. É un abbandonarsi ai sensi, agli istinti più temerari, alle passioni più recondite, quelle nascoste nella sua anima e che solo lui ha il potere di ridestare. É il dimenticarsi di ogni cautela, di ogni paura, di ogni remora, per avventurarsi su un sentiero pericoloso, ma dannatamente affascinante. É come camminare sull'orlo di un precipizio, con un piede nel baratro e l'altro piantato a terra, nell'incertezza di una prossima caduta in un profondo abisso buio e tenebroso, popolato di spiriti. É il brivido della paura e la bellezza della libertà; è luce e buio insieme; è passione e sentimento, pazzia e lucidità, in un susseguirsi di sensazioni che non le danno pace. Ma in fondo, si ripete Ruby mentre Hook le bacia una spalla, lei non è nata per la pace. 
 
 
 

"Maybe I like this roller coaster
Maybe it keeps me high
Maybe the speed it brings me closer
I could sparkle up your eye
 
You're no good for me
baby you're no good for me
You're no good for me
But baby I want you, I want you".


 
Marti's
Molto bene, rieccomi qui con una nuova, pazza creazione. 
Il pairing è veramente da pazzi schizzati, lo so, ma comprendetemi... sono in astinenza da OUAT, e poi questi due insieme sarebbero bellissimi *__*
Non ho inserito l'avvertimento "what if?" perchè ancora non sappiamo cosa sia successo ad Hook dopo che Regina e Cora lo hanno lasciato schiantato in biblioteca, ma lo inserirò successivamente, se necessario.
Le strofe iniziali e in chiusura sono della canzone di Lana del Rey "Diet mountain dew", che vi consiglio vivamente di ascoltare. Invece la citazione in apertura è tratta da "Delitto e Castigo" di Dostoevskij.

Libere di lanciarmi pomodori!

Alla prossima!

   
 
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